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Triumph Street Triple R

di Riccardo Capacchione il 16/09/2008 in Moto & Scooter

La piccola naked inglese è leggera, maneggevole e con un motore potente e sfruttabile, ma le sue sospensioni sono poco efficienti per la guida sportiva. Problema risolto e smanettoni accontentati con la versione R, già dai concessionari a 8690 euro c.i.m.

Triumph Street Triple R
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Isola di Man – La Triumph ha scelto il governatorato inglese dell'isola di Man come location per la presentazione della Street Triple R, la versione più sportiva della media naked inglese che si differenzia unicamente per le sospensioni e il manubrio Magura in alluminio a sezione variabile. Varia anche il prezzo, naturalmente che passa dai 7990 euro della Street Triple base agli 8690 euro c.
i.m. della "R". Da queste parti le previsioni del tempo hanno valore quasi zero: la pioggia e le occhiate fugaci di sole si alternano con una velocità impressionante. Sotto a un cielo nuvoloso che ad intermittenza ci elargisce scrosci d'acqua, stiamo provando la nuova Triumph percorrendo, in condizioni di traffico normale, il tracciato di uno dei più gloriosi circuiti di tutto il mondo e di tutti i tempi.
Il tabellone dei cronometristi a Grandstand, sulla linea di partenza, è composto da tanti riquadrini, all'interno dei quali sono indicati i tempi sul giro dei piloti impegnati in gara.
L'atmosfera magica di questa gara aleggia anche quando le strade sono aperte al traffico: le gesta dei campioni che qui hanno corso, vinto e in tanti casi purtroppo hanno perso la vita, riecheggiano tra i muretti delle case poste ai margini della strada. Altro che vie di fuga…
Viaggiamo con la Street Triple lungo il rettilineo, i riquadrini del tabellone di Grandstand diventano strisce bianche mentre la linea dello scollino che porta alla discesa di Bray Hill si delinea all'orizzonte.
Il semaforo rosso ci ricorda che non siamo certo in gara, che non siamo piloti del TT e che… dobbiamo frenare! Le pinze radiali assaggiano con dolcezza i dischi in acciaio, pronte ad azzannarli con rabbia se necessario: l'impianto, così come la forcella, è quello della sportiva Daytona 675 ed è in grado di decelerare imperiosamente la piccola naked se necessario.
Lungo l'infinita serie di curve, oltre 200, del "Mountain" riscopriamo il piacere di stare in sella a questa Triumph, da noi già provata nella versione base: il tricilindrico reagisce all'acceleratore con una spinta priva di incertezze anche quando si "pela" il gas accelerando sull'asfalto umido del tratto cittadino del TT. Usciti da Douglas la strada si apre, inerpicandosi sui fianchi della montagna e la voce del motore si fa grossa.
Quasi ci immaginiamo i tre pistoni che spingono con forza, trascinando la Street lungo le salite immerse nella nebbia. La naked inglese ha guadagnato in precisione in inserimento e percorrenza di curva, grazie alle nuove sospensioni. Soprattutto il posteriore che sulla versione base non offre il sostegno necessario nella guida sportiva, reagisce compensando con decisione l'effetto del tiro catena nelle accelerazioni. Il fondo insidioso del "Mountain" richiede un settaggio decisamente morbido di forcella e mono, il che ci ha consentito di apprezzare la progressione di intervento della sospensione posteriore, che copia le asperità più piccole e "mura" sulle buche più accentuate. La forcella mantiene un buon assetto anche quando è sottoposta ai carichi generati dai dischi freno, come ad esempio in una "staccata" mitica come quella di Crag Ny Baa, un tornante posto in fondo a un lungo rettilineo in discesa, dove per una attimo ci siamo sentiti un poì' piloti anche noi…
