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I viaggi dei lettori

Capo Nord e le Repubbliche Baltiche

di Giovanni Caradonna il 29/07/2010 in I viaggi dei lettori

Diciannove moto, trentadue motociclisti, più di 10.000 km in 22 giorni. Questi i numeri del viaggio dei nostri lettori che da Firenze si sono lanciati fino alla cima dell'Europa

Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
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2 agosto – da Chiusa a Praga – 680km

Ormai la partenza è prossima, dopo esserci radunati dedichiamo qualche minuto alla colazione ed alle ultime presentazioni.
Il primo conto dei presenti dice subito che siamo 19 moto e 32 persone e su una Multistrada del gruppo c'è addirittura una coppia di ragazzi in viaggio di nozze.
Il primo trasferimento può sembrare un po' noioso, con la strada sempre dritta e monotona, però la sola novità di essere partiti per un viaggio così "importante" è in grado di movimentare tutta la giornata.
Il tempo è buono, solo un po' freddo nel passaggio in Austria.
Il traffico invece è intenso, in alcuni casi ci troviamo in mezzo a code anche molto lunghe, che fanno rallentare parecchio soprattutto i due furgoni più che il trenino di moto.
Il primo trasferimento serve anche a capire quali potranno essere i ritmi del gruppo, molto legati alle diverse tipologie dei partecipanti stessi.
Dopo circa 680km di marcia quasi completamente autostradale finalmente siamo a Praga e in serata andiamo subito a visitare la città che conferma la sua splendida fama.
3 agosto - Praga

L'intera giornata è dedicata alla visita della città.
Inizialmente, appena arrivati in centro con la comodissima metropolitana (la fermata è vicina all'hotel e dista solo tre fermate dal centro), si genera un po' di confusione per organizzarci su cosa vogliamo fare.
C'è chi vorrebbe fare tour della città più completi e costosi, c'è chi invece preferisce andare da solo a piedi in autonomia.
La libertà nel poter fare queste scelte porta il gruppo a dividersi in un gruppo principale più altri che decidono per soluzioni alternative.
Il gruppo principale resta di 19 persone, con l'idea di fare un tour guidato che attraversi i luoghi della città in pullman.
Ci avviciniamo ad uno dei tanti banchi di strutture che organizzano giri in pullman.
Dopo una trattativa di più di mezz'ora riusciamo a configurare un tour di 2 ore e mezza che ci porterà in giro tutti insieme, nell'orario che vogliamo, con una guida parlante italiano.
Dopo pranzo proseguiamo verso il ponte Carlo, l'unica cosa che ci resta da vedere e che non è inclusa nel giro guidato.
Ed in seguito torniamo in hotel per riposarci e preparare i bagagli per la partenza del giorno dopo.
4 agosto – da Praga a Varsavia – 610km

L'appuntamento è fissato alle 8.00: ci aspettano più di 600 chilometri da Praga a Varsavia. Questa volta siamo tutti in orario e riusciamo a muoverci secondo tabella.
Il cielo è coperto e c'è un alto rischio di pioggia, però fortunatamente non prenderemo acqua per molto tempo.
Dopo la pausa per pranzare ripartiamo ma purtroppo uno dei partecipanti cade praticamente da fermo.
La caduta è apparentemente banale ma ha il braccio destro un po' dolorante e, dopo una breve sosta per riprendersi, decide di continuare la giornata senza passeggero, per evitare ulteriori inutili rischi.
Proseguendo lungo l'itinerario arriviamo alla città di Wroclav dove, per una grossa deviazione temporanea, ci perdiamo di nuovo.
Alla fine per fortuna ci ritroviamo tutti in un'area di servizio in cui ci fermiamo per mangiare.
In quel momento passa una notevole perturbazione che porta una pioggia violenta con un vento molto forte!
Non sarebbe stato possibile continuare in quelle condizioni, ma caso vuole che è proprio il momento in cui abbiamo deciso di fermarci per mangiare.
Alla ripartenza, lungo la strada vediamo i resti del passaggio della perturbazione, con tantissimi rami spezzati lungo le strade e confusione ovunque.
Il resto del trasferimento è molto lento con un po' di traffico vicino a Varsavia.
Da notare che le strade della Polonia sono letteralmente tappezzate di rilevatori di velocità, simili ai nostri telelaser fissi, in alcuni punti capita di trovarne uno ogni 10 minuti.
Altra cosa curiosa sono le autostrade con i semafori e gli incroci "a raso".
È incredibile ma sulle autostrade, con due corsie e l'emergenza per ogni senso di marcia, si possono trovare gli incroci con altre strade e addirittura a volte i semafori, con conseguenti pericolosissime code improvvise!
All'arrivo in città troviamo il nostro hotel: dopo essere stati nelle camere per rinfrescarci usciamo tutti insieme per andare a mangiare con l'obiettivo di non fare troppo tardi.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
In piazza a Varsavia
5 agosto

