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Piaggio Beverly 500

il 22/11/2002 in Moto & Scooter

Galeotto fu un “porte aperte” al Piaggio Center Intermot di Milano. Confusi fra il pubblico, abbiamo avuto tra le mani il nuovo maxiscooter di Pontedera, per un assaggio breve, ma gustoso

Piaggio Beverly 500
E' il monocilindrico più gettonato sul mercato scooteristico: il Piaggio Master da 460 cc è montato anche su X9 e Aprilia Atlantic



Quando piove, Milano si fa davvero bruttarella. La voglia di andare in moto precipita sotto le scarpe e ci si ritrova ipnotizzati al volante, in coda davanti al rosso di un semaforo.
Anche farsi un giro in scooter per testarne le qualità diventa “duro lavoro” (niente insulti, please), ma qualcuno - si sa - lo deve pur fare, e questa volta tocca a noi.

Ma non possiamo lamentarci più di tanto, questa volta infatti partecipiamo ad un “porte aperte” Piaggio, che dà la possibilità a chiunque lo voglia di provare il tanto atteso Beverly 500, il nuovo ruote alte che punta sulla qualità, sulla maneggevolezza e su un prezzo d’attacco straordinario.


L’espressione mogia da fochina in estinzione per la verità ci sparisce presto dal volto: appena entrati all’Intermot ci guardiamo in giro e tutto è al posto giusto, i mezzi sono tanti (gamma Piaggio, ma anche Vespa e Gilera) ed esposti con gusto, e tra tutti è in grande evidenza la nuova ammiraglia made in Pontedera. C’è poi un’esposizione di scooter usati nonché un discreto assortimento di accessori dedicati principalmente agli scooteristi.



Non neghiamo, poi, di aver apprezzato i tavolini col buffet disseminati per il salone…
Eravamo stati pessimisti: Gianfranco Brenna, nuovo proprietario della concessionaria, ci ha visto giusto. Non siamo i soli a provare il Beverly, il pubblico non manca (in ogni caso sarà possibile una prova gratuita fino al 7 dicembre). La procedura è semplice: si chiede a una gentile signorina (anche carina, il che non guasta), si mostrano patente e carta d’identità e si ricevono le chiavi del veicolo, già parcheggiato fuori.


Tartina in una mano e bicchiere nell’altra, gironzoliamo intorno al nuovo Beverly. Un’impressione su tutte: è piccolo! Chi pensa che “maxi ruote alte” equivalga a dire “mastodonte da 250 chili” è fuori strada, così come lo è chi immagina una fotocopia della versione 200 dotata di motore più prestante.



Pur non essendo una piuma (189 kg.), il nuovo scooter toscano è sottile, non troppo lungo né troppo alto. Questo lascia presagire che entrerà in concorrenza più col nippo-francese Versity/Kilibre del gruppo Yamaha che col nuovo Scarabeo 500, che pare molto più dimensionato.
La tentazione di impreziosire le linee del fratello minore con dei richiami retrò era troppo forte, e i designer Piaggio non vi hanno rinunciato.


Tanto più che non c’è stata necessità di guardar troppo lontano per trovare l’ispirazione: le prime versioni della Vespa, col gruppo ottico montato sul manubrio e non incorporato nello scudo (come sugli scooter di oggi), sono state un modello imprescindibile, che si intravede anche nel frontale e nei fianchetti un po’ arrotondati. Il piccolo parabrezza, gli specchietti (e altri particolari, tra cui la “lisca” metallica sullo scudo) completano il quadro.



Durante la settimana il traffico di Milano è afflitto da cronica congestione. La pioggia battente di questi giorni peggiora la situazione, e le vie del centro assumono le sembianze di un unico inestricabile ingorgo. Il Beverly se la cava meglio di quanto pensassimo, proprio grazie alle dimensioni tutto sommato ridotte. Si scivola a lato delle auto in colonna senza il timore di urtarle con gli specchietti.



La sella è grande e ben sagomata, anche se non “presidenziale” come quella di alcuni ruote basse, e la posizione a bordo è una seduta comoda, a schiena dritta e braccia poco aperte.
Appena raggiungiamo i viali ad alto scorrimento, non perdiamo l’occasione di forzare sul gas: a dispetto di un rumore basso e pacifico, basta pochissimo per leggere “80” sul bel tachimetro analogico (anch’esso in stile vintage), bruciando nello scatto al semaforo tutti gli altri.



L’asfalto è bagnato, ma la voglia di provare il comportamento del Beverly in curva è tanta, e ci permettiamo qualche piega, aspettandoci per la verità di sentire il retrotreno slittare. Così non è, e il merito non va attribuito né al tester né alla fortuna: il ruote alte Piaggio monta coperture adeguate, e la sospensione posteriore ha un comportamento rassicurante.
Tempo scaduto: il Beverly deve tornare all’ovile, ci sono potenziali clienti che vogliono provarlo.
Peccato, perché ci stavamo prendendo gusto. Poco male, comunque: presto potremo averlo a disposizione per un test approfondito.

Piaggio Beverly 500
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