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SBK: test ufficiali giorno 3

il 30/01/2001 in Sbk

A Kyalami Bayliss risponde subito al record di Edwards strappandoglielo per una manciata di centesimi. Girano forte anche Chili e Corser

SBK: test ufficiali giorno 3
Bayliss ha realizzato il tempo record di 1’42”325


Dal nostro inviato Marcello Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi





Dopo il record ottenuto ieri da Colin Edwards, che aveva girato in 1’42”391, è arrivata oggi la pronta risposta della Ducati, mentre il team Honda era già in volo per l’Inghilterra. Nella sessione della mattina Troy Bayliss ha infatti realizzato un incredibile 1’42”325, che migliora di una manciata di centesimi il tempo del texano della Honda ma che assume grande rilievo in quanto ottenuto con gomme da gara, anche se di mescola tenera.
L’australiano ha fatto capire sin dai primi giri che avrebbe attaccato e lo ha fatto in maniera concreta a fine turno quando ha sparato il suo giro veloce, aggredendo la pista con quel suo stile deciso ma redditizio.

Alle sue spalle si è piazzato Ben Bostrom, che ha centrato il suo miglior crono di questa tre giorni un po’ travagliata dal punto di vista tecnico. Il californiano, nonostante il gran caldo del primo pomeriggio (49° la temperatura dell’asfalto) ha svolto una gran mole di lavoro e, mentre gli altri erano ancora dentro i box, ha realizzato un ottimo 1’42”472, ottenuto però con gomme da qualifica, le nuove Dunlop che la Casa anglo-giapponese ha costruito seguendo le indicazioni di Troy Corser. Con pneumatici da gara, con cui ha percorso ben 26 giri, invece, ha girato in maniera costante sul passo dell’1’43”5-“6.

A completare la buona giornata della Ducati ci ha pensato Ruben Xaus, anche se lo spagnolo è caduto nuovamente, in quella che scherzosamente il team ha battezzato col nome di “Ducati’s corner”. Xaus si è parecchio arrabbiato con se stesso per questo suo errore ma bisogna dire che fino a quel momento stava girando forte e con continuità, con una serie di passaggi sull’ordine dell’1’43”2. Quando ha provato a spingere un po’ di più l’avantreno gli si è chiuso ma è stata “una caduta che ci può stare” come ha commentato il d.s. Davide Tardozzi.

Questa terza giornata di test ufficiali a Kyalami, terminata in anticipo a causa di un acquazzone abbattutosi sulla pista ad un’ora dalla chiusura, ha fornito altri temi interessanti. Il primo, quello più significativo, è che quest’anno non sarà solo un duello Ducati-Honda. Della partita saranno sicuramente anche Aprilia e Suzuki. Smaltito un po’ il fuso orario, Corser ha subito spinto forte, scendendo facilmente sotto l’1’43” dopo appena tredici giri e per di più con gomme standard. L’australiano dell’Aprilia, non bisogna dimenticarlo, aveva a disposizione la moto dell’ultima parte della stagione 2000, mentre il nuovo motore lo avrà a disposizione solo ai test di Valencia.

Con i tre principali avversari già così in palla, Pierfrancesco Chili non poteva e voleva essere da meno. E così il pilota della Suzuki ha risposto alle bordate avversarie con un significativo 1’42”976, in sella ad una Suzuki che sta progredendo a grandi passi.

Comincia a prendere le misure della bicilindrica di Noale il francese Regis Laconi. Il suo problema principale è togliersi dalla testa il meccanismo di guida dei due tempi e per questo si sottopone a un vero tour de force in pista. Le difficoltà maggiori le incontra nelle curve lente, dove stacca troppo tardi ed è così costretto a correggere la traiettoria, perdendo tempo prezioso. Per facilitargli l’apprendistato Corser gli si è messo un paio di giri davanti e Laconi ne ha tratto subito giovamento.

Dopo il tempone di ieri, Neil Hodgson si è preso invece una giornata di riposo così come il compagno di squadra Toseland, che ieri era caduto distruggendo la sua Ducati. Mezza giornata di relax se la sono presa anche i due piloti Kawasaki Lavilla e Yanagawa, con lo spagnolo ancora una volta più veloce del giapponese.
Assente anche Borja, che risentiva della brutta botta patita alla schiena nella scivolata di ieri.

I tempi
Bayliss
(Ducati) 1’42”325
Bostrom (Ducati) 1’42”472
Corser (Aprilia) 1’42”761
Chili (Suzuki) 1’42”976
Xaus (Ducati) 1’43”227
Lavilla (Kawasaki) 1’43”522
Yanagawa (Kawasaki) 1’44”113
Chambon (Suzuki) 1’44”154
Laconi (Aprilia) 1’44”727
Deletang (Yamaha) 1’48”040

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I test della seconda giornata


Dal nostro inviato Marcello Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi


Da quest’anno la Ducati si avvarrà di un vero e proprio staff di medici e fisioterapisti che si occuperà dell’aspetto psicofisico dei piloti. Il pool sarà coordinato dal dott. Fabio Catani, chirurgo ortopedico dell’ospedale Rizzoli di Bologna e comprende il medico sportivo Marco Negri, uno psicologo, il Prof. Godino, e un fisioterapista. L’obiettivo è quello di portare i piloti alle gare seguendo un programma ben preciso, che tenga conto di parametri quali l’alimentazione, la tabella allenamenti, i controlli del sangue, il tutto naturalmente adeguato alle diverse attitudini del singolo atleta. In più la Ducati si avarrà del Centro Visus di Cervia (RA), che è specializzato in test visivi per i piloti di jet militari. Sui campi di gara ci sarà solo il fisioterapista, che sarà però in contatto continuo con il dott. Catani che, su sue specifiche, adatterà tutti parametri alle diverse condizioni psicofisiche.

Moto, pezzi di ricambio e quant’altro serve al team per ogni trasferta. Quando si gareggia in Europa ci pensano le singole squadre. Il problema riguarda le gare extrauropee, dove bisogna trasportare migliaia di chili dall’altra parte del mondo. A risolvere il problema ci pensa da sette anni la società di Pierluigi Matta, la Ats-Hellmann. Un lavoro delicato e importante che da sette anni ha raggiunto un impegno macroscopico: si è infatti passati dai 30.000 kg del 1994 ai 125.000 kg odierni (65.000 per SBK e 60.000 per Supersport). Il materiale viene ritirato dai corrieri direttamente dalla sede dei team, quindi trasportato nel centro di raccolta a Torino. Vengono quindi preparati i pallet dove vanno messe casse, benzine e gomme. Il materiale viene quindi caricato sull’aereo cargo che, nel caso di contemporanea presenza delle due classi, come avviene in Australia e Giappone, è un Boeing 747. Il tutto deve arrivare in circuito il pomeriggio del martedì, pronto per l’arrivo dei meccanici il giorno dopo.

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