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I viaggi dei lettori

Marathon des Alpes 2: da Trento a Cuneo

il 15/02/2007 in I viaggi dei lettori

Il nostro lettore è di nuovo vittima del fascino delle Alpi che questa volta visita da est verso ovest. Vi presentiamo il suo resoconto dei 2.100 km percorsi e dei 40 passi valicati

di Fabio Di Pietro

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Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo redazione@motonline.com: lo pubblicheremo sul nostro sito completo di album fotografico.


Lessi una volta su un libro: "Non basta una vita per girare tutte le Alpi" ed ora penso che forse l'autore non avesse poi tutti i torti...
Si perchè dopo questo ennesimo viaggio mi sono reso veramente conto che per farle tutte ci vuole molto tempo.
Quindi bisogna tornare per continuare a scoprire nuove strade, nuove sensazioni, nuovi posti.
Con partenza da Trento e direzione est comincia l'itinerario della Marathon des Alpes 2.
Si scaldano le gomme sulla SS47 della Val Sugana fino a Strigno dove comincia il saliscendi della SP79 del passo di Brocon (m. 1616), situato presso un piccolo altopiano pianeggiante utilizzato per l'alpeggio del bestiame nel comune di Castello Tesino e collega la Valle del Vanoi con l'altopiano del Tesino.
Questa strada venne progettata agli inizi del XX secolo, quando la Provincia di Trento era ancora inclusa nell'Impero Austro-Ungarico.
L'area del valico rivestiva una certa importanza dal punto di vista militare, essendo l'area del passo prossima al confine con il Veneto e il Regno d'Italia.
Permetteva inoltre il collegamento diretto fra la Valsugana e il distretto di Primiero.
I lavori di costruzione dell'infrastruttura stradale iniziarono nel 1905 e vennero completati nel 1908.
Si continua sempre sulla SP79 che ora sale al Passo di Gobbera (m. 988), strada con parecchi tornanti ma dal fondo stradale abbastanza rovinato.
Si percorre la valle del Cismon dal tracciato vario e interessante sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico che si snoda sul versante meridionale del gruppo montuoso delle Pale di S. Martino.



Si arriva a Fiera Di Primero, la vecchia cittadina austriaca Primor, si prende la SS347 del passo Cereda (m. 1369), strada di grande interesse turistico che collega la valle del Cismon alla valle del Cordevole con belle viste sulla parte terminale delle Pale di San Martino, la Cima d'Asta ed i Monti del Sole con il Piz di Mezzodì, e della Forcella Aurine (m. 1299) che offre un panorama meraviglioso sulle catene montuose orientali con i rilievi del Civetta, del Moiazza e dello Schiara, mentre a sud si scorgono le dolomiti di Feltre. Siamo ad Agordo, si prosegue sempre sulla SS347 per la stretta serpentina, poco trafficata dal passo Duran (m. 1605) ai piedi della Moiazza, un valico tra pascoli e prati, vera oasi di pace che collega la valle Zoldana alla valle Agordina.
Offre un tracciato divertente dal punto di vista tecnico. Imponente la vista sul gruppo delle Pale e sul Moiazza. Sul passo è d'obbligo la sosta al rifugio S. Sebatiano, aperto tutto l'anno.
Giù in discesa per Forno di Zoldo dove comincia la salita per Forcella Cibiana (m. 1530) che collega la Val di Zoldo con la valle di Cadore.
A Lozzo di Cadore si prende per la SS52, strada statale Carnica che collega il Cadore al Friuli attraverso il passo Mauria (m. 1298) dove si colgono scorci stupendi delle Marmarole e dell'Antelao.
Scendiamo ad Ampezzo e dopo un buon pranzo a Villa Santina proseguiamo per Ovaro perchè è sempre stata una mia idea quella di salire sul Monte Zoncolan che comincia (o finisce) appunto da lì... ma lo Zoncolan da Ovaro almeno con la mia CBR è stato impossibile da salire.
Quindi desisto onde evitare di bruciare guarnizione della testata, dato che avevamo cominciato la strettissima stradina già con la ventola accesa e la temperatura fissa sui 108° e a malincuore ci tocca dover rinunciare subito.

