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Urban Mobility

Micro Explorer: per molti ma non per tutti

Fabio Fagnani il 15/10/2020 in Urban Mobility
Micro Explorer: per molti ma non per tutti
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Pensato per un utente già esperto, è realizzato con materiali eccellenti ed è un mezzo destinato a durare nel tempo. Il prezzo però è elevato e il cavalletto non di serie è una pecca

Design di prestigio, linea professional, sensazioni di lusso e performance molto interessanti per un utilizzo “last mile”. È proprio questo, infatti, la visione dell’azienda svizzera Micro per il suo ultimo modello top di gamma di livello premium, l’Explorer. Qualità costruttiva, convincente, velocità e stabilità in linea con i migliori monopattini, ma un feeling di primo approccio non semplice, soprattutto con il freno e guidabilità dovuta a scelte costruttive che seguono più la manutenzione rispetto alla facilità di utilizzo. Il prezzo è alto, anzi molto alto, ma Micro punta a vendere un mezzo durevole, capace di essere longevo nel tempo e che mette al primo posto il servizio e la manutenibilità. Vediamo, nel dettaglio, come va questo nuovo Micro Explorer.

 

COM'E' FATTO

Il feeling con il nuovo Micro Explorer non è semplicissimo. L’azienda elvetica, che possiede una sede in Cina dove vengono realizzati i monopattini elettrici disegnati in Svizzera, ha puntato tutto sulla sicurezza e sulla sensazione premium legata all’Explorer e questo comporta un primo approccio complicato, soprattutto per quel che riguarda la frenata. Il primo mezzo chilometro è strano, sembra di non aver mai preso in mano un monopattino e questo dimostra proprio che ogni prodotto ha un suo target preciso, perché un neofita non si troverebbe a genio sull’Explorer che ha una guida più predisposta a utenti che sono pratici del mezzo e che sanno già che cosa vogliono. La pedana stretta, il freno a pedale sulla ruota posteriore, gli pneumatici pieni e non riempiti ad aria, il freno a leva invasivo e il peso a 13,5 chilogrammi dimostrano come Micro abbia lavorato per una fascia di clientela molto ben definita.

 

OCCHIO AI FRENI

Explorer si presenta bene, benissimo. Esteticamente è un prodotto che può vantare l’uso di materiali di livello (per il tipo di prodotto) come l’alluminio al posto delle classiche plastiche che permettono a Micro di garantire ai suoi clienti un monopattino premium e in più, oltre a onorare un patto etico per il tipo di momento storico che stiamo vivendo, garantisce la longevità del monopattino. L’asta del manubrio è regolabile e ha un range che va da 88,2 a 109,6 centimetri e se alzata fino alla sua massima estensione rende la guida molto comoda e sicura nelle curve.

La pedana (che sostiene fino a 100 chili di peso), anch’essa in alluminio, è 385 millimetri per 145 è stretta così da disincentivare la guida a piedi paralleli che su questo tipo di monopattini è sconsigliata. La guida corretta infatti prevede un piede in avanti, vicino all’asta, utile a tenervi in equilibrio, e l’altro piede in appoggio sul parafango della ruota posteriore utilizzabile come freno posteriore, spesso assente sulla maggior parte dei monopattini. E qui arriviamo al primo problema che abbiamo riscontrato guidando il Micro Explorer: il freno principale. La frenata con la leva, a sinistra, è troppo invasiva, aggressiva, decisa, tanto da ottenere un effetto catapulta, molto fastidioso nella guida quotidiana e utile solamente in estremi casi di emergenza.

Proprio Micro ha dichiarato, in un’intervista che leggerete su queste pagine prossimamente, che sta valutando di ridurre la potenza della frenata nella prima parte della pressione e di mantenere la frenata potente solo a una massima pressione della leva. Infatti, il modo corretto per frenare è quello di ridurre la velocità con il freno motore (allentando la rotazione della manopola dell’acceleratore) e poi, o contemporaneamente, premere il parafango posteriore sulla ruota così da fermare il monopattino.

