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SBK: a Kyalami la Ducati avvicina la Honda

il 28/01/2001 in Sbk

Nella seconda giornata dei test organizzati dalla Casa francese Edwards e Okada sono sempre i più veloci ma Bayliss e Xaus accorciano le distanze. Lo spagnolo cade senza conseguenze

SBK: a Kyalami la Ducati avvicina la Honda
Ruben Xaus, 22 anni: "Devo solo fare esperienza"


Dal nostro inviato Marcello Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi







KYALAMI (Sudafrica) - Tutto come previsto sul fronte africano della Superbike. Nella seconda giornata dei test organizzati dalla Michelin sul circuito di Kyalami, Honda e Ducati si sono controllate a distanza, cercando di non scoprire ancora le carte a disposizione, ma entrambi i piloti dei due team sono riusciti a migliorarsi, avvicinandosi ancora un passo verso il record della pista che appartiene a Troy Corser con l’Aprilia in 1’42”471.


Colin Edwards è stato ancora una volta il più veloce, facendo segnare 1”43”13. Il campione del mondo è stato il più continuo a scendere in pista: una quarantina di giri e anche un tentativo di simulazione di gara peraltro finito dopo una dozzina di tornate (a Kyalami la gara è articolata su 24 giri) con le gomme già finite.




A poco più di quattro decimi dal suo caposquadra ha girato Tadayuki Okada. Il giapponese sta ritrovando confidenza con la quattro tempi (ha vinto due volte la 8 Ore di Suzuka) ma un indolenzimento alle mani gli ha consigliato di non forzare in vista dei test ufficiali, e così si è limitato a poco più di una ventina di giri.

Comincia a carburare anche la corazzata Ducati. Troy Bayliss, che su questo tracciato non ha mai corso, si è migliorato di quasi due secondi rispetto alla prima giornata (1’43”90 contro 1’45”83); considerando che Kyalami è uno dei circuiti più difficili del mondiale, il suo tempo è sicuramente di tutto rispetto. L’australiano sa bene che quest’anno sarà lui a dover rivestire il ruolo di avversario numero uno di Edwards e si sta preparando con grande concentrazione e determinazione alla sfida. Prosegue abbastanza bene anche l’apprendistato di Ruben Xaus (1’44 netti), anche se lo spagnolo ha “assaggiato” l’asfalto proprio nell’ultimo giro delle prove.

Xaus se l’è cavata solo con una botta al rachide cervicale, molto dolorosa ma un giorno di riposo gli è bastato per recuperare. Ultima giornata anche per i due team Supersport presenti. La giornata calda e i quattro giorni di prove alle spalle si sono fatti sentire e i tre piloti in pista hanno tirato un po’ il fiato, lavorando soprattutto sulle gomme da gara. Guareschi e Thomas sulle Ducati del team Dienza Motorola hanno girato rispettivamente in 1’47”61 e 1’47”9, mentre Vermeulen, in sella alla nuova Honda CBR, si è fermato a 1’48”52.

I TEMPI

SUPERBIKE: Edwards (Honda) 1’43”13; Okada (Honda) 1’43”54; Bayliss (Ducati) 1’43”90; Xaus (Ducati) 1’44”00

SUPERSPORT: Guareschi (Ducati) 1’47”61; Thomas (Ducati) 1’47”90; Vermeulen (Honda) 1’48”52

SBK: A Kyalami primo confronto diretto Ducati-Honda


Dal nostro inviato Marcello Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi


KYALAMI (Sudafrica)La parola d’ordine è fare esperienza. Che vuol dire lavorare duro sulla moto e sul fisico, imparare e crescere in ogni minimo dettaglio, affinare quanto più possibile le proprie cognizione tecniche. Ma soprattutto significa non farsi travolgere dall’entusiasmo di avere raggiunto l’obiettivo desiderato, correre con la Ducati ufficiale, perché basta un piccolo errore, un po’ di avventatezza e troppa fiducia in se stesso per trasformare una splendida avventura in un vero e proprio calvario.





Nonostante abbia solo ventidue anni (è nato a Barcellona il 18 febbraio del 1978), Ruben Xaus, nuovo pilota del team Ducati Infostrada, questi concetti se li è bene impressi nella mente. Praticamente ogni giorno si sottopone ad un autolavaggio del cervello, frena i bollenti spiriti, ripetendosi in continuazione: “Devo solo fare esperienza”. E fa bene a “condizionarsi” così perché il talento certo non gli manca ma senza la mentalità giusta non si arriva da nessuna parte. Certo deve lavorare ancora molto sulla sua indole e la caduta nell’ultimo minuto dei test Michelin di sabato 27 gennaio (che gli ha lasciato come ricordo un dolorosissimo indolenzimento al collo per la botta al rachide cervicale) lo aiuterà ad accelerare questo processo.

“Sarebbe normale essere galvanizzato perché correre con la Ducati ufficiale è il sogno della mia vita – confida un bel po’ acciaccato Xaus nel suo italiano praticamente perfetto –. Ma so che devo stare calmo. Perché devo abituarmi a questa categoria, perché conto di rimanervi a lungo. Fortunatamente sono giovane e ho tutta la possibilità di muovermi a piccoli passi, tanto più che mi trovo in un team dove meglio non potrei stare. Nessuno mi mette pressione e io non voglio rovinare tutto. Così non mi sono posto obiettivi: se lavoro bene si materializzeranno da soli”.

- Quando inizierà il mondiale a Valencia, in Spagna, sarà inevitabile avvertire qualche pressione ...
“Non ci crederai, ma correre nel mio Paese è meno stressante che in altre parti. Purtroppo da noi si vive soprattutto per il motomondiale e il pubblico che assiste alle gare è poco e c’è poco calore per questa disciplina. Conto però, grazie a qualche buon risultato, di attirare presto l’attenzione dei miei connazionali. Poi arriveranno le trasferte extraeuropee dove cercherò soprattutto di portare a casa punti facendo esperienza”.

- Esperienza è una parola che ripeti spesso.
“Certo perché è quella che mi manca. Ed è una componente indispensabile per fare il vero salto di qualità. Tanto per fare qualche esempio, Fogarty è diventato campione del mondo a 28 anni, Edwards a 26 al sesto anno in Superbike. Per il resto, quanto a talento sono tra i primi cinque del mondiale”.

- Ma come guida Ruben Xaus?
“Mi piace staccare forte, dominare la moto, aprire il gas in maniera cattiva. Se devo trovare qualche pecca, ammetto di essere ancora troppo discontinuo: se sono nella giornata giusta nessuno mi fa paura, altrimenti rientro nel gruppo. Elimineremo anche questo perché da metà stagione voglio provare a salire sul podio”.

- A ventidue anni i ragazzi della tua età pensano soprattutto a divertirsi: tu invece sei molto rigoroso e non sgarri praticamente mai. Ogni giorno, quando non corri, sveglia presto e un duro allenamento per tutta la giornata: non ti pesa tutto questo?
“ Assolutamente no perché il mio divertimento è correre in moto, non è un lavoro. E tutto è finalizzato a questo. Così mi sveglio alle sette, faccio riscaldamento quindi vado in piscina. Pranzo leggero quindi in palestra dove faccio prima pesi poi lavoro sulla resistenza aerobica. Quest’anno poi mi sono allenato una decina di giorni con Alex Corretja, uno dei grandi campioni spagnoli di tennis. Eppoi mi piace anche il cross: conosco bene Edgar Torronteras, uno dei più grandi free-stylers, gareggiavamo insieme nel ’93 con le Kawasaki 80 Supermotard. Questo comunque non vuol dire che non mi diverta come tutti i ragazzi della mia età: mi piacciono tutti gli sport estremi, anche se ora dovrò limitarmi, e sto imparando a suonare la chitarra; e poi c’è il Barcellona…

- Da buon catalano non potevi non essere tifoso del Barça.
“E’ una grande passione e quando posso vado allo stadio. Mi dispiace non esserci stato quando c’è stata la supersfida con il Real Madrid: sarebbero stato bello vedere migliaia di persone lanciare sacchetti di monetine contro Figo, che noi riteniamo un mercenario”.

- Tra i tuoi hobby mi sembra che tu abbia dimenticato le ragazze; eppure insieme all’altro “dioscuro” Ben Bostrom sembra che facciate stragi continue.
“Normale che mi piacciano ma la moto ora assorbe la maggior parte dei miei pensieri – prova a convincerci ma non ci crede neanche lui –. Però, visto che non sono fidanzato, qualche scappatella mi… scappa”.


Data e luogo di nascita: 18 febbraio 1978 a Barcellona (Spagna)
La carriera
1994
: 17° campionato spagnolo Supersport
1995: 3° campionato spagnolo Supersport
1996: 6° Trofeo Thunderbike
1997: 17° World Series Supersport
1998: 6° Campionato tedesco SBK
1999: 5° Mondiale Supersport
2000: 7° Mondiale Supersport
SBK: a Kyalami la Ducati avvicina la Honda
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