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Primo consuntivo

il 22/09/2003 in Attualità

Tante le new entry e per una volta a dominare sono state le moto sugli scoooter. Grande vivacità delle Case italiane per quantità e qualità di proposte tra moto, motori e prototipi. Nel design alto il livello medio, ma è mancata qualche idea innovativa e

Tante le new entry e per una volta a dominare sono state le moto sugli scoooter. Grande vivacità delle Case italiane per quantità e qualità di proposte tra moto, motori e prototipi. Nel design alto il livello medio, ma è mancata qualche idea innovativa e di rottura

di Luigi Bianchi


I primi dati non ufficiali parlano di 750.000 visitatori: un grande successo!

Rileviamo per prima cosa l'eccellente successo di pubblico - numeroso, competente e interessato -che ha affollato tutti gli stand. Non ci sono ancora i numeri ufficiali sui visitatori (si parla di circa 750.000) che comunicheranno poi gli organizzatori, ma di sicuro sabato e domenica 21 settembre non c'era un metro quadrato libero per muoversi e, le novità di maggior interesse, erano letteralmente sommerse da una marea umana di appassionati. Anche la copertura dei media è stata superiore a quella degli scorsi anni, con speciali su tutti i principali quotidiani nazionali e con la presenza - e questa è la novità - di servizi firmati dagli articolisti più prestigiosi, quelli che di solito riservano le loro preziose penne ai grandi avvenimenti di rilevanza internazionale.


Un buon segno, come un buon segno è stato il successo del classico raduno della "Rosa d'Inverno", con migliaia di motociclisti che si sono incontrati in piazza del Duomo, riempendola completamente, gallerie adiacenti comprese! Insomma, il mondo della moto sta attraversando un ottimo momento, forse più come immagine complessiva che come mercato, dove i segnali sono un po' discontinui. Ma, questo, è comunque il presupposto per un futuro positivo che consolidi e riporti in crescita gli ottimi numeri raggiunti se si considera in modo complessivo l'ultimo quinquennio.


Va anche ricordato che c'è uno spostamento delle scelte degli utenti verso mezzi di cilindrata sempre più alta e sempre più "ricchi" nelle dotazioni, per cui a numeri anche stabili corrispondono comunque aumenti consistenti dei fatturati. Queste considerazioni valgono per il mercato italiano ma anche nel resto d'Europa, si respira un'aria di ripresa dopo anni di stagnazione di mercati importanti come quello tedesco. Il tutto spiega l'imponente quantità di novità presentate da un po' tutte le Case, pur con differenze di strategia tra le Italiane e le quattro grandi Giapponesi.

Più moto, meno scooter


L'avevamo già sottolineato e il dato è sotto gli occhi di tutti. Delle decine di novità presentate dalle Case principali, neppure una assoluta ha riguardato gli scooter, sempre che non si voglia considerare tale il Gilera Nexus, visto e provato prima dell'estate. Ma se i produttori italiani già avevano rinnovato radicalmente la loro gamma nel corso della passata primavera (Liberty e Scarabeo 500, Vespa Granturuismo, X9 Evolution, ecc.), colpisce l'immobilismo delle Case Giapponesi che nel 2003, sul mercato italiano - che è il più importante in assoluto per questa tipologia di veicoli - non hanno certo ottenuto risultati brillanti, soprattutto nelle combattutissime fasce dei 200 e dei 500 cc.


Vedremo, certo è che non basta di sicuro il Majesty 400 per risollevare le vendite del gruppo Yamaha/MBK, che l'Honda SH avrebbe bisogno di un erede, che mancano le motorizzazioni che il mercato chiede (200cc) , che è incomprensibile l'assenza nella gamma Yamaha e Suzuki di modelli a "ruote alte". Sembra anche che si sia fermata la corsa verso i bicilindrici da 500 e oltre e, sempre nel top di gamma, l'unica proposta davvero innovativa è stata quella dell'Aprilia Leonardo 500 Ditech, uno degli scooter più belli in assoluto che ci è stato dato di vedere negli ultimi anni: speriamo che vada in produzione presto!


Nelle moto, invece, l'attenzione è stata polarizzata dalle 1000 hypersport anche se l'attenzione delle giapponesi (soprattutto di Honda) sembra più concentrata verso le esigenze del mercato centro/nord europeo piuttosto che verso il mercato italiano. Tra i modelli destinati ai "grandi numeri" c'è stato infatti un proliferare di proposte polivalenti di media clindrata e studiate per arrivare al pubblico a prezzi molto competitivi, tipo le Honda CBF 600 e 500 o la Suzuki bicilindrica 500 in versione carenata. In realtà modelli di questo tipo servirebbero anche sul nostro mercato, ma necessitano di un'immagine ben più brillante e di  linee ben diverse da quelle che abbiamo visto!

