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L'amicizia oltre i confini

di Riccardo Matesic il 08/05/2014 in Francia

Mettere il naso all'estero è un'opportunità che arricchisce, sotto tutti i punti di vista. Da un po' di tempo mi divido fra Italia e Francia, come in molti sanno. E... questa è la cronaca del giro in moto in Auvergne del 1° maggio!

L'amicizia oltre i confini
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1° maggio 2014 a Clermont-Ferrand. Sveglia alle 7. Abbiamo in programma un'uscita in moto. Insieme a quelli di Easy Rider. Bel tempo, appena fresco. Quando arriviamo all'appuntamento, sul piazzale dove abitualmente si fanno gli esercizi di guida, ci sono già decine di moto. E altre ne arrivano in continuazione.
Due chiacchiere, un saluto alle persone con cui già ci si conosce, e via con il gruppo dei viola. Ci "tira" il giovane Thibault, che ha l'itinerario attaccato sulla schiena, in modo che la sorella, seduta dietro, possa leggerglielo, strada facendo.
Il ritmo non è così blando come avremmo previsto, ma agli incroci si aspettano sempre i ritardatari. Siamo saliti di quota; ora il cielo si è coperto, e ogni tanto gocciola. Ci si ferma in un bar per un caffè, e il gruppo siede all'aperto; perché per i francesi questo non è freddo!
Quando si riparte tutto scorre, anche nel mio inedito ruolo di "sac à sable", zavorrino. 100 chili di passeggero su una moto guidata da una ragazza che non raggiunge i 50 chili.
Qualcuno le chiede incredulo: "Guidi tu perché lui non ha la patente?". Oppure: "Riesci a guidare con quel peso dietro?".
Ebbene si, la strana coppia funziona, e io mi gusto il paesaggio, la natura e i rapaci in volo su di noi, senza l'ansia di dover tenere d'occhio la strada.
Apprezzo particolarmente l'arrivo al lago artificiale (Retenue de Fade Besserve) incastonato fra le montagne. E resto a bocca aperta quando passiamo sotto un ponte ferroviario altissimo, costruito ai primi del Novecento. La linea è in disuso dal 2007, sospesa per ragioni di sicurezza. Peccato. Avrei fatto carte false per prendere quel trenino diesel di montagna.

Il sorriso si spegne sulla mia bocca quando, d'improvviso, arriva la pioggia; forte e fredda. Impermeabili per tutti e si riparte, con il gruppo che non sembra minimamente turbato. Qui il temporale è considerato una tassa dovuta al giro in moto. Quando arriviamo al ristorante, stendiamo gli abiti zuppi e ci accomodiamo nelle sale a noi riservate. Sui tavoli c'è già un aperitivo dolce: crema di Cassis, genziana, vino rosso. Buonissimo. A me sembra poco alcolico, ma mi avvisano di non confidare troppo nelle mie sensazioni...

D'un tratto m'accorgo che il mio vicino di tavolo è al secondo aperitivo. Glielo faccio notare, e lui orgogliosamente mi risponde che "no, è il terzo". Perché qui in Auvergne, si dice che i primi due servono a equilibrare gli stivali, poi si comincia a bere. Da lì in poi siamo amici, e si ride, tanto. Fra una battuta e l'altra però, l'occasione è buona per approfondire la reciproca conoscenza.

Lui è un artigiano, lavora i tetti in ardesia in tutta la regione. Conosce bene la zona, le sue tradizioni, il tessuto sociale. Si parla di tutto. E il dialogo si allarga anche agli altri. La sensazione è di essere ben inseriti nel gruppo. Mostro attraverso Google la mia casa di Velletri, l'oliveto e la vigna. Si ripromettono di venire a trovarmi il prossimo anno, in moto.
Mi alzo, e vado a fare qualche foto in giro. Incontro Alain, il boss di Easy Rider. Ma quanti siamo oggi, chiedo? "80 moto, 110 persone. In passato eravamo arrivati anche a 200 moto, ma era un problema gestirle. Così siamo tornati a questo numero, più fisiologico".
Già, è difficile muovere tante moto assieme. "Ho sempre paura che ci sia qualche incidente -dice Alain-. Oggi fortunatamente piove. Ed è meglio, perché le persone sono più prudenti".
Fate solo questa uscita nell'arco dell'anno? "Ora si. In passato ne facevamo quattro, ma oggi, visto che facciamo anche gli stage di avvicinamento alla pista, abbiamo scelto di tenerci qualche fine settimana per noi, per andarcene a spasso in moto liberi". Il tempo è migliorato di nuovo, con la consueta variabilità bizzosa di questa zona. Ancora 40 km di curve, per tornare alla base di partenza. Qui Alain tira fuori i resoconti delle squadre, compilati dai capigruppo. Una sorta di concorso a premi scherzoso.
Si dovrebbe proclamare un vincitore, e per questo servirà un'ulteriore prova: tiro alla fune o gara d'abilità in moto? Ancora un po' di due ruote, grazie! Ed ecco Alain tirare fuori dal furgone una moto da trial.
Una minizona, con ostacoli alla portata di tutti, ed eccoci pronti. Il primo, coinvolto da me un po' a tradimento, è proprio Thibault, la nostra guida. Supera la prova più che brillantemente. Ci sa andare in moto il ragazzo.
Poi Alain annuncia al pubblico che un amico italiano, venuto appositamente per cimentarsi con il Trial, un giornalista, avrebbe affrontato la prova. Mi porge la moto accesa, mi spiega che devo usare la seconda, perché la prima sarebbe troppo corta. Sento il silenzio intorno a me, parto. Ce la faccio, anche se di fuoristrada non capisco un'acca. Due giri. Tutti battono le mani. Poi proveranno anche gli altri, compresa Annalisa. Qualcuno cadrà, qualcun altro ritenterà. Tutti, invariabilmente, belli e brutti, bravi (e ce ne sono) e incapaci (e ce ne sono anche di questi), si prenderanno la loro dose di applausi.
La moto da Trial è un pretesto per divertirsi insieme, mentre si dà fondo alle cassette di panaché (birra e limonata dolce) portate da quelli dell'autoscuola.
"Oggi vincono tutti -mi dice Alain sorridendo-. Non è importante la finta competizione fra le squadre". È visibilmente contento. "Alla fine della giornata sono finalmente tranquillo anche io, che vivo sempre in tensione".
I motociclisti iniziano a sfilare. Salutano con il clacson, qualcuno con un paio di sgassate. Mi accorgo che abbiamo tutti il sorriso stampato in volto. Ci fermiamo a chiacchierare ancora un po' con degli attivisti della FFMC, la Federazione Francese dei Motards en Colère. Ci si confronta, ci si racconta le esperienze. Mi invitano per il 21 giugno, quando organizzeranno una giornata per portare in moto i bambini malati di un ospedale della zona. "Se vieni però devi trovarti una moto, perché possono venire solo persone che abbiano un posto dietro da offrire. Niente turisti in coppia".
E così ora sto già pensando a come organizzarmi per tornare con la moto. Grazie amici, è stata una giornata splendida!

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