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Intorno a Sciacca tra mare e montagne

testi e foto di Stefano Bianchi il 30/03/2004 in Sicilia

Poco più di 200 chilometri alla scoperta della Sicilia meno conosciuta. In moto su strade spesso dissestate che portano a borghi di pescatori, città antiche, vallate di peschi in fiore. La gallery fotografica e la mappa da scaricare

Intorno a Sciacca tra mare e montagne
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testi e foto di Stefano Bianchi



La campagna verso Santa Margherita Belice

È un itinerario tra mare e montagne in un angolo poco conosciuto, ma affascinante, della Sicilia. Non ci sono famosi centri turistici ma campagne coltivate a olivi e montagne con vallate aperte e paesi disseminati tra magri pascoli e campi di grano, strade rettilinee che si infrangono contro un pendio sul quale si arrampicano a tornanti, un albero solitario, una masseria abbandonata, un vecchio col suo asino, una volpe che trotterella a lato della strada; e la costa è rocciosa, il mare bisogna andarlo a cercare dove i fiumi hanno inciso la costa e le strade li seguono portando a grandi spiagge solitarie.




Andarci in moto è bello più per l'immersione nella natura che per il piacere di guidare; le strade sono sempre piuttosto dissestate, meglio lasciarsi cullare dal ronzare del motore e riempirsi gli occhi col paesaggio.

Itinerario correlato:
La Sicilia sudoccidentale

L’itinerario si avvia da Selinunte dove termina un altro nostro itinerario. Selinunte è una meraviglia, uno dei più bei siti archeologici della Sicilia per lo splendido tempio greco del V sec. a.C. posto su un altopiano aperto sul mare; anche il borgo dei pescatori sgranato sul pendio di una collina merita una passeggiata, cosi come la splendida spiaggia della Riserva naturale del fiume Belice, poco distante.
Si segue la strada per Castelvetrano e dopo circa 5 km si gira a destra imboccando la strada vecchia per Menfi che, con la pazienza caratteristica delle vecchie strade, si insinua senza fretta nel territorio, aggira un podere, si infila sinuosa in un vallone, si stende in un rettifilo quando una pianura glielo consente, si inerpica su una collina con pigri tornanti. E cosi si attraversa dapprima una campagna coltivata ad olivi (ottimo l’olio della zona), poi si scende nella vallata del Belice (rosa delle fioriture dei peschi in primavera) e di nuovo su un altopiano coltivato a olivo e grano sino a Menfi dopo la quale una strada a curve regala un po’ di piacere di guida. Ancora campagne ben coltivate e masserie isolate, bisognerebbe avere il tempo di infilarsi nelle stradine minori e andare a vedere dove vanno a finire, il bello del viaggiare è perdersi, dalle strade principali si vede cosi’ poco!


Si prosegue, giù nella vallata del Carboi, su per il versante opposto, qualche bella curva intorno capo S.Marco ed ecco apparire Sciacca, con la città antica in alto e le case che nei secoli hanno raggiunto il porto: un bel colpo d’occhio sull’aggrovigliato mosaico dei tetti, delle mille forme degli edifici, delle finestre con i panni appesi fuori, delle tonalità ocra degli antichi muri. E' uno spettacolo soprattutto la sera quando si accendono le prime luci e soffia la brezza di mare che una volta riportava i pescatori a terra. Ma ancora oggi il ritorno dei pescatori è un momento emozionante per tutti: i pescatori, stanchi ma eccitati quando la pesca è stata buona, scaricano in fretta le casse piene di un’incredibile varietà di pesci e molluschi; i compratori fanno ressa e subito comincia un’asta in un vociare di suoni incomprensibili che dicono prezzi, varietà, qualità, dimensioni e quant’altro.