Vince lo stile italiano


Una volta le moto italiane erano tradizionalmente considerate belle ma di contenuti tecnici discutibili e quelle giapponesi meno affascinanti ma tecnologiocamente all'avanguardia e di qualità ineccepibile. Ci sembra invece che il divario tecnologico si sia molto colmato, come dimostra la capacità d'innovazione delle nostre Case anche in campo motoristico: una volta i motori italiani nuovi erano rari come le mosche bianche? quest'anno invece abbiamo visto l'Aprilia bicilindrico 450, il Guzzi 1100 praticamente rifatto, i Ducati desmo a 3 valvole, il Piaggio 250 da scooter, e l'elenco potrebbe continuare.
Nuova è anche la capacità di essere competitivi sul fronte dei prezzi, si veda Piaggio che è riuscita a contrastare anche sotto questo aspetto prodotti come gli Honda @ e SH che sembravano inavvicinabili.Inoltre, la supremazia del design italiano sembra rafforzarsi - dopo qualche anno un po' interlocutorio in cui, salvo notevoli eccezioni,  si era espresso soprattutto nel settore degli scooter - con proposte innovative e di grande successo che quest'anno hanno spaziato dalle sportive, alle naked, alle gran turismo.


In questo campo i Giapponesi sembrano invece un po' in affanno e non riescono a proporre idee nuove, al massimo riescono a realizzare e ad evolvere con cura le linee dei loro modelli di punta, ovvero delle 4 cilindri sportive. In questi campo ci sembra spicchino la nuova Yamaha R1 (davvero disegnata e e rifinita con cura certosina) e la Kawasaski ZX-10, la più innovativa e trasgressiva del lotto. Ci convince invece meno la nuova Honda CBR 1000, che sembra meno riuscita della 600 dello scorso anno che aveva letteralmente spopolato. Fuori da questo segmento il resto ci è sembrato puottosto scontato e deludente, fatta eccezione per la Yamaha Fazer 600 che si sforza di dire qualcosa di nuovo: vedremo quale sarà poi il giudizio del pubblico. A testimonianza di questa crisi ci sono anche i prototipi presentati da Kawasaki (granturismo), Yamaha (supermotard) e Honda (scooter), secondo la nostra personale opinione tutti da dimenticare.


Sottolineato questo quadro generale, ci sembra che comunque la capacità d'innovazione stilistica non sia stato il registro principale di questo Salone: non a caso i navigatori di motonline.com come "moto più bella del Salone" stanno premiando ancora una volta la MV Agusta F4, certamente stupenda ma ormai in testa a tutte queste classifiche da ben quattro anni. In pratica, anche il design italiano si è espresso più con riusciti modelli su linee già note (per esempio Guzzi Griso, Guzzi MGS-01 e Aprilia RSV 1000) piuttosto che con modelli di rottura, che aprono nuove strade, come sono stati a loro tempo modelli tipo la MV Agusta Brutale.

La nostra Top Ten

Queste sono opinioni da "visitatore", quindi soggette a gusti e preferenze personali, che sottoponiamo solo come spunto di ragionamento, da ampliare e approfondire, senza la pretesa di precostituire un giudizio completo e inappellabile. Precisiamo anche che riguarda solo le novità assolute e non i modelli "evoluzione".


- Hypersport 1000: Kawasaki ZX-10 e Yamaha R1 perché portano al massimo livello visto sino ad oggi, sia come tecnica e sia come design, il concetto di 4 cilindri sportiva.

- Supersport 600: Suzuki GSX-R750 perchè sposta la ricerca delle prestrazioni verso la compattezza e la leggerezza, inserendo i 150 cv e la coppia di un motore 750 in una Supersport 600, e con solo due kg di penalizzazione sul peso.

- Sportive naked: Gilera Ferro automatica (prototipo), Moto Guzzi MGS-01. La Gilera perchè è la prima vera proposta di moto sportiva automatica; la seconda perché centra in pieno il concetto di sportiva tipica della produzione di Mandello, concetto che si era perso da molti anni.


- Supermotard: KTM Duke 990. La linea non è un gran che, ma il concetto di supermotard viene spinto sino alle sue conseguenze più estreme.

- Gran Turismo: Moto Guzzi Griso. Di nuovo si rivede una Moto Guzzi "vera", finalmente all'altezza dei tempi ma senza tradire le sue origini e le sue specificità meccaniche e stilistiche.

- Cruiser: Triumph Rocket III. Nel campo delle esagerazioni propone qualcosa di mai visto sino ad oggi. Da amare o rifiutare senza compromessi.

- Scooter: Aprilia Leonardo 500 (prototipo). La Casa di Noale riconferma di essere maestra nel design degli scooter e nella capacità di innovazione tecnologica.

- Nacked: Buell XB12S. Una Viper con due ruote, una vera nuda aggressiva e brutale in stile USA.


E per concludere che cosa invece non ci è piaciuto:
- La struttura fieristica: i padiglioni sono davvero vecchi e obsoleti e il confronto con l'esposizione di Monaco impietoso. Speriamo nell'edizione 2005, che dovrebbe tenersi nel nuovo polo fieristico di Pero.
- Il prezzo del biglietto d'ingresso (15 Euro) e quello per la custodia obbligatoria dei caschi (2,5 Euro): francamente esagerato!

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