 

PNEUMATICI PIENI

Lato motore, invece, Explorer offre una velocità massima fino a 25 chilometri orari e permette di scegliere tra quattro diverse modalità: “A piedi” (segnalato con il numero 1 sul display) che limita la velocità a un massimo di 6 km/h e l’utilizzo della batteria fino a 250 Watt; Eco (numero 2 sul display) che porta la velocità a un massimo di 20 km/h e 300 Watt di potenza; Standard (numero 3) che permette di utilizzare tutta la velocità a disposizione ma con 400 Watt e poi la versione Sport (numero 4) che consente di utilizzare 500 Watt di batteria, ma alla stessa velocità della versione standard, ossia 25 chilometri orari. La sensazione è quella di avere tra le mani una bicicletta, questa per l’ottima composizione del manubrio che non stanca le mani anche quando si avvertono delle vibrazioni sull’asta.

Questo è dovuto, oltre per una bassa qualità del manto stradale delle nostre città, perché Micro non utilizza in nessuno dei suoi monopattini elettrici le ruote ad aria, ma utilizza pneumatici pieni da 20 centimetri (limite che secondo Micro permette di guidare in comodità e di mantenere alto il livello di portabilità del mezzo in auto e sui mezzi pubblici). Questo, ossia le gomme piene, comporta la presenza di vibrazioni sull’asta che vengono evitate in parte dalla presenza di sospensioni sia avanti che dietro (quelle posteriori sono regolabili dall’utente) e, in seconda battuta, permettono di mantenere fede all’obiettivo della manutenibilità del mezzo e della longevità dello stesso. Inoltre, si evita di dover controllare il gonfiaggio delle gomme ogni ciclo di ricarica poiché le gomme sgonfie su un mezzo come il monopattino elettrico possono causare potenziali incidenti.

 

IL PREZZO

Una volta presa la mano con il mezzo, è tutto più semplice. Ma l’approccio, come ho detto all’inizio, non è per niente scontato. Tutto diventa sempre più facile se riuscite a soprassedere sulle prime sensazioni che il mezzo vi fornisce. Guidare in stile skateboard, con l’attenzione a non usare il freno a leva, non è intuitivo e per questo ci vogliono diversi chilometri di allenamento. L’assenza del cavalletto è una pecca che Micro assicura di risolvere anche se è possibile acquistarlo e montarlo separatamente, ma per un mezzo premium che costa 1.099 euro ci si aspetta di poterlo trovare all’interno della confezione senza doverlo aggiungerlo a posteriori. Interessante, invece, l’app proprietaria (da cercare sugli App Store scrivendo Micro Mobility) che vi permette di tenere sotto controllo tutte le informazioni relative al vostro monopattino elettrico compreso di strada percorsa e batteria consumata.

 

IL GIUDIZIO FINALE

In definitiva, Micro Explorer non è un monopattino per tutti e a dirlo è proprio l’azienda svizzera che, con quel range di prezzo, sa perfettamente a quale tipo di utenza si rivolge. Explorer è un monopattino elettrico dai connotati estetici elevati, premium appunto, con caratteristiche molto interessanti, dall’equilibrio incredibile - sta in piedi, se piegato, senza l’uso del cavalletto all’ottima capacità di ricarica (solo 3,5 ore per portarlo al 100%) e poi la visione di Micro rende bene. È vero il costo è elevato, ma se non siete alle prime armi questo monopattino potrebbe durarvi davvero tanto tempo grazie all’attenzione al cliente dell’azienda e alla volontà di rendere il monopattino un bene durevole che non dovrà essere cambiato, ma aggiornato. È per questo che sul sito di Micro c’è un’ampia gamma di accessori e prodotti che possono essere guasti o danneggiati ed è possibile sostituire rendendo nuovamente pronto all’uso il tuo Explorer. Insomma, Micro non è il monopattino perfetto, non è per tutti, non è economico, ma sa a chi si rivolge e ha una visione aziendale apprezzabile, che sia la Apple dei monopattini?

 

Micro Explorer: per molti ma non per tutti
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