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Honda SH150i

di Alfredo Verdicchio il 20/09/2012 in Moto & Scooter

Completo restyling estetico e tecnico per il ruote alte della casa di Tokyo che punta sulla sua personalità sportiva ma mantiene comunque il family feeling con i precedenti modelli. Dai concessionari già dai primi di ottobre: i prezzi sono 3250 euro cim per il 125 e 3400 euro cim per il 150

Honda SH150i
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Roma, sole, 26° gradi accompagnati da un'aria frizzante e… una miriade di Honda SH. Centinaia, ma che diciamo, migliaia. Insomma, così tanti che per i fotografi messi a disposizione dalla casa giapponese per la prova è stata veramente dura non sbagliare la mira. Una bella mano gliela abbiamo data anche noi, schivando a destra e a manca auto, bus, ciclisti, passanti e saltimbanco per farci trovare in posa al posto giusto per lo scatto dell'anno. Niente di più facile quando si è in sella a uno scooter come il nuovo Honda SH 150i, che nonostante le importanti modifiche tecniche ricevute, ha perso davvero poco della sua nota maneggevolezza nel traffico. Questo grazie alla redistribuzione dei pesi verso il posteriore a seguito del trasferimento del radiatore dallo scudo frontale (ora è alloggiata la centralina dell'ABS di serie) a lato motore, che ha reso l'avantreno più leggero e per questo maggiormente reattivo nello zigozago.
Rapidità nello svoltare che i tecnici della casa di Tokyo hanno poi accentuato andando a modificare non solo la taratura della forcella per renderla ancora più sostenuta in fase di affondo, ma anche l'inclinazione della stessa, che passa dai 27° del my 2012 ai 26° del nuovo. Al contempo, il telaio è stato interamente riprogettato alla ricerca di una maggiore rigidità nella zona riguardante lo sterzo e quella d'incontro con lo struttura portante della sella, in modo tale da ottenere un vano capace di contenere un casco integrale: finalmente Honda ha risolto uno dei pochi difetti di questo scooter.
Un lavoro non da poco, visto che nel gioco dei compromessi si rischia sempre di aggiungere qualcosa in un punto e di trovarsi con qualcosa meno in un altro. Un po' come è accade per il reparto sospensioni, dove offrire allo stesso tempo comfort, precisione e stabilità è una scienza ancora per nulla perfetta. Così, mentre la forcella del nuovo SH 150i (ma questo vale anche per la versione 125) conferma ancora una volta una più che discreta capacità di digerire molti dei colpi inferti dalle imperfezioni stradali e di regalare un buon feeling con la ruota anteriore non solo in curva ma anche in frenata, quest'ultima potente quanto basta e con ABS di serie mai invasivo.
Di contro la taratura rivista verso il duro degli ammortizzatori (soprattutto per gestire il maggior peso spostato sul retrotreno) ne ha ridotto la capacità di filtrare i colpi più marcati. A nostro parere la perdita in termini di comodità non è stata eccessiva: certo, i colpi da buche sono più marcati, ma almeno ora la coppia di molloni non va più a fondo corsa e garantiscono una maggiore stabilità sullo sconnesso e ad ogni avvallamento pronunciato preso in velocità. A questo proposito un appunto sull'avantreno, che a manetta tende ad alleggerirsi un pochino e a dare la sensazione di galleggiare sulle buche, passandoci sopra come se nulla fosse e senza mai mostrare instabilità. Ed è questo l'importante.
Honda SH150i
Insomma, in fatto di compromessi il nuovo Honda SH150i si conferma ancora una volta uno che sa accontentare davvero tutti. Un'arte, questa, che sfoggia anche nel look, tanto nuovo eppure così sempre uguale perché, come si dice, squadra che vince non si cambia. E dato che in qualsiasi cilindrata si prenda in esame lo scooter Honda intorno a sé riesce a portare migliaia di proseliti, è chiaro quanto sia stato difficile il lavoro svolto dal Centro Stile di Atessa (confermando così che l'SH è italiano). Così, con le modifiche apportate all'abito, il ruote alte italo-giapponese mantiene il family feeling sfoggiato finora dai rappresentanti della famiglia, prendendo qualche spunto in più dalla ultime tendenza di Tokyo impostate con la VFR1200F, che lo avvicinano più al fratello maggiore "300". Via quindi la griglia frontale (di cui restano solo due fessure) e dentro una cromatura a "V" enfatizzata da inedite luci di posizione verticali, mentre per quanto riguarda il posteriore, la coda diventa ancora più filante grazie al linee più sinuose.
A tanta sportività estetica non corrisponde una eguale personalità del motore, lo stesso già montato sui cugini a ruote basse PCX, un esempio per tutti i concorrenti di parsimonia e silenziosità ma fin troppo insipido dal punto di vista emozionale. Se l'obiettivo, però, è abbattere i consumi (la casa dichiara oltre 43 km/lt), a farne le spese devono per forza essere le prestazioni. Non che il propulsore nipponico vada piano, però non allunga più con la stessa convinzione di una volta. Il fatto è che stiamo scrivendo di un motore che funziona fin troppo bene, ma così bene che l'erogazione dolce, fluida e pronta a ogni millimetro di gas dato ci lascia un po' a bocca asciutta. E non basta nemmeno percepire quel pizzico di muscoli in più ai medio-bassi regimi a ridarci il piacere che si aveva dal precedente motore, forse un po' spigoloso (per quanto può esserlo un motore da 15 CV), ma di certo più vivo. Ecco, gli abbiamo trovato un difetto.
Nulla da eccepire invece per quanto riguarda il comfort di marcia (nonostante la sella poco imbottita) accresciuto dalla presenza di serie del parabrezza che non distorce e non va ad intralciare la visuale posizionandosi proprio all'altezza degli occhio. Piace anche la frenata, dove i comandi al manubrio si differenziano per il feeling che trasmettono per una scelta specifica di Honda che dovrebbe evitare situazioni imbarazzanti per i meno esperti: più modulabile quello posteriore, un pochino più spugnoso quello che agisce sull'anteriore.
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