Poco male, si prosegue sulla SS355 per Cima Sappada dove pernottiamo in un bel B&B con spettacolare vista sulle cime circostanti non prima però di fare un piccolo giretto alle sorgenti del fiume Piave al monte Peralba, dove lungo la stretta stradina siamo attorniati da un paesaggio naturalistico molto suggestivo, caratterizzato dalle limpide acque del torrente, il profumo del bosco di abeti rossi, il silenzio, interrotto solo dal canto degli uccelli e dal Piave.
Abbiamo incontrato anche un piccolo cerbiatto che attraversava la strada, quindi attenzione, gli imprevisti in montagna sono sempre in agguato. Il posto comunque è incantevole, sovrastato dalle cime delle montagne tutte intorno e l'aria è densa di storia.
Qui si svolsero aspre battaglie durante la prima guerra mondiale, infatti qui si trovava la più alta delle postazioni d'artiglieria austriaca delle Alpi Carniche.

L'indomani sveglia alla buon ora e subito in moto direzione Austria. Da Cima Sappada si attraversa la val Padola, salendo al passo Monte Croce Comelico Kreuzbergpass (m. 1636), confine tra le regioni di lingua italiana e tedesca. Siamo nella regione delle alpi Carniche caratterizzate da guglie, torrioni e picchi di roccia.
La discesa dal passo ci porta a S. Candido, in alta val Pusteria, prendiamo in direzione est per entrare in Austria.
Subito dopo Sillan si svolta a destra per la B111 che attraversa la selvaggia e bellissima Lesachtal, nota come la valle dei 72 torrenti, una delle più emozionanti delle alpi orientali dove il motociclista seguendo le pieghe del paesaggio si fa trasportare da una curva all'altra.
Luogo di confine tra la Carinzia e il Friuli è una delle più belle valli delle Alpi orientali, lontana dalle grandi vie di comunicazione e dal turismo di massa. Il suo tracciato, sinuoso e vario, valicando il Kartitsch Sattel (m. 1525) ci porta a Mauthen da dove si comincia a salire per la B110 del Gailberg Sattel (m. 982) attraversando la Drautal per arrivare a Oberdrauburg.
Si riprende così la statale B100 in direzione Spittal attraversando la Oberdrautal, la valle del fiume Drava.
Durante un'appagante sosta pranzo in uno dei tanti Gasthof che si incontrano qui in Austria strada facendo, osservando la cartina stradale vedo che vicino all'itinerario prefissato corre la famosa Nockalmstrasse, una delle più belle strade di montagna a pedaggio austriache.
Certo, ci porta un po’ fuori dal percorso prestabilito... Ma il bello del viaggio in moto è proprio l'improvvisazione, quindi ben venga qualche km in più.



Arrivati a Spittal an der Drau ci immettiamo nella B99 direzione Nord, attraverso la vallata del Lieser, torrente dalle acque limpidissime. La strada per il primo tratto, fin quasi a Gmund, è bella e molto tortuosa ma con alcune curve cieche, quindi bisogna fare massima attenzione. Arrivati a Kremsbrucke si lascia la B99, si prende a destra per Innerkrems da dove inizia il tratto a pedaggio della Nockalmstrasse, strada che attraversa gran parte della regione di Nockalm; mette in comunicazione la valle del Lieser con l'alta valle del Gurk grazie a due valichi sopra i 2000 m l'Eisentalhohe (m. 2042) e Schiestelscharte (m. 2015). Situati sullo spartiacque, si trovano appena sopra il limite della vegetazione. Paghiamo al casello i 7 euro e cominiciamo a salire ai 2042 m. del Eisentalhohe, il punto più alto della Nockalmstrasse.
Lungo la strada si possono incontrare diverse malghe e lungo il torrente Stangenbach si attraversano antiche foreste di pini cembri, lungo il torrente.
E' inutile parlare della bellezza di queste strade austriache con pedaggio a pagamento, bisogna percorrerle per capire che qui i biker vengono visti con un occhio di riguardo e i posti che si attraversano sono veramente surreali.
Non c'è nient’ altro che curve e natura, 54 tornanti in totale e infinite curve, 34 km di puro godimento e adrenalina. In tutte le strade alpine a pedaggio austriache si trovano dei biker point, informazioni sul territorio, sulla strada e per gli alloggi, parcheggi per moto e armadietti dove lasciare i caschi, guardrail a misura di motociclista, (altro che quelli italiani...) e asfalti che garantiscono un perfetto grip.



