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I viaggi dei lettori

Viaggio nei Paesi Baschi

di Natalino Avino il 11/03/2010 in I viaggi dei lettori

Quattro amici di Salerno al loro primo "vero" viaggio ci hanno mandato questo bel racconto dove i protagonisti sono gli splendidi paesaggi, l'accoglienza degli spagnoli… E un gran caldo!

Viaggio nei Paesi Baschi
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L'idea di fare un viaggetto in moto in Europa ci era balenata nel dicembre 2008 così per scherzo. Vi pare che uno come me, che ha la moto da sei mesi (una CBF 1000ST) ed un altro che possiede una supersportiva come la Ducati 1098 potessero affrontare un viaggio in Europa con le rispettive consorti?
Comunque sia durante una partita di calcio della nostra amata "Paganese" decidiamo di provarci. Da quel giorno abbiamo iniziato i preparativi, a comprare cartine geografiche, leggere resoconti sul web, scoprire il modo migliore per attrezzare le moto ed altro.
Il tutto ci ha portati a "considerare" dapprima la Normandia, poi la Provenza, in seguito l'Andalusia per decidere definitivamente per un viaggio nei Paesi Baschi.
Fissata la data della partenza per la fine di giugno iniziamo la vera preparazione del viaggio.
Innanzitutto queste le "squadre": io e mia moglie Tina sulla CBF1000 ST, Sandro e Rossella sulla Ducati 1098.
Finalmente arrivano le 14:30 del 25 giugno 2009… Si parte!
La partenza è bagnata da una montagna d'acqua che ci lascerà solo dopo 200 Km ed esattamente a Roma.
Dunque ci bagnamo un po'… Nonostante le tute antipioggia. Comunque alle 19:00 raggiungiamo Civitavecchia e ci imbarchiamo in direzione della Spagna.
Il traghetto della Grimaldi ha poco da vedere con l'icona classica di traghetto, infatti l'accosterei più ad una piccola nave da crociera per insonorizzazione, comodità e servizi.
Il tutto al prezzo incredibile di 240 euro per andata e ritorno a coppia. Meglio di così… Alle 18:45 del 26 giungiamo puntuali a Barcellona e dopo le operazioni di sbarco ci avviamo all'albergo, l'hotel FronAir Congress che si trova poco al di fuori della capitale Catalana.
Un quattro stelle con garage e prima colazione "continentale" per 75 euro, il tutto in prossimità della tangenziale della città.
Tant'è che dopo aver fatto una doccia, in circa 15 minuti arriviamo alle fontane di Montjuic che ci appaiono splendide e coinvolgenti… Veramente da non perdere.
Alle 10:30 del 27 lasciamo l'albergo e ci incamminiamo per Saragozza.
Imbocchiamo la Gran Via A2 che presenta un ottimo manto stradale, tre corsie e cosa importantissima… È gratis!
Verso le 13:00 usciamo a Fraga dove ci fermiamo al ristorante Olles, mangiamo veramente bene e paghiamo 13 euro a testa… E la proprietaria ci regala anche una bottiglia di vino. Eccezionale.
Ripartiamo verso le 15:00, abbandoniamo la Gran Via A2 e imbocchiamo la Strada Nazionale NII che presenta scenari bellissimi, tra cui il deserto de los Monegros.
Qui incontriamo le famose figure dei tori in metallo.
L'unico inconveniente è il calore che diventa veramente insopportabile.
Pensate che dalla Ducati si staccavano pezzi di pneumatico e le gomme erano diventate talmente morbide da raccogliere una miriade di pietre di varia dimensione.
A tal proposito devo dire che la Pirelli con le Angel ST ha fatto veramente un ottimo lavoro, infatti la mia CBF1000 non ha avuto alcun problema legato alle alte temperature incontrate.
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A Saragozza
Alle 17:00 circa arriviamo a Saragozza veramente stanchi e provati dal calore esterno di 44 gradi che, sommato a quello delle moto, ci ha fatto quasi pensare di essere all'inferno…
Ci appoggiamo all'Hotel Hispania, sito in pieno centro, ad 80 euro compreso il garage. Grande doccia, piccolo riposino… E pronti via per Saragozza!
Dall'albergo, a piedi, giungiamo al Santuario della Madonna del Pilar che impressiona all'esterno per grandezza e bellezza, mentre all'interno notiamo come i fedeli siano particolarmente devoti e completamente assorti nei riti religiosi.
In serata mi diverto un po' con la mia Canon D50 scattando varie fotografie all'immenso santuario.
Tutt'intorno al Santuario è un brulicare di pellegrini, visitatori e giovani.
Nel dedalo delle attigue stradine si svolge la vita notturna: ci sono infatti decine di locali dove gli spagnoli celebrano il "rito" del tapear, che consiste nel girare di locale in locale e magiare tanti piccoli assaggi accompagnati con vino e birra.
Quello che ci ha colpito di più è un locale che cucinava solo sardine e alici: sembrava di essere in Norvegia.
Comunque in una piazzetta abbiamo contato almeno dieci locali ed ognuno offriva qualcosa di diverso.
I vari fumi prodotti dalle cucine si intrecciavano nell'aria e a loro volta si mescolavano con il chiacchiericcio veramente assordante degli spagnoli, creando un'atmosfera molto particolare. Il bello era che gli unici turisti eravamo solo noi.
Alle 09:00 del 28 partiamo alla volta di Vitoria-Gasteiz con passaggio a Pamplona.
Passiamo davanti allo stupendo castello aragonese di Aljafeira, attraversiamo l'avveniristica area costruita in occasione dell'Expo 2008 e partiamo per Pamplona con un groppo al cuore poiché Saragozza ci ha veramente colpiti.
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Festa a Pamplona
A Pamplona giungiamo verso le 11:30 e in Plaza del Castillo assistiamo alla festa dei giganti.
Al centro della Piazza esiste un palco dove continuamente viene suonata musica in stile messicano.
Ci troviamo nel pieno della preparazione della festa di San Fermino.
Pamplona ti coinvolge, si sente il calore della Navarra.
Beviamo con gli spagnoli, ci accompagnano alla Plaza de Toros, ci "accolgono" insomma… Ed è quindi facile capire perché Hemingway rimase rapito da questi luoghi e da questa gente. Dopo aver girato per le strade dove corrono i tori ci avviamo alle moto per ripartire alla volta della capitale basca Vitoria-Gasteiz.
Lasciamo Pamplona con dispiacere, le poche ore trascorse ci hanno lasciato il segno al pari di Saragozza.
E' veramente una città che, almeno in questa particolare occasione, ti rapisce e ti fa proprio. Per giungere a Vitoria-Gasteiz attraversiamo la Gran Via A10 che scorre tra splendide montagne ed altopiani.
La strada è semideserta e viaggiare è un piacere.
Fortunatamente la calura sofferta il giorno precedente per giungere a Saragozza è solo un "brutto" ricordo.
Intanto appaiono i primi cartelli in duplice lingua: Spagnolo e Basco.
Giunti in serata a Vitoria ne apprezziamo subito la pulizia e la "regolatezza" del flusso viario cittadino.
Insomma tutto è al suo posto.
Parcheggiamo le moto in strada, i garage sono inesistenti, e conosciamo l'amico di Rossella che ci ospiterà.
In serata ci "adattiamo" subito e con facilità alle abitudini del posto che prevedono una visita ai locali per "pinchar".
In questi locali con pochi euro si beve vino della Rioja e birra per annaffiare gli assaggi di "bocadillos".
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A Bilbao
Il giorno 29, lunedì mattina, visitiamo Vitoria-Gasteiz che, a dispetto della sua vocazione di capoluogo delle province basche e immaginabile magari come una caotica città, si fa apprezzare invece per l'immensa tranquillità e la calma con cui i suoi abitanti affrontano l'inizio della settimana. Nel pomeriggio del 29 ci dirigiamo a Bilbao per far visita al museo di Guggenheim.
Non c'è che dire… Stupendo!!
Un' architettura da lasciar senza fiato, senza parlare poi dei riflessi che irradia quando è investito dai raggi trasversali del sole al tramonto.
Un posto romantico, al centro di una città i cui rumori metropolitani sembrano essere incredibilmente attutiti, tanto da non far pensare di essere in una agglomerato di 935.000 persone, al quinto posto fra le più grandi aree urbane della Spagna.
Dopo la soddisfacente visita al Museo ci inoltriamo all'interno della città che, come tutte quelle viste sin qui, si presenta ordinata e pulita.
Veniamo sorpresi da un forte acquazzone e ci ripariamo sotto alcuni ombrelli posto al centro di una rotatoria.
Anche qui effettuiamo il classico giro a "petear".
Nell'occasione apprezziamo come anche qui i locali sono frequentati sia da giovani che da anziani, tutti intenti a bere birra e vino, assaggiare baccalà, polpette, frattaglie ed altro.
In serata, appagati, rientriamo a Vitoria-Gasteiz.
Il giorno 30 partiamo alla volta di San Sebastian Donostonia.
La giornata parte malissimo, infatti la Ducati, a seguito di una precedente caduta da fermo avvenuta allo sbarco di Barcellona, rompe il semimanubrio, ma Sandro si dimostra bravissimo a tenere la 1098 in carreggiata senza cadere, nonostante stesse forzando l'andatura per godersi al meglio le stupende curve della GranVia.
Oltre alla bravura, abbiamo avuto anche una buona dose di fortuna, infatti l'incidente capita proprio vicino ad un'area di servizio i cui proprietari chiamano la vicina officina Zuremoto, che ci viene in soccorso.
Gli addetti all'officina ci dicono che siamo stati iper fortunati e nel contempo, scopriamo che non hanno mai visto una Ducati 1098.
Dopo 4 ore, dato che la siesta é d'obbligo, riprendiamo la moto e ci dirigiamo a Donostonia.
Quasi dimenticavo: per il soccorso in autostrada ed il lavoro per ricostruire il semimanubrio il titolare ci ha chiesto 35 euro!
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La spiaggia di San Sebastian
Arriviamo a Donostia distrutti fisicamente e mentalmente, ma rimaniamo ammaliati dalla bellezza di questo posto.
A dispetto delle altre città sin qui visitate si presenta molto viva, con una bella gioventù, si percepisce un'aria effervescente ed è affollata di francesi, inglesi e quattro italiani: noi.
Facciamo il bagno in una spiaggia che (con un po' di fantasia) ricorda moltissimo, come conformazione a conca, quella di Rio de Janeiro.
L'acqua si rivela calda e, cosa strana, nessuno utilizza ombrelloni.
Dopo il bagno visitiamo la città e notiamo un numero esagerato di negozi di tavole da surf: giovani surfisti circolano nel dedalo di stradine con le loro tavole per raggiungere le spiagge dove la forza del vento ricrea le condizioni ottimali per tale sport.
Verso le 19:00 ripartiamo per Vitoria e percorriamo un'autostrada a tre corsie nuovissima, tanto che il TomTom non la segnala nemmeno.
Questa strada attraversa una catena di montagne molto belle.
In serata giungiamo a Vitoria e qui ceniamo con i nostri amici baschi (a base di frattaglie ed altro) ovviamente anche con la compagnia di un abbondante vino della Rioja.
La cena, il vino e la stanchezza ci "stangano", tant'è che verso l'una siamo decisamente "alleggrotti".
Il 1 luglio (chissà perché…) ci svegliamo tardi, trascorriamo la giornata per Vitoria, pranziamo in un ristorante con soli 13 euro, e verso le 17:00 partiamo alla volta di Huesca.
Il tempo di caricare le moto che viene giù una grandinata talmente forte e eccezionale che i chicchi (grandi come noci!) colpendo le moto provocavano delle ammaccature sul serbatoio della mia CBF e sulle marmitte della Ducati.
Passata la bufera ripartiamo ma dopo un'ora di viaggio Sandro buca… La sfortuna ormai non ci lascia più: utilizziamo la schiuma della bomboletta e raggiungiamo un gommista, che per riparare la gomma ci mette quasi due ore in quanto sprovvisto della chiave necessaria per smontare la ruota della 1098.
Verso le 20:00 ripartiamo e imbocchiamo la Gran Via A21, a due corsie oltreché nuovissima, e cominciamo a darci dentro per cercare di recuperare il tempo perso tra la grandinata e la foratura. Purtroppo dopo circa 40 Km la Gran Via finisce (è ancora in costruzione) e rientriamo così sulla Nazionale N240 che taglia per alcune montagne e punta diretta al cuore dei Pirenei.
Dopo aver fatto rifornimento, per fortuna, ci avventuriamo per la N-24 che costeggia il "Pantano di Yesa".
Quando avevamo fatto rifornimento l'addetta, alla nostra richiesta, ci aveva detto che la strada sarebbe stata buona dopo il pantano.
Noi, come credo chiunque, abbiamo inteso che, essendo un "pantano", sarebbe stato un tratto di strada molto breve.
Invece si rivelarono due ore di strada al buio pesto. Non una casa. Non un riparo.
Da qui alla sosta che faremo, tutti i villaggi sono sul crinale delle montagne e molti di essi sono completamente abbandonati.
Percorriamo quindi una strada serpeggiante, con curve strettissime e cartelli che indicavano il limite massimo di "30 Km" con l'indicazione: "Pericolo di morte".
La strada costeggia il cosiddetto "pantano", che in realtà è un lago artificiale enorme. Alla fine troviamo l'ottimo albergo El Carmen.
La mattina scopriamo che la località si chiama Puente la Reina, paese di 262 abitanti, punto nevralgico del "Cammino di Santiago de Compostela"
Viaggio nei Paesi Baschi
Che caldo tremendo!!!
Il 2 partiamo di buon'ora in direzione di Huesca e transitiamo sul ponte in ferro che taglia il lago " Pantano De La Pena".
Attraversiamo per mezzo della A132 la catena montuosa denominata, "Mallos De Riglos", dalla bellezza straordinaria, al cui interno scorre il rio Gallego molto tortuoso.
Orograficamente sembra di essere nella Provenza francese.
Superate le montagne scendiamo verso Huesca: la pianura è ampia e caldissima, passiamo vicino alla cittadina di Huesca, ma non ci fermiamo e notiamo la cattedrale che sormonta la cittadina. Continuano l'avvicinamento a Barcellona e ci fermiamo, alle 12:30, nella città di Lerida (o Lleida in catalano), dove l'unica cosa da cui rimaniamo colpiti e la calura spaventosa, per il resto è una normalissima città caotica.
Pranziamo nel giardino di un ospedale e ripartiamo alla volta di Barcellona dove arriviamo verso le 17:00.
Siamo veramente stanchi: non tanto per i chilometri percorsi ma per il caldo che abbiamo dovuto patire.
Basti pensare che viaggiamo nell'ordine dei 40° gradi, a cui si deve aggiungere il calore prodotto dalle moto entrambe mille. Veramente micidiale.
Arriviamo all'albergo che è situato al centro di Barcellona, parcheggiamo le moto in un vicino garage che costa 12 euro per 24 ore e via in camera per una "megadoccia".
Descrivere Barcellona sembra superfluo in quanto è tanto visitata e raccontata e veramente sembra di non poter aggiungere nulla a quanto già scritto.
Aggiungerei solo che la città è inondata dai turisti, gioiosa e, nonostante ci si trovi in una metropoli, si ritrova la stessa disponibilità che abbiamo conosciuto a Saragozza, San Sebastian, Vitoria, Bilbao e Pamplona.
Insomma la Spagna è veramente magnifica e penso che ci ritorneremo. Il 3 luglio dopo aver visitato quanto più possibile Barcellona ci imbarchiamo sulla motonave della Grimaldi e dopo un viaggio meraviglioso rientriamo in Italia con un magone incredibile. Effettuiamo parte del rientro sotto la pioggia, ma oramai nulla ci spaventa più.

Un "grazie" sentitissimo va a mia moglie Tina, a Sandro e a Rossella.
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