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Incentivi da corsa

il 05/06/2002 in Motogp

Non c’è storia: le moto a 4 tempi sono troppo veloci e non ci sono i margini per allargare la distribuzione delle 990cc ai piloti più meritevoli. Per salvare il campionato ci vorrebbe la rottamazione delle 500…

Incentivi da corsa
Loris Capirossi, corre "da privato" su una Honda 500

di Marco Masetti

Dopo il Mugello viene Barcellona, altra pista veloce come un’autostrada senza camion, autovelox e camper, quindi preparatevi ad una parata di quattro tempi e ai pianti, più che legittimi, di chi corre con le 500.
Ma non è solo questione di rettilinei e tratti veloci.

Gara dopo gara, le 990 cc guadagnano in competitività e, in vista della metà del campionato, diventerà dura per le vecchie 500 strappare un podio persino a Donington, tracciato che ha una parte lenta degna di un kartdromo.
Tutto ciò non è bello, ma non antisportivo, almeno sembra. E’ ovvio che il regolamento è stato pensato con la consulenza della Honda, che si è presentata al via con una moto già molto competitiva e il miglior pilota del lotto. Il problema è Ukawa, che va forte come uno bravo, senza nemmeno aver bisogno di esserlo. Non credo che Tohru, persona educata e civile, ottimo sportivo e degno manubrio, sia più bravo di Capirossi e Barros, e nemmeno di Abe, se proprio vogliamo essere pignoli. Ma gli sta sempre davanti.
Quando anche la Suzuki andrà forte come le Yamaha (questione di poco tempo e poi c’è in arrivo Ryo con la terza moto) si rischierà di avere i primi sei o sette posti davanti a tutti già prenotati. “Sai che gioia lottare per l’ottava piazza”, dichiara uno smaronatissimo Capirossi e lo capisco bene: la mancanza di obiettivi per un pilota è il dramma maggiore. Loro corrono fratturati perché hanno il sacro fuoco dentro, ma se questo si spegne…
Tutti chiedono a gran voce altre quattro tempi. Honda per Kato, Barros e Capirex, un paio di Yamaha per Jacque e Nakano e una magari per Abe. Ma le moto non nascono come funghi e poi l’HRC e la sorella Yamaha debbono lavorare su tanti fronti. Poi ci sono i motori da costruire e revisionare.


Difficilmente ci saranno le condizioni affinché in tempi brevi si veda qualcosa di nuovo. E poi non dimentichiamo che i vari team West, Tech 3, Fortuna Gresini hanno già versato i loro bei soldoni per il leasing delle due tempi. Quindi, come potrebbero trovare altri 3 milioni di dollari circa per cambiare tipo di motore? Non penso che gli sponsor siano in grado (o così folli) da mettere di nuovo mano al portafoglio.
Certo che, con quello che hanno già pagato, sarà dura convincerli a fine stagione che hanno fatto un grande affare
Quali rischi per il mondiale MotoGp?
Che Rossi ad agosto sia già campione del mondo, con ovvi cali di ascolti in tv e presenze sui giornali, che qualche Casa pensi di aspettare con calma prima di entrare in scena per farsi triturare dalla Honda. Infatti BMW e Gilera stanno alla finestra; per non parlare della MZ, autentico bluff alla tedesca. Possiamo solo sperare che le Case giapponesi pensino agli incentivi per la rottamazione delle due tempi.
Intanto, i piloti della MotoGp restano attaccati al pontile come cozze, nessuno pensa di abbandonare il giochino, anche se la pagnotta è durissima. Qualcuno chiede: perché non vanno in Sbk i vari Abe e Barros, gli Hopkins o i McCoy? Nessuno ci pensa lontanamente: meglio ultimi ma in serie A, ecco come la pensano. Popolarità e visibilità della MotoGp sono mostruosamente più grandi della Sbk e le “derivate dalla serie”, anche per il loro nome, attraggono meno dei “prototipi”. Intanto godiamoci questo anno di transizione, sempre sperando che in una gara alle Honda qualcosa vada storto. Non è il massimo, soprattutto per chi ha una 500 a due tempi sotto il sedere.

Incentivi da corsa
Loris Capirossi, corre "da privato" su una Honda 500

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