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SBK, Carlos Checa: "Ho sempre voglia di provare cose nuove"

di Stefano Borzacchiello il 24/12/2015 in Sbk

Carlos Checa, ex campione della SBK, sta vivendo una seconda vita di cui le moto fanno ancora parte. Ma per il futuro è alla ricerca di nuove sfide

SBK, Carlos Checa: "Ho sempre voglia di provare cose nuove"
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Ci sono piloti che lasciate le corse non vogliono più sentirne parlare. Scompaiono. Altri che invece si ritagliano un ruolo diverso. Spesso diventano team manager, e del paddock non riescono proprio a farne a meno. Altri ancora restano legati all’ambiente, ma non solo al suo lato sportivo.

Piloti come Carlos Checa.  43 anni, campione della SBK con la Ducati nel 2011, vent’anni di corse da protagonista, fra 125, 250, 500, MotoGP e SBK. Lo spagnolo, dopo essersi ritirato alla fine del 2013, è rimasto legato a Ducati come ambasciatore del marchio. E sta vivendo una vera e propria seconda vita, come ci ha raccontato nel corso della nostra chiacchierata alla Festa di Natale della Nolan.

"Oggi faccio l’ambasciatore per Nolan X-Lite e Ducati. Per Ducati in particolare partecipo alle presentazioni e ai corsi di guida in pista, nei loro eventi speciali. Fra poco ad esempio andrò come ospite in Bahrein, per l’apertura della Ducati Cup. Nel resto del tempo mi alleno in bicicletta. In questo periodo dell’anno scio molto, e ho fatto il brevetto di volo; come Marco Melandri. Mi diverto insomma… Ma ho sempre voglia di provare nuove cose e di imparare; e sono costantemente alla ricerca di qualche sfida che mi entusiasmi. Di certo non mi annoio!".
Un ruolo da team manager nel Mondiale non ti piacerebbe?
"Per adesso no. Magari più avanti… Quando ho smesso di correre avevo deciso che avrei dedicato del tempo a me stesso. Lo sto facendo, va anche detto che, dopo vent’anni di gare, l’ambiente lo conosco molto bene e il paddock mi appassiona relativamente perché... è un mondo già visto. Mi piacerebbe fare altro, magari di completamente diverso, per rimettermi in gioco e imparare altre cose".

Non ti ha mai stuzzicato nemmeno l’idea di una wild-card, come hanno fatto Biaggi e Bayliss quest’anno?
“No, ho corso tanti anni. Quelle emozioni le ho già provate. Quando ho detto basta, era basta. Le moto non le ho certo lasciate, sto però correndo in qualche rally proprio perché è diverso, c’è la navigazione, l’impegno fisico, ogni curva è diversa dall’altra e spesso devi improvvisare. In sella a una Beta 390 ho corso il Rally di Sardegna; e con una Atacama, sempre Beta, il Merzouga. Credo che anche nel 2016 correrò ancora nei rally. Mi piace molto l’ambiente e fra i piloti c’è un bel clima. Mi hanno accolto positivamente e mi hanno aiutato a prendere le misure… certo lì io corro per hobby. Mica guardo il risultato… l’ho già fatto per tanti anni, ora voglio godermela. Per questo oggi il ruolo di team manager non rientra nei miei piani".

Da ex campione della SBK, cosa ne pensi di correre le gare una sabato e l’altra domenica?
"Credo che come tutti i cambiamenti all’inizio questa cosa spaventi, visto che modificherà radicalmente la formula di gara storica della SBK. Ma secondo me è positivo, anche perché in questo modo nel 2016 la SBK non si sovrapporrà a nessun altro campionato, come F1 e MotoGP. Anzi, spesso li anticiperà… quindi credo che sarà una bella occasione per conquistare nuovi spettatori in TV. Per chi segue le gare in pista invece sarà diverso. Magari alla fine uno sceglierà di andare solo un giorno a vedere la gara, anche se credo che chi va a vedere la SBK di solito faccia tutto il weekend. Per chi lavora in SBK e per i piloti penso che non sarà male. Hai più distanza fra una gara e l’altra e hai anche più tempo per riposarti fra Gara1 e Gara2, per sistemare la moto o per ripararla. Alla fine è una decisione che andava presa per il campionato. Spero che funzioni, ma questo lo potremo dire solo alla fine del 2016".
Come vedi la SBK di oggi?
“Credo che qualche anno fa la SBK fosse al suo top: c’erano tanti team ufficiali, nomi importanti fra i piloti, come Biaggi, Haga, Toseland, Melandri. Oggi è diverso. Detto che il livello secondo me è ancora alto, il campionato è cambiato, e forse mancano dei veri personaggi. Per questo vedo bene l’arrivo di Nicky Hayden e il ritorno di Yamaha. Mentre mi spiace esca di scena l’Aprilia, è un peccato che lasci il campionato dove era vincente per correre in MotoGP dove oggi è molto distante dal top. Davvero io non li capisco, ma è difficile analizzare una scelta così importante da fuori. Guardando a quest’anno, penso che Kawasaki abbia avuto qualcosa in più di tutti. Una situazione di dominio non buona per il campionato. Sono però fiducioso per il futuro: ci saranno nuovi protagonisti e... credo che la SBK stia trovando una nuova identità”.

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