La giornata è interamente dedicata alla visita della città di Varsavia. Questo vuol dire per tutti potersi svegliare all'ora che ognuno ritiene giusta, senza particolari appuntamenti.
Finita la colazione quasi tutti decidono di andare in centro a piedi, dato che l'hotel è distante circa venti minuti dalla città antica.
Non essendo particolarmente estesa, la città vecchia è anche il punto dove alla fine ci incontriamo un po' con tutto il resto del gruppo, decidendo poi di continuare tutti insieme.
Le aspettative particolarmente basse su quello che avrebbe offerto la città di Varsavia forse alla fine hanno fatto sì che il risultato finale fosse la sensazione di una città per niente male da visitare.
Effettivamente non ci sono tante attrazioni, però la parte antica è gradevole, con la piazza centrale veramente molto carina.
C'è da dire che si tratta comunque di una città rasa al suolo durante l'ultima guerra, quindi quasi tutto ciò che è possibile vedere è una ricostruzione post-bellica.
Questa volta il pranzo lo facciamo comprando pane e affettati in un minimarket locale, e mangiando alla meno peggio su delle panchine ai bordi della strada.
Finito di mangiare andiamo a vedere la residenza estiva del re in un parco in cui alla fine, più che pensare all'aspetto storico, ci soffermiamo a giocare con gli scoiattoli e ad ammirare la ruota ed il relativo corteggiamento di un bel pavone.
Ancora una volta il cielo è coperto e c'è un vento fortissimo, ma per fortuna la pioggia si fa attendere per parecchio.
Al rientro in hotel qualcuno sperimenta con soddisfazione la piscina e la sauna, oltre che i lettini per sdraiarsi a riposare.
La cena invece andiamo a farla in una steak house vicino all'hotel, dove l'unico grosso problema è che ci mettono ben più di un'ora e mezza per portarci da mangiare, facendoci fare molto tardi nonostante la sveglia per il giorno dopo sia prevista decisamente presto.
L'indomani ci aspetta Vilnius, capitale della Lituania.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
Monumenti a Riga
06 agosto – da Varsavia a Vilnius – 470km

Oggi trasferimento verso Vilnius, la prima capitale (nella direzione di marcia) delle tre Repubbliche Baltiche.
Il tempo durante il viaggio è stato sempre coperto ma di pioggia ce n'è stata veramente poca, solo il freddo è stato un po' inaspettato e ha costretto tutti a coprirsi più di quanto potessimo immaginare la mattina prima della partenza.
Tutto scorre senza particolari intoppi.
Tra le cose particolari troviamo un distributore che vuole il rifornimento pagato in anticipo.
Ovviamente ce ne andiamo, visto che è difficile sapere con le moto quanta sarà la benzina necessaria per fare il pieno.
A pranzo invece troviamo una pizzeria che, dalla reazione di chi ci lavora dentro, forse non ha mai visto 30 clienti tutti insieme.
Ci mettono veramente tanto tempo a far pagare tutti e soprattutto a fare la pizza per tutti.
L'hotel a Vilnius soffre del confronto diretto con quello di Varsavia, però non è così male.
Peccato solo che le moto devono restare in strada, nonostante siano recintate con delle transenne.
Un tizio dell'hotel fa anche capire che vuole qualcosa perché non succeda nulla alle moto durante la notte; comunque alla fine alle moto non è successo niente davvero.
Nella serata facciamo un giro in città.
La città non ha quasi niente però, come abbiamo notato in altre occasioni, è molto pulita e tenuta bene, per lo meno la parte centrale in cui ci sono i turisti.
In città sembra che la ricchezza sia maggiore che nel resto del paese dove invece la situazione sembra decisamente peggiore rispetto alla Polonia.

7 agosto – da Vilnius a Riga – 300km

In questo trasferimento da Vilnius a Riga il tempo è finalmente bello anche se fa sempre un po' freddo.
I circa 300km scorrono abbastanza velocemente e qualcuno inizia a volersi fermare per fare qualche foto, specie al confine tra Lituania e Lettonia.
Arriviamo a Riga verso le 14:30 ora locale (nei paesi baltici l'orologio va portato un'ora avanti): l'appuntamento è con tutti alle 16:00 già dopo pranzo.
Il gruppo più folto va ad un Mc Donald's dove però non accettano né le carte di credito né gli euro.
Nel pomeriggio facciamo una visita alla città, decisamente più carina di Vilnius e con qualcosa in più da vedere.
In particolare spiccano le ragazze veramente belle di questa città, alte e veramente affascinanti, anche se spesso vestite e truccate in maniera vistosa ed eccessiva.
Verso le 18 torniamo in hotel per poter riposare un po' fino all'appuntamento successivo, fissato per la cena.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
Helsinki
08 agosto – da Riga a Tallinn – 300km

Per oggi, nel trasferimento da Riga a Tallinn, ancora una volta la giornata è ottima e in sella fa quasi caldo: tutti si sono organizzati per il freddo del giorno prima e così si soffre un po'.
La tappa è di poco meno di 300 chilometri, ma facciamo un paio di soste in più per qualche foto lungo il percorso.
In particolare alla prima vista del mar Baltico tutti hanno voglia di immortalare "l'evento" e ci soffermiamo sulla spiaggia per le immancabili foto di gruppo.
La strada è normale, molto dritta e non molto panoramica a parte il tratto lungo il mare. Fa impressione la distesa di betulle che per centinaia di km costeggia la strada: una foresta continua!
Altre foto al confine con l'Estonia e poi diritti in hotel.
Il pranzo questa volta lo facciamo prima di arrivare in albergo, in un fast food accanto al distributore in cui facciamo benzina.
Arrivati in hotel c'è la consueta distribuzione dei bagagli intorno alle 16, e poi il briefing intorno alle 17.
Oggi è importante incontrarci al briefing perché la mattina dopo abbiamo il traghetto per Helsinki alle 8 e dobbiamo essere lì un'ora e mezza prima.
Al briefing decidiamo anche di fermarci ad Helsinki per un paio d'ore, pur non essendo previsto nell'itinerario base, sempre che il tempo non sia troppo brutto.
Concluso l'incontro corriamo a visitare la città, nota per essere la più carina tra le tre capitali baltiche.
Due passi per le vie del centro e poi su alle mura del castello per qualche vista panoramica.
Per la cena il gruppo si separa in più sottogruppi, ma è curioso che poi ci siamo ritrovati in parecchi davanti all'hotel per le ultime chiacchiere della giornata.
L'indomani c'è la sveglia presto e nessuno vuole fare tardi.
Qualcuno ha mangiato l'orso per cena, e sembra che non sia proprio così facilmente digeribile!

