Anche se mancano da definire alcuni dettagli, la strada è tracciata: per il 2022 il governo stanzierà 650 milioni di euro per sostenere il settore dell'automotive. Un pacchetto di incentivi che coinvolgerà - con una certa sorpresa - anche moto e scooter con motore endotermico.

Mercoledì sarà approvato il testo definitivo del decreto (che sarà operativo all'inizio di maggio, dopo il via libera della Corte dei Conti), che conterrà quindi incentivi anche per le due ruote. Si parla di un massimo di 4mila euro per le due ruote elettriche e di 2.500 per quelle a motore termico (anche se con buona probabilità questi dovrebbero essere legati alla rottamazione di un vecchio veicolo appartenenti alle classi inquinanti più datate).

Se da un lato la mossa di incentivare le due ruote è positiva (gli ultimi dati parlano di un parco circolante vecchissimo e che fa fatica a rinnovarsi), dall'altro essa comporta un rischio non da poco, che è quello di danneggiare un mercato che va a gonfie vele e si autosostiene. Di per sé, infatti, la misura dell'incentivo serve a dare ossigeno a un mercato asfittico come quello dell'auto o a un mercato che ha bisogno di un abbrivio iniziale per decollare (vedi le due ruote elettriche), ma che potrebbe addirittura essere controproducente per il comparto delle moto e degli scooter "tradizionali".  A maggior ragione in un momento nel quale, nella rete vendita, manca il prodotto. 

Che senso ha incentivare un prodotto di difficile reperibilità, come sono oggi moto e scooter? E soprattutto, quale sarà il meccanismo per la loro prenotazione, dopo che il sistema usato negli ultimi 24 mesi per gli incentivi alle elettriche ha dimostrato tutte le sue criticità?