Finito il pesce, il gruppo si scioglie e si dirige in branco all’attracco di un’altra barca in arrivo e di nuovo si ravviva l’animazione. Io sono restato sorpreso dall’abbondanza e dalla ricchezza del pesce scaricato sul molo di Sciacca: pesci argentati, neri, rossi, dai cento colori, masse informi di molluschi da cui spuntano occhi vivi, pesci piccoli e trasparenti che un vecchio, non visto, mangia crudi, e poi seppie, calamari, aragoste, vongole grandi e piccole, cannolicchi e altre varietà di cui nemmeno conosco il nome: un momento da non perdere.

Visto il porto salite alla città vecchia che si affaccia sul porto con la bella piazza Scandaliato bordata dal seicentesco Collegio dei Gesuiti, con elegante cortile. Poco distanti si trovano il Duomo, di fondazione normanna (di quell’epoca restano le absidi, il resto venne rifatto nel Seicento) e il settecentesco palazzo Scaglione con l’omonimo museo con una eterogenea raccolta di quadri, monete e reperti archeologici.

Dal Duomo si stacca il centrale corso Vittorio Emanuele circondato da antichi palazzi, magnificenti e in rovina: le vie laterali sono invece anguste e rivelano l’impianto arabo e medievale, vi prospettano edifici di ogni epoca, da case basse e modeste a chiese e palazzi di pregio. Tra questi si segnala palazzo Steripinto, del sec. XV in stile catalano, con bella muratura in bugnato; il convento di S.Francesco, con bel chiostro, ora adibito a sede di esposizioni; la chiesa di S.Niccolò la Latina, del sec. XII, in stile arabo normanno. Numerose le botteghe di ceramica, una antica tradizione di Sciacca, tuttora molto vivo: le vetrine traboccano di vasellame coloratissimo e spesso nel retrobottega si possono osservare i decoratori al lavoro. Un’altra produzione caratteristica di Sciacca è il corallo rosa, particolarmente pregiato e oggi quasi introvabile. Da citare infine le pasticcerie che offrono i dolci tradizionali siciliani, non solo i classici cannoli (il ricordo dei quali basta a far venire nostalgia della Sicilia) ma anche i dolci a base di pasta di zucca, caratteristici di Sciacca.

Lasciata Sciacca si imbocca la strada che punta contro la sagoma di Rocca Ficuzza (m 901) in direzione Caltabellotta: stretta e sinuosa, la strada risale il versante della montagna offrendo belle vedute verso il mare e le aride colline intorno. Dopo una ventina di km si giunge a Caltabellotta, posta in panoramica posizione in cima a una montagna a ben 949 metri di altitudine: era l’antica “rocca delle querce” fondata dagli arabi e poi occupata dai normanni che vi costruirono un castello, oggi diroccato: degni di nota sono l’eremo di S.Pellegrino, tra i ruderi del castello e, in paese, la chiesa in stile arabo normanno.
Ripresa la moto ci si dirige verso S.Anna e da qui si imbocca la stretta stradina che scende nella valle del fiume Verdura per poi risalire a Villafranca, posta sull’altro versante. Qui ci si immette nella N386, un po’ più larga e con tracciato sinuoso e divertente sino a Chiusa. Si svolta quindi a sinistra e seguendo un percorso che si distende progressivamente in lunghi rettilinei si raggiunge Sambuca, un’antico borgo tra le montagne con i soliti ricchi palazzi in decadenza allineati sul corso principale. Da Sambuca si stacca una strada secondaria che porta agli scavi di monte Adranone (km 20 tra andata e ritorno), un insediamento greco fortificato del sec. VI a. C. posto in cima al omonimo monte: si visitano tombe ipogee, la porta sud con torrioni e l’acropoli da cui si gode un vastissimo panorama a 360 gradi.


Tornati a Sambuca si prosegue costeggiando le rive del lago artificiale Arancio, sulle cui rive si vedono gli aironi e la volpe che trotterellava tranquilla all’inizio di questo articolo. Al bivio di Misilbesi si prende a destra per S. Margherita di Belice che si raggiunge in breve. È questo uno dei paesi atterrati dal terribile terremoto del 1968: qui, come altrove, non si è restaurato il paese vecchio ma se ne è costruito uno nuovo accanto, inevitabilmente anonimo, col paese distrutto che giace vicino come un cadavere, un contrasto terrificante, ancora di più se si pensa ai morti che la memoria evoca sotto quelle macerie.