9 agosto – da Tallinn a Vaasa – 510km

Questa tappa è sicuramente quella con il trasferimento che prevede la partenza prima di tutti gli altri.
Dobbiamo traghettare da Tallinn ad Helsinki, e poi proseguire in Finlandia per Vaasa.
La partenza del traghetto è alle 8:00 ed è richiesto di essere al porto almeno un'ora e mezza prima per sicurezza.
Il punto diventa quindi capire qual è la procedura per imbarcarsi: rimbalziamo tra diversi uffici fino ad ottenere comunque in un tempo accettabile i biglietti per l'imbarco.
Sulla nave alcuni corrono a dormire, visto l'orario della sveglia, altri cercano di fare colazione, altri ancora iniziano a girovagare per i negozi disponibili: il traghetto è veramente molto bello all'interno.
Arrivati in porto a Helsinki parcheggiamo le moto per un giro in centro.
Come già detto, questo non è previsto nel programma ma, con una votazione al briefing della sera prima, abbiamo deciso di fermarci.
Effettivamente la città non offre molto e non ha molti monumenti da visitare.
Decidiamo allora di fare un giro nelle vie del passeggio locale, suggerite da un punto informazioni turistiche.
Qualcuno in realtà va a visitare la chiesa nella roccia, della quale in diversi hanno sentito parlare, però alla fine non è risultata niente di eccezionale.
La città invece colpisce ancora una volta per come è pulita e tenuta bene.
Dopo la visita, con un po' di ritardo sulla tabella di marcia, ripartiamo per Vaasa, tappa di solo passaggio.
Il viaggio, a parte il primo "affaccio" sul mar Baltico con le doverose foto di rito, riserva qualche piccola difficoltà perché il gruppo in varie occasioni si spezza.
L'arrivo a Vaasa è verso le 20, l'hotel è buono e la registrazione abbastanza veloce.
Usciamo a piedi e cerchiamo un posto per mangiare ma il centro è veramente piccolo e deserto.
Alla fine ci dividiamo, anche a causa dei prezzi davvero improponibili di alcuni dei pochi ristoranti aperti!


10 agosto – da Vaasa a Rovaniemi – 540km

Purtroppo piove già alla partenza da Vaasa ed il tempo non sembra promettere niente di buono.
Senza rispetto di qualsiasi previsione si dimostrerà invece una delle giornate più belle, metereologicamente parlando.
La tappa è di puro trasferimento, non c'è molto da vedere ma qualche scorcio notevole allevia la vista, con laghi o fiumi e le case di legno con i tetti spioventi.
Qualcuno poi è finalmente è riuscito a vedere la prima renna su questo percorso.
La destinazione del giorno è Rovaniemi, sul circolo polare artico, paese di Babbo Natale.
Il freddo inizia a farsi sentire, nonostante la giornata alla fine non sia stata per niente male.
Si tratta anche della tappa in cui è previsto il primo pernottamento in chalet.
Il posto è a dir poco incantevole, una serie di casette in legno tenute benissimo immerse in un bellissimo bosco.
Dentro sono grandissime e attrezzate con lavatrice, asciugatrice e addirittura una sauna per ogni chalet.
Ultimo spettacolo della giornata è la luce in cielo ancora visibile a mezzanotte.
È veramente incredibile vedere che non esiste un'ora in cui il cielo diventa del tutto buio, e vedere che a mezzanotte all'orizzonte c'è ancora parecchia luce.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
Il Circolo Polare Artico inizia qui...
11 agosto – da Rovaniemi a Inari – 320km

