Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

I viaggi dei lettori

Alla ricerca della Romantic Strasse

di Gian Luca Foschini il 10/02/2011 in I viaggi dei lettori

Una settimana in Baviera,tra panorami mozzafiato, paesi che sembrano usciti da una cartolina e hotel... non sempre all'altezza delle aspettative

Alla ricerca della Romantic Strasse
Chiudi
Dove andiamo, dove non andiamo? E se andassimo in Germania?
In Germania? A fare che?
Si, dai, la "romantic stras"!
La cosa?
La romantic stras!
Cus'e la "roma tic tacs" ?
La romantic stras dai, guarda su internet!
E così, con me stesso nella parte del conducente, si parte per questa Romantische Strasse, che sulle prime mi pareva il nome di una marcetta militare, un po' tipo la Radetzky March.

Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo: redazione@motonline.com
Saliamo così, pian piano, tutta l'autostrada del Brennero sbadigliando da matti (odiosa l'autostrada affollata eh?) fino a che non cominciano un po' di montagne e allora, dai e dai, a furia di bello lì, guarda là, bello là guarda lì… E poi il pieno, il caffè, il panino, una sosta "tattica"… Insomma, arriviamo a Fussen.
E qui cambiamo marcia, nel senso che scendiamo dalla moto.
Il paesino ci appare carinissimo e sembra uscito dal libro della favole di quand'ero bambino; ci prende così la voglia di arrivare in albergo per poter fare due passi.
Alla reception ci accolgono due ragazzi: una lei che ci guarda un po' sprezzante e sibila ad un lui qualcosa come "sono italiani pensaci tu".
Quest'ultimo, una specie di "indio" sudamericano gentilissimo, ci parla in un italiano sorprendente e, dopo averci invitato a parcheggiare la moto, ci dà la chiave.
In camera, flessioni alla schiena, doccia, flessioni alla schiena (l'età non aiuta) e poi fuori fuori fuori, veloci come se fosse scattato l'allarme antincendio.
Così, un passo dopo l'altro, arriviamo nel bel centro di Fussen.
L'ho già detto che sembra uscito dal libro della favole di quand'ero… ??? Sì eh?
Beh, le case a tetto acuto e spiovente, pulite e sobrie… Scatta la febbre souvenir.
La cartolina, il fermalibro, e via via in una escalation pericolosa fino ad arrivare alle braghe corte di pelle con la pettorina e la stella alpina per concludersi con l'orologio a cucù.
Per fortuna siamo in moto e non c'è posto per troppi oggetti!
Per pranzo andiamo in una gasthaus divertente: ci riceve un ragazzo in calzamaglia e tunica medievale che ci mette al collo un gran bel bavero "per non zporkare" e ci porta due boccali di birra.
Inizia l'orgia del colesterolo: cipolla fritta, maiale, birra, chissà che sugo e così via, fino ad una specie di grappa finale.
Il mondo è bellissimo e la vita è una cosa meravigliosa.
Vorrei dirlo anche alla virago che mi porta il conto, ma mi esce un sorriso ebete ed un gorgoglìo sospetto.
Alla ricerca della Romantic Strasse
Sveglia: la giornata è splendida e così, con il morale alle stelle, facciamo colazione fra giapponesi intenti a mangiare robe inspegabili e poi partiamo alla volta del castello di Neuschwanstein.
Questo non prima che un giapponese simpatico e sorridente ci fotografi a lato della mia Honda apprezzando il contributo che ho dato alla loro industria nazionale.
Per prima cosa raggiungiamo il "Ponte di Maria", e da qui l'emozionante vista del castello soleggiato e bellissimo mi toglie la parola per qualche istante.
Entriamo quindi nel castello e gustando la perfetta efficienza teutonica con cui sono regolate le file.
Ecco, se qualcuno di voi volesse scegliere di effettuare la visita con l'audioguida, mi raccomando NON tocchi nulla dell'apparecchio che gli viene consegnato.
La prenda delicatamente con due dita, lo avvicini all'orecchio che preferisce e NON tocchi tasti o qualsiasi altra sporgenza.
Ovviamente io l'ho fatto, cercando di regolare il volume, e l'infernale macchinetta si è autocommutata dall'italiano al portoghese abbandonando così la squillante e giovanile voce di una ragazza e facendomi sciroppare tutta la visita spiegata con cura dal vocione cantilenante di Pelè.
Mangiamo qualcosa in un ristorante serviti da un cameriere diversamente simpatico, e lasciamo nel primo pomeriggio un parcheggio affollatissimo.
Ci dirigiamo in bello stile verso Augsburg, godendoci le belle strade della Baviera e attraversando pittoreschi villaggi di campagna (…usciti dal libro della favole di quand'ero ecc.).
Immancabili i prati curatissimi, l'aria tersa e olezzante di campagna, alberi della cuccagna che chissà a cosa servono, mucche, cavalli e tutto un repertorio bucolico davvero bellissimo, che non ti aspetti a pochi chilometri da una grande città.
Attenzione però: se siete una persona ansiosa come lo sono io, fate il pieno appena vedete un distributore.
Quello bavarese è un popolo splendido, cortese ed accogliente, forse escluso il cameriere di cui sopra, ma è anche un popolo tirchio in fatto di stazioni di servizio.
Ce ne sono pochissime e quelle poche sono sempre piene di gente.
Arrivati ad Augusta troviamo subito l'albergo; un ragazzone altro forse tre metri e dotato di guance porporate ci da le chiavi di una bella, spaziosa… E rovente "camera a microonde", dove a causa del caldo sarebbero potute proliferare anaconde e baobab.
