Unico a scendere sotto il muro di 1'43", il campione del mondo ha impressionato con un passo velocissimo e soprattutto costante. Anche Nieto, Pedrosa e Cecchinello davanti a Vincent, vincitore a Suzuka

 di Luigi Rivola

L'acqua è una cosa, l'asciutto un'altra. L'unico capace di mettere d'accordo queste due opposte situazioni è Manuel Poggiali.

Velocissimo a Suzuka sull'asfalto bagnato, nonostante una mano malmessa, il campione del mondo inizia il GP del Sudafrica sulla pista di Welkom, malandata ma asciutta, portandosi subito al comando delle operazioni.
Nel primo turno di prove ufficiali, nessuno riesce mai ad impensierire seriamente Manuel Poggiali e la sua Gilera; l'unico che si avvicina alla vetta, a metà del turno, è Vincent, il vincitore di Suzuka, che però, incredibilmente, nel giro in cui sta guadagnando terreno, intertempo dopo intertempo, all'ultimo si ferma al box a cambiare il getto del carburatore.
A quel punto si fa vivo Jenkner, che conquista l'onore del secondo tempo, ma solo fin quando a strapparglielo non arriva Cecchinello.
Poggiali continua a girare per tutto il turno con un ritmo assolutamente insostenibile per gli altri, dimostrando di poter tenere lo stesso passo anche in corsa; Pedrosa si illude negli ultimi giri, riuscendo a girare più forte di Poggiali per tre intertempi su quattro, ma crolla nell'ultimo e deve accontentarsi del quarto tempo. Meglio di lui fa Pablo Nieto, che chiude il turno al secondo posto.
Tutti piuttosto ben piazzati gli italiani, ad eccezione di Giansanti, che dopo il secondo posto in Giappone non può accontentarsi del centro classifica, e di Sanna, vittima di una forte influenza.