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Kawasaki Eliminator 125

il 22/06/2005 in Moto & Scooter

Leggera, agile ed equilibrata: non è certo un fulmine, ma si mangia il traffico con grande facilità e regala sensazioni da vera custom

Kawasaki Eliminator 125
La Kawasaki ZL 600 Eliminator del 1996: l'attuale 125 si rifà molto alla sua linea

La saga delle Kawasaki Eliminator è stata sempre un po’ controversa. Se all’estero infatti questa modello ha avuto un suo seguito, qui in Italia non ha mai incontrato grandissimi favori dal pubblico. La “capostipite” di questa famiglia è stata la Eliminator 600, mossa da un 4 cilindri in linea bialbero con trasmissione finale a cardano, prometteva ai biker della metà degli anni ’90 (erano gli anni in cui era un must avere una custom) il dovuto look d’oltre oceano mixato con prestazioni di livello superiore alla media del segmento.


Presto dimenticata con la fine della moda, su alcuni mercati rimase con quel nome la più piccola e forse più indovinata bicilindrica 250 cc, quella EL 250 che anche da noi ha avuto un certo successo di vendita in virtù dei 34 cv di potenza che la rendevano un’ottima prima moto.


Oggi i cilindri ed i centimetri cubici si sono dimezzati e la Eliminator è diventata una piccola 125. Se da noi questa moto è una novità, in altri Paesi (come ad esempio la Francia) è invece già conosciuta ed apprezzata da parecchie stagioni. E sicuramente la piccola Kawasaki Eliminator sa offrire tanti pregi in grado di renderla attraente: una linea personale ma piacevole, delle prestazioni generali più che soddisfacenti, consumi irrisori e l’ormai immancabile omologazione euro-2. Il tutto a 3.090 euro su strada. I sedicenni avranno dunque di che essere soddisdfatti, ma la Eliminator 125 può interessare anche ai titolari di patente B che non volessero rivolgersi al “solito” scooter.

Bassina e lunga, “dragsterina” nell’anima benchè molto calma nella sostanza, questa 125 si presenta con una linea piuttosto ordinata nell’insieme, anche se non manca qualche incoerenza stilistica soprattutto nella parte centrale della moto. I fianchetti laterali, infatti, sono un po' troppo moderni e non si inseriscono nel look custom specifico di questa moto.

Certo, chi ha presente la Eliminator 600 ritrova in pieno anche nella 125 questa commistione di moderno e old style, ma è chiaro come in Kawasaki per questo modello si siano fermati a soluzioni disegnate ormai 10 anni fa. I volumi sono ben equilibrati, l’anteriore non è eccessivamente leggero malgrado la lontananza della ruota dovuta all’inclinazione della forcella, il motore riempie bene la culla e in una visione d’insieme il rapporto tra linee verticali ed orizzontali risulta piacevole.
A livello costruttivo, poi, le critiche si fanno ancora più scarse: è solo la vocazione utilitaristica del mezzo a porre dei limiti alla Eliminator 125, che dispone di componentistica efficace e robusta ma un po’ spartana ed economica. I blocchetti elettrici, gli strumenti, le (poche) spie presenti…

Tutto funziona a dovere ma esteticamente questi particolari sono dimessi . L’unica cosa che si poteva sistemare a costo zero è un po' di disordine nei cablaggi specie a livello del ponte di comando, dove si poteva osare qualcosa di più di due fascette per tenere uniti i fili tra loro.
A livello tecnico questa Eliminator 125  è mossa da un classicissimo monocilindrico 4 tempi/2 valvole con distribuzione monoalbero in testa e raffreddamento ad aria, in grado di sviluppare 8.8 kw a 9500 giri. Tale potenza è trasmessa alla ruota posteriore tramite un ottimo cambio a 5 rapporti e una finale a catena.


Anche la ciclistica è quanto di più tradizionale ci sia, il  telaio è a doppia culla, mentre per quanto riguarda le sospensioni all'anteriore troviamo una forcella telescopica e una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico al retrotreno. I freni, infine, si compongono di un impianto misto, con un disco da 250 mm lavorato da una pizna a doppio pistoncino all’avantreno, mentre dietro fa bella mostra di sé il più classico dei tamburi.

Liscia come l’olio, silenziosa, morbida e delicata… la piccola Eliminator 125, a dispetto del nome bellicoso, scivola via leggera nel traffico facendosi condurre con una facilità disarmante. Il suo monocilindrico vibra il giusto senza mai dare troppo fastidio e le prestazioni, tutt’altro che arrembanti, sono comunque servite in maniera così uniforme da non creare mai alcuna apprensione.
In marcia non ha particolari difficoltà o disomogeneità nelle reazioni ed è quindi in grado di svolgere perfettamente il compito, a volte non facile, di nave scuola per i più giovani che si affacciano al mondo delle due ruote.
Le prestazioni ci sono benchè “delicate”: con un lancio non particolarmente lungo è possibile vedere velocità massime nell’ordine dei 100 km/h e l’accelerazione, forse un po’ debole sulle prime, diventa più corposa non appena il motore entra in regime di coppia. Tutto ciò significa potersi districare in qualsiasi situazione con la dovuta sicurezza e con una buona riserva di potenza senza però quei brividi (buoni o cattivi che fossero) che davano le 125 dei tempi d’oro.



Il cambio, come tutta la trasmissione, è veramente esemplare: le marce entrano precise anche quando i gesti si fanno approssimativi e la frizione non accenna a cedimenti nemmeno nella massacrante guida dei principianti.
La ciclistica a sua volta non riserva particolari sorprese attestandosi su un comportamento sostanzialmente neutro. Prima di raggiungere qualsiasi limite,infatti, si deve fare i conti con le pedane posizionate molto in basso. Grattarle è molto facile anche nelle curve meno esasperate: sulle prime può essere divertente ma l’impuntamento è sempre dietro l’angolo.
Le sospensioni sono tarate sul morbido, assorbono bene ogni tipo di sollecitazione e non mostrano particolare sofferenza nemmeno se caricate più del dovuto. E’ semmai il propulsore ad alzare un po’ la bandiera bianca nella marcia a due.
I freni, infine, sono ben calibrati in un giusto mix di potenza e modulabilità uniti ad una taratura a prova di inesperto. Gli spazi di arresto sono validi ed anche il tamburo posteriore riesce ad offrire un vero contributo. Anche agendo con imperizia (magari con una bella frenatona a quattro dita) non si verificano mai fenomeni pericolosi quali antipatiche perdite di aderenza o di assetto.



Insomma una piccola 125 che verrà quasi sicuramente comperata per motorizzare il sedicenne di casa e che potrà essere tranquillamente “riciclata” da fratelli maggiori o dai genitori nell’uso domestico. Se infatti da un lato mancano tutte quelle comodità a cui ci hanno abituato gli scooter, dall’altro è grazie a questa categoria di moto che i più giovani possono avvicinarsi al mondo delle due ruote per poi approdare a cilindrate (e prestazioni) ben più appaganti con capacità sufficienti a garantire una maggior sicurezza nella guida.

Motore: Monocilindrico 4 tempi, alesaggio x corsa 55 x 52.4 mm, cilindrata 124 cc, distribuzione monoalbero in testa, 2 valvole per cilindro, alimentazione a carburatore Mikuni BS28 x 1, accensione elettronica, avviamento elettrico, potenza max. 8.8 kW a 9.500 gpm, coppia max. 9.7 Nm a 8.000 gpm

Trasmissione: cambio a 5 rapporti, trasmissione finale a catena

Ciclistica: Telaio a doppia culla, inclinazione del canotto di sterzo 34°, avancorsa 121 mm. freni: ant. a disco da 250 mm con pinza a doppio pistoncino, post. a tamburo, sospensioni: ant. forcella telescopica, post. due ammortizzatori regolabili nel precarico

Dimensioni: Lunghezza 2.150 mm, larghezza 780 mm, interasse 1470 mm, altezza sella 680 mm, peso a secco 135 kg, capacità serbatoio 13 lt

Kawasaki Eliminator 125
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