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Hyosung ST7 Classic

di Alfredo Verdicchio, foto di Marco Zamponi il 05/05/2011 in Moto & Scooter

L'abbiamo vista la prima volta nel 2009 al Salone del Motociclo di Milano. Oggi è una realtà, da toccare e soprattutto guidare. Il motore di 680 cc ha un'erogazione insolitamente appuntita

Hyosung ST7 Classic
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Ispirata alla più classica scuola custom del Far East, la Hyosung ST7 Classic sfoggia linee morbide e abbondanti, che riprendono gli stilemi delle auto americane Anni 50 e 60, insieme a un uso esasperato delle cromature, esercizio di stile tanto amato nei Paesi asiatici, un po' meno "digerito" dal motociclista europeo.

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Il tutto è poi arricchito con altri cliché come l'ampissimo manubrio a corna di bue, la coppia di scarichi sovrapposti che corrono lungo tutta la moto, la strumentazione minimal sul serbatoio, la trasmissione finale a cinghia, i pneumatici "oversize" a riempire gli abbondanti parafanghi e, a chiudere, i due cuscini ben imbottiti per il pilota e il passeggero.
Insomma, la ST7 Classic non si fa mancare proprio nulla, anzi, in un impeto di modernità, abbandona i cerchi a raggi in favore di ruote in alluminio lucidato, davvero belle e ben realizzate.
Hyosung ST7 Classic
In verità, di moderno sulla cruiser coreana c'è anche il motore, un bicilindrico raffreddato a liquido e a iniezione elettronica derivato da quello montato sulla "sorella" GV650 Aquila.
Da questo si differenzia per la cilindrata, cresciuta a 680 cc, e per i 17 CV in meno dichiarati, una "mancanza" avvertibile sin dalla prima apertura di gas. La ST7, infatti, ai bassi regimi non ha quella spinta che ci saremmo aspettati e, giusto per darvi un'idea concreta, sino ai 60 km/h si apprezza più la linearità d'erogazione che i muscoli messi a disposizione.
Dagli ottanta in su, invece, il motore si sveglia dal torpore e inizia a spingere con verve, portando la ST7 a toccare punte velocistiche superiori a quelle di molte sue concorrenti dirette. Di certo un'erogazione così appuntita si apprezza sui tratti più veloci - ottima la stabilità di marcia -, un po' meno nel misto dove per tener su di giri il twin, bisogna ricorrere spesso al cambio, dagli innesti precisi ma non sempre fluidi.
Tra una curva e l'altra, la ST7 sfoggia in compenso una ciclistica molto equilibrata, con un avantreno svelto nei cambi di direzione e anche preciso e rassicurante nel disegnare le traiettorie scelte. Le sospensioni soffrono invece sullo sconnesso, specie la coppia di ammortizzatori che, soprattutto col passeggero, filtrano davvero poco. Non va oltre la sufficienza invece l'impianto frenante, poco energico all'avantreno, tendente al bloccaggio al posteriore.
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