Lo stesso a Montevago, che incontriamo poco dopo, a Gibellina vecchia che vediamo al di la della valle coperta da un “artistico” velo di cemento, opera di Burri mentre i segni del terribile sisma sono visibili ovunque nei muri crepati, nelle case atterrate a metà, nei campanili smozzicati. Giunti a Partanna si prosegue per Castelvetrano e da qui si rientra in breve a Selinunte.


Selinunte: la città greca del V sec. a.C., con i templi e l’acropoli; la spiaggia della Riserva naturale del fiume Belice, con sabbia finissima e pineta.

Sciacca: l’arrivo dei pescatori al porto, la città vecchia con i suoi monumenti e le botteghe della ceramica e del corallo.

Caltabellotta: il panorama da questo borgo posto quasi a mille metri di altitudine.

Monte Adranone: gli scavi della città fortificata del V se. a.C. e il vasto panorama a perdita d’occhio.

S. Margherita del Belice: la città fantasma abbattuta dal terremoto del 1968.

Selinunte

Imboccare la strada per Castelvetrano

0

0

Bivio per Menfi

Girare a destra per Menfi

5,2

5

Menfi

Proseguire per Sciacca 

15,2

20'

Sciacca

Uscire dalla città in direzione Marsala e appena fuori Sciacca imboccare la strada secondaria sulla destra per Caltabellotta

20

23'

Caltabellotta

Proseguire per S.Anna

19,4

25'

S.Anna

Seguire la strada per Villafranca

7

10'

Villafranca

Imboccare a sinistra la N386 per Chiusa

9,2

12'

Chiusa

Imboccare a sinistra la N188 per Sambuca

18

20'

Sambuca

Seguire le indicazioni per Monte Adranone

21,5

25'

Monte Adranone

Tornare a Sambuca

7

10'

Sambuca

Proseguire per la N188 sino al bivio di Misilbesi

7

10'

Bivio di Misilbesi

Girare a destra per S.Margherita di Belice

21,2

15'

S.Margherita di Belice

Proseguire per la N188 

6

9'

Montevago

Proseguire per la N188

4,8

5'

Partanna

Senza entrare in paese seguire le indicazioni Castelvetrano

16,8

15'

Castelvetrano

Senza entrare in paese (Castelvetrano è un labirinto)seguire le indicazioni Selinunte

12,7

10'

Selinunte

 

15

15' 

TOTALE

 

206

3h 49'

 

Selinunte è la base ideale per questo itinerario: situata sul mare (si puo’ arrivare a piedi al sito archeologico o fare lunghe passeggiata alla spiaggia della riserva del Belice) e ci sono numerosi alberghi e campeggi.

Selinunte
Hotel Alceste
, via Alceste 23, tel. 0924 46184: è un albergo moderno e ben tenuto, ristrutturato recentemente, singola 50 €, doppia € 80.
Hotel Lido Azzurro, via M. Polo 98, tel. 0924 46256: vicino al mare è un albergo semplice ma tenuto con gusto “nordico” da un olandese, singola 37€, doppia 50 €.
Hotel Garzia, via Pigafetta 23, tel. 0924 46024: sul mare, con spiaggia privata e ristorante, singola 45€, doppia 80 €.

Campeggi
Camping Athena
- C.da Garaffo, tel. 0924 46132
Camping Il Maggiolino - C.da Garaffo, tel. 0924 46044

Agriturismo
Azienda agrituristica
, C/da Latomie Torres - S.S. 115 Km. 4 per Selinunte, tel. 0924 902863 - 368/3758308.

Menfi
Porto Palo
, via Friuli 9, tel. 0925 78381. Situato in riva al mare a Porto Palo, questo ristorante ha anche dieci camere, se volete un borgo ancora meno turistico di Selinunte questo è l’ideale. Menu’ a base di pesce, molto curato, circa 30 €.