Finita l'avventura sulla Nockalmstrasse, si scende sulla B95 nei pressi di Winkl e si continua direzione nord verso il Turracherhohe (m. 1783), completamente immerso in un bosco; la strada è larga e bella con tornanti larghi. Sul passo la vista spazia sulle pareti dei Nockberge e c'è anche un bel laghetto.
Dalla Carinzia si passa in Stria, come tutte le strade di montagna in Austria è perfetta, bella da guidare, stupenda da guardare, profumatissima da respirare.
Si passa per il paese di Turrach, antica località mineraria, si scende così a Predlitz e si segue verso ovest per la B97 passando per i centri abitati di Tamsweg, Mauterndorf dove riprendiamo la B99 per proseguire verso il Twenger Talpass e il Radstadter Tauren, un valico già frequentato fin dall'epoca dei romani; qui abbondano foreste e corsi d'acqua.
Siamo nella zona dei Tauri nelle alpi orientali zona ricca di cascate. Strada facendo ci ritroviamo così a Radstat dove troviamo alloggio in un albergo di montagna proprio a ridosso degli impianti di risalita.
Ci troviamo nella zona della catena montuosa degli Alti Tauri. Da Mauterndorf a Radstat sono 39 km di percorso in quota. Da segnalare il bel castello a Mauterndorf.
Proseguiamo il viaggio lungo la B99 verso Bischofshofen da dove comincia la B164 che sale ai 1357 m. del Dientner Sattel, paesaggisticamente molto varia e con una bella serie di curve e del Filzensattel (m. 1291) con pendenze anche al 15%; strada molto bella, cielo terso.



Si incontrano molti motociclisti teutonici da queste parti, solite foto a testimoniare il passaggio e si scende a Saalfelden; qui incrociamo la B311 per Zell al See e proseguiamo sulla statale B165 direzione Mittersill da dove comincia la Gerlos Hochalpenstrasse lungo la quale si può ammirare una bellissima veduta sulle cascate di Krimmler .
La Gerlos è un'altra strada a pedaggio austriaca, è lunga 12 km e non differisce dalle altre per la bellezza panoramica e la perfezione del nastro d'asfalto.
Siamo nella regione delle Kitzbuheler Alpen. Arrivati a Zell al Ziller, ora è la volta della 169 direzione Nord verso Wiesing.
La statale ora è la 181 e si cominciano a vedere indicazioni per la Deutsche Alpenstrasse; metteremo le ruote in Germania per qualche km.
L'Achenpass, 941 m, è il valico di confine tra Austria e Germania e la statale in terra tedesca è la 307 e poi 177 direzione sud fino a Seefeld dove pernottiamo.
L'indomani seguiamo per Telfs sulla 189 e saliamo all' Holzleitner Sattel (1126 m.), la strada sale tortuosamente attraverso un fitto bosco di abeti rossi e larici. Siamo ad Imst e proseguiamo per Landeck e St. Anton e l'Arlbergpass.
Gli appassionati di strade di montagna sapranno apprezzare le emozioni che in caso di bel tempo questa bella strada regala. Si consiglia vivamente di percorrere questo tratto invece del supertunnel (14 km a pagamento). Si prosegue per Bludenz, Feldkirch, si attraversa il piccolo Stato del Liechtenstein con una breve visita alla capitale Vaduz e finalmente siamo in Svizzera .



