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Suzuki

il 17/09/2001 in Attualità

La Casa di Hamamatsu si propone in modo molto propositivo, ampliando la gamma Burgman e segnando record di cilindrata tanto tra le naked quanto tra gli scooter. Rinnovata anche la gamma cross

Suzuki

La Casa di Hamamatsu si propone in modo molto propositivo, ampliando la gamma Burgman e segnando record di cilindrata tanto tra le naked quanto tra gli scooter. Rinnovata anche la gamma cross




Segnali di vitalità dalla Suzuki. Dopo aver affermato il proprio ruolo al vertice del segmento delle hypersport con la seria GSX-R nei model year 2000-2001, ora punta a consolidare anche la sua posizione negli altri settori.





E lo fa senza alcun timore, anzi proponendo una maxi-naked GSX da 1400 sfruttabili cc e completando tanto verso il basso quanto verso l'alto la gamma scooter, con l'immissione in listino del Burgman 125/150 e la sfida a Honda e Yamaha con il maxi-scooter bicilindrico Burgman 650, dotatissimo in termini di accessori e soprattutto di dotazioni tecniche. Anche la gamma cross vede la proposizione di RM 125 e 250 sensibilmente rinnovate, oltre all'inedita cilindrata 85 cc, che segue i nuovi limiti di classe stabiliti dalla FIM.

GSX 1400




La GSX 1400 è una naked che promette di aggiungere alla piacevolezza di guida della 1200 quel tanto di cattiveria e di prestazioni che dovrebbero permetterle di dire autorevolmente la sua. La carrozzeria, per prima cosa, abbandona le linee morbide e poco incisive del modello precedente per adottare profili più spigolosi ed aggressivi, esaltati dalla grafica bicolore che riprende l?accostamento cromatico delle GSX-R 600/750 e 1000, regine dei rispettivi segmenti.




La meccanica appare un riuscito mix di classico e moderno. Il telaio utilizza una tradizionale e nitida struttura a doppia culla in tubi tondi d?acciaio, affiancato da sospensioni di aspetto tradizionale ma di contenuti tecnici decisamente aggiornati, come testimoniano le possibilità di regolazione, il diametro di 46 mm degli steli della forcella, i bracci in alluminio del forcellone e gli ammortizzatori dotati di serbatoio separato. Spicca l?impianto frenante con pinze anteriori a sei pistoncini.




Il motore raffreddato ad aria e olio mostra chiaramente la stretta parentela con le motorizzazioni 1100-1200 che hanno equipaggiato in passato le più potenti sportive del marchio; per l?occasione è stato dotato di un raffinato impianto di iniezione con doppie farfalle. I 100 CV dichiarati sono raggiunti a oltre 8000 giri, e la coppia è di quasi 13 kgm a soli 6500 giri. Insomma, forse non farà 250 all?ora, ma certo permetterà una guida poco stressante e redditizia tanto al neofita quanto al pilota smaliziato. E magari qualche spettacolare sgommata al semaforo?

Burgman 125/150




La famiglia degli scooter Suzuki si estende anche verso il basso con una proposta che, disponibile in due cilindrate, si rivolge all?utenza giovane e in generale a chi cerca un veicolo utilitario con quel plus di comfort e abitabilità che costituisce la filosofia della famiglia. Ecco allora le cilindrate (125 per chi ha solo la patente B, 150 per chi vuole utilizzare autostrade e tangenziali) pensate per economia di acquisto e gestione, ma la dotazione è completissima.





La strumentazione è particolarmente ricca, la serratura è dotata di antifurto a comando magnetico, sotto la sella trovano spazio due caschi integrali, e anche il vano portaoggetti appare particolarmente capiente. Sella, parabrezza e pedane appaiono studiate per offrire il massimo confort anche a utenti di taglia superiore e nell?uso in coppia, mentre a livello tecnico si segnalano il motore 4T monocilindrico a quattro valvole raffreddato a liquido sviluppato per offrire una curva di coppia particolarmente favoirevole, mentre i freni sono a disco su entrambe le ruote.