Sciacca
Porto S. Paolo
, largo S. Paolo 1 (al porto), tel. 0925 27982; dotato di bella terrazza sul porto è uno dei consigliabili ristoranti di pesce a Sciacca, circa 30 €.
Hostaria del vicolo, vicolo Sammartino 10, tel. 0925 23071: un altro ristorante dove si puo’ apprezzare lo splendido pescato di Sciacca cucinato con cura in mille modi, circa 35€.

Selinunte
Callanino
, via M.Polo 51, tel. 0924 941025, specialità pesce, anche alla griglia, bella sala sul mare, circa 20 €.

In Sicilia, come nel resto dell’Italia, c’è una ricca tradizione artigianale e antiquaria, ma il meglio della produzione locale è, a mio avviso, quella alimentare che rappresenta quanto di meglio riportare in moto a casa a cominciare dall’ottima pasticceria per passare poi al vino, all’olio, al miele e alle conserve. Ecco qualche indirizzo.

Caltabellotta
Augello
, via Cappuccini 14, tel. 0925 951090; gli Augello producono un ottimo olio extravergine, verdure sott’olio, paté e pomodori essiccati al sole.

Campobello di Mazara
Latomie
, via S.Giovanni 68, tel. 0924 9131130, ottimo olio prodotto con olive nocellare del Belice.

Castelvetrano
Caseificio Forte
, via Termini 2, tel. 0924 905506, ottimi formaggi di pecora.
Girolamo Campagna, via XX settembre 33, tel. 0924 89213, un pregiato extravergine da olive nocellare del Belice.
Panificio Triolo, p.za S.Giovanni, tel. 034 642804, questo panificio, come altri in paese, produce il pane nero di Castelvetrano, con farina integrale e cotto nei forni a legna di pietra.
Pasticceria Genco, via Mannone 97, tel. 0924 81112, ottima pasticceria siciliana tra cui cassate, dolci di mandorle,cannoli di ricotta e anche gelati in estate.


, via Giattini 20, tel. 0925 74863; ottime verdure sott’olio e marmellate.

Sciacca Sciacca è famosa per le sue ceramiche, in corso Vittorio Emanuele ci sono tante botteghe artigiane, molte delle quali con annesso laboratorio di decorazione. Al numero 115, a breve distanza da piazza Scandaliato, c’è il negozio di Gaspare Cascio (tel. 0925 82829), un bravo ceramista che lavora nel cortile accanto: lui e la moglie sono cordiali e rispondono volentieri alle curiosità dei visitatori. Nel loro negozio si puo’ trovare anche qualche bella collana di corallo rosa di Sciacca, ormai raro.
Al porto si puo’ acquistare il pesce dai pescatori al loro rientro dalla pesca che avviene in genere in tarda mattinata. La ricchezza e la varietà del pescato di Sciacca è eccezionale.

S. Margherita del Belice
Solsi
, via Comparto 137/A, tel. 0925 33286; verdure sott’olio (carciofini, melanzane, fave, pomodori, olive) e la caponata siciliana.

Selinunte
Panificio Ampola
, contrada Martelluzzi 204, tel. 0924 46338, produce il pane nero di Castelvetrano con farina integrale e cotto nei forni a legna di pietra.
Sulla strada principale appena fuori dal paese c’è un antiquario, vende soprattutto mobili ma anche vecchi orologi e porcellane. Prezzi elevati.

Piaggio
Piaggio Center, Sciacca, Lentini, via Ovidio 44, tel. 0925 82570

Aprilia Malaguti
Sciacca, Ribecca, via De Gasperi 29, tel. 0925 24 100

Meccanici generici a Sciacca:
Fazio, via Cremona 4, tel. 0925 84 205
Fisco, via De Gasperi 103, tel. 0925 25767
Marchese, via Madonna della Rocca 12, tel. 0925 902752

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