E poi ancora Bad Ragaz, Chur e Disentis, e sulla statale 19 per l'Oberalppass. La strada segue il grande solco longitudinale delle Alpi che continua attraverso la valle del Rhone fino al Lac Leman.
Finalmente eccoci ad Andermatt da dove partono le rampe del mitico Furkapass, si scende a Gletsch da dove si vede la strada a serpentina del Grimsel, sembra impossibile vista da sotto pensare che adesso si salirà lassù ma è più facile di quanto sembri.
Sul Grimsel si sale abbastanza allegri, molto appagante la sosta sulle rive del lago sul passo ancora ghiacciato, per poi scendere a Meiringen dove pernottiamo e vediamo la partita Italia-Germania, vittoriosa semifinale della Coppa del Mondo 2006, insieme a tanti Svizzeri che stranamente per noi, tifano Italia.
Qui lo scrittore Arthur Conan Doyle scrisse la storia finale di Sherlock Holmes.

Oggi la strada programmata ci porterà in Francia.
Si prosegue per il lungolago di BrienzerSee, passando per Interlaken, ThunSee, Spiez, dove, percorrendo la statale 11 che attraversa la Nieder Simmental, si sale al Jaunpass (m. 1509), strada molto varia che costeggia il lago di Montsalvens. Il passo è circondato da boschi e ci si arriva attraverso 10 tornanti con pendenza intorno all'11%, si scende a Broc, si passa per Chateau d'Oex e si segue per Gstaad per salire in sequenza il Col du Pillon (m. 1546) che attraversa la Saanetal. Sul passo del Diableret e sul Col de la Croix (m. 1778) la strada è molto tecnica.
Si prosegue per Aigle, si passa sul Rhone e a Monthey per il Pas de Morgins (m. 1369) che è valico di confine tra Svizzera e Francia. Comincia a piovere forte e per fortuna c'è una bella tettoia che dà riparo a noi, alle moto e ai bagagli. Dopo 10 minuti torna il sole, siamo già vicino  pressi di Morzine dove alloggiamo in hotel.
Tra pochi giorni qui ci sarà l'arrivo della 17° tappa del Tour de France 2006.
Oggi però il meteo non promette niente di buono. Abbiamo incontrato bel tempo fino ad oggi e una giornata di pioggia nell'arco di un intera settimana in giro per le Alpi è da mettere in preventivo ma speriamo che più avanti, strada facendo, il meteo sia più clemente, ma così purtroppo non è.



A Cluses è provvidenziale un area di servizio che ci da riparo da un forte acquazzone; smette di piovere dopo circa 2 ore. Decidiamo di avventurarci verso il Col de la Colombiere, circondato da ristoranti e negozi di souvenir ma dal percorso molto guidato.
Così prendiamo alloggio presso piccolo hotel a St. Jean de Sixt ai piedi del Col des Aravis.
Nel pomeriggio andiamo a vedere Annecy e percorriamo tutto il lungo lago fino a Faverges da dove prendiamo la D12 che sale al Col de Marais per tornate in hotel.
Si comincia un'altra epica giornata di sali e scendi sui più bei colli delle Alpi Francesi.
Con partenza da St. Jean de Sixt percorrendo la D909 saliamo ai 1487 m. del Col des Aravis.
Dal valico si ha una bellissima veduta panoramica sulle alte cime del massiccio del Mont Blanc; nella discesa si passa per le belle Gorges de l'Arondine per arrivare a Notre Dame de Bellecombe.
Da lì seguiamo per la D218b del Col des Saisies, famosa stazione sciistica francese. Il valico mette in comunicazione la valle di Beaufortain e la Valle d'Arly, ed è anche "trait d'union" tra i dipartimenti della Savoia e dell' Alta Savoia.
Siamo a Beaufort sulla D925 e ci apprestiamo a salire ai 1605 m. del Col de Meraillet e ai 1967 metri del Cornet de Roselend, sulla grandiosa Route des Grand Alpes.
La discesa serpeggia fino a Bourg Saint Maurice passando per la valle del Glacier, attraversando il Parc National de la Vanoise pronti ad attraversare la Val d'Isere e salire sulla vetta più alta di tutto il viaggio, il mitico Col de l'Iseran.
La strada passa per le gole dell'Isère e bisogna prestare attenzione nelle tre gallerie non illuminate perchè il fondo potrebbe esser scivoloso.
Il tempo è diventato improvvisamente grigio e se ai 1.840 m. della località di Val d'Isere, (uno dei più importanti centri sportivi invernali delle alpi francesi con lo snow park tra i più grandi d'Europa), pioviggina c'è da pensare che in cima all'Iseran potrebbe anche nevicare, come già capitò in pieno agosto qualche anno fa.
Durante la salita dalla guida scorrevole, la visibilità diminuisce per alcuni tratti, piove leggero, speriamo che il tempo regga così.
E in men che non si dica siamo ai 2.770 m. del mitico Col d'Iseran, "cima Coppi" della Marathon des Alpes 2. Oltre alle solite foto sul passo, un bel genepy per scaldarsi un attimo presso il rifugio.



C'è una piccola chiesetta in pietra, resistente a tutte le intemperie che quassù devono essere terribili. Intanto soffia il solito forte vento accompagnato da una pioggia leggera.
La vista è fantastica e spazia a Sud sul Dome du Grand Fond.
Siamo ora nella valle dell'Arc presso Bonneval. Sempre sulla D902 fino a Lanslevillard dove prendo a sinistra la N6 per il Col du Mont-Cenis (2081 m.).
Al valico la francese N6 (che arriva fino a Parigi) diventa l'italiana SS25 scendendo per il tratto a tornanti chiamato la Grande Scala.
Degno di nota questo tratto in discesa per la particolarità tecnica della strada costruita dai Romani. Le truppe romane sarebbero transitate attraverso il colle, mentre Carlo Magno ci passò nel 744 entrando in Italia, e attorno al 1100 il Moncenisio era il principale accesso dall'occidente al territorio italiano.

A Susa dopo un bel pranzetto italiano si sente già la nostalgia delle splendide strade alpine francesi e, siccome mancano da scalare come da programma ancora due "signori passi" come il Col d'Izoard e il Colle dell'Agnello, si rientra in Francia attraverso il Col de l'Echelle, trovato quasi per caso con direzione Briançon.
Da Bardonecchia si segue verso Melezet e Pian del Colle; molto spettacolare la salita poiché ci si arrampica sul bordo della montagna granitica con una serie di tornanti molto stretti.
Dopo due brevi tunnel scavati nella roccia si scollina sul Col de l'Echelle (m.1.766).
Attraversando ora un falsopiano molto ameno circondato di pini e prati verdissimi, iniziamo quindi la discesa verso la Vallée de la Clarée, raggiungendo Plampinet e quindi in discesa costante Val de Prè, Lavachette per poi sbucare sulla Statale del Monginevro e raggiungere Briançon, la più alta città d'Europa (1.200 m.).
Da Briançon direzione sud-est per la D902 del Col d'Izoard (2360 m.), si passa per Cervières da dove cominica la vera salita.
Sul passo è d'obbligo la sosta al museo della bicicletta dove in una teca di vetro è conservata la maglia gialla di Fausto Coppi del tour de France del '51.
La discesa ci regala il magnifico panorama sul "Casse Deserte", un paesaggio lunare, fatto di guglie e di rocce completamente prive di vegetazione.



Scendiamo così a Chatèau-Queyras subito pronti a salire l'ultima asperità della Marathon des Alpes 2 e cioè il Colle dell'Agnello (2744 m.), il secondo valico stradale italiano, il terzo in Europa dopo l'Iseran e lo Stelvio.
Lo scenario è quello tipico dei pascoli alpini di alta quota, i panorami, inutile dirlo, si fanno via via più ampi e maestosi man mano che si sale: è il fascino tipico dei grandi passi alpini, delle praterie di alta quota, degli spazi aperti, linfa vitale per noi moto-turisti. In vetta c'è solo una pietra miliare a segnare il confine italo-francese.
La discesa ormai segna la fine di questa lunga avventura lungo tutto l'arco alpino, la felicità per aver compiuto un'impresa simile è indescrivibile, l'adrenalina è al suo picco massimo, la soddisfazione ci darà la carica per tutto l'anno in vista della Marathon des Alpes 3.
Si attraversa la Val Varaita con direzione Cuneo dove pernotteremo. Ultima tappa è dedicata al rientro nella capitale su autostrada da Cuneo fino a Roma senza note di riguardo a parte il traffico notevole di automobili dirette alle varie spiagge liguri.

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