Partiamo subito per un giretto in centro, cercando un posto carino dove placare l'arsura che ci rode la gola.
In un bar nella bella ed assolata piazza centrale troviamo il meritato ristoro alle papille: il mio tedesco fa progressi incoraggianti e così dico "spritz bitte" come fossi un madrelingua.
Poi, verso le 18, la sorpresa: ein zwei trei, si raccolgono le sedie e, "gute nacht musikanten" (buona notte ai suonatori…) chiudono tutto.
Ma tutto davvero.
Non ci facciamo sconfortare, la proverbiale tenacia romagnola reagisce alle avversità ed un grido si alza: "Andiamo a mangiare!"
"Alle scei e un quarto?"
"Sci!".
Alla ricerca della Romantic Strasse
Dopo una notte trascorsa a boccheggiare come tinche nella camera a microonde, lasciamo il sudario e ci lanciamo verso Monaco, città grande e ordinata il cui centro raggiungiamo senza difficoltà.
Poi però non riusciamo a parcheggiare la moto.
Non esistono parcheggi adibiti alle moto e letteralmente non si capisce dove lasciarla senza correre rischi con la polizei.
Imbocchiamo un parcheggio pubblico a pagamento per auto, ma veniamo fermati all'ingresso perché motorrad verbotten.
Gira e gira, finiamo con arenarci davanti ad un hotel.
Esce il portiere e tenta allontanarci: ci guardiamo negli occhi, mi dichiaro disposto a pagare qualsiasi cifra pur di fermarmi, lui sorride un po', chiedo se ha qualche idea, lui sorride un po' di più e tentenna, allargo le braccia… insomma gli allungo 10 euro e lui si dichiara disposto a tenere d'occhio la moto fino alle ore 16.
Il centro di Monaco è bellissimo e vivace, passeggiarvi è un grande piacere.
Memorabile la biergarden ove abbiamo pranzato: una vera goduria.
Locale d'epoca, personale in costume efficientissimo e cortese, mangiata robusta, birrette, strudel e il conto: pochi soldi rispetto alle attese.
Boccheggio per un po' seduto in disparte in un tranquillo giardinetto nei pressi della bella e sobria Cattedrale di Nostra Signora, quando arrivano sei-otto italiani urlanti con bambini ancora più urlanti che, nonostante vi sia spazio a sufficienza per duemila persone, parcheggiano i girelli sui miei piedi e quasi mi spintonano via.
A timpani sfondati tutti i presenti lasciano la posizione sospirando.
Ore 15.45 torniamo ad Augusta un po' dispiaciuti di lasciare Monaco.
Nuvole e prime gocce di pioggia: comincia il lato B della vacanza.
Alla ricerca della Romantic Strasse
Sveglia e cielo di piombo.
Colazione e piove.
Da Augsburg a Rothenburg ob der Tauer: 180 km sotto l'acqua.
Silenzio e pioggia.
Attraversiamo boschi nerissimi e bagnati, freddi e spaventevoli.
Chissà perché ma penso alle legioni romane quassù, un servizio militare di vent'anni, tribù indomabili, chissà perché penso a 'ste cose mentre andiamo sempre più piano perché si vede male, perché c'è pericolo.
L'insegna di un vallo romano, disegnata come una palizzata con torrette di guardia, e poi di nuovo boschi nerissimi.
Era il limes, il confine, il tracciato che segnava la distinzione fra il mondo conosciuto da quello sconosciuto e pericoloso.
Ricorderete le scene iniziali del gladiatore e "scatenate l'inferno" come dice anche Guido Meda! Chissà perché mi sono infilato in questi pensieri?
D'un tratto smette di piovere, asfalto asciutto, evviva si accelera, tutto molto meglio, e mi ritrovo persino a canticchiare.
I tedeschi sono disciplinati alla guida, e questo mi rende tranquillo.
Eccoci a Rothenburg.
Che è un incanto.
Piove di nuovo, ma chi se ne frega?
La locanda dove alloggiamo potrebbe essere descritta dai fratelli Grimm. Il proprietario ci saluta rapidamente, non ci chiede nemmeno chi siamo, ci da la chiave e, voilà, sparisce per sempre, una specie di Houdini turistico.
A spasso per il paese mi scordo di tutta la pioggia e ammutolisco.
E' un incanto in ogni angolo.
Pare che sia ricostruito, che non sia genuinamente originale, pare che sia stato fatto per i turisti eccetera eccetera… Ma chi se ne frega!
Da non perdere il negozio di addobbi natalizi: è così coinvolgente che ti vien voglia di mangiare lo zucchero filato e poi correre in camera ad aspettare Babbo Natale.
Alla ricerca della Romantic Strasse
Chiudi
Ultimo giro per Rothenburg e poi si torna pian pianino ad Augusta per fare un pomeriggio di riposo e prendere lo slancio per tornare all'indomani.
Appena parcheggiata la moto acqua a catinelle.
Allo stesso albergo lo stesso ragazzone con le stesse guance color ciliegia ci da una seconda camera sempre a microonde ma sono così stanco che me la dormo già alle dieci di sera, dopo aver fatto conoscenza con una buona acquavite locale, la Zwetchenwasser, la cui pronuncia mi tiene occupato per un paio d'orette.
La mattina dopo "scatta" il rientro.
Per non farci mancare niente c'è nebbia, poi appena imboccata l'autostrada del Brennero coda per circa 50 chilometri.
Perfetto!
Allora usciamo a Bolzano e torniamo per strada "normale".
Sempre diritti senza sosta, né mangiare né bere, un secondo pieno e via.
Totale dieci ore di cui le ultime tre sotto una pioggia a secchiate.
Arriviamo ridendo istericamente alle sei di pomeriggio, giusto in tempo per un thè…
E così, mentre vanno le lavatrici, asciugo la moto pensando a dove andare l'anno venturo.
Alla ricerca della Romantic Strasse
Chiudi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV