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Yamaha YZF-R1: la nuova frontiera

di Andrea Padovani il 03/11/2014 in Moto & Scooter

La Yamaha presenta la YZF-R1, la quattro cilindri con cui darà battaglia nel settore delle maxisportive. Tutta nuova nel motore e nel telaio, sfodera un'elettronica da MotoGP ed è disponibile anche in versione pronto gara

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Diciasette anni. Tanto è trascorso dalla presentazione della prima YZF-R1, moto che per molti versi rivoluzionò il settore delle maxi sportive. In base alle prime informazioni tecniche diramate dalla casa, la nuova R1 dovrebbe essere altrettanto innovativa e divenire quindi un serio problema per la diretta concorrenza. La quattro cilindri Yamaha, infatti, non condivide un solo bullone con la precedente versione, pur riprendendo alcuni concetti tradizionalmente legati alla sportiva giapponese: stiamo parlando ad esempio del propulsore dotato di albero motore a "croce" e del telaio Deltabox. Il risultato? Eclatante: una potenza di ben 200 CV, un peso a secco di 179 kg e una quantità di elettronica da far invidia alla M1 di Valentino Rossi.
Come accennato, il quattro cilindri sfrutta un inedito albero motore che però mantiene le manovelle sfalsate di 90° che determinano una sequenza degli scoppi cosiddetta "irregolare" (270°-180°-90°-180°) a tutto vantaggio del feeling con il comando del gas. Nuovi anche le bielle (in titanio e realizzate per frattura) e i pistoni forgiati in alluminio; cambiano anche i relativi valori di alesaggio e corsa (79,0x50,9 mm). Più in generale, tutta la testata della R1 è stata riprogettata, prevendendo condotti di aspirazione e scarico più efficienti e valvole più grandi (con angolo incluso minore per contenere e ottimizzare le dimensioni della camera di scoppio), ora comandate da bilancieri a dito e non più direttamente dagli eccentrici degli alberi a camme. Inevitabilmente, anche tutto il sistema di alimentazione è stato rivisto: l'airbox è più grande del 23% (rimangono i cornetti ad altezza variabile YCC-I, Yamaha Chip Controlled Intake) mentre i quattro iniettori " bassi" sono ora a 12 ugelli bidirezionali. Questi lavorano abbinati a quattro iniettori secondari posti sopra i cornetti che entrano in funzione ai regimi più elevati. Le valvole a farfalla sono invece gestite dal sistema YCC-T (Yamaha Chip Controlled Throttle).
Il quattro cilindri è fissato al telaio (un doppio trave diagonale Deltabox) solamente in quattro punti: rispetto alla versione precedente, l'interasse è più corto di 10 mm, il forcellone di 15. Invariati, invece, l'inclinazione del cannotto di sterzo e l'offset. Come sulla M1 MotoGP, l'air box respira attraverso una presa d'aria posta sul frontale il cui condotto attraversa la zona del cannotto. Tradizionali (e completamente regolabili) la forcella e la sospensione posteriore mentre vanno segnalati il serbatoio in alluminio, i cerchi in magnesio e la frenata assistita e combinata (ABS Unified Brake System).
Con l'ABS entriamo nell'universo "elettronica": la nuova YZF-R1 adotta una piattaforma inerziale (IMU) a 6 assi che sfrutta tre sensori giroscopi - che misurano rollio, beccheggio e imbardata - e tre sensori di gravita che trasmettono dati sull'accelerazione longitudinale, trasversale e verticale. In base a queste informazioni, con una frequenza di 125 volte al secondo, l'IMU è in grado di stabilire la posizione ed il comportamento della moto. I dati sono trasmessi attraverso un sistema CAN (Controller Area Network) alla centralina ECU, che esegue calcoli in tempo reale e regola passo passo l'elettronica della moto (intervenendo su alimentazione, posizione valvole a farfalla e accensione): stiamo parlando del controllo di trazione TCS (Traction Control System), del sistema che gestisce lo slittamento della ruota motrice (Slide control System), dell'antimpennata (Lift Control System, LIF), del launch control, del quick shift e dei 4 riding mode.
Ma non è tutto. Per i piloti impegnati nelle competizioni e per gli amatori più esigenti, sarà disponibile una R1 Special Edition, battezzata YZF-R1M, ancor più ricca e sofisticata: nella dotazione spiccano le sospensioni elettroniche attive Öhlins, battezzate Electronic Racing Suspension (ERS). Queste dialogano costantemente con l'IMU a 6 assi che regola elettricamente e in modo continuo i freni idraulici in funzione delle condizioni di guida. Ma non è tutto: la R1M sarà dotata anche del Communication Control Unit (CCU), una sorta di acquisizione dati wireless, della carenatura in carbonio e di pneumatici sviluppati ad hoc dalla Bridgestone (posteriormente nella misura 200/55 al posto di quella standard 190/55).

 

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