Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

Civ

Yamaha R125 Cup: il diario di Marco/2

di Marco Menerini il 28/05/2009 in Civ

Continua l'avventura di Marco Menerini nel trofeo Yamaha, dopo la prima prova a Pomposa il nostro pilota ci racconta la sua seconda gara sulla pista di Castelletto di Branduzzo

Yamaha R125 Cup: il diario di Marco/2
Chiudi
Iniziamo dai fatti positivi: rispetto alla prima gara della stagione di Pomposa, il viaggio fino a Castelletto di Branduzzo, per la seconda prova del "mio" Yamaha R125 Cup, è stato breve e decisamente più rilassante. Il sabato il cielo era coperto, ma non minacciava minimamente di piovere. Arrivati in pista, io e mio padre Oscar ci siamo guardati intono, era vuoto; poi appena arrivato Andrea Padovani, il mio 'tutor' per le gare, abbiamo scoperto che c'era un intero mondo poco più in là, dietro a un sottopassaggio, dove si trovava il paddock vero e proprio.

Due minuti e abbiamo montato il gazebo. In quegli istanti cominciavo a sentirmi un vero pilota con una tenda privata e la moto sui cavalletti. Ma sinceramente a me importava, come sempre, soltanto entrare in pista e correre.
Questa volta poi mi sentivo super ufficiale avevo le termocoperte per la moto. Quel giorno abbiamo prenotato tre turni di prove libere al mattino, due riservati alla R125 Cup e uno libero per tutti i trofei.
Vestito io e svestite le ruote della moto, sono entrato in pista; non ero per niente spaventato ne agitato, semmai… ero eccitato.