Sveglia presto a Rovaniemi : la mattina fa molto freddo ma il tempo è buono, e sappiamo che non potrà essere così ancora per molto.
Tutti si organizzano per indossare il massimo dell'attrezzatura per il freddo, ma dopo poco ci accorgiamo che purtroppo non basta!
Infatti la sera all'arrivo c'è anche qualcuno che si organizza per comprare dell'abbigliamento aggiuntivo.
Nei giorni successivi anche alcuni locali confermeranno che si tratta di un'estate particolarmente fredda anche per la Norvegia.
Subito dopo la partenza, 10 chilometri più a nord, ci fermiamo a Napapijri, il punto in cui passa il circolo polare artico dalla parte della Finlandia.
Le foto di rito sotto il cartello del circolo polare ci prendono molto tempo e quindi decidiamo di fermarci per un'oretta.
Il posto è una calamita per turisti, nonché un'imponente macchina "raccogli soldi", però è carino e la sosta alla fine si dimostra molto piacevole.
Qui tutto è a tema su Babbo Natale, con la sua casa, l'ufficio postale per spedire le sue letterine e tante altre cose.
Oltre a Babbo Natale l'altro tema, decisamente più scientifico, è che di lì passa il circolo polare artico.
Oltre a una striscia in terra che lo rappresenta c'è il famoso palo che riporta i cartelli con le distanze delle principali città del mondo.
Il tour riparte verso nord, senza eventi particolarmente rilevanti tranne i primi veri incontri con le renne, che a questo parallelo iniziano ad essere veramente frequenti sui lati della strada e spesso anche sulla strada stessa.
In varie occasioni riusciamo a fotografare sia animali singoli, sia in coppia sia in branco. Inoltre è davvero impressionante notare come, man mano che aumenta la latitudine, la natura diventi sempre più incontaminata, sembra di entrare in un parco naturale, dove sono gli uomini e le loro costruzioni ad essere in minoranza.
I boschi poi sono infiniti.
Anche la sensazione di freddo cresce ed il sole non è mai alto, con la conseguenza che il suo irraggiamento quasi non riscalda.
La destinazione è un paese minuscolo, presso un bellissimo lago sul quale è possibile fare anche dei voli in idrovolante.
È molto piacevole restare fuori fino a tardi ad ammirare una natura e dei fenomeni naturali così diversi dai nostri.
Dopo la cena decidiamo infatti di fare un piccolo giro a piedi fuori e qualche foto ad un tramonto senza fine con dei colori che lasciano senza parole.
Qui siamo ad un passo dal tetto del mondo, e domani saremo ancora più vicini!
12 agosto – da Inari a Capo Nord – 380km

Anche oggi l'ennesima partenza sotto un cielo ben coperto ma ancora senza pioggia.
Poco dopo la partenza c'è anche un incontro ravvicinato con un folto gregge di renne, con decine di animali tutti riuniti insieme.
Prima di arrivare alla rupe negli ultimi chilometri cresce una voglia incredibile di affacciarsi lassù per coronare il sogno di una meta sempre desiderata.
C'è stanchezza, fa freddo, piove, ma non è questo che interessa.
Ora c'è solo la voglia di arrivare, ad ogni costo, in qualsiasi condizione.
Prima di arrivare il panorama è tetro, alberi brulli, terreno pieno di rocce, gli unici animali sono le renne, e se ne vedono a centinaia.
Alcune sono addirittura pericolose perché si buttano in mezzo alla strada all'improvviso.
Sono tra l'altro animali molto curiosi, sembrano quasi interessati alle moto ed alle persone che si fermano per guardarle e fotografarle!
La punta di Capo Nord si trova su un'isola, Mageroya, alla quale si accede tramite un tunnel che passa sotto il mare.
È molto particolare da attraversare perché si vede nettamente che c'è una parte in discesa e poi una in salita. Inoltre la temperatura nel tunnel scende parecchio.
All'arrivo andiamo prima allo chalet per assegnare le camere e per la distribuzione dei bagagli, il posto è carino anche se molto piccolo.
Si trova a un passo dall'ultimo bivio per capo nord, vicino ad un piccolo lago molto suggestivo.
Prima di cenare ci dirigiamo già verso la tanto sognata rupe. Il biglietto d'ingresso vale due giorni ed è tremendamente caro.
Purtroppo, ma qui non c'è speranza di trovare niente di diverso, piove ed è brutto tempo. Nonostante questo l'emozione di essere lì non fa sentire né il freddo né i problemi legati al tempo.
Finita la visita alla rupe torniamo in hotel per la cena, ma la testa pensa già a tornarci anche dopo cena, non fosse altro che per la speranza di trovare un tempo migliore. Ed effettivamente il tempo migliora leggermente, anche se di poco: lassù c'è ancora molta luce ed è quasi mezzanotte.
Al ritorno in hotel ci aspetta una nebbia impressionante, da non vedere a 3 metri di distanza, e con il "rischio" delle renne c'è veramente da andare molto piano.
Una moto va fuori dalla strada ma per fortuna poi si ferma e non succede niente.

13 agosto – da Capo Nord a Langfjordbotn – 320km


In questa giornata in capo al mondo la mattina è una mattina libera.
Tutti chiaramente decidono di ritornare alla rupe, nella speranza di un po' più di bel tempo per qualche foto e qualche panorama mozzafiato.
Arrivati al cancello d'ingresso tutto è libero, nessun guardiano, nessuna sbarra.
Guardiamo gli orari e ci rendiamo conto che lì tutto inizia alle 11:00.
Il pensiero è uno solo, arrivare con le moto fino a sotto il mappamondo, per una foto che resterà impressa per sempre nella "carriera" motociclistica di tutti noi.
Inizialmente siamo solo in tre, però con qualche telefonata arrivano anche gli altri dopo poco tempo; c'è da sbrigarsi, prima che arrivi il personale del luogo e ci faccia uscire!
Ripartiti dalla rupe il resto della mattinata è dedicato a visitare i villaggi dei pescatori, molto carini e quasi deserti, come un po' tutto quassù.
Di conseguenza a breve ripartiamo in direzione Alta, dove a Langfjordbotn troveremo il nostro prossimo campeggio.
Nel pomeriggio ci avviamo verso il campeggio, è decisamente la giornata più fredda di tutta la vacanza!
Tutti raccontano di non aver mai provato un freddo del genere anche con temperature molto più basse.
L'attrezzatura invernale non è sufficiente, nemmeno con l'aggiunta di un pile o altro come hanno fatto in molti.
Il campeggio all'arrivo è un novità rispetto agli itinerari degli anni precedenti, e purtroppo non è all'altezza di ciò che abbiamo trovato negli altri paesi.
Inoltre inizialmente sembra non avere tutte le camere a disposizione ma alla fine riusciamo a sistemarci tutti per passare la nottata.

Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
Un'aquila pescatrice alle Isole Lofoten
14 agosto – da Langfjordbotn a Tromsø – 230km

Al risveglio la mattina si dimostra ancora molto fredda ma forse un po' meno del giorno prima. In ogni caso l'esperienza provata con quel freddo ci spinge tutti a coprirsi con più abbigliamento possibile.
Questa è anche la prima vera giornata di strade un po' più guidate.
Fino a Capo Nord si era quasi sempre trattato di percorsi praticamente rettilinei, mentre adesso iniziamo a costeggiare i primi fiordi norvegesi, di conseguenza le strade iniziano a piegarsi in belle curve e tornanti ed iniziano anche i vari saliscendi.
Per un motociclista questo vuol dire un bel po' di divertimento anche durante le lunghe tappe che caratterizzano questo viaggio.
Il percorso non prevede attrazioni particolari, ma il paesaggio compensa l'assenza di soste con panorami difficilmente ritrovabili in altri posti in Europa.

15 agosto – da Tromsø a Svolvær (isole Lofoten)

Il giorno di Ferragosto è una giornata passata sotto l'acqua.
Continuano le strade panoramiche e addirittura, tra una curva e l'altra, ad un certo punto compare davanti un arcobaleno stupendo, che diventa immediatamente oggetto di tantissime foto ricordo.
Il percorso prosegue regolarmente: inizialmente è previsto di prendere un traghetto per approdare sulle isole Lofoten, ma dall'anno scorso a questo 2008 è stata ultimata una strada, con un paio di ponti ed un tunnel sotterraneo, che porta direttamente sull'arcipelago.
In realtà ci accorgiamo di questa novità solamente sul luogo, quando qualcuno si dirige comunque a prendere il traghetto nonostante siamo già arrivati sulle isole.
Sulla scia dell'evento precedente scopriamo anche che per il traghetto che ci dovrebbe riportare sulla terraferma, previsto due giorni dopo, è stata eliminata la partenza della mattina.
Resta solamente quella delle 16:00, ma è troppo tardi per tutto ciò che è previsto nella nostra tappa.
Di conseguenza scattano le operazioni per individuare un'alternativa valida e la troviamo in un altro traghetto che parte poco indietro nel nostro percorso e che alla fine ci farà perdere solo un'ora circa.
Per fortuna nello chalet in cui siamo per la notte sono appesi in bacheca tutti gli orari dei traghetti che dai vari paesi collegano le isole alla terraferma.
L'indomani ci aspetta una giornata libera perciò il tema ricorrente riguarda le scelte su come passare un'intera giornata sulle isole.

16 agosto – Isole Lofoten

Per questa mattinata libera decidiamo quasi tutti di andare a fare un giro in barca attraverso questo arcipelago spettacolare, le isole Lofoten.
Il percorso previsto è di tre ore in un fiordo.
Il giro inizia senza pioggia, ma purtroppo ben presto sarà proprio questa a condizionare il risultato dell'escursione.
I paesaggi visti restano comunque quanto di più bello di possa ammirare tra gli spettacoli che la Norvegia offre ai turisti.
Una volta rientrati dal giro in battello è l'ora di pranzo; purtroppo le isole ed i vari paesi non offrono molto dal punto di vista dei negozi, ma questo forse è un bene; mangiamo degli ottimi panini e proseguiamo per il campeggio.
I paesaggi qui sono veramente stupendi, quasi irreali quando il sole illumina il panorama anche in orari in cui da noi non è possibile vederlo.
Oltre a questo c'è anche un fenomeno di marea impressionante, sale e scende con una velocità impensabile e, quando sale, si vedono proprio le onde di marea arrivare e non tornare indietro.
Quasi tutto il gruppo va in moto fino alla punta ovest delle isole, la bellissima città di Å.
Il percorso è bellissimo e i panorami sono stupendi, pure il tempo è decisamente buono e dà la possibilità di ammirare tutto nella pienezza dei colori di questi posti.

17 agosto – da Svolvær (isole Lofoten) a Mo i Rana – 400km

In questa tappa ci muoviamo dalle isole Lofoten alla località di Mo i Rana.
Come già accennato, visto che è stata costruita la strada nuova sulle isole, molti dei consueti viaggi dei traghetti sono stati cancellati e così è anche per quello previsto inizialmente la mattina.
L'unico viaggio restante parte alle 4 di pomeriggio ed è troppo tardi per noi.
Per ripartire dobbiamo dunque cambiare itinerario: decidiamo di muoverci da un porto un po' più indietro nel nostro percorso, che ci allunga in totale la tappa di circa 100 chilometri, però non è una grossa variazione.
Alla partenza dallo chalet, prima di arrivare al traghetto, si apre davanti ai nostri occhi una mattina ancora di un cielo incredibilmente nitido e senza nessuno che circola sulle strade.
Sugli specchi d'acqua che sono un po' ovunque in queste isole si riflettono le montagne in una maniera talmente chiara e limpida che quasi non si riesce a capire dove finisce l'acqua e inizia davvero il monte. Stupendo!
Il traghetto ha un tragitto di un'ora, e come al solito è l'opportunità per fare due chiacchiere tranquille con tutti i partecipanti. Dopo il traghetto riprendiamo la marcia.
Finalmente una vera giornata di sole pieno e senza che il freddo la faccia da padrone. I panorami sono ancora una volta mozzafiato.
Il percorso è misto e molto montuoso, quindi dall'alto spesso si possono vedere i fiordi con degli scenari bellissimi.
Nel pomeriggio siamo al circolo polare, questa volta dalla parte della Norvegia, a circa 20 chilometri dall'arrivo della tappa.
Il posto non ha niente di particolare, molto meno che in Finlandia, è in quota a circa 700m, ed ha il solito ristorante con annesso il negozio di souvenir.
All'arrivo ci aspetta un campeggio molto bello, ci sono anche dei campi sportivi, con degli chalet molto grandi e tenuti veramente bene; il panorama nei dintorni è bellissimo, c'è anche la vista sul mare e qualcuno più tardi dirà seriamente di aver visto nel mare delle pinne di animali molto grandi da poter essere presi per cetacei.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
La via dei Troll
18 agosto – da Mo i Rana a Trondheim – 480km