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La Street Triple ha venduto parecchio quest'anno, oltre 7000 moto prodotte che però, a detta dei responsabili della casa inglese, non sono state sufficienti a coprire la grande richiesta della clientela. I motivi di questo successo sono gli ottimi contenuti tecnici e l'estetica originale, che richiama le linee della sorella di maggior cilindrata, la Speed Triple, che nel corso degli anni si è ricavata un posto d'onore nel cuore degli appassionati.
I 1050 cc della Speed però, se da un lato esaltano per le prestazioni, dall'altro intimoriscono chi non è esattamente un "manico", così come... intimorisce il prezzo della maxi naked, 11600 euro, decisamente superiore a quello della versione da 675 cc. Insomma, la Street ha dalla sua parecchie qualità per piacere al "grande pubblico", neofiti compresi e con la versione R si propone di raggiungere anche la clientela più sportiva.
Il nuovo ammortizzatore, completamente regolabile come la forcella cui è abbinato, definisce un nuovo assetto della moto, più sollevato al retrotreno di 5 mm rispetto alla Street base. Sembra cosa da poco, ma i piloti più sensibili sentiranno la moto più svelta in inserimento di curva rispetto alla versione base. Per contro l'avantreno alle basse andature è un po' più "pesante". Bisogna però dire che nelle manovre da fermo o nelle inversioni a "U" quel che si percepisce maggiormente è il raggio di sterzatura davvero elevato (o l'angolo di sterzo molto ridotto, a vostro piacere...): per invertire la marcia con la Street serve un parcheggio.... 
La caratteristica che più distingue questa naked dalle concorrenti è di sicuro il propulsore a tre cilindri che per la sua architettura (e per la cilindrata, superiore ai classici 600-650 cc delle concorrenti) è in grado di fornire prestazioni particolarmente adatte all'uso stradale. Il tricilindrico è infatti più fluido nell'erogazione rispetto a un twin di pari cilindrata; allo stesso tempo la cubatura unitaria consente di ottenere ottimi valori di coppia lungo un range di giri particolarmente ampio, rinunciando solo in parte all'allungo agli alti, tipico dei quadricilindrici.
L'alesaggio di 74,0 mm (con una corsa di 52,3 mm) ha consentito di realizzare camere di combustione dal disegno pulito particolarmente efficienti: questo anche grazie all'attento studio della disposizione degli organi della distribuzione nella testata, che ha permesso di contenere in 23° l'angolo incluso tra le valvole di aspirazione (da 30.5 mm) e scarico (da 25,5 mm, con stelo in Nimonic, una lega di Nichel molto resistente alle alte temperature).
La disposizione "stretta" delle valvole ha permesso di disegnare condotti di aspirazione dall'andamento quasi rettilineo, la cui resa fluidodinamica è ottimizzata grazie alla lavorazione con macchina utensile cui sono sottoposti.
Ad alimentare il tre cilindri provvede un sistema di inezione del carburante della Keihin, con corpi farfallati da 44 mm che ospitano ciascuno un iniettorie multigetto.
La quantità di benzina da iniettare è calcolata dalla centralina in base alle informazioni inviate da sensori che misurano temperatura (e pressione) dell'aria esterna e del liquido di raffreddamento, marcia inserita, velocità della moto e posizione delle valvole a farfalla e dell'albero motore.
Il propulsore è ospitato in un telaio di alluminio pressofuso, lo stesso utilizzato per la sportiva Daytona 675. Il tre cilindri si sviluppa parecchio in altezza ma è molto compatto in senso longitudinale, anche grazie alla disposizone su tre piani degli alberi motore, primario e secondario del cambio (la frizione è infatti "sollevata"). Questo ha consentito di utilizzare un forcellone piuttosto lungo, 574 mm, contenendo al contempo l'interasse della moto che è di 1390 mm e che, assieme all'angolo del cannotto di 23,9° e all'avancorsa di 92,4 mm, definiscono una ciclistica agile. Il peso dichiarato a secco è di 167 kg.
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