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Scegliere l’usato: Kawasaki Z750R

di Alessandro D'Aiuto il 15/02/2016 in Moto & Scooter

La Kawasaki Z750R, l'ultima verdona declinata nella carismatica e gloriosa cilindrata di 750 cc, era disponibile anche nella esclusiva versione "R", con una ciclistica più raffinata. Una naked ancora oggi interessante. Ecco cosa tenere d’occhio e i nostri consigli per comprarne una usata

Scegliere l’usato: Kawasaki Z750R
Nel 2015, la Kawasaki Z750 è uscita dai listini. La settemmezzo di Akashi resta però un mezzo ancora valido, molto valido. Quindi se cercate una naked divertente e non volete acquistare una moto nuova, la Z750 non solo non è un ripiego, ma è addirittura una scelta concorrenziale e di facile reperibilità.

E sì, ne hanno vendute parecchie di queste moto, perché ai loro tempi erano un affare molto goloso, dal prezzo strepitoso in relazione alle loro interessanti prestazioni. Un consiglio? Visto che in giro di "zeta" ce ne sono tante, è meglio accaparrarsi la versione più esclusiva, e cioè la "R", che di serie offre tutta una serie di componenti di pregio. Tutta roba che gli smanettoni di solito montano con pezzi aftermarket, spendendo un sacco di quattrini. A cambiare, in particolare, sono l'impianto frenante (con pinze e pompa radiali, tubi in treccia di serie), la forcella regolabile nel precarico e nel ritorno, l'ammortizzatore conserbatoio separato (abbinato a un leveraggio con bielle più lunghe) ed infine uno specifico forcellone in alluminio, più leggero e più bello. A richiesta c'era anche l'ABS, che secondo noi è un plus da ricercare.
La Z750R è rimasta solo per tre anni nei listini: benché più rara della standard, si trova però con relativa facilità. Per un usato conveniente: a meno di un ottimo stato di conservazione, meglio non spingersi oltre i 6.000 euro. Anzi, sarebbe meglio tentare di chiudere attorno ai 5.500 per un esemplare perfetto. Non siate troppo avidi però: per quanto di grande serie, la "R" non è poi così diffusa. Quindi vale davvero la pena di spendere qualche centinaia di euro in più rispetto alla pur ottima versione standard.

Priva di particolari difetti, la Kawasaki Z750R non ha subito nessun richiamo; gli elementi da controllare sono i soliti: stato di conservazione, tagliandi, presenza o meno di parti aftermarket e corrispettivi originali. Se dovete sostituire la trasmissione finale, considerate la possibilità di montare una corona con un paio di denti in più.

L'affidabile quattro cilindri della Z non pecca di tiro ai bassi, però la scelta può essere apprezzabile se andate spesso in montagna. Chiudiamo con una considerazione di tipo commerciale: la Z750R costa a buon motivo un po' più cara della standard, ma tra qualche anno non è detto che questa differenza sia ancora monetizzabile. Quindi compratela e divertitevi, ma sfruttatela almeno per quelle tre o quattro stagioni durante le quali il fisiologico deprezzamento vi renderà meno amaro il probabile allineamento di valutazione tra la "R" e la base.

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