Al corso di supermotard di Fasola

Il racconto di due giorni sulla pista di Castelletto di Branduzzo a lezione con il famoso fuoristradista e con Gilles Salvador: il nostro allievo ha perso tre chili ma ha imparato a derapare...

di Giordano Costa

Fabio Fasola è sempre presente in pista accanto agli allievi

Il sogno di tutti i motociclisti è di poter vivere la moto in piena libertà, senza i vincoli e i pericoli che le strade aperte al traffico ci impongono tutti i giorni. Se anche il condizionamento dovuto alla presenza dell’asfalto viene superato e si utilizza una supermoto o meglio una supermotard, ci si può trovare nelle perfette condizioni per apprezzare le splendide sensazioni che la moto può trasmettere.

Lo stage di Supermotard organizzato dalla Fasola School sul circuito di Castelletto di Branduzzo (PV) mi ha permesso di vivere tutto questo. Grazie all’ambiente semplice e familiare, agli istruttori preparati e professionali, al circuito appositamente studiato per le supermotard, e alle KTM LC4 640 ho passato due splendidi giorni in pista. E’ un’esperienza che consiglio a chi già guida una supermotard e comunque agli appassionati della guida sportiva. Non è un corso adatto invece ai principianti assoluti.

La prima lezione è naturalmente teorica e dedicata alla posizione di guida. La conduzione di una supermotard richiede alcuni accorgimenti fondamentali per guidare la moto con efficacia. Quindi peso ben spostato sull’anteriore, due dita sulla frizione e le altre due ben salde sulla manopola di sinistra; simmetricamente due dita sulla leva del freno anteriore e le altre naturalmente sulla manopola del gas. Gomiti larghi e alti per agevolare gli spostamenti del busto sull’anteriore e per aumentare la pressione sulla parte terminale del manubrio. E’ fondamentale inoltre stringere bene la moto tra le gambe e puntare bene gli stivaloni da fuori strada sulle pedaline, per scaricare con efficacia il peso sul pneumatico posteriore durante le accelerazioni.
La frizione viene utilizzata anche come “sistema antisaltellamento”, infatti in staccata è fondamentale agire lievemente sulla leva per evitare il saltellamento del pneumatico posteriore e aumentarne l’aderenza. Il passaggio dalla teoria alla pratica non risulta facile infatti i miei sforzi nella maggior parte dei casi si sono concretizzati con evidenti saltellamenti sul posteriore o staccate con la frizione troppo tirata e quindi col motore inefficace come freno.

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Carico ed emozionato sono finalmente pronto per affrontare i primi giri in pista che sono dedicati allo studio del circuito e alla presa di confidenza con la mia KTM.
Non è traumatico perché le velocità sono relativamente contenute e le curve non sono particolarmente veloci, ma la realtà è che mi muovo con l’agilità di un palo della luce e le mie pieghe raggiungono inclinazioni praticamente ridicole.
Durante la prima sosta arrivano anche le prime correzioni degli istruttori che mi suggeriscono per la prima di decine di volte, di spostare il peso ancora più sull’anteriore. Il corso prevede quindi l’approfondimento delle varie situazioni che si affrontano durante la guida su asfalto ed in particolare vengono curate gli aspetti relativi a: tecnica di staccata, conduzione della moto su curve veloci e lente, e traiettorie di uscita ed ingresso in curva.

Dopo le informazioni teoriche assistiamo alle fantastiche evoluzioni di Gilles Salvador che ci fa vedere come bisognerebbe condurre la moto e quindi tocca a noi affrontare nei numerosissimi giri in pista tutte le situazioni analizzate prima in teoria. Il tutto viene prontamente ripreso per mostrarci in video tutti i nostri errori.
Il livello dei partecipanti è molto eterogeneo, ma tutti indistintamente si presentano alle varie sessioni di guida concentrati, attenti e pieni di passione. Fabio Fasola e Gilles Salvador sono comunque sempre pronti sia per aiutarti con utilissimi consigli sia per spronarti quando le forze iniziano a mancare sotto il caldo opprimente della pianura padana.

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Il pomeriggio del primo giorno e la mattina del secondo si prova anche la guida sulla terra e verifichiamo immediatamente che le gomme slick intagliate ti consentono un grip molto blando. La sbandata al posteriore in accelerazione è sempre in agguato sia sulla terra che sull’asfalto sporchissimo da tutti i residui di pulviscolo che lo ricoprono. Lo scarso equilibrio si traduce in numerose situazioni in cui mi sento quasi per terra e in un paio di scivolate vere, ma anche in innumerevoli scariche di adrenalina. La conduzione in curva sul’l asfalto, anche in condizioni di instabilità, deve essere comunque sempre molto aggressiva e in uscita la manetta deve essere sempre aperta, ma con maggiore dolcezza. Nei tratti su terra, e in particolare sulla pista di speedway di Castelletto, prima di tutto è fondamentale rimanere in piedi e poi per i più capaci ci si può divertire con derapate da mozzafiato.
In due giorni di stage i miglioramenti nella tecnica di guida sono evidenti, in particolare sull’asfalto verifico un netto miglioramento sia in percorrenza di curva che in uscita, mentre le mie staccate rimangono sempre poco efficaci complice anche un po’ di “strizza”.

La gara finale è la perfetta conclusione per il corso. In questa occasione naturalmente vengono evidenziate le capacità di guida dei più esperti, ma tutti indistintamente possono divertirsi. C’è chi derapa in entrata e in uscita di curva, sia su terra che su asfalto e chi si accontenta di evoluzioni più modeste, comunque tutti cercano di esprimere il meglio di se stessi.
Alla conclusione del corso mi sento estremamente soddisfatto, conscio di avere vissuto un esperienza indimenticabile, ma anche tutto indolenzito e più leggero di 3 Kg visto l’enorme quantità di liquidi dispersi dal mio corpo. Post doccia il mio pensiero è uno solo “Fatemi ricominciare!!!!!!!!!!”