Del resto la pista l'avevo già conosciuta qualche settimana prima, il primo Maggio, quando la Malossi aveva organizzato una giornata di prove; conoscevo le curve, le traiettorie e purtroppo… conoscevo anche il suo asfalto. Grazie alle termocoperte non ho dovuto fare i primi giri per riscaldare le gomme; così sono partito subito al massimo.
La pista di Castelletto di Branduzzo mi ispirava particolarmente, soprattutto per la sua conformazione, un po' meno per le ondulazioni del suo asfalto. Quella mattina ero stranamente felice e sorridevo nel casco mentre facevo le curve bello piegato: pensavo… "Ho trovato uno sport che fa per me, uno in cui riesco e che mi piace".
Io e la Yamaha R125, grazie al tempo trascorso insieme in pista, ci eravamo finalmente "fidanzati" e questo mi ha fatto notare che la confidenza con la propria moto è essenziale per tirare giù secondi preziosi.
Nel pomeriggio mi sono preparato per il primo turno di prove cronometrate, come tutti gli altri ragazzi del trofeo. Entrato in pista ho subito aperto il gas, intorno a me c'erano i miei rivali. Anche se mettevo tutto me stesso nei giri in pista, c'era sempre qualcuno di quelli bravi che mi staccava un… pochino. Dopo parecchi giri… eccola, la fatidica bandiera rossa; aspettando i risultati sono riuscito a cambiarmi e, poi, preso il foglio dei tempi mi son detto: "Non male Marco, sei comunque nel mezzo del gruppo, undicesimo".
Yamaha R125 Cup: il diario di Marco/2
Da quando lasciavo il paddock a quando mi addormentavo in hotel, pensavo alla gara del giorno dopo, a quanto sarebbe stata divertente, paurosa, pericolosa, difficile, affaticante, snervante ma soprattutto… eccitante. La domenica mattina eccomi li alle nove meno dieci al briefing della Scuola Motociclistica Italiana, poi pausa fino alle dieci e mezza per secondo turno di prove cronometrate.
Entro in pista e subito gas aperto; su consiglio del mio tutor ho cercato un "riferimento" cui incollarmi, uno dei piloti che ha fatto un tempo migliore del mio. Sinceramente mi annoiavo sul rettilineo con il gas quasi chiuso ad aspettare qualcuno, ma poi eccone uno, cerco di stagli dietro, ma è uno di quelli veloci. Dopo un giro o due mi ha già staccato di parecchio. Uscito di pista, guardo i risultati, non è cambiato molto, sono sempre nella stessa posizione. Spogliato della tuta mi sono messo ad aspettare, ma la prima manche è ancora lontana. Mangio qualcosa e la tensione aumenta, chissà come andrà a finire.
L'acqua che bevo è a 20 gradi, l'acqua della moto da poco accesa 50 gradi, le gomme sotto le termocoperte 80 gradi e io misuravo oltre i 100°… aiuto!
Gara 1
La prima manche è arrivata, devo entrare, tutta tensione, niente adrenalina.
Siamo tutti schierati, il direttore di gara ci dà bandiera verde, facciamo il giro di ricognizione e poi ancora schierati. Tutti bassi sul serbatoio, il motore su di giri, occhi fissi sul semaforo; tanta tensione e poi ecco che si spegne il semaforo.
"Scatenate l'inferno….."
La tensione scompare completamente, l'adrenalina si alza alle stelle e mi fa aprire al gas fino quasi a romperlo. Riesco a superare quello accanto a me, forse perché non è riuscito a fare una partenza buona. Prima curva, la più impiccata, sono quasi certo che qualcuno si farà male, invece fila tutto liscio, riesco a guadagnare posizioni su posizioni.
L'adrenalina è ancora tantissima e mi permette di non rallentare mai. Tiro come un matto per tutta la gara e mi assesto dietro al gruppo dei primi, seguito da una manciata di piloti.
Ultimo giro, mi giro a destra e non vedo nessuno, allora decido di fare la curva in modo da uscire veloce e lì… disastro; arriva un pilota all'interno e mi supera, io sono costretto a rallentare e già li la rabbia superava la sorpresa; dovevo girarmi anche a sinistra! Cerco di riprenderlo ma lui stringe le curve e non ho modo di sorpassarlo; sta per finire l'ultimo giro provo l'ultimo tentativo ma sono costretto a rallentare, preferisco arrivare al traguardo in quella posizione piuttosto di rischiare e perderne molte altre.
Fatto il giro di rallentamento mi dirigo alla mia tenda; nella mia mente penso che comunque sia non è andata tanto male, più tardi scopro che sono arrivato settimo nella classifica generale e secondo in quella dei rookie e questo mi lascia contento.
Aspettando la seconda manche decido di mangiare qualcosa di dolce che mi dia energia guardo la mia moto. La prossima manche è vicina e la tensione si rifà viva, meno di prima, ma comunque palpabile. Mi vesto, mi tolgo l'ipod dalle orecchie e salgo sulla moto… si ricomincia.
Gara 2
La tensione è magicamente sparita, sono solo concentrato. Entro in pista e dopo il giro di ricognizione mi schiero insieme ai miei compagni del trofeo sulla griglia di partenza. Il semaforo si accende, sento l'adrenalina che comincia a salire.
Arrivo alla prima curva in un soffio e vengo spinto fuori dal gruppo, perdo molte posizioni, ma non mi preoccupo… il bello è superare e io sono qua per divertirmi.
Davanti a me c'è una fila di cinque piloti dopo il primo giro; così incomincio la scalata. Quasi tutti hanno lo stesso ritmo e prendono le stesse traiettorie giro dopo giro. Supero il primo all'esterno sul curvone grande e il secondo all'interno nello stesso curvone nel giro successivo. Il terzo lo sorpasso sul rettilineo grazie alla scia e anche al mio peso. Il quarto lo supero il giro successivo, in staccata infondo al rettilineo. L'ultimo lo supero due giri dopo, arrivando all'interno e bloccandogli la traiettoria. Nel giro successivo c'è la bandiera a scacchi. La fatica è finita! Sono contento di me stesso, non pensavo che ci sarei riuscito ma, a quanto pare, ce l'ho fatta, ho lottato e superato…
Faccio il giro per uscire dalla pista ridendo nel casco, anche se so che comunque non sono in una posizione bellissima ma mi accontento: dodicesimo. Chissà come sarà la prossima gara, spero bella come questa e più ricca di sorprese; ma soprattutto spero sia ancor più… eccitante.
Yamaha R125 Cup: il diario di Marco/2
Chiudi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV