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Se gli hacker prendono il controllo, cosa accade?

di Riccardo Matesic il 27/07/2015 in Attualità

Negli Stati Uniti due hacker hanno dimostrato di poter prendere il controllo di un'automobile via internet. Un fatto che ci costringe a guardare alle dotazioni elettroniche dei nostri mezzi come a potenziali rischi. O no?

Se gli hacker prendono il controllo, cosa accade?
La rivista statunitense Wired ha organizzato un esperimento clamoroso: due hacker hanno preso il controllo di un'automobile via Internet, mentre viaggiava in autostrada a 110 km/h, guidata da un giornalista volontario.
I due, sfruttando una vulnerabilità del sistema Uconnect della Jeep Cherokee, hanno iniziato modificando le impostazioni del climatizzatore, poi hanno cambiato la stazione radio, alzando il volume al massimo e disabilitando i comandi di bordo. Quindi hanno iniziato a “giocare” con i tergicristalli, e fatto apparire la loro immagine sullo schermo digitale dell'auto. Il passo successivo è stata la disabilitazione di acceleratore e freni, togliendo di fatto il controllo dell'auto al guidatore. Infine, a bassa velocità e in retromarcia, avrebbero gestito anche il volante.
La notizia ha fatto il giro del mondo, perché ha scatenato un'infinità di polemiche. E un richiamo da parte di FCA per 1,4 milioni di veicoli.
Si tratta di una storia che fa il paio con una che sarebbe forse ancora più clamorosa, se non si fosse sgonfiata: nel maggio scorso l'FBI ha arrestato un esperto di sicurezza informatica, tale Chris Roberts, che aveva dichiarato di aver preso il controllo di un motore dell'aereo di linea su cui era in volo. E di aver violato almeno altre venti volte i sistemi di bordo di differenti velivoli.
Notizia poi sgonfiatasi, perché rivelatasi una bufala. Roberts dovrebbe essere riuscito al massimo a entrare nei sistemi di intrattenimento di bordo (i video e la musica), non certo nei comandi di volo.

Ve ne parliamo perché è un segnale d'allarme indicativo di una situazione pericolosa ormai diffusa, che riguarda tutti noi. Troppo spesso i costruttori demandano la gestione di dotazioni tecniche di primaria importanza e di controlli di sicurezza a centraline direttamente o indirettamente connesse a Internet. E in troppi lo fanno ritenendo inutile investire parallelamente in sicurezza informatica. Così in rete si risale facilmente agli indirizzi IP di molte apparecchiature. Che poi magari vengono lasciate on line con la password d'origine: 1234, o la parola admin.

Abbiamo la sensazione che presto torneremo a parlare di questo argomento. La rivoluzione informatica dei veicoli non accenna infatti a rallentare.


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