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Honda, prove generali di elettrico

Marco Gentili
di Marco Gentili il 25/01/2021 in Attualità
Honda, prove generali di elettrico
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Aumentano le richieste di brevetto legate a una moto elettrica di piccola cilindrata della Casa giapponese. Vediamo che cosa c'è dietro

Già più di un anno fa erano trapelate le prime evidenze che Honda stesse lavorando a una moto elettrica sulla base del CB125R. Ma è nelle ultime settimane che, complici ulteriori richieste di brevetto per alcune parti della moto (che aggiornano e affinano quanto visto nella precedente versione), tali voci si sono fatte di nuovo più insistenti. E riportano di attualità il tema: Honda farà il suo debutto nel mondo dell'elettrico?

La risposta è: sì. L'evoluzione tecnologica (sul fronte delle batterie) e la tendenza politica globale - che tende a demonizzare i veicoli a combustione interna, a vantaggio delle motorizzazioni green - spingono entrambe in questa direzione. Honda è la maggior Casa produttrice globale di veicoli a due ruote; si tratta solo di tempo perché ciò avvenga.

Peraltro, il fatto che la prima moto elettrica della Casa giapponese (che ha già in gamma un PCX elettrico e uno ibrido, la cui commercializzazione è limitata ad alcuni mercati asiatici) potrebbe essere il corrispettivo di una "piccola cilindrata", ha una sua logica: Una minor massa da spingere permetterebbe di usare meno batterie, e meno pesanti, che non nel caso in cui si volesse partire con una sportiva o una maxi naked elettrica. Inoltre, il prezzo al cliente finale sarà più conntenuto e competitivo. Infine, a oggi l'elettrico sta risultando più facilmente utilizzabile per il commuting di breve raggio, che non per le lunghe percorrenze.

 

LA QUESTIONE DELLA RICARICA

E' indubbio che l'arrivo delle big del motociclismo alle motorizzazioni elettriche - che, con l'eccezione di Harley-Davidson, finora sono state appannaggio esclusivo di piccole aziende come Zero Motorcycle ed Energica - sia solo una questione di tempo. Tempo che i grandi colossi del settore stanno utilizzando per risolvere la vera disfida che un giorno (vicino o lontano) riguarderà il mondo delle moto elettriche. Stiamo parlando della questione delle batterie.

Dal canto loro i costruttori giapponesi - che da mesi stanno testando insieme uno standard comune per le batterie - propendono per un modello di ricarica che privilegi il battery swap. Ciò permetterebbe di trasformare veicoli dall'autonomia di per sé piuttosto limitata in mezzi capaci di percorrere distanze ben maggiori, grazie alla possibilità di sostiture la batteria in una delle stazioni di interscambio. Ciò però pone come ulteriore problema quello dell'installazione di una rete di infrastrutture tali da rendere operativo, facile da usare e sostenibile questo sistema.

D'altro canto i produttori europei procedono in ordine sparso e senza una comunità d'intenti sulla direzione che l'elettrico del vecchio continente potrà prendere. Il risultato è evidente, come si capisce dal numero esiguo di mezzi in gamma: nessuno dei "nostri" costruttori delle due ruote ha una reale strategia legata all'elettrificazione. E, se ce l'hanno, la tengono nascosta fin troppo bene.

Ciò lascia ai giganti asiatici (e quindi ai loro fornitori di batterie, ossia cinesi, sudcoreani e taiwanesi) un vantaggio competitivo notevole.

Insomma, lungi dal riguardare il "chi arriverà prima" a piantare la bandierina sul suolo di un pianeta ancora vergine, la vera battaglia si gioca a monte. E riguarda la standardizzazione e la rete di ricarica.

 

Honda, prove generali di elettrico
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