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Ciclomotori: addio al targhino

di Riccardo Matesic il 03/02/2012 in Attualità

Ormai è fuori corso. Lo si potrà conservare per ricordo, ma guai a continuare a utilizzarlo per strada: la multa sarebbe molto pesante

Il 13 febbraio è la data fissata per l'addio definitivo al vecchio targhino dei ciclomotori. Da quel giorno non sarà più possibile utilizzarlo su strada, pena una sanzione pesante: 519,67 euro.
Si tratta del completamento del passaggio graduale alla nuova targa quadrata, inaugurata nel 2006 sui nuovi veicoli e ora divenuta l'unica targa utilizzabile sui ciclomotori.
Al di là della forma, i due sistemi di identificazione dei veicoli hanno peculiarità molto differenti. Il vecchio targhino era collegato esclusivamente al proprietario del veicolo, e non aveva nessun legame con il telaio del mezzo, cosa che favoriva le truffe assicurative, il riciclaggio dei mezzi rubati e l'abbandono impunito di carcasse, invece della consueta rottamazione obbligatoria.
Ciclomotori: addio al targhino
La nuova targa quadrata, pur restando personale del proprietario (che la trattiene in caso di vendita o rottamazione del veicolo) è collegata univocamente al numero di telaio del ciclomotore nel database dell'Anagrafe Nazionale Veicoli, il registro tenuto dalla Motorizzazione Civile.
Questo implica che bisognerà annotare i cambi di residenza e i passaggi di proprietà. Con costi ridotti, perché il motorino resta un bene mobile non registrato, non iscritto quindi al PRA.
Da considerare che con il vecchio targhino va in pensione anche il certificato di idoneità alla circolazione, che viene sostituito da una carta di circolazione che, oltre ai dati del proprietario, riporta anche il tipo di omologazione del ciclomotore, compresa la possibilità di trasportare un passeggero (prevista solo per guidatori maggiorenni).
Per ottenere la targa e il nuovo libretto bisogna pagare 3 conti correnti:

- 9 euro sul c/c 9001 per diritti di Motorizzazione
- 12,92 euro sul c/c 121012 per il costo della targa
- 29,24 euro sul c/c 4028 per imposta di bollo.

Con le ricevute si può poi andare in un ufficio provinciale della Motorizzazione Civile, dove si presenta anche un'autocertificazione in carta semplice sulla titolarità del veicolo e un documento d'identità.
La pratica può essere effettuata anche attraverso un'agenzia di pratiche auto connessa allo Sportello Telematico dell'Automobilista; in questo caso si dovranno pagare anche i diritti d'agenzia.

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