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Honda Shadow 125

il 30/08/2002 in Moto & Scooter

Una custom piccola piccola che replica quelle più impegnative e costose. Curata nei particolari e tecnicamente aggiornata, va bene per la città e per le passeggiate tranquille

di Fabio Cormio, foto Alberto Cervetti



In Europa moto come questa detengono quote di mercato considerevoli: basta superare il Colle di Tenda per vedere ragazzi francesi in sella alle loro Yamaha TDR 125, Honda Varadero di uguale cilindrata e così via. Dalle nostre parti, invece, da quando vige il limite dei 15 cavalli i motori da un ottavo di litro per lo più se ne stanno sotto le carrozzerie plastiche degli scooter, i mezzi ritenuti più adatti a potenze tanto esigue. A questo punto, l’unica via pare quella di specializzare il più possibile il prodotto, donandogli quelle caratteristiche di raffinatezza e cura del dettaglio che uno scooter per definizione non può avere, e non importa se questo fa lievitare il prezzo.



Honda fa proprio questo con la Shadow 125, la classica moto che a sedici anni procura momenti di lacerante invidia ai compagni di classe (quanti di loro hanno un bicilindrico?) ma che sa adattarsi anche a chi non è un teenager, proprio grazie all’aspetto maturo. Il gentil sesso, in particolare, può apprezzarne le dimensioni contenute e lo styling pulito.



Il prezzo, di quasi 4.700 Euro (circa mille più del vendutissimo @), la mancanza di un vano portabagagli nonché l’ormai bassa popolarità delle custom (escluse quelle americane o comunque di enorme cilindrata) spiegano perché un oggettino così piacevole sia raro a vedersi sulle nostre strade.

L’asso nella manica della Shadow 125, l’elemento che ne determina la superiorità rispetto alla stragrande maggioranza delle moto di pari cilindrata sul mercato, è certamente la cura con cui è realizzata. I materiali sono sempre all’altezza della situazioni e sono di buon livello anche vernici e cromature, di cui non si fa certo economia.

La posizione di guida è in classico stile custom, con manubrio alto e pedane piuttosto avanzate: il peso non è poi ridottissimo (145 kg), ma la scarsa altezza della sella fa della Shadow una moto estremamente maneggevole. Come abbiamo già avuto modo di notare nella recente prova della più nota sorellona da 600 cc, la porzione di sella dedicata al passeggero più che un alloggio pare una raffinata punizione orientale, visto quanto è striminzita e poco accogliente.



La strumentazione è quella che ci si aspetta da una cruiser di dimensioni e prezzo elevati: il pannello cromato posto in cima al serbatoio fa un grande effetto ed incorpora il tachimetro analogico a fondo bianco ed il piccolo contachilometri digitale, oltre a tutte le spie del caso. Peccato manchi l’indicatore del livello carburante, difetto che, bisogna dirlo, è una costante anche su motociclette di ben altro blasone. A proposito: il serbatoio contiene ben 14,5 litri di verde, dato che sta a significare una notevole autonomia per la piccola giapponese.



Sebbene la soglia dei quindici cavalli, che la legge impone di non superare, sia oggettivamente piuttosto bassa,la Shadow è l'unica quattro tempi di questa cilindrata a sfruttarli tutti quanti. Non a caso è il motore a calamitare le attenzioni di chi, dopo averne apprezzato l’estetica, cerca di capire qualcosa in più sulla Shadow 125. Il bicilindrico a V di 90° è un quattro tempi raffreddato a liquido, con distribuzione monoalbero a otto valvole. L’erogazione è ottimizzata da un’accensione indipendente per ogni cilindro. Interessante il sistema di preriscaldamento dei carburatori che ha l’obiettivo di favorire l’avviamento a freddo.



La ciclistica è decisamente tradizionale, per impostazione come per dimensioni: il telaio è a doppia culla in acciaio, e il reparto sospensioni vede all’anteriore una forcella telescopica con steli da 35 mm, abbinato a un forcellone posteriore con doppio ammortizzatore.

Abbastanza prevedibile la scelta di un tamburo per il freno posteriore, così come quella del disco anteriore da 240 mm con pinza a doppio pistoncino. Una raffinatezza: le pastiglie sono in resina stampata, per un’efficacia superiore.



In sella, la Shadow 125 va presa per com’è: una moto molto, molto tranquilla. Soprattutto bisogna dimenticarsi le doti di accelerazione e ripresa che spesso caratterizzano i veicoli con questa impostazione: la coppia motrice è infatti decisamente scarsa (10,7 Nm a 9000 giri). Le prestazioni assolute, insomma, sono paragonabili a quelle di uno scooter midi di equivalente cilindrata, con la lancetta del tachimetro che fatica a superare quota 100.



In compenso, nella guida rilassata la VT 125 sa essere appagante, grazie a un’ottima stabilità sul dritto e a una tenuta rassicurante in curva; doti che però si pagano con un assetto fin troppo rigido, soprattutto a causa degli ammortizzatori posteriori poco efficaci.



Anche se le sollecitazioni cui viene sottoposto non sono eccessive, l’impianto frenante difetta un po’ di potenza: come è facile intuire, a faticare è soprattutto il tamburo posteriore: per ottenere spazi d’arresto brevi, il pedale destro deve essere spinto fino a fondo corsa.
Infimi i consumi: i 25 chilometri con un litro sono la norma, ma si può andare ben oltre.



Motore: 2 cilindri a V di 90°SOHC, 4 tempi, 4 valvole, raffreddato a liquido, alesaggio x Corsa: 42 x 45 mm, cilindrata: 124,7 cc, rapporto di compressione: 11,8 : 1, alimentazione: Carburatore - 2 (tipo VP) da 22 mm. Accensione: doppia CDI con anticipo elettronico; avviamento elettrico.

Trasmissione: a catena, cambio a cinque velocità.

Ciclistica: telaio in acciaio a doppia culla, sospensione anteriore: forcella telescopica da 35 mm, escursione 110 mm; sospensione posteriore: forcellone con due ammortizzatori regolabili nel precarico, escursione 80 mm. Freno anteriore: disco da 240 mm con pinza a doppio pistoncino. Freno posteriore: tamburo da 130 mm. Cerchi: anteriore 17”, posteriore 15”.

Dimensioni: lunghezza 2.291 mm, interasse 1.524 mm, altezza sella 680 mm, peso: kg 145.

Euro1:sì.

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