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Yonny Hernandez, un colombiano in MotoGP

a cura di Stefano Borzacchiello il 19/09/2014 in Motogp

Un esordio nel cross, poi il motard, ma poi Yonny non ha resistito al richiamo della pista. Dopo essersi messo in evidenza nel campionato Supersport spagnolo è approdato al Motomondiale. Ecco i suoi passi prima di arrivare sulla Ducati Desmosedici del team Pramac

Yonny Hernandez, un colombiano in MotoGP
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In una MotoGP dove a far notizia sono sempre i soliti nomi, in occasione dell'ultimo GP a Misano abbiamo incontrato un pilota che per ora è rimasto lontano dai riflettori, ma sta crescendo e, parola del suo team manager Francesco Guidotti, farà parlare di sè. Il suo nome è Yonny Hernandez. Ventisei anni, nato a Medellín in Colombia, Yonny non è il primo pilota colombiano a sbarcare nel motomondiale (il primo è stato Martín Cárdenas, nda), ma è di sicuro quello che sta facendo più strada.

Dopo due stagioni in Moto2 con il team Avintia Blusens (2010-2011), nel 2012 Hernandez è approdato alla MotoGP in sella alla CRT del team Avintia e nello scorso anno, passato al team Paul Bird Motorsport, dopo l'infortunio di Ben Spies ha ricevuto la chiamata dal team Ducati Pramac per correre sulla Ducati Desmosedici le ultime cinque gare della stagione. Fra la squadra e il pilota colombiano è scattata la scintilla, tanto che lo hanno confermato per la stagione successiva al fianco di Andrea Iannone.

Per un pilota che viene da un Paese in cui, come ci ha raccontato, non ci sono circuiti di livello e dove le gare in moto non sono popolari, essere arrivato alla MotoGP è già un grande risultato! Ma a lui non basta essere arrivato al Motomondiale vuole fare di più…

"Sono orgoglioso di essere arrivato al Motomondiale e oggi di correre nella massima categoria, ho lavorato duramente per riuscirsi. Nel mio Paese non è facile diventare un pilota di moto: manca la cultura delle corse in moto e c'è solo una pista a Bogotá che non è certo paragonabile agli impianti in cui corrono le moto in Europa. Inoltre, le gare della MotoGP solo oggi iniziano ad avere più seguito in televisione proprio per il fatto che ci corre un pilota colombiano… Spero che anche grazie a me qualcosa possa cambiare".

Hai iniziato con il cross, come sei arrivato alla MotoGP?
"Mio padre mi regalò una Yamaha PW e così io ho iniziato ad andare in moto da ragazzino facendo cross. Fui campione nazionale della classe 85 nel 2003 e nel 2005 e vicecampione nel 2004. Poi ho smesso con il cross, ma volevo correre e così passai alle Supermotard con cui ho vinto in Colombia il campionato nazionale nel 2007 nelle classi S1 ed S2. La stagione successiva sono riuscito ad andare a correre in Spagna sempre con il motard e son salito quattro volte sul primo gradino del podio. Fu proprio in Spagna che si accorsero del mio talento e quando conclusi la stagione nel motard, mi diedero l'opportunità di provare una Supersport, andai bene (ride) e il passo successivo fu l'iscrizione al campionato spagnolo di categoria nel 2009 con una Suzuki: in sette gare sono salito quattro volte sul podio. Ero sempre in lotta per la vittoria e terminai la stagione al quarto posto. Grazie a quei risultati fui notato da una squadra del mondiale e venni chiamato per correre nella Moto2 con il team Blusens-STX, il mio sogno di arrivare nel Motomondiale si stava avverando!".

Le moto non saranno popolari in Colombia, ma nella tua famiglia sì anche tuo fratello Santiago corre… 
"Sì, ci siamo contagiati… ma la passione per le moto è una cosa solo nostra, in famiglia siamo stati i primi ad aver fatto i piloti. Per il momento però mio fratello è senza uno sponsor, quindi non si può permettere di correre all'estero in altri campionati". 

Oggi in MotoGP come ti trovi con la Ducati e con il team Pramac?
"Riesco a fare cose in pista che prima mi sembravano impossibili. Per me è la prima volta che corro per un team così importante e con questa Ducati, gara dopo gara, sto avvicinandomi ai migliori. Spingo sempre più forte e commetto pochi errori. La Ducati mi piace e sto imparando a sfruttare le gomme Bridgestone e tutta la potenza del motore Ducati. In questo senso l'elettronica che funziona molto bene mi da una mano. Sono convinto di poter arrivare nei primi dieci!".

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