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Cannonball Trophy 2016, prima e unica

il 25/10/2016 in Attualità

Un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all'ultimo minuto. Ecco l'essenza della prima e unica Cannonball Trophy che ha visto protagonisti 25 biker di tutte le età che con le loro moto hanno attraversato la Penisola partendo dalla campagna toscana, passando all’alto piano di Campo Imperatore attraversando l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo. Ecco com'è andata, il vincitore e... tutte le foto

Cannonball Trophy 2016, prima e unica
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Un uomo. Un sogno. 35 pionieri. Un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto. Un’unica certezza: la voglia di essere i numeri uno. Questi gli ingredienti, che facendo un’eco goliardica alla “corsa più pazza del mondo”, hanno unito per più di 1000 km 25 motociclisti chiamati a partecipare alla Cannonball Trophy dal poliedrico Dino Romano.

Una gita fuori porta a cui hanno partecipato uomini e donne dai ventotto ai sessantotto anni; con moto di tutte le marche come BMW, Ducati, Guzzi, Harley-Davidson, Royal Enfield, Triumph, Yamaha, senza limiti di data d’immatricolazione e cilindrata, con l’unica eccezione per quelle a carburatori che potevano essere raffreddate ad aria o a liquido a differenza delle moto a iniezione raffreddate solo ad aria.
La lancetta del tempo ha decretato Alessandro Motorè come primo arrivato che ha spartito con gli avversari la gloria di partecipare a un evento irripetibile che sarà la base e l’ispirazione di un libro iconico. Un volume che racconterà la passione per l’avventura, per la condivisione e per le sfaccettature di chi fa della moto una compagna di vita.
Una prova di resistenza psicologica e fisica, che ha visto i protagonisti di questa straordinaria esperienza di vita confrontarsi con i diversi tipi di manto stradale, sfidare le intemperie e gli sbalzi termici. Dalla campagna toscana all’alto piano di Campo Imperatore, sulla Futa, attraversando l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo e tornando indietro su un altro percorso, per una esperienza piena di emozioni e imprevisti. Tutti uniti da un patto di onestà e dall’impegno di doversi fotografare vicino al cartello stradale delle città toccate.

La Cannonball Trophy ha esaltato e fatto rivivere i sentimenti di libertà, di condivisione e autenticità con il piacere di “sporcarsi le mani” per costruire un sogno fatto di uomini e bulloni. Sono stati lasciati a casa belletti e lustrini per un’immersione old style tra pneumatici consumati, olio motore, cuscinetti scoppiati, freni usurati e l’imprescindibile volontà di giungere alla meta.

Dino Romano il vero motore di questa impresa, racconta: “Ho curato il mio sogno per anni. Volevo mettere insieme persone che sanno vivere l’aspetto più romantico e goliardico delle due ruote e finalmente la Cannonball Trophy è diventata realtà. La prima iniziativa del genere in Italia, rimarrà unica per sempre, per le persone che hanno partecipato, la sana leggerezza che ha accompagnato questi temerari e la consapevolezza di passare alla storia come i numeri uno in assoluto”.

Guarda le foto della Cannonball Trophy, clicca qui!

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