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Smog: i numeri non accusano i motorini

il 18/02/2002 in Attualità

ACI e Ministero dell’Ambiente hanno presentato una ricerca che fa il punto sull’inquinamento delle nostre città. I motorini ne vengono fuori abbastanza bene, eppure qualcuno prosegue con la caccia alle streghe…

Smog: i numeri non accusano i motorini
Un'attenza analisi dei numeri presentati fa apparire i motorini meno inquinanti di quanto si d

ACI e Ministero dell’Ambiente hanno presentato una ricerca che fa il punto sull’inquinamento delle nostre città. I motorini ne vengono fuori abbastanza bene, eppure qualcuno prosegue con la caccia alle streghe…
di Riccardo Matesic




Ma chi è che sporca? “Un motorino vale 50 auto”. E’ il titolo di una delle tante notizie d’agenzia uscite dopo la conferenza stampa congiunta tenuta dall’ACI e dal Ministero dell’Ambiente per presentare una ricerca sull’inquinamento delle nostre città causato dal traffico.

Lo studio presentato si chiama “Verso una mobilità pulita”, e per quanto riguarda le due ruote prende spunto dalla Campagna Vadopulito, che circa un anno fa si era articolata su una serie di misurazioni degli inquinanti emessi da moto e motorini in 8 città italiane.
Ma un motorino, seppure vecchio, inquina veramente come 50 auto? No, e leggendo bene le agenzie si scoprono altri dati, che gli stessi organizzatori della conferenza stampa hanno messo ben in evidenza. Vediamo quali.
(rmatesic@motonline.com)

Cosa hanno detto ACI e Ministero dell’Ambiente





ACI e Ministero dell’Ambiente hanno schivato la polemica. Anzi, lo stesso Ministro Matteoli incalzato dalle domande ha preso atto di quanto siano numerosi i fattori inquinanti che contribuiscono a rendere venefica l’aria delle nostre città, dagli autobus urbani agli impianti di riscaldamento, con ampie zone d’Italia dove ancora si usa il carbone…
Il motivo dominante della mattinata è stata allora la necessità di svecchiare il parco dei veicoli circolanti; di tutti i veicoli: auto, autobus e, ovviamente, moto e motorini. Per velocizzare questo ricambio il presidente dell’ACI, Franco Lucchese, ha proposto l’abolizione della IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