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Moto Guzzi Bellagio

di Alfredo Verdicchio il 27/03/2007 in Moto & Scooter

La nuova custom di Mandello unisce piglio Yankee e fascino Italiano: buone le doti di guidabilità. Sarà disponibile dai concessionari da aprile a 11.600 euro c.i.m.

Moto Guzzi Bellagio
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Avevamo già provato in esclusiva due mesi fa la nuova custom della Casa di Mandello (l'anteprima la trovate sul numero 22 di Dueruote) che va ad affiancare le collaudate Moto Guzzi California e Nevada.
La nuova Moto Guzzi Bellagio, questo il nome definitivo che sostituisce la sigla 940 è nata dalla matita del designer Luca Scopel e dalla mente dell'ingegner Roberto Restelli, responsabile del progetto, e punta sul fascino della linea che si ispira a quella delle nere 'rat-bike' nate negli USA, senza però rinunciare a buone doti di guidabilità come abbiamo riscontrato nella prova su strada fatta sulle strade del lago di Como nei pressi di Bellagio in occasione della presentazione internazionale.


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Sulle prime, la Bellagio non sfoggia quel forte carisma tipico della concorrenza a stelle e strisce.

L'estetica minimalista inoltre non trasmette ricchezza, la moto sembra spoglia e la verniciatura nero opaco (in realtà è metallizzata sotto con un velo opaco in superficie) dà un po' l'idea di 'povero'. Così come le coperture degli iniettori in plastica e le plastiche cromate del faro posteriore e degli indicatori di direzione.


A guardarla meglio, però, ci si rende conto che il livello di finiture è più che discreto, con una componentistica degna più di una naked sportiva che di una pacifica cruiser. Così gli scarichi in acciaio cromati, come le ruote a raggi della Excel, oltre a fare una gran figura sono ben realizzati, la sella è molto comoda, le sospensioni addirittura sono regolabili nell'idraulica, i freni sono degni di una sportiva di qualche anno fa e il motore - Euro 3 - dati alla mano promette bene.
Il twin montato dalla Bellagio è infatti l'evoluzione del bicilindrico 850 cc che equipaggia le altre moto in listino. La corsa (66 mm) è rimasta inalterata e per incrementare la cilindrata è stato aumento l'alesaggio passato da 92 a 95 mm. Questa soluzione ha consentito di ridurre le vibrazioni e di ottenere più coppia e fluidità nell'erogazione ai bassi e medi regimi. Il cambio a sei rapporti è lo stesso montato sull'unità 850 cc, ma la quinta e la sesta marcia sono state allungate, diventando una sorta di "overdrive".
L'obiettivo della Bellagio è ambizioso, 'soffiare' una fetta di mercato alle custom per eccellenza, le Harley-Davidson Sportster, in particolare la 1.200 che le è più simile per prestazioni, dimensioni e prezzo.
La Bellagio sarà in vendita dal mese di aprile a 11.600 euro c.i.m.

Sella comoda e bassa (ma non troppo), manubrio largo e vicino al pilota, pedane leggermente arretrate: sulla Bellagio sembra di essere in sella più ad una naked sportiva che ad una custom nel senso classico del termine. Non bisogna sdraiarsi per trovare le pedane, come accade sulla H-D Sportster Custom Low, né bisogna allungare le braccia come sulla Sportster Rodster per impugnare un manubrio che è proprio lì dove lo si vuole. I 224 kg dichiarati dalla casa si fanno sentire (ma neanche troppo) solo quando bisogna alzarla dal cavalletto; per il resto, una volta in sella sembrano molti meno.
Tutto merito di una buona distribuzione dei pesi che si fa apprezzare ancor di più nella guida, da quella tranquilla tipica da custom, a quella più sportiva.



Sportiva, avete letto bene, perché a differenza dell'Harley Sportster, con la Bellagio si può esagerare con il gas e con le pieghe, senza che vibrazioni, limitatore o pedane basse rovinino subito il divertimento. A differenza dell'americana, che ha una risposta del gas più pronta ai bassi regimi per poi appiattirsi col salire dei giri, il bicilindrico lariano sfoggia invece un carattere più sportivo, con una erogazione fluida ma sorniona ai regimi più bassi, seguita da un netto cambio di carattere percepibile ai medi regimi. Qui la Bellagio tira fuori i muscoli con un crescendo vigoroso che si smorza solo in prossimità della zona rossa. Un allungo sconosciuto a qualsiasi altra custom (V-Rod a parte...), condito da un' erogazione fluida, pulita, priva di fastidiose vibrazioni su tutto l'arco di rotazione e coadiuvata da un cambio perfetto per morbidezza e precisione degli innesti. Probabilmente il miglior cambio provato su una Moto Guzzi.



Provata tra le curve del Passo del Ghisallo sopra Bellagio, la Moto Guzzi 940 cc ha messo in mostra non solo un bel motore, ma anche una ciclistica equilibrata. Le sospensioni, anche se tarate sul morbido, non sono mai entrate in crisi: filtrano e copiano bene le imperfezioni del manto stradale ed offrondo allo stesso tempo il giusto sostegno nelle frenate più decise.
Veloce e rotonda nel prendere la corda, la Bellagio è solo un po’ lenta nelle ''esse'' in sequenza dove i kg e l'interasse si fanno sentire. Ma il manubrio largo e le pedane ben posizionate danno una mano a gestire le manovre con poca fatica. A questo, poi, bisogna aggiungere il buon appoggio in curva offerto dai pneumatici Metzeler che anche sul viscido offrono sempre un ottimo feeling.
Per quanto riguarda l’impianto frenante, di forza a disposizione ce n’è in abbondanza, nulla a che vedere con la concorrenza diretta. La coppia di dischi è piaciuta per la prontezza con cui risponde al comando al manubrio, tra l’altro dalla buona modulabilità, mentre ci saremmo aspettati un po’ più di feeling nelle frenate più decise: qui il comando risulta un po’ spugnoso, ma è anche vero che le moto in prova erano delle preserie e con solo 50 km sul groppone. Un po’ meno gestibile quello posteriore che accompagna bene quando bisogna impostare le curve, ma che non sempre trasmette a chi guida il punto di bloccaggio.



Motore: bicilindrico V di 90° 4 tempi, raffreddamento ad aria; alesaggio per corsa 95x66 mm; cilindrata 935,6 cc; rapporto di compressione 10:1. Distribuzione aste e bilancieri e 2 valvole. Alimentazione a iniezione elettronica. Capacità serbatoio carburante 19 litri (di cui 4 di riserva). Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a cardano. Frizione bidisco a secco con comando meccanico. Cambio a 6 rapporti.

Ciclistica: telaio a doppia culla in acciaio, avancorsa 165 mm, inclinazione cannotto di sterzo 28°; sospensione anteriore, forcella da 45 mm, regolabile in estensione e precarico molla, escursione ruota 140 mm; sospensione posteriore monoammortizzatore regolabile in estensione e precarico della molla, escursione ruota 120 mm. Cerchi a raggi in lega d'alluminio: anteriore 3,50x18, posteriore 5,50x17. Pneumatici: anteriore 120/70-18, posteriore 180/55-17. Freni: anteriore doppio disco in acciaio da 320 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 282 mm e pinza a due pistoncini.

Dimensioni (mm) e peso: lunghezza 2.270, larghezza 890, altezza sella 780, interasse 1.570. Peso a secco 224 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza 55 kW (75 CV) a 7.200 giri, coppia 78 Nm (8 kgm) a 6.000 giri.

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