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Per Rossi festa alla Honda ma firma rimandata

il 24/10/2001 in Altri sport

Il campione della 500 in visita a Honda Europe in sella alla nuova Hornet. Ma i dubbi sulla 4t non sono affatto sciolti e il contratto è rimandato a dicembre. L’intervista

Per Rossi festa alla Honda ma firma rimandata
Il pilota con la fidata 500 NSR con la quale ha vinto il Mondiale


di Marcello Pollini




Roma – Dopo le polemiche sollevate durante l’ultimo GP, c’era bisogno di un forte segnale di stabilità da parte della Honda e questa conferenza stampa, organizzata nelle sede europea di Roma della Casa giapponese per festeggiare il titolo nella 500 di Valentino Rossi, è servito soprattutto a questo.

L’uso frequente sia da parte del presidente Honda Europe Motorcycle Shoichi Kitahara sia del vice presidente Honda Italia Silvio Di Lorenzo del nome proprio del campione di Tavullia, unito alla esaltazione dell’importanza anche commerciale del suo successo, è un messaggio che era rivolto soprattutto alle orecchie di Rossi: la Honda lo vuole, i dubbi sul contratto verranno risolti, il binomio è inscindibile.

D’altra parte la Casa motociclistica più grande del mondo non può proprio fare a meno di lui, testimonial in pista ma anche disinvolto protagonista, come suo solito, dello spot sulla nuova Hornet 900. L’ennesimo modello destinato a far “esplodere” il mercato, magari cercando di migliorare il record 10.500 pezzi venduti della sorella di 600 cc che presto verrà prodotta ad Atessa, prima quattro cilindri costruita fuori dal Giappone.




Con la Hornet Rossi si è presentato alla stampa presente, con il viso di chi ha ormai capito che è finito il tempo di Valentinik ed è arrivato quello del Dottore, e che tutto fa parte del gioco di cui lui è la star. E nonostante la stanchezza per tris di trasferte mondiali, Vale è stato ancora una volta l’indiscusso anfitrione. Mai banale, attento alle risposte ma sempre schietto.
E così si è capito che la RC 211V non lo convince ancora e che solo dopo il test del 26 novembre a Jerez si esprimerà compiutamente se guidarla o no nel mondiale 2002. In pratica ha vinto il primo round del braccio di ferro: niente firma del contratto immediata, se ne riparlerà solo ai primi di dicembre e non è del tutto esclusa la possibilità di rivederlo sulla NSR 500 con il solo Ukawa a portare in pista la quattro tempi.

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Non c’è mai un clima da arena intorno a Valentino Rossi e non c’è bisogno di fargli domande provocatorie: si può andare diritto al bersaglio tanto si sa già che lui risponderà dicendo come stanno le cose esattamente. E il tormentone sul suo contratto con la Honda è l’argomento principale.
Non ho ancora firmato, ci sono ancora alcune cose da sistemare ma c’è volontà da entrambe le parti per concludere positivamente. Alla fine la decisione verrà presa dopo il test a Jerez con la RC 211V”.
Si capisce bene che Vale vuole andare con i piedi di piombo. Vuole avere un mezzo con cui difendere il suo titolo mondiale, vuole avere certezze che la quattro tempi sia competitiva. E lui non lo sa ancora.
Il vero problema è che non l’ho mai potuta provare seriamente. Dopo la 8 Ore di Suzuka ho potuto fare solo otto giri, in Malesia è saltato il test per gli allarmi internazionali. Devo quindi provarla a fondo prima di scegliere e in Spagna spero che ci siano le condizioni giuste”.
Rossi chiarisce il concetto.
“Se la moto non è competitiva mi ritroverei a partire già sconfitto, oltretutto i miei avversari (Capirossi, Barros e Katoh) si ritroverebbero con una moto vincente che noi abbiamo sviluppato e non mi va tanto di “regalarla” a piloti forti senza avere un mezzo per contrastarli. Se fossi obbligato, non firmerei”.
La clausola capestro, fa capire, lo ha infastidito.
Sul contratto c’è scritto il nome della moto con la quale dovrei correre nel 2002. Lo ammetto, questa cosa mi ha seccato un po’. Ma sono convinto che questa clausola possa sparire se riterrò la moto non vincente, anche se in Giappone hanno lavorato duro e sono convinti che vada fortissimo”.
Vale racconta cosa non lo convince tecnicamente della quattro tempi.
La RC 211V sembra un giocattolo, quasi uscito da un cartone animato. Più che altro sembra un prototipo da Salone, deve diventare una moto da corsa. Quello che mi convince di meno sono la ciclistica e l’aerodinamica. Non c’è protezione a sufficienza, probabilmente è stata fatta su indicazioni di collaudatori più piccoli d’altezza. Il motore è invece l’ultima delle preoccupazioni: ci saranno più cavalli ma la differenza la dovrebbero fare la facilità e soprattutto la fluidità dell’erogazione. Comunque non sarà una scelta a cuor leggero”.




E se l’accordo con la Honda non andasse in porto, c’è già una lunga fila di pretendenti, con in testa l’Aprilia.
Il rapporto con loro è sempre buono e non nascondo che l’interesse ci sia. La loro moto non c’è ancora ma sono sicuro che andrà forte”.
Non solo contratto. C’è spazio anche per altri argomenti. Tipo Inter, Schumacher, Doohan e Biaggi.
Il derby tra Milan e Inter l’ho vissuto al cellulare. C’era un “bastardo” (affettuoso) milanista che mi mandava un SMS ogni volta che loro segnavano. E’ stata una sofferenza. Mi ha fatto piacere che Schumacher abbia detto che sono il nuovo Doohan. Però io sono molto diverso dal campione australiano e soprattutto penso sia impossibile vincere cinque titoli mondiali consecutivi. Biaggi secondo me ha fatto una stagione ad alto livello. Ha provato a vincere, è andato un po’ al di là per provarci ma ha lottato fino alla fine. In questo contesto le cadute ci possono stare. Comunque la sua Yamaha non è meno competitiva della Honda…”.
C’è anche il Valentino personale, con uno sguardo al futuro.
Dopo la moto, il rally è la mia grande passione. Ma non so se sarà il mio futuro, non è così semplice. Comunque i rallysti sono proprio simpatici, soprattutto Colin McRae”.
Sempre velocissimo, Rossi è pronto a tornare a Londra per poi ripartire per l’ultima gara in Brasile. E allora parte l’ultima domanda: ma c’è qualcosa che ti piacerebbe fare lentamente?
La doccia e… qualcos’altro”.
Buon viaggio Vale.

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