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Test Ducati: inizia la cura Capirex

il 07/11/2002 in Motogp

Nel conclusivo giorno di prove a Valencia, Loris ha migliorato i rapporti con il cambio della sua nuova Desmosedici. Le impressioni del tester Guareschi dopo 3000 km in sella alla 4 cilindri

di Marco Masetti


Loris Capirossi nei test a Valencia

Valencia - La seconda giornata di test Ducati a Valencia inizia con un forte vento gelido che ha portato in pista anche parecchia polvere. Quindi meno grip rispetto ieri e tempi che probabilmente non verranno ritoccati fino alla fine del turno.
In ogni caso sia Loris Capirossi che Troy Bayliss (spalleggiati dal test rider Vittoriano Guareschi) hanno girato a lungo con la Desmosedici, finalizzando il lavoro alla crescita del mezzo in vista dei prossimi impegni. Mentre Bayliss non ha ancora deciso se scegliere definitivamente le coperture da 17 anteriori al posto delle 16.5 che normalmente usava in SBK, la “cura Capirossi” comincia a dare i suoi frutti.
Il pilota romagnolo ha già messo la sua impronta sulla moto; ad esempio lavorando sui rapporti al cambio per adattarla alla propria guida e, il feeling con la Desmosedici è migliorato. In ogni caso oggi si gira attorno all’ 1’37” basso. Il pilota non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma dallo sguardo e da qualche battuta non è difficile cogliere grande soddisfazione per la sua nuova moto e per il tipo di lavoro che sta facendo con la squadra che ha Bracco (ex Xaus) come capotecnico.
La Desmosedici ha una caratteristica che non mancherà di colpire gli appassionati quando la vedranno in azione: il suono. Un autentico tuono che sfreccia. Siamo al limite dei decibel della categoria (128 dichiarati dalla Casa) ma quello che fa impressione sono i tubi di scarico vuoti che escono dal codone. I vecchi ducatisti apprezzeranno molto. Noi, dal muretto ci tappiamo le orecchie per non essere sordi a fine giornata, i piloti si mettono i tappi, ma il suono è di quelli che fanno impazzire: vera meccanica racing scatenata. Tra i pochissimi spettatori di oggi, dopo che ieri persino il presidente dell’HRC Kanazawa si è fatto vedere, anche un gatto nero che ha attraversato più volte la pista, costringendo i meccanici a segnalazioni di pericolo. Oggi è stato effettuato anche un “long run” ovvero una simulazione di gara da parte del tester Vittoriano Guareschi anche per mettere alla frusta l’affidabilità della moto italiana. Per fortuna i piloti erano al corrente del “visitatore”.
Con la temperatura prossima ai 20 gradi, la Ducati ha ancora sorpreso per la velocità di punta che, alla fine del rettilineo di Valencia, era di circa 315 orari (dato ufficioso da prendere con le molle), praticamente sei all’ora più della Honda!
Ma per saperne di più della Ducati, niente di meglio che rivolgersi all’uomo che l’ha svezzata, il test rider Vittoriano Guareschi, quello che ha il record di percorrenza con Desmosedici, circa 3000 chilometri.
- Allora, Vitto, come va con la “rossa”?
Beh, la conosco bene, potrei essere suo fratello. Il mio compito è quello di fare strada e dare indicazioni. Un lavoro un po’ da giapponese, da collaudatore obbediente, ma mi piace molto. Mi propongono varie cose e io do indicazioni e i tecnici le traducono in modifiche”.
- Poi il tuo lavoro viene giudicato da gente come Troy e Loris: qual è stato il loro verdetto?Penso di non aver sbagliato molto, ero terrorizzato al Mugello quando Troy l’ha provata per la prima volta, poi mi ha detto che era OK e per me è stata una grande soddisfazione. Anche Loris ha commentato positivamente, quindi sono stato promosso”. -
I più e i meno di questa moto?
“L’aspetto positivo è la grande potenza, i cavalli, qualcosa che serve sempre nelle corse. Dall’altro lato ci metto i pochi chilometri che abbiamo fatto rispetto agli altri. Però stiamo lavorando molto duro per recuperare in fretta”.
- Ti senti un pilota oppure solo un “collaudatore alla giapponese”?
Ieri dovevo provare del materiale che però non dava risultato e vedevo che Troy e Loris stavano andando forte. A me non piace prendere due secondi al giro, nemmeno da collaudatore, nemmeno su di una pista che non mi piace come Valencia. E poi sogno di correre con la Ducati da wild card nel prossimo mondiale. Essere al via al Mugello sarebbe splendido. Comunque quando ho accettato di lavorare a questo progetto potevo correre nella Supersport o nella SBK inglese, ma ho preferito la Ducati, una Casa che vive per le corse”.

Appuntamento a Jerez per i prossimi test, caro Vitto, e magari al Mugello con la terza “rossa”.

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