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Antifurto moto: i bloccadisco, PREGI E DIFFETTI

Alfredo Verdicchio il 15/06/2018 in Accessori

Quello dell'antifurto è un grosso dilemma per tutti i motociclisti, ma anche per gli scooteristi: quale scegliere? Tra di loro ci sono i bloccadisco: analizziamo nel dettaglio i loro pregi e i difetti

Antifurto moto: i bloccadisco, PREGI E DIFFETTI
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Le moto, ma anche gli scooter per tanti sono una passione, per altrettanti una pura esigenza, per molti ancora entrambe le cose. Qualunque sia il sentimento che vi spinge ad averne una (o uno) nel box, un fattore accomuna i tre schieramenti: le moto e gli scooter sono una bella spesa.

Costa comprarli, costa assicurarli (e in questo senso stanno nascendo nuove soluzioni) costa mantenerli, quindi vanno protetti perché se c’è una cosa che ferisce nel profondo è uscire di casa, dall’ufficio, dal pub e da qualsiasi altro posto, e non vedere più il proprio mezzo dove lo avevate parcheggiato. Non è come quando vi rubano in casa, ma poco ci manca. Ed eccoci qui a parlare di un’ennesima spesa solitamente trascurata ma doverosa, quella per l’antifurto.

Di antifurti per moto ce ne sono di diversi tipologie, dalla classica catena ad anelli in acciaio a quella a tubo (con fili d’acciaio all’interno), passando poi per i lucchetti a U (una piccola rivoluzione ai tempi, perché ti permettevano di infilarli ovunque e di trasportarli comodamente) fino ai bloccadisco, ormai disponibili in ogni forma e dimensione. Senza contare il supporto della tecnologia sempre più presente nelle nostre vite e nei nostri smartphone sempre più connessi a moto e scooter.

Ed è proprio sui bloccadisco che oggi vogliamo concentrarci, soluzione che permette di spaziare da poche decine di euro fino a superare ampiamente lo scoglio dei “100”. Un range di spesa piuttosto ampio che dà la libertà di fare la propria scelta in base alle proprie tasche, cercando di non buttare via i soldi, ma senza nemmeno lesinare troppo, perché come dice il detto “chi più spende, meno spende”. E come spesso accade con i detti... è vero! 

Bloccadisco: tutti i pro e contro


Come per tutti le tipologie di antifurto, anche quello del bloccadisco porta con sé vantaggi e svantaggi. Per quanto riguarda i primi, i bloccadisco sono la soluzione più pratica perché solitamente di dimensioni e peso contenuti (li si può portare nello zaino, riporli nel sottosella o, alla peggio, ancorarlo al passante del jeans, come si faceva 20 anni fa e più), facili da maneggiare e intuitivi da utilizzare: s’infila l’apposita chiave, si sblocca il perno d’acciaio (più è grosso e più offre resistenza alla rottura), poi si fa passare il disco freno per la fessura/tra le mascelle e si blocca il piolino. E il gioco è fatto: la moto ora ha il suo bel blocco d’acciaio che ne blocca la circolazione/il movimento.

I contro, invece, si possono riassumere in due punti: il primo è relativo alla dimensione del perno che non è mai di grosse dimensioni – più il diametro è contenuto più è facile che ceda alla prima manomissione – mentre il secondo è legato alla specificità del bloccadisco, che non dà la possibilità di ancorare la propria moto o il proprio scooter a un elemento fisso a terra, come ad esempio un palo della luce: questo rende il proprio mezzo vulnerabile al furto perché il mezzo può essere sollevato. È il prezzo che si paga se la praticità è uno dei valori principi nella scelta dell’antifurto, qualità che solitamente va per la maggiore quando l’arco temporale è relativo alla quotidianità, al continuo sali-scendi dal mezzo; al contrario se invece si è nel caso di un viaggio, dove la disponibilità di spazio permette di portarsi dietro anche antifurti più voluminosi e pesanti, come maxi catene o lucchetti a U formato gigante.

Conclusioni

Quindi, dopo tutto questo scrivere? Diciamo che, dopo aver valutato se il bloccadisco è il tipo di antifurto che si vuole adottare, il diametro del perno è sicuramente il primo fattore da prendere in considerazione per valutare quale acquistare: come abbiamo scritto sopra, più è grosso meglio è.

Subito dopo da valutare è anche il materiale con cui è realizzato l’antifurto. Sia il perno sia il corpo sono fatti in acciaio, ma c’è acciaio e acciaio ed è per questo che il prezzo può variare di tanto: si va da quello economico a strutture in leghe composite, con corpi anche ricavati dal pieno, in grado di resistere alla meglio agli attacchi classici così come agli agenti chimici in grado di destabilizzare la struttura, come l’azoto. Un’ulteriore elemento da valutare è la tipologia di serratura: può essere con la chiave classica (la più facile da scassinare), a bussero (quella dei lucchetti a U, che poi si è scoperto scassinabile con una semplice biro Bic) o con disegno particolare a superficie cifrata (quelle con incisioni sulla superficie, per darvi un’idea) che, sulla carta, sono quelle che danno più filo da torcere.

E non finisce qui, perché con la tecnologia sono nati anche le versioni dotate di allarme sonoro che scatta quando il sistema percepisce uno spostamento del mezzo tramite un sensore di movimento interno, fino ad arrivare alla presenza contemporanea di allarme sonoro e invio di SMS sul proprio smartphone che avvisa del possibile furto o manomissione della serratura.

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