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Equipaggiamento

Pirelli Diablo Corsa

il 31/03/2003 in Equipaggiamento

A pochi mesi dalla presentazione del Diablo, la Casa ne ha messo a punto l’attesa versione Corsa: il nuovo nato inaugura nel settore moto una nuova destinazione d’uso e l’applicazione della tecnologia MIRS



Il Diablo Corsa è stato concepito per rappresentare un nuovo segmento, denominato Racing & Street, destinato alle motociclette più performanti e alla clientela che alterna l’uso quotidiano a puntate in pista più o meno frequenti. E se il Diablo “standard” è stato realizzato per un utilizzo per il 90% stradale, la versione Corsa è concepita per un utilizzo molto più spinto, con un impiego in pista al 50%. Questo per andare incontro alle esigenze dell’appassionato che non può permettersi di destinare la sua moto per un utilizzo esclusivamente racing, né accetta di utilizzare pneumatici, anche omologati, che mal sopportano l’impiego stradale continuato. E, magari, desidera decidere all’ultimo minuto se recarsi in pista per un turno di prove…

Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di offrire un pneumatico di elevatissime prestazioni e di uso così polivalente, Pirelli ha messo a punto un innovativo metodo di produzione, che dal punto di vista tecnologico segna davvero un “gradino evolutivo” nella tecnologia costruttiva e differenzia in modo sensibile il nuovo Diablo Corsa dal resto della gamma. Il sistema MIRS (Modular Integrated Robotized System) prevede infatti la costruzione del battistrada rivestendo la carcassa in acciaio a 0° (anch’essa rivista) con una serie di piccoli segmenti trasversali di gomma, che fungono da base per la messa “in opera” del battistrada vero e proprio.



Quest’ultimo viene “creato” e modellato direttamente sul pneumatico, iniettando e stendendo la gomma dirattamente sulla superficie. Il risultato è un pneumatico senza giunzioni che, inoltre, non deve sottostare ai compromessi di disegno della sezione inevitabili con l’impiego della tradizionale striscia di gomma arrotolata sulla crcassa, e garantisce un’uniformità di distribuzione del materiale che riduce a valori trascurabili lo sbilanciamento del pneumatico. Questo ha permesso di ottimizzare le caratteristiche di curvatura trasversale dei pneumatici posteriori da 190/50, rendendo non necessaria la sostituzione con la misura di 180/55 spesso attuata dagli appassionati in occasione della “calcate” in circuito.
Questo ha permesso anche la realizzazione di un tallone differente, che collabora a definire la rigidità del fianco e, aspetto molto importante per l’appassionato, di utilizzare una mescola inedita, in grado di garantire un tempo di riscaldamento molto breve e un’aderenza ottimale in un campo di temperature molto ampio. Il disegno del battistrada segue ovviamente la filosofia del Diablo standard, ma nella versione Corsa gli intagli sono più spaziati e stretti, per offrire più “ciccia” a terra nei rettilinei ad alta velocità e nelle pieghe estreme, continuando a garantire un elevato effetto drenante nelle curve sul bagnato.



L’obiettivo finale di questo lavoro di ricerca, sviluppo e testing era quello di offrire un pneumatico stradale in grado di offrire tutte quelle caratteristiche ricercate dall’utente sportivo: precisione negli inserimenti in curva anche nelle staccate al limite, controllo ottimale della trazione anche nelle accelerazioni più violente, e in generale un’estrema predictability, cioè la capacità di fornire un comportamento prevdibile e di comunicare al pilota sempre ed esattamente ciò che sta avvenendo tra gomma e asfalto



In effetti il nostro test in pista (una quarantina di giri circa) con motociclette diverse ha confermato in pieno le dichiarazioni della Casa: meno rapido e reattivo del Dragon Supercorsa, il Diablo Corsa offre comunque un’ottima maneggevolezza unita a una sensazione di appoggio e a una precisione direzionale assoluatamente eccezionali per una copertura stradale: anche moto con avantreni universalmente riconosciuti come “sensibili”, e a volte impegnativi da gestire in situazioni limite (Honda CBR 900 RR, Yamaha YZF R1), hanno mostrato una decisa attenuazione dei fenomeni di nervosismo: rispetto al precedente Dragon, ha guadagnato in agilità senza peggiorare le caratteristiche di stabilità e precisione. Altre moto più neutre e meno reattive hano messo in luce non solo un comportamento generale di estrema coerenza (che è poi l’elemento indispensabile quando si calcano le piste), ma anche una costanza di rendimento davvero straordinario per una gomma che, non dimentichiamolo, è pensata e omologata per essere usata tutti i giorni, e anche con un occhio di riguardo all’impiego sotto la pioggia: anche dopo venti giri allo spasimo il quadro complessivo delle prestazioni (direzionalità in curva, stabilità in frenata, aderenza in accelerazione) è rimasto assolutamente soddisfacente. Questo grazie anche all’ottimo lavoro svolto dalla carcassa, che ha determinato un’usura del battistrada estremamente omogenea, senza deformazioni a “dente di sega” dei pani di gomma.

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