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Coppie scoppiate

il 22/05/2002 in Motogp

Dopo i fasti delle nozze sta subentrando la noia e il calo del desiderio, magari anche qualche sogno di evasione: parliamo dei rapporti, in crisi, tra i nostri massimi piloti e le loro grandi Case

Coppie scoppiate
3. Mi ami? Ma quanto mi ami?



di Marco Masetti

I rapporti di coppia sono molto difficili, lo sapete tutti. Un partner con un caratteraccio, il calo del desiderio, i debiti, la macchina nuova, le vacanze, l’altro, l’altra… Affari vostri, ne ho abbastanza dei miei di problemi, con i quali riempirei volentieri un po’ di lettere & poste del cuore su riviste più o meno femminili o di costume.

Anche nel mondo racing, insomma in quello che una volta erano le gare in moto, c’è qualcosa di simile. Rapporti morbosi, sordi rancori, desiderio in calo, team manager che fanno gli occhi dolci ad un altro, sponsor traditori come ragazzine dalla testa leggera o romagnoli over 40. Vediamo un po’ di mettere nero su bianco alcuni “profili” di storie in crisi.

Storia vecchia come il mondo sul quale cammino da quando sono nato. Lui (Valentino Rossi) è il massimo. Bello, simpatico, va forte come nessun altro, sta vincendo un mondiale con il sorriso sulle labbra. In più piace a sponsor e vecchiette, bimbi e mamme. E’ anche fidanzato con una bella attrice. Cosa vuoi, Honda mia? La vecchia, cara giapponese, prodiga di regali e lesse occasioni mondane, è in realtà una possessiva e petulante vecchietta che vuole che il suo ragazzo si faccia la barba e che vada alle convention. Lei ha i suoi riti: il te alle cinque; anche l’altro vuole un margarita alle cinque, ma del mattino. Gli amici di lui non le piacciono: troppo casino, troppo disordine. E lui si rompe, vive nella seta ma sogna i jeans.
Il nostro consiglio: sarete anche giapponesi e potenti, ma mettere a freno un cavallo in corsa porta male. Lasciatelo libero. Al solo pensiero di vederlo al Mugello senza una moto “fantasia” mi viene male. Ma dai, quel blu ministeriale Repsol, ma dove siamo, al Rotary?

Max ha il destino nel nome, come dicevano i vecchi cari latini. Lui è il massimo: si impegna al 200% (anche se la matematica la pensa in un altro modo), non lascia nulla al caso, è sempre disponibile, ma chiede tanto. E la Yamaha invece ogni tanto s’addormenta. I soldi non mancano, ma i tempi alle volte sono sbagliati. Non ci si può presentare con una moto come la M1 vista ad inizio stagione e far finta di nulla. Infatti, quando l’impegno si fa strada, Max va meglio. Ma si è rotto, anche perché viene dall’Italia, un paese pronto a metterti sugli altari quando vinci e in croce quando perdi. E a Max danno del “bollito” se perde e lui, il Max, non ci pensa neanche ad accomodarsi tra l’aluccia di pollo, la lingua e la salsa verde, perché bollito non è.
Il nostro consiglio: Cara Yamaha, se vuoi il massimo, devi dare il massimo. Lo so che si sta bene tranquilli fumando sigarette, ma con lui in casa devi essere tesa come una corda di violino.

Lui è giovane, ma già esperto, lei pure. Hanno vinto, sono belli ma la coppia scoppia. Macio è geloso di quel che fa l’Aprilia. “Ma come, per me la solita minestrina scaldata e per la MotoGp, per la Cube, facciamo fare i motori con la valvola pneumatica e l’avviatore protonico? In fin dei conti chiedo un telaio del 1998 (ma dove lo vendono al mercatino di Imola?) e che le moto kit, quelle in scatola di montaggio, stiano al loro posto, cioè dietro!”.Macio punta i piedi, ma si vede che soffre. Patisce il buon vecchio Rossano Brazzi uno che quando sta zitto sembra che ti dica “Valentino saprebbe fare miracoli con ‘sta moto”. Si sa che quando dice Valentino gli si illumina la pelata.
Macio è una persona tenera e persino timida e se si arrabbia deve proprio essere pieno come un uovo.
Il nostro consiglio: in questo caso, direbbe lo psicoterapeuta, bisogna parlare: “Dialogo, dialogo” e nel caso non bastasse, si fa un salto dall’avvocato, per un sano, laicissimo e civile divorzio. Perché nel mondiale i vincoli sacri di matrimonio non esistono. Anche Agostini tradì la contessa Agusta per passare alla Yamaha.

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