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In pista con la Suzuki SV 650 2003

il 14/03/2003 in Moto & Scooter

Presentata a Misano l'ultima edizione della sport touring di media cilindrata della Casa di Hamamatsu. È stata rinnovata nella tecnica e nell'estetica con risultati che non deludono

In pista con la Suzuki SV 650 2003
Il corpo farfallato a due valvole del sistema di iniezione elettronica Suzuki

di Eliano Riva e Luigi Rivola



Nuda, o parzialmente vestita, la Suzuki SV 650 è sempre una delle moto preferite dagli appassionati di tutt'Europa. Il suo segreto è forse il fatto di non essere estrema in nulla, ma di riuscire ad essere appagante in tutto, o quasi.
Non è un'ipersportiva, ma per strada questo è un vantaggio perché stanca meno, offre un ambito di utilizzo assai più vasto e comunque, dove ci sono curve, se guidata col giusto brio sa mettere in mostra virtù ciclistiche e prestazioni da pura sportiva.





La versione 2003 della SV 650 si presenta con novità molto significative: nuovo telaio costruito con tecnologia avanzatissima, alimentazione del motore ad iniezione elettronica e scarico catalizzato di serie.
Naturalmente anche l'estetica ha avuto i suoi ritocchi, che hanno inteso sottolineare le caratteristiche più grintose della moto e che, nella versione "S" pongono l'accento sulla sportiva eleganza del nuovo cupolino.



La SV 650 2003 è già in vendita presso le concessionarie Suzuki di tutta Italia. I colori disponibili sono: blu e nero per il modello base, che costa 6.923 €, e blu e argento per l' "S", il cui prezzo sale a 7.226 €, sempre franco concessionario.

La nuova linea della SV 650 è condivisa con quella della SV 1000, dalla quale si distingue per l'assenza del puntale aerodinamico davanti al motore.
Le novità in comune alle versioni base e "S" sono il fanale anteriore di nuovo disegno e con differente parabola, la sella, che nella vista a posteriori mostra il bellissimo fanale a due file verticali di led e il cruscotto con strumentazione analogico-digitale comprendente le spie di segnalazione di anomalie al funzionamento dell'apparato di iniezione.



Inutile dire che anche il telaio e il forcellone, riprogettati anche se esteticamente simili alle versioni precedenti, hanno in una moto di questa tipologia un rilevante impatto estetico .
Sulla "S" è montato un cupolino assai più filante ed elegante del precedente, caratterizzato dal doppio faro con proiettori multiriflettenti e da due superfici deportanti che accentuano la grinta delle forme. Il cupolino, nonostante le forme generose, non appesantisce la linea, anzi la rende più affilata e non nasconde telaio e motore, mantenendo così i caratteri identificativi di una vera naked.

Solo qualche anno fa realizzare un telaio come quello della nuova SV 650 sarebbe stato tecnicamente improponibile. Difatti la precedente versione aveva una struttura tubolare saldata che nulla ha a che vedere con quella che equipaggia l'ultimo modello. La grande differenza sta nella pressofusione, una tecnica che negli ultimi tempi si è notevolmente evoluta consentendo di realizzare strutture complesse e garantendo anche la loro totale affidabilità.



Il telaio della SV 650 è ottenuto per pressofusione attraverso una nuova tecnica a depressione che elimina l'aria imprigionata nello stampo quando l'alluminio è ancora liquido. La struttura si compone di montanti diagonali con reticolo interno di irrigidimento uniti per saldatura a due altre strutture pressofuse: il cannotto di sterzo e il supporto posteriore del motore, con alloggiamento del fulcro del forcellone. Così realizzato, il telaio della SV risulta più compatto e leggero (- 3 kg) del precedente. Con la stessa tecnica è costruito anche il nuovo forcellone a due bracci reticolari congiunti tramite saldatura.


L'attesa novità che si nota sul propulsore, altrimenti immutato, è l'alimentazione ad iniezione elettronica. Il sistema adottato è il già noto SDTV originale Suzuki, che si distingue per la doppia valvola a farfalla in ciascun corpo farfallato. La valvola principale è comandata direttamente dall'acceleratore, mentre quella secondaria è azionata da un servomotore gestito dalla centralina a 32 bit che presiede anche al controllo dell'accensione.
L'iniezione elettronica garantisce di per sé una riduzione delle emissioni nocive, ma sull'SV 650 il problema è stato affrontato col massimo impegno adottando altri due accorgimenti: il sistema PAIR (Pulsed Air Injection), che immette aria fresca nei condotti di scarico subito a valle delle valvole, per l'ossidazione dei gas incombusti e il catalizzatore di serie all'impianto di scarico. Grazie a questi accorgimenti, la SV 650 2003 è già in regola con le norme Euro-2.

Due impostazioni diverse: la SV 650 base, oltre ad essere priva di qualsiasi protezione aerodinamica, ha un manubrio di tipo turistico, più largo e più rialzato, che sposta all'indietro il baricentro della moto col pilota a bordo. La versione "S" ha invece un manubrio marcatamente sportivo, che obbliga il pilota a caricare maggiormente l'avantreno, con le sensibili e positive conseguenze che si manifestano nella guida in pista.
In entrambi i casi, il comfort è discreto e si nota ampiamente la differenza rispetto ad una supersportiva di pari cilindrata.



Una modifica importante come il nuovo telaio, che ha comportato lievi modifiche alla geometria, non ha snaturato in alcun modo la SV 650, che ha mantenuto le sue eccellenti caratteristiche di facilità, di sincerità e di sicurezza di guida. Piuttosto, in pista si è notato un miglioramento abbastanza sensibile del comportamento delle sospensioni, che non sono state cambiate, ma che evidentemente hanno beneficiato non solo della particolare levigatezza dell'asfalto di Misano, ma anche delle differenti reazioni indotte dalle modifiche alla struttura portante.
Un pregio della SV, che si fa apprezzare in pista come su strada normale, è la capacità di far percepire spontaneamente al pilota in ogni situazione le condizioni di aderenza delle ruote.




L'alimentazione ad iniezione elettronica ha comportato, come quasi sempre accade eliminando i carburatori, un comportamento lievemente più brusco nell'apri-chiudi dell'acceleratore, inoltre si ha la sensazione di una minor capacità di allungo oltre il regime di potenza massima. In compenso non esistono buchi di erogazione e il motore ha conservato tutta la sua brillantezza, che gli permette, a Misano, di spingere la moto a una velocità massima di poco superiore ai 200 km/h (203-204 km/h) nel rettilineo che immette sulla curva del Tramonto.

In pista con la Suzuki SV 650 2003
Il corpo farfallato a due valvole del sistema di iniezione elettronica Suzuki

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