Dal nostro inviato Marcelo Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi




L’ultima giornata dei test ufficiali Superbike, disputati sulla pista sudafricana di Kyalami, ha riservato un tourbillon di emozioni difficile da immaginare. Sin dalle prime tornate della mattina si è capito che i top rider sarebbero andati a caccia del record e così è stato.

Il primo ad accendere la miccia è stato Troy Corser che al ventiquattresimo passaggio ha stampato un perentorio 1’42”067. Troy Bayliss però non c’è stato e, dopo pochi minuti, ecco il suo sensazionale 1’41”904, primo pilota ad infrangere il muro dell’1’42”. In questo gioco sul filo dei centesimi, l'australiano dell'Aprilia ha provato a rilanciare, ma ha osato troppo finendo gambe all’aria: al tornantino in salita ha aperto il gas troppo presto, la moto si è intraversata e lui è finito a terra picchiando i due talloni. Così, con i piedi doloranti, Corser ha preferito chiudere lì i test, come per altro anche Bayliss, evidentemente più che soddisfatto del suo tempo.

Rilassato e sorridente, il pilota del team Ducati Infostrada non pensava certo che qualcuno avrebbe potuto fare meglio di lui. Invece questo è successo perché appena sono riprese le ostilità, con il sole che aveva reso rovente la pista: Neil Hodgson ha infilato un giro degno di Superman, facendo segnare 1’41”477, un secondo in meno del record di Corser dello scorso anno!

Beffati inaspettatamente, Bayliss e Corser si possono comunque “consolare” ragionando in funzione della gara che si disputerà qui il 1° di aprile. Il ducatista ha simulato un GP, riuscendo sempre a girare sul passo dell’1’43” basso, un ritmo davvero impressionante. Sugli stessi livelli si stava esprimendo anche Corser, ma la caduta gli ha impedito di testare le gomme da gara sulla lunga distanza.

Della partita hanno fatto parte anche Ben Bostrom e Pierfrancesco Chili a riprova del grande equilibrio delle forze in campo. Il californiano ha avuto meno problemi rispetto ai giorni passati ed ha sfruttato le gomme da tempo per far segnare 1’42”290. Poi ha dedicato il resto della giornata a testare diversi particolari, inframezzandola con una innocua caduta. Anche Pierfrancesco ha fatto segnare il suo miglior tempo con gomme da qualifica ma l’1’42”347 non è riuscito a rasserenarlo. Frankie ha quasi risolto i problemi di chattering ma non è soddisfatto del motore, poco potente in basso nei confronti dei bicilindrici. I test dei prossimi 3, 4 e 5 febbraio a Welkom, sempre in Sudafrica, serviranno al team Suzuki Alstare Corona per capire meglio dove devono intervenire i tecnici giapponesi prima dell’inizio del mondiale.

Se la Suzuki non ride, in casa Kawasaki si “piange” sulla scarsa competitività della ZX-7 RR, una moto praticamente immutata dal 1997. Una piccola attenuante è data dal fatto che in quota (Kyalami è a 1.600 m di altitudine) i motori plurifrazionati soffrono di più. Sul reale potenziale ( e sulla capacità di sfruttarlo di Lavilla e Yanagawa) ne sapremo comunque nei prossimi test ufficiali di Valencia , quando scenderà in pista anche Izutsu, campione in carica giapponese SBK.

Ruben Xaus invece ha percorso appena 14 giri, poi la Ducati ha pensato bene di fermarlo: lo spagnolo risentiva ancora della botta del giorno prima, aveva dormito poco e mandarlo ancora in pista sarebbe stato un rischio inutile.


Hodgson (Ducati) 1’41”477
Bayliss 4Ducati) 1’41”904
Corser (Aprilia) 1’42”067
Bostrom (Ducati) 1’42”290
Chili (Suzuki) 1’42”347
Lavilla (Kawasaki) 1’43”404
Yanagawa (Kawasaki) 1’43”512
Chambon (Suzuki) 1’43”689
Laconi (Aprilia) 1’43”909
Toseland (Ducati) 1’44”478
Xaus (Ducati) 1’44”728
Deletang (Yamaha) 1’47”855

La gallery fotografica della giornata di Fabrizio Porrozzi
I test della terza giornata