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Kawasaki VN 1500 Mean Streak

il 28/03/2002 in Moto & Scooter

La sensazione di “virile potenza” e di completo dominio della strada offerta dalla posizione in sella e dalla vista dello stupendo manubrio e avantreno, sono coinvolgenti anche per i Biker più raffinati e, le performance e la guidabilità, poi, non deludo

Kawasaki VN 1500 Mean Streak


di Eliano Riva, foto Giuseppe Gori




Il filone custom, dove tutte le grandi Case motociclistiche attualmente s’affrontano senza risparmio d’energie e a suon di novità, è senz’altro quello delle più imponenti cruiser di grossa cilindrata e, in quest’ambito, anche Kawasaki non poteva rinunciare alla tenzone e lancia nell’arena un nuovo guanto di sfida.
In questa guerra più di “bandiera” che commerciale, giocata sullo smisurato aumento della cilindrata e dell’imponenza delle dimensioni della moto, sulla ricercatezza d’allestimento e di mille altre “diavolerie” estetiche e accessoristiche, l’inedita sfidante d’Akashi costa € 12.390 con due anni di garanzia integrale e, già disponibile presso la rete di vendita, si chiama VN 1500 Mean Streak.




In pratica, una “lightburner” (bruciasemafori) che, con “soli” (si fa per dire) 1.470 cc. di cilindrata effettiva, al contrario d’alcune dirette rivali, non fa dell’astronomica dimensione dei pistoni il suo vessillo e punta tutto su un aspetto da principesco guerriero della strada, con una “armatura” fatta d’estese cromature e ottime finiture e con spunti tecnici d’intonazione decisamente sportiva; come la forcella upside down e come le ruote in lega d’alluminio da 17” e con freni da race replica, che la rendono affascinante e lasciano presupporre gran sicurezza e gusto nella guida.




Nello schema tecnico generale, poi, la Mean Streak deriva dalla collaudata VN 1500 Classic ma, per generare il carattere e le prestazioni esuberanti necessarie ad una “bruciasemafori” attuale, le modifiche apportate dai responsabili Kawasaki sono tanto consistenti da poterla considerare come un progetto nuovo.






Bassa e lunghissima (2410 mm), massiccia nell’aspetto ma con un profilo della carrozzeria sinuoso e slanciato che incornicia il motore come se fosse un’opera d’arte moderna, la drag bike Kawasaki, sprizza fascino da tutti pori e, già a prima vista, piace anche a chi, per passione motociclistica, una yankee bike non la comprerà mai. Caratterizzata da un avantreno che sembra “rubato” alla sportiva ZX 9 R, da un bellissimo serbatoio senza flange di saldatura, basso, ricurvo e aderente alla parte alta del propulsore e da un gruppo sella/parafango sfuggente, infatti, la Mean Streak, non lascia mai indifferente l’osservatore e colpisce al cuore i biker, per l’eleganza con cui riesce a comunicare la muscolosa forza di un’ariete che possiede.




Un dato di fatto, sottolineato nell’analisi d’ogni componente che, per qualità e finitura è da vera top bike. “Appesa” a una moderna forcella a steli rovesciati, con stupenda carenatura inferiore, c’è una “cattivissima” ruota d’alluminio a tre razze con “mostruosi” dischi freno da 320 mm e con pinze a sei pistoncini, mentre, sopra al prominente faro cromato, c’è un ponte di comando da vera “road train”; con un piccolo ed elegante cruscotto analogico digitale, con un affascinante manubrio diritto “inchiodato” tramite lunghi puntoni ad una grossa piastra forcella d’alluminio satinato e con ricercati comandi elettrici in lega leggera anziché plastica e leve registrabili nella distanza dalla manopola.




Il pittoresco blocchetto di contatto a manopola e le spie di servizio indispensabili incastonate in una conchiglia di plastica cromata appoggiata sul dorso del serbatoio con logo in rilievo, la bassa sella plasmata ad arte tra il motore e l’avvolgente parafango posteriore, rutilanti scarichi che sembrano cannoncini pronti a sparare, completano alla grande un quadro estetico che propone la V2 Kawa come una delle maxi lightburner più accattivanti.