Burgman 650




Dopo aver dato il la al segmento dei maxi-scooter con il 400, la Suzuki non poteva subire in silenzio l??onta? dei 500 cc dello Yamaha T-Max e dei 600 cc dell?Honda Silver Wing. Si parlava da tempo di una risposta Suzuki, e addirittura di cilindrate oltre i 700 cc, ma la nuova proposta, anche se raggiunge ?solo? i 650 cc, di certo pone nuovi riferimenti per dotazione e tecnologia applicata alla meccanica.




Al di là della linea e dell?attenzione al comfort dei passeggeri, quello che colpisce sono le caratteristiche tecniche, che vedono un motore bicilindrico affiancato posto in posizione centrale. Si tratta di un bialbero a quattro valvole con cilindri posti orizzontalmente e raffreddamento a liquido, dotato di alimentazione a iniezione e doppio contralbero per l?abbattimento delle vibrazioni. Ma tutto questo appare quasi banale al cospetto della trasmissione automatica, dotata di concetti che costituiscono un vero ?salto? nell?evoluzione della specie. Il cambio a variazione continua dei rapporti, concettualmente del tutto analogo ai normali variatori e ai cambi CVT da automobile, utilizza un servomotore elettrico per la variazione del diametro utile della puleggia motrice, invece del classico sistema a rulli che sfrutta la forza centrifuga.




Questo permette un controllo totale del rapporto utilizzato, che si materializza nella possibilità di utilizzare due programmi di variazione (normale e sport) e addirittura un opzione che permette di utilizzare la trasmissione come un cambio meccanico a cinque rapporti e comando sequenziale al manubrio (tipo Selespeed Alfa Romeo, per intendersi). Completa la dotazione un impianto frenante che vede anteriormente l?impiego di due dischi e di pinze a due pistoni.

V-Strom 1000




Rientra nella famiglia delle ?maxienduro?, ma in realtà la nuova V-Strom non ha nulla dell?entrofuoristrada di grossa cilindrata: non scimmiotta la BMW GS e nemmeno la Varadero. È forse la tappa d?arrivo delle ex-maxi che correndo sull?asfalto volevano ricordare il deserto della Parigi-Dakar, e che nel loro percorso evolutivo hanno effettuato il raid a rovescio: partite dalla sabbia del Senegal, sono arrivate sull?asfalto liscio dell?autostrada A6 che mena a Parigi, e lì hanno ritrovato se stesse.

Insomma, la V-Strom è un?elegante gran turismo a largo raggio, come dimostrano la cura posta al comfort di pilota e passeggero, la protezione aerodinamica ampia e ben studiata, il serbatoio carburante da 22 litri e il portapacchi posteriore integrato. Il passeggero, in particolare, siede finalmente alla stessa altezza del guidatore e può usufruire di pedane sufficientemente basse da garantire una posizione corretta delle gambe.




La linea è armoniosa, senza gli scompensi di volumi che spesso caratterizzano questi modelli, e ci sembra ben riuscita anche se non presenta particolari spunti di originalità. Caratteristica la protezione posta davanti al motore anche a riparo del radiatore olio, nonostante sia piuttosto vicina a terra e, di conseguenza, poco adatta per affrontare percorsi di fuoristrada duro.




Il motore, alimentato a iniezione elettronica e abbinato a un cambio a 6 marce, è stato rivisto per privilegiare tiro ai bassi regimi e consumi contenuti e, come gli altri modelli di punta Suzuki, adotta per l?alimentazione il sistema SDTV con la doppia farfalla nei condotti di aspirazione. Il telaio è in alluminio e contribuisce a contenere il peso complessivo: 207 kg dichiarati a secco.

I pneumatici sono da 110/80-19 all?anteriore e 150/70-17 al posteriore.

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