La tappa di oggi, da Mo i Rana a Trondheim, è una tappa di solo trasferimento, anche se arriva effettivamente in una città decisamente carina, con una cattedrale sicuramente da andare a vedere.
La strada sembra anche oggi molto bella ma purtroppo sono il freddo e la pioggia a farla da padrone, perciò non è possibile riuscire ad apprezzare fino in fondo ciò che ci circonda.
In più siamo veramente tutti stanchi e davvero c'è il rischio di avere dei colpi di sonno durante la guida.
Una curiosità è che quassù i lavori alle strade li fanno senza preoccuparsi di lasciare troppe segnalazioni per automobilisti e soprattutto motociclisti, perciò ti puoi trovare una ruspa che con tutta naturalezza lavora in mezzo alla strada, dietro una curva, senza preavviso.
Purtroppo nella giornata di oggi inizia una sequenza di eventi che nei giorni a venire peggiorerà ulteriormente.
Nel pomeriggio una moto che il giorno prima aveva forato, e per la quale era stata fatta con successo una riparazione d'emergenza, tutto ad un tratto perde pressione alla gomma posteriore, in maniera anche pericolosa.
Per fortuna non c'è nessuna conseguenza né per il motociclista né per la moto.
Appena ce ne accorgiamo, in pochi minuti la moto è sul camion e più tardi anche dal gommista per la riparazione.
Il gruppo intanto prosegue per Trondheim, dove la speranza è appunto quella di visitare la rinomata cattedrale.
Purtroppo scopriamo che chiude alle 15 mentre noi siamo lì più o meno un'ora dopo.
In ogni caso riusciamo a visitare un po' la città, che merita una visita anche perché è il primo vero centro abitato un po' più pieno di vita da queste parti.
Anche solo le vie del centro valgono una visita.

19 agosto – da Trondheim a Lom – 540km

Oggi ci aspetta una tappa, da Trondheim a Lom, molto particolare perché lungo il percorso attraversiamo alcuni tra i più bei posti che la Norvegia offre.
Di conseguenza anche la tappa stessa diventa decisamente più lunga, a causa delle varie visite che vale veramente la pena fare.
La partenza purtroppo è ancora una volta sotto la pioggia, ma fortunatamente poi il tempo migliora già durante la mattina.
I paesaggi come sempre sono molto belli, soprattutto quando il sole ci dona la sua presenza e, come d'improvviso, si riescono ad apprezzare tutti i colori offerti dalla natura intorno.
Per pranzare sfruttiamo un bar lungo la strada, che ha dei tavolini con una fantastica vista sul fiordo a pochi passi dal mare.
Dopo pranzo ripartiamo per la cosiddetta via dei Troll, una stupenda strada che si inerpica sulla montagna con una serie magnifica di tornanti che, man mano che la strada sale, danno una vista sempre più spettacolare sulla valle sottostante.
La stessa valle è altrettanto ricca di natura da osservare, come per esempio una stupenda cascata che si affaccia ai nostri occhi ad ogni tornante.
Un po' in ritardo per la necessità di immortalare un simile spettacolo, ripartiamo per il Geiranger Fjord, dove ci fermiamo su una piazzola costruita apposta per ammirare il fiordo e fotografarlo.
Il fiordo è spettacolare, la vista da così in alto lo rende visibile per buona parte della sua estensione.
Il colore dell'acqua è fantastico, sembra di avere davanti agli occhi qualcuno di quei quadretti ad acquerello in cui i colori la fanno da padrone.
Insieme a noi sulla terrazza c'è una folla di turisti mai vista prima da queste parti; di solito è invece la loro assoluta assenza a dominare la scena.
Alla ripartenza due dei partecipanti decidono di scambiarsi la moto per una prova. Purtroppo dopo poche curve troviamo una delle due moto nel fosso al lato della strada.
Per fortuna alla fine nessuno si fa male però la moto nel fosso è veramente difficile da recuperare.
Alla fine ci riusciamo tirandola fuori con una cinghia agganciata al furgone e diversi di noi a tenerla mentre viene tirata.
Apparentemente i danni ci sono ma non sembrano molti, la moto si accende e sembra funzionare regolarmente.
Dobbiamo solo passare un po' di tempo a smontare le parti di carrozzeria danneggiate che impediscono di usare il pedale del freno posteriore.
Appena ripartiamo viene fuori che c'è un problema al freno anteriore, meno efficiente del normale, e c'è anche il manubrio leggermente storto.
All'arrivo al campeggio ci accorgiamo che una delle persone non è rientrata.
Purtroppo il gruppo principale era dovuto rimanere senza scopa e alla ripartenza da un rifornimento questa persona ha preso una strada sbagliata.
Per fortuna riesce a fare una telefonata prima che si scarichi il telefono cellulare, ma poi si chiude qualsiasi comunicazione con lui.
Da quel momento la preoccupazione inizia a crescere, perché passa il tempo e lui non rientra al campeggio.
Dopo poco una moto ed un furgone partono alla ricerca, ma alla fine arriverà in campeggio alle 22:30, con il tempo fuori già buio e freddo.
Una giornata dura, però per fortuna tutto si è risolto senza problemi gravi.

20 agosto – da Lom a Bergen – 360km

Nella mattina di oggi ci aspetta la visita di un ghiacciaio bellissimo.
Per arrivarci è sufficiente una piccola deviazione sul percorso che ci porterà a Bergen.
Qui la strada da asfaltata diventa sterrata e inizia a salire in maniera importante.
Iniziamo a vedere che le nuvole sopra di noi si avvicinano, talmente tanto che alla fine ci arriviamo proprio dentro.
In quel momento la visibilità è molto scarsa e continuiamo a velocità molto bassa. Dopo pochi chilometri finalmente passiamo addirittura sopra le nuvole e a quel punto si apre davanti agli occhi un panorama ancora una volta spettacolare.
Si vede il paesaggio montano a 360°, e tutto sopra le nuvole! Siamo a quota 1600 metri.
In pochi minuti arriviamo in vetta dove ci aspetta la vista stupenda del ghiacciaio con dei colori incredibili.
Nello specchio d'acqua lì sotto il ghiacciaio, immobile per la totale assenza di vento, si riflettono le immagini del panorama in maniera da non riuscire a riconoscerle dalla vista reale.
Per ritornare sulla strada principale del nostro percorso ripassiamo di nuovo attraverso le nuvole e poi ci avviamo verso Bergen.
La strada è molto bella e molto guidata, solo che dopo poco si stringe parecchio.
Purtroppo questo è il motivo per cui una persona del gruppo, per un rallentamento improvviso prima di una strettoia, frena troppo e scivola con la ruota davanti bloccata.
La moto finisce contro una macchina che stava salendo in direzione opposta, mentre lui si ferma vicino al guard rail.
Lì per lì è un po' dolorante ma non sembra avere niente di grave.
Il giubbotto, i pantaloni e lo stivale sono graffiati, segno di una scivolata di qualche metro. La moto viene alzata e spostata velocemente, mentre è un po' più difficile tenere buone le persone che erano nella macchina, una famiglia di israeliani che spinge per vedere subito i documenti e per chiudere velocemente le formalità.
Ovviamente diamo priorità alla salute del motociclista caduto, spostandoci in un punto più comodo e verificando che non sia necessario chiamare un'ambulanza.
Alla fine, dopo quasi un paio d'ore, ripartiamo con la moto incidentata ed il suo proprietario entrambi sul furgone.
Lungo la strada un'interruzione ci fa perdere ancora un po' di tempo: una strada è interrotta per dei lavori e dobbiamo aspettare più di mezz'ora finché non la riaprano.
L'arrivo a Bergen è nel tardo pomeriggio, l'hotel è molto valido.
La città è veramente stupenda: si tratta dell'ex-capitale e la parte del centro e del mercato del pesce varrebbe una visita più approfondita.
L'unico vero problema di questa città, così come di tutte le altre città scandinave, è il costo della vita altissimo, più o meno tre volte superiore a quello dell'Italia.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
Bergen
21 agosto – da Bergen a Oslo – 500km

Nel viaggio di oggi, verso la capitale Oslo, alla partenza la pioggia è molto poca e tutto il resto del viaggio sarà quasi asciutto.
Però le strade sono lo stesso quasi sempre bagnate perché in precedenza aveva piovuto molto e addirittura a Oslo c'era stato un nubifragio poco prima dell'arrivo del nostro gruppo.
La strada, nonostante siamo ormai nel sud della Norvegia, presenta ancora dei panorami molto belli da vedere.
Decidiamo infatti di fermarci a mangiare in un posto molto carino con una bellissima vista sull'altopiano che stiamo attraversando per raggiungere la capitale.
Oggi, quasi alla fine della vacanza, per la prima volta il gruppo è effettivamente un po' diviso. Infatti qualcuno decide di restare la mattina qualche ora a Bergen per la visita della città, qualcun altro anticipa il gruppo principale per arrivare prima ad Oslo e visitarla con un po' più di tempo e di calma.
In ogni caso all'arrivo la stanchezza e l'orario fanno in modo che molti prendano la decisione di non uscire nemmeno dall'hotel.
Anche questa cena in hotel alla fine si dimostra un salasso impressionante sul nostro povero portafogli.
Questo conferma che in Norvegia il costo della vita è incredibilmente più alto che nel resto dell'Europa occidentale.
Sentirlo dire fa sicuramente effetto, ma provarlo nelle cose di tutti i giorni fa davvero tutto un altro effetto!
A Bergen era stata anche sistemata la moto che due giorni prima era andata fuori strada.
Non viene completamente riparata, ma messa nelle condizioni di marciare in sicurezza.
Anche la persona che era caduta il giorno prima ha la spalla molto migliorata.

22 agosto – da Oslo a Copenaghen – 560km

Si avvicina la fine della vacanza, e con questa anche il rientro nell'Europa "vicina" con tappe di trasferimento abbastanza lunghe.
Oggi è la volta del viaggio verso Copenaghen.
Percorriamo quasi tutto il tempo l'autostrada, senza nessun evento strano in particolare.
Il gruppo si è diviso verso la fine del percorso perché cinque di noi hanno preferito deviare dal percorso prestabilito e passare dal ponte che collega la Svezia alla Danimarca invece che fare la traversata con il traghetto; questo per circa 60km in più.
Purtroppo poi hanno raccontato che la vista dal ponte non è niente di particolare, tranne per l'effetto simbolico di poter passare su un ponte così famoso!
Tra l'altro non ci sono neanche delle aree di sosta per fermarsi e poter scattare delle foto!
L'hotel a Copenaghen è molto bello ma ha solo qualche problema per il parcheggio delle moto, che non è direttamente nell'hotel e i più vicini parcheggi pubblici non le accettano neanche.
Alla fine risolviamo sistemandole alla meno peggio in un cortile interno dell'hotel stesso.
La serata prosegue con la visita della città di Copenaghen, veramente molto carina nella sua parte centrale.
Molto caratteristico è il canale pieno di barche e bellissimi velieri, ai lati del quale è un proliferare di ristoranti caratteristici e alla fine nemmeno così cari.
Qualcuno decide di andare a vedere la famosa Sirenetta, una statua di circa un metro su uno scoglio a pochi metri dalla costa.
Una particolarità della città è che è trafficatissima di biciclette, ancora più che nella famosa Amsterdam.
Guidando in moto agli incroci c'è da tenere una particolare attenzione prima di svoltare per evitare di investire qualche cittadino ciclista che sta passando da quelle parti.
Tra l'altro hanno anche l'abitudine di correre come pazzi lungo le proprie corsie preferenziali, perciò spesso è anche difficile vederli se non all'ultimo minuto.

23 agosto – da Copenaghen a Kirchheim – 690km

Dal punto di vista del meteo questa è decisamente la peggior tappa di tutto il viaggio.
Freddo e soprattutto acqua ci hanno accompagnato per tutto il giorno.
Qualcuno addirittura ha sentito il bisogno di fermarsi per l'eccesso di pioggia, ed è abbastanza normale visto che anche alcuni automobilisti lo stavano facendo!
L'autostrada in alcuni punti era più simile ad un lago che ad un manto d'asfalto.
Purtroppo sotto il diluvio si ferma anche una moto, spegnendosi proprio durante la marcia. Inizialmente ci fermiamo sotto un ponte per vedere cosa può essere stato poi, spinta dal suo proprietario, la portiamo fino alla prima area di sosta disponibile che per fortuna è solo poche centinaia di metri più avanti.
Il furgone assistenza è già oltre 50 chilometri avanti, in ogni caso viene avvertito per poter tornare indietro; dopo diverse prove alla fine la moto riparte e decidiamo di farla continuare senza caricarla sul furgone fino al traghetto per la Germania.
Il traghetto è una vera e propria salvezza dalla situazione meteo ingestibile.
Sono davvero poche le attrezzature antiacqua che si sono dimostrate in grado di garantire una vera impermeabilità sotto questo diluvio, pesante e continuativo!
Sul traghetto mangiamo al caldo e con un minimo di riposo.
Nel pomeriggio, dopo tanti chilometri sotto l'acqua, qualcuno marcia veramente molto piano, d'altra parte la stanchezza è tanta ed anche il freddo diventa difficilmente sopportabile.
Ad un passo dall'arrivo la moto che si era fermata la mattina si riferma ancora.
Questa volta il furgone è lì a pochi metri e, visto che è molto tardi e visto che le condizioni meteo sono ancora avverse, la carichiamo subito senza fare troppi tentativi di riavviarla.
Questi ultimi chilometri sono difficilissimi, fa freddo, è buio ed è anche difficile vedere qualcosa dalle visiere; il tutto aggravato anche dai mille riflessi nell'acqua dei fari delle auto nella direzione opposta.
E' difficile anche solo seguire la striscia bianca al lato destro della corsia in autostrada.
La sera la stanchezza si fa sentire per molti, nel luogo della sosta non c'è quasi niente a parte il motel in cui dobbiamo dormire è chiuso anche il ristorante dello stesso motel perciò in molti decidono di andare a mangiare in uno dei fast food che ci sono lì vicino.

24 agosto – da Kirchheim a Chiusa – 660km

Eccoci, ci siamo! L'ultimo giorno, il rientro, il viaggio fino a Chiusa! Il tempo si è rimesso e non pioverà fino alla fine.
Sono gli effetti dell'avvicinamento alla nostra cara Italia!
Già dal sud della Germania esce il sole sul nostro percorso e ci accompagna fino a destinazione.
L'arrivo in Italia effettivamente rappresenta la conferma di una vittoria per una sfida difficile, che è stata tracciata insieme a tanti momenti faticosi ma anche insieme a mille occasioni per condividere esperienze nuove ed a volte incredibili.
L'arrivo in Italia su qualcuno ha anche l'effetto di un profondo senso di "casa", un luogo sicuro in cui poter continuare a ricordare con piacere ed enorme soddisfazione le numerose avventure spettacolari di questo viaggio.
Capo Nord e le Repubbliche Baltiche
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