La base tecnica sul quale trova le fondamenta il progetto Mean Streak, è quella dell’apprezzata VN 1500 Classic ma, le differenze strutturali sono talmente importanti e consistenti che può essere considerato come nuovo. Il telaio a doppia culla continua, ha tubi tondi d’acciaio di maggiore diametro e, per garantire maggiore rigidità, è rinforzato nella zona del cannotto e della piastra di fulcro del forcellone 30 mm più lungo. L’interasse, com’è buona regola per una vera drag-bike a stelle e strisce, ovviamente, è da “portaerei” a due ruote e, con un valore di 1705 mm assicura alla moto gran stabilità direzionale anche a velocità elevata, mentre, per dare al veicolo una buona manovrabilità, la geometria dello sterzo, con un’inclinazione cannotto di 32°, con un avanzamento forcella ridotto a 35 mm e con un’avancorsa di 144 mm, è più “sportiva”.




Il reparto sospensioni della maxi V2 Kawa, è uno dei più evoluti della categoria: davanti, c’è un’ottima forcella rovesciata con steli da 43 mm che, per capacità di smorzamento delle asperità del terreno e resistenza alla torsione flessione in frenata, offre un elevato comfort e sicurezza di marcia, mentre, dietro, ci sono due classici ammortizzatori ma, con precarico regolabile ad aria, con freno idraulico in estensione registrabile su quattro posizioni e con supporti d’ancoraggio superiori su cuscinetti a rulli che permettono una maggiore scorrevolezza di funzionamento.




Decisamente fuori del coro, intrigante nell’aspetto e molto efficiente, infine, è il reparto ruote e freni che, con le prime in lega leggera che sembrano ricavate dal pieno e con i secondi composti da dischi anteriori da 320 mm con pinze a sei pistoncini di diametro differenziato e da un disco da 300 mm posteriore, nel settore custom rappresenta una interessante evoluzione.






Per dare alla Mean Streak il gran carattere macho bike necessario ad una lightburner che si rispetti, anche l’affidabile propulsore V2 di 45° che equipaggia la VN 1500 Classic, ha subito numerosi e profondi interventi d’aggiornamento e la potenza e la coppia disponibili, sono salite rispettivamente a 72 CV a 5.500 giri e a 11,6 kgm a 3000 giri; roba da vero trattore e che, se fosse possibile, permetterebbe di trascinarsi dietro anche la roulotte.




Entrando in argomenti concreti, la cilindrata effettiva di 1.470 cc è inalterata ma, le testate e i pistoni hanno un nuovo profilo. La distribuzione con punterie idrauliche, invece, ha 4 valvole per cilindro maggiorate nel diametro da 33 a 37 mm per l’aspirazione e da 30 a 33 mm per lo scarico, mentre, gli alberi camme hanno un diagramma e un’alzata inediti. Per sfruttare al meglio le modifiche appena menzionate, ovviamente, anche il sistema d’alimentazione a iniezione elettronica a doppio diffusore è riconfigurato; i corpi sfarfallati sono maggiorati da 36 a 40 mm nel diametro e la più compatta centralina elettronica di gestione ha una diversa mappatura.




Consistenti, poi, sono le modifiche apportate anche all’interno dei carter motore: la trasmissione primaria e finale e la rapportatura del cambio a 5 marce, rispetto alla 1500 Classic, sono immutati ma, gli ingranaggi sono più ampi e resistenti all’usura, la frizione con comando idraulico ha dischi con nuovo materiale d’attrito e il cuscinetto a rulli della coppia conica, preso dalla 1000 GTR, assicura maggiore durata. Il contralbero antivibrazioni, la pompa olio di grande portata e il radiatore del raffreddamento a liquido più ampio e meglio coordinato con il look della Mean Streak, infine, completano uno schema tecnico/meccanico centrato per questo tipo di moto ed ecologico grazie allo scarico 2 in 1 in 2 con catalizzatore.






Forte emozione sin dal primo approccio, la Kawasaki Mean Streak regala anche a chi, biker convinto, proprio non è, e tutto questo, grazie ad una posizione di guida davvero coinvolgente sotto il profilo emotivo. La fisionomia low rider della moto, con la sella molto vicina al suolo (700 mm), le pedane a barra avanzate ma senza eccesso e soprattutto, la stupenda impugnatura del manubrio e il conturbante disegno della parte anteriore alta della moto, infatti, regalano subito al pilota una sensazione di padronanza della strada, davvero entusiasmante e difficilmente riscontrabile su moto di stampo europeo o su altre quotate yankee bike.




Andando oltre il giudizio puramente emotivo e restando nel contesto dei conosciuti limiti ergonomici tipici delle moto in stile USA, poi, la posizione di guida offerta dalla nuova 1500 Kawasaki, è davvero comoda per piloti di qualsiasi taglia e, in termini di facilità di gestione dello sterzo, a bassa andatura come a velocità sostenuta, va promossa a pieni voti. Di segno quasi diametralmente opposto, invece, è il giudizio che scaturisce dall’esame dell’accoglienza riservata al passeggero che, anche se non rappresenta una novità anomala tra le “bruciasemafori”, non è comoda anche per brevi percorrenze chilometriche; la porzione di sella offerta al secondo, infatti, è ridotta e poco imbottita, le pedane sono alte e avanzate e non c’è nessun valido appiglio.




Ben messa, rispetto alla media del settore, invece, la Main Streak si rivela nell’argomento fruibilità: la stampella laterale è facile da divaricare anche stando in sella, il bloccasterzo sulla piastra inferiore della forcella è pratico da azionare e per quanto riguarda i bagagli, ci sono comodi pioli per ancorare con il ragno una borsa al posto del passeggero, mentre, nel vano sotto il fianchetto sinistro, c’è spazio anche per un giubbino antipioggia tipo K-way.






La potenza a disposizione non è molta (72CV) e le grandi pieghe, anche “limando” a fondo le pedane e le marmitte sull’asfalto, non si possono fare ma, con un motore che eroga una coppia da rimorchiatore già ad un regime di poco superiore a quello di minimo (max 11,6 kgm a 3000 giri), con una stazza da portaerei pronta a solcare con compassata e irresistibile forza anche il mare più burrascoso, per chi vuole distinguersi dal branco e interpreta la moto soltanto come una fonte di spensierato relax; la VN 1500 Mean Streak, potrebbe essere la moto “giusta”.




Alla prova del nove, nella guida, infatti la maxi Kawa mantiene tutte le promesse fatte nell’aspetto e nella posizione in sella. In città, non è il mezzo ideale per consegnare la pizza a domicilio ancora calda ma, nel percorso casa ufficio è pur sempre un mezzo ben più veloce di una scatola di latta a quattro ruote. La trasmissione finale ad albero, poi, “è pulita” e non si corre nemmeno il rischio di sporcare la “divisa” da “commenda” e si fa sempre bella figura. Freni “veri”, che, caso non frequente su una yankee bike, strizzando la leva arrestano in un attimo la moto e una ripresa che, con un solo deciso “colpo d’acceleratore”, permette di sgusciare via da qualsiasi situazione di guida imbarazzante, poi, fanno il resto, preannunciando un comportamento che, su strade aperte consente notevoli gratificazioni turistiche.




Grazie al baricentro basso, infatti, il consistente peso della Kawa a “stelle strisce” s’avverte soltanto nelle manovre da fermo e, per prendere confidenza nella guida, basta guadagnare una velocità minima. Le sospensioni, per il comfort e l’aderenza delle ruote al suolo assicurata anche su asfalto moderatamente sconnesso, sono certamente tra le migliori della categoria low rider e, se non si esagera, la stabilità e la sicurezza di marcia in curva come in rettilineo, e l’intuitività di gestione della mtoo, non vengono mai meno anche marciando a velocità non da passeggio.






Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 45°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 102x90 mm, cilindrata 1.470 cc, rapporto di compressione 9:1, distribuzione monoalbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro con recupero idraulico del gioco punterie, lubrificazione forzata a carter umido con pompa trocoidale. Alimentazione: iniezione elettronica a due diffusori da 40 mm, capacità serbatoio 17 litri. Accensione: elettronica digitale TCBI, 1 candela per cilindro. Avviamento: elettrico. Sistema di scarico: con catalizzatore.
Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti diritti, frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico, cambio a 5 marce, finale ad albero.
Ciclistica: telaio a doppia culla continua in tubi tondi d’acciaio, inclinazione asse di sterzo 32°, avancorsa 144 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica upside doown, steli da 43 mm, escursione 150 mm. Sospensione posteriore: doppio ammortizzatore oleopneumatico, regolazione precarico ad aria e su 4 posizione per il freno idraulico in estensione, escursione ruota 87 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 130/70-17”, posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 170/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco flottante da 300 mm, pinze a 6 pistoncini di diametro differenziato, posteriore a disco da 250 mm, pinza 2 pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1705 mm, lunghezza 2410 mm, larghezza 850 mm, altezza sella 700 mm. Peso a secco 289 kg.
Prestazioni: potenza 72 CV (53 kw) a 5.500 giri., coppia 11,6 kgm (114 Nm) a 3.000 giri.
Omologazione Euro-1: si’
Kawasaki VN 1500 Mean Streak
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