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I viaggi dei lettori

Verso il Mar Rosso

di Gian Mario Bissacco il 05/02/2009 in I viaggi dei lettori

L'abbiamo raggiunto con una V-Strom 650 dopo un lungo itinerario da quasi 10.000 km. Non perdete la splendida gallery fotografica

Verso il Mar Rosso
Tramonto in Grecia
Tranquilli, non le vogliamo separare... ci ha già pensato qualcun'altro secoli fa, io mi accontento di arrivarci a fare il bagno.

Nell'ormai lontano 1979 ero in vacanza sull'isola di Lefkada in Grecia. In campeggio si fa presto a fare amicizia e così conobbi un simpatico gruppo di ragazzi di Monza che si divertivano come dei matti a pescare in apnea. La sera, davanti al fuoco, gustando il loro buonissimo pesce appena pescato, mi raccontavano che in inverno, per tenersi in allenamento andavano a fare immersioni nel Mar Rosso ad Aqaba, in Giordania.
.. Caricavano le loro attrezzature su di un paio di furgoni Volkswagen e partivano attraversando Jugoslavia, Grecia, Turchia e Siria per arrivare all'estremo sud della Giordania.

Affascinato da quei racconti, ho sempre desiderato un giorno poterci arrivare con le mie sole forze, allo stesso modo.
Quest'anno finalmente ci sono riuscito in sella alla mia moto. Insieme a me sarebbero dovuti venire anche Roberto e Cristina, una simpatica coppia di Casteggio.
Purtroppo la lentezza burocratica dell'ambasciata Siriana ha fatto si che non riuscissero ad ottenere il visto d'ingresso in tempo e così, con grande dispiacere (loro e mio), non hanno potuto seguirmi.

Il diario di viaggio
Primo giorno
Sono ad Istambul, piove, mi sono fatto duecento chilometri sotto la pioggia, ma l'equipaggiamento antipioggia ha retto bene. Mi ritrovo nel quartierino dei backpakers, in una pensioncina all'ombra dei minareti della Moschea Blu e domani viaggerò nella parte asiatica, verso Ankara.

Secondo giorno
Sceso dal traghetto a Igoumenitsa, in una giornata di viaggio eccomi a Kavala, graziosa cittadina sul mare nel nordest della Grecia. Dopo aver passato la notte in un ostello caratteristico, su nella chora, e una bella cenetta a base di pesce al porto, torno e mi preparo un buon caffè con la mia moka. Nella cucinotta stavano finendo di mangiare quattro bulgari e così abbiamo subito attaccato bottone.
Non so bene come, probabilmente a causa della buonissima grappa bulgara che continuavano a versarmi, ma mi sono ritrovato a discutere in francese su chi avesse inventato l'alfabeto cirillico.
Loro sostenevano che fosse stato il popolo bulgaro nell'XI secolo su richiesta di un patriarca e che in seguito tutti gli stati circostanti, tranne Polonia e Romania, l'avessero poi più o meno adottato.
Ovviamente quando io timidamente ho provato ad "insinuare" che potessero essere stati i russi mi hanno riempito il bicchiere e….
Verso il Mar Rosso
Aleppo, il suq
Terzo giorno
Attraverso il nord est della Grecia arrivo ad Istambul; piove, mi sono fatto 250 km sotto l'acqua, ma l'equipaggiamento antipioggia, anche se un po' spartano, ha retto bene. Solito quartierino dei backpakers, solita pensioncina economica all'ombra dei minareti della Moschea Blu e domani viaggerò nella parte asiatica della Turchia.
Proseguendo verso sud per l'Anatolia centrale si costeggia il bellissimo Tuz Golu, immenso lago salato tutto bianco con un vento forte che spazza ogni cosa. E' impressionante il candore delle sue rive cosparse di veri blocchi di sale. Arrivo così ad Antakya, nel sud est della Turchia, a 60 km dal confine siriano e domattina mi armerò di tanta pazienza e cercherò di passare il confine. Se ne dicono di tutti i colori su questa frontiera, lungaggini infinite per i documenti, poliziotti e non che chiedono soldi per fare più in fretta, se va bene te la cavi in tre ore... e così via! Staremo a vedere, alla fine l'importante è passare ed arrivare alla mitica Damasco.
Antakya sarebbe l'antica Antiochia, città narrata spesso nelle letture religiose e piena di riferimenti alla religione cristiana. Qui vicino c'è una suggestiva chiesa rupestre dove, si narra, San Pietro iniziò a diffondere la parola di Gesù insieme a San Luca che era il proprietario di questa grotta e che gliela donò. Si presume che la prima messa della religione cristiana sia stata celebrata in questa chiesa e quindi è reputata la prima vera chiesa cristiana. Oggi pomeriggio ci sono andato per visitarla, ma purtroppo era chiusa per restauri, il guardiano mi ha garantito che è davvero pericoloso entrarci e quindi nemmeno una sbirciatina...
L'impatto con il mondo arabo non e' stato così semplice... Al passaggio della frontiera alla fine me la sono cavata in due ore e mezza e con qualche mancetta qua e la, anche se, a dirla tutta, la frontiera che mi ha fatto arrabbiare di più è stata quella turca. Mi ha demoralizzato un po' l'ingresso in Aleppo, un milione e mezzo di abitanti che guidano come cavolo gli pare, senza curarsi che sei straniero, che sei in moto, che piove! ecc. Altra delusione e' stata non trovare posto nell'hotel che avevo scelto; normalmente non do' molta importanza a questo e mi infilo un po' dove capita, ma questa volta no, questa volta ne valeva la pena. Avevo scelto il Baron Hotel, uno dei più famosi del medio oriente costruito nei primi del '900 e che ha ospitato Charles Lindbergh, Lawrence d'Arabia e Agata Christie! Una volta l'Orient Express arrivava fino a qui e Agata scrisse la prima parte del suo famoso libro, "Assassinio sull'Orient Express" proprio in una di queste stanze.
Risolto il problema logistico, jeans, maglietta e zainetto, nel frattempo aveva smesso di piovere, mi sono immerso nel suq che circonda la bellissima Grande Moschea e sono andato a visitare anche la cittadella fortificata in cima ad una rocca nel bel mezzo della città. Camminando in mezzo alla gente, ho lentamente preso coscienza che mi trovavo in un posto davvero diverso.
La maggioranza degli uomini indossa la tunica e la kefia, preferibilmente rossa; la maggioranza delle donne e' coperta da abiti lunghi e foulard, ma molte sono coperte completamente, guanti compresi, ed hanno solo libera una fessura per gli occhi. Il bellissimo libro di Khaled Hosseini, "Mille splendidi soli", mi ha molto colpito. Con il suo racconto di quelle due donne costrette a subire le violenze e i soprusi del marito, mi aveva aperto una finestra sulla realtà della condizione delle donne nel mondo arabo. Ora però tocco con mano. Vederle camminare a fianco a me, fronteggiarmi, venirmi incontro con i loro occhi che guardano... Grandi occhi neri che guardano. Quindi sono vive! C'e' qualcosa dietro tutti quei veli. Pensano, desiderano, immaginano, sognano e cos'altro ancora? Sono coscienti che la vita e' tutta un'altra cosa oppure sono anestetizzate da una discutibile cultura che le imprigiona per tutta la vita?
Verso il Mar Rosso
Le rovine di Palmira
Mi è capitato di passare davanti a delle scuole, i bambini giocano allegramente nei cortili, ma le bambine (tutte!) portano già calze lunghe per coprire già le loro gambette... a cinque anni!?!
Non posso certo perdermi Palmira, splendido sito archeologico, e, per arrivarci, ho attraversato una parte di deserto fermandomi a visitare l'antica città perduta di Al Rasafah, molto suggestiva. Anche stavolta, per accorciare, mi sono trovato nel bel mezzo di uno sterrato con un bivio senza indicazioni (ovviamente...) e così ho dovuto attendere per qualche tempo che arrivasse qualcuno per chiedere indicazioni.
Proseguendo verso sud ovest, si arriva a Damasco, la capitale della Siria, anche qui molto suggestivo il quartiere antico con il suq che circonda la moschea. La Moschea Omayyadi, ex cattedrale bizantina e' davvero molto bella. E' considerata la terza moschea al mondo per importanza religiosa dopo La Mecca e La Medina in Arabia.
Qui, oltre alla tomba del temibile Saladino, c'e' anche quella di Giovanni Battista... Sembra che la sua testa sia stata proprio trovata qui, secoli fa, in un cofanetto. Al di là di crederci o meno, la moschea e' davvero bella e piena di fascino. Nel cortile antistante, tutto in marmo chiaro, non ho potuto fare a meno di sedermi anch'io, come loro a terra per parecchio tempo, a godermi l'emozione di essere lì, a cercare d'immaginare come poteva essere mille anni fa, un posto davvero magico.

Poi Petra. Altro sito archeologico da togliere il fiato, da solo merita un viaggio in Giordania. Come suggerito dalla Lonely Planet, sono entrato alle 7 di mattina e così mi sono goduto il km e mezzo circa in mezzo ad una gola strettissima prima di arrivare al mitico palazzo del Tesoro quasi da solo, chiacchierando con due simpatiche vecchiette inglesi. Ho trascorso qui l'intera giornata, salendo e scendendo in continuazione per godermi gli scenari più belli.
Ebbene si, dopo 4.260 km, dopo una notte buttato per terra in un angolo del traghetto per Igoumenitsa, dopo aver preso freddo in un valico oltre i 1.600 mt, con la neve ai lati, nel nord della Grecia, dopo aver fatto 450 km sotto la pioggia tra Istambul ed Ankara, dopo essermi stressato ben bene alla frontiera tra la Turchia e la Siria, dopo aver respinto le avances di un aitante arabo nel suq di Aleppo che mi invitava a bere qualcosa la sera a casa sua, dopo essermi perso in mezzo al deserto siriano per aver voluto prendere una "scorciatoia", dopo aver resistito ad un tentativo di conversione all'islam da parte di un gentile imam nel cortile della Moschea di Damasco, dopo esser passato in una tempesta di sabbia sulla Desert Highway nel sud della Giordania... sono finalmente giunto ad Aqaba!

Sono molto soddisfatto ovviamente, anche perché finalmente qui c'e' il sole e fa parecchio caldo. Ho trovato ciò che cercavo, una specie di bungalow vicino alla spiaggia, appena fuori del paese, con tutte le comodità necessarie, aria condizionata compresa. Ora e' il momento del relax.

Sistemate le mie cose, ho preso la moto e sono andato a farmi un giretto nel paese, anche per capire il modo migliore per visitare domani lo Wadi Rum, il famoso deserto di Lawrence d'Arabia. Poi, stanco ed accaldato, mi sono avvicinato alla spiaggia dove avevo il mio bungalow per andare a fare un bagno. Ad un certo punto, salta fuori un robusto ragazzone con solo adosso il costume e la kefia in testa e si sbraccia per attirare la mia attenzione. Quasi mi taglia la strada per cui mi fermo incuriosito. "I'm a Russian biker, how are you? Where are you from?" A questo punto mi fermo, scendo, ci stringiamo la mano e tra grandi sorrisi ci spieghiamo.
Lui e' Alexey e il suo amico con cui viaggia e' Andriy, hanno un Africa Twin e un GS 1150 ed arrivano da Mosca! Grandi! Inizia il solito scambio di informazioni e poi chiedo di fare almeno un bagno prima di continuare a chiacchierare, non avevo ancora toccato l'acqua. "OK OK", lui tutto festante si toglie la kefia e si getta in acqua. Io mi spoglio e avvicinandomi chiedo "Alex, how is the water, it's cool?" " NO NO Mario, come in, come in, no problem! It's very nice!"

Porc... acc... Non chiedete mai ad un russo se l'acqua e' fredda!!!

Dopo aver passato un'indimenticabile giornata con un fuoristrada ai confini con l'Arabia nel bellissimo deserto dello Wadi Rum, deserto davvero fantastico, ho iniziato la lenta e ancora lunga strada del ritorno.
Verso il Mar Rosso
Mar Morto: l'altimetro non mente
Dopo aver passato un'indimenticabile giornata con un fuoristrada ai confini con l'Arabia nel bellissimo deserto dello Wadi Rum, deserto davvero fantastico, ho iniziato la lenta e ancora lunga strada del ritorno.
Lasciata Aqaba, con una sensazione di grande nostalgia che mi seguiva dietro le spalle, sono risalito attraverso un deserto di sabbia, lungo la depressione che conduce al Mar Morto. Depressione che e' poi la Rift Walley, la stessa che attraversa l'Africa fino oltre il Kenya e la Tanzania.

Dopo aver ammirato qualche anno fa, sorvolandola con un piccolo jet, la cima più alta, l'Everest, ora mi ritrovo nel punto più basso, di questo nostro meraviglioso e fantastico pianeta. Sono a -420 mt! E' davvero incredibile, mi trovavo in mezzo a delle montagne con uno strapiombo sulla mia destra e l'altimetro del mio orologio mi indicava altezza zero!
Mentre scendevo, la temperatura si faceva sempre più preoccupante e controllavo di continuo gli strumenti della mia strommina (la mia moto...), dandole delle affettuose pacche sul serbatoio dicendole di non preoccuparsi...

Poi il Mare, o meglio il lago. E' lungo 80 km circa e non e' molto largo, l'altra riva, che poi sarebbe l'Israele, e' visibilissima sempre.
Si ha la sensazione di essere in riva ad un lago se non fosse per il caldo afoso e le rive bianche di sale. Ho dovuto viaggiare in pantaloncini corti e maglietta, ho rinunciato un po' alla sicurezza, però prestavo molta attenzione e andavo molto piano, 60/70 kmh.

All'inizio, dove il fiume Giordano confluisce nel mare, si incontra il luogo dove si presume che Giovanni Battista abbia battezzato Gesù. E' un posto particolare, suggestivo sopratutto per chi e' di fede cristiana, immerso nel verde; e' facile farsi prendere emotivamente dalle nozioni che si sono imparate a scuola e a catechismo. Qui, Giovanni Paolo II, nel 2000 ha recitato una messa per la pace. Nel luogo esatto del battesimo di Gesù, ci sono una fonte ed i resti di tre chiese, due bizantine ed una cristiana. E' da molto tempo che si ritiene che questo sia il posto esatto. Per chi lo desidera, c'e' una fonte con acqua del Giordano filtrata per battezzarsi, anche per una eventuale seconda volta.
Ovunque aleggia un alone mistico e quei pochi turisti presenti pregano in silenzio. C'era un gruppo tedesco che recitava una messa con tanto di pane e calice proprio in riva al Giordano con di fronte, a pochi metri i soldati israeliani…. già perché l'altra riva e' Israele ed il fiume e' largo non più di una decina di metri e da questa parte ci sono i soldati giordani...

D'un tratto tutta questa quiete viene interrotta da una risata conosciuta... Alexey e Andriy, arrivano sorridenti, mi salutano festosamente e si immergono vestiti completamente in quelle acque melmose e stagnanti!!!
Dopo le solite battute di rito, chiedo loro se sono così religiosi da fare addirittura il bagno lì dentro: "no Mario... it's not for religion, it's for souvenir!"
E giù un'altra risata...

Percorrevo la strada che da Damasco porta ad Aleppo, con l'intenzione di fermarmi a visitare Hama, una cittadina sul fiume Oronte famosa per le "nurie", gigantesche ruote di legno, che in passato servivano a portare l'acqua fin dentro le abitazioni, quando dopo un colpo secco, la leva della frizione e' improvvisamente diventata molle e ha smesso di funzionare….
Tengo duro fino ad un benzinaio dove, circondato come al solito da un gruppetto di persone che volevano aiutarmi a tutti i costi, smonto il carter e mi preparo a sostituire il filo. Se la frizione non funziona più cosa vuoi che sia... Infatti. Il benzinaio che, vicinissimo a me, controllava cosa stessi facendo, mi fa notare che il filo era intatto e mi indica invece il perno che controlla la leva della frizione ed entra dentro il motore: e' spezzato!!
Verso il Mar Rosso
Cavolo! Dove lo trovo un pezzo di ricambio della Suzuki V-Strom 650 in Siria, dove la moto più grossa e' 150 cc?
Visto che mancano pochi km ad Hama (per fortuna), raggiungo comunque l'hotel innestando le marce senza la frizione e cercando di non fermarmi... ero pure scortato da un gentile siriano che si e' offerto di farmi strada con la sua auto fino all'hotel che avevo scelto.

Il paese e' grazioso, fuori dalle rotte turistiche, l'hotel che ho trovato e' confortevole e costa 6 euro a notte, l'atmosfera e' tranquilla e si passeggia volentieri in mezzo alla gente. La specialità del posto è un dolce particolare, con del formaggio all'interno di una pasta sfoglia con miele e scaglie di pistacchio.
Prima di chiedere aiuto in Italia, decido di provare a far vedere il guasto ad un meccanico del posto, un giorno in più o in meno non mi cambia nulla e, per esperienza, a volte in questi posti fanno miracoli. Come si dice, la necessità aguzza l'ingegno. Anni fa in Kenia, in mezzo alla savana, ho assistito alla riparazione della guarnizione della testata di un motore di un camion, ricavandola dal telone posteriore del camion stesso!

Spiego il mio problema al tipo dell'hotel e così, la mattina dopo, arrivano in due. Portano la moto in officina (chiamiamola così va...), guardano il perno rotto e mi dicono "no problem". Così mentre mi bevo un tè seduto comodamente, si mettono in quattro, segano, limano, smontano, lavano, ingrassano, sistemano la catena e me la ridanno bella lucida nel giro di un'oretta perfettamente a posto... Mi chiedono 4 euro, faccio il grande e glie ne do' 5.
Se li sono meritati no?

La mia ultima visita in Siria e` stata quella al castello dei crociati del Krak des Chevalieres, nei pressi di Homs. La fortezza, dell' XI secolo è davvero bella, in cima ad un monte dominava tutta la pianura circostante ed era in posizione strategica perché controllava gli accessi dal mare verso l´entroterra. E' ancora molto ben conservata e in pratica non fu mai espugnata dai saraceni, anche se subì numerosi assedi: semplicemente i crociati se ne andarono quando, sconfitti a Gerusalemme, lasciarono la terrasanta.

Arrivato sul piazzale antistante l`ingresso, parcheggio la moto e subito vengo avvicinato da un ragazzino che si offre di farmi da guardia alla moto. Non è un ragazzino normale, si esprime a fatica e dondola la testa mentre parla. Normalmente non do' molta retta in queste situazioni, però gli occhi di questo ragazzo hanno una luce particolare, lo sguardo è luminoso e dolce.
Mi lascio intenerire e con un cenno del capo gli dico "OK", anche se non ce ne sarebbe bisogno, nessuno tocca nulla da queste parti, lascio sempre la moto carica di bagagli dappertutto e non ho mai avvertito situazioni di rischio. Per fare il bagno nel Giordano i due russi si erano spogliati dell'abbigliamento da moto; giacca, casco, pantaloni e stivali, il tutto appoggiato sulla moto nel parcheggio a circa mezz'ora di cammino dal fiume!

Ad un tratto sbuca un tizio che incomincia ad inveire contro il ragazzino e con una stampella che aveva lo caccia via. Questo un po' spaventato fugge e non lo vedo più. A questo punto il tizio si gira sorridente verso di me dicendomi 'no problem sir, I'm here...' e appoggia una mano sulla moto. Mi incazzo ma resto calmo, gli dico che non ne ho bisogno e di togliere la mano dal serbatoio, poi prendo il mio zaino con la macchina fotografica e me ne vado senza voltarmi.

Terminata la visita della bellissima fortezza torno alla moto, il tipo si avvicina per riscuotere qualcosa ma lo ignoro e mi preparo con calma per ripartire. D'un tratto sbuca il ragazzino che sorridendo di nascosto mi fa cenno di non dare nulla al vecchio, che non ha fatto niente per meritarsi qualcosa, o perlomeno forse questo è quello che voglio capire io...

Infilo il casco, metto in moto, chiamo il ragazzino con un cenno, lui si avvicina di corsa, prende la moneta che gli porgo, sorride e mi regala un ultimo sguardo dolce e fugge via ridendo e saltellando mentre io parto... Il vecchio con la stampella non ha avuto neppure il tempo di realizzare...

Molto probabilmente il ragazzino non avrà più nelle sue mani quella moneta, qualcuno gliel'avrà presa, ma quel piccolo momento di felicità nessuno potrà toglierglielo...
Verso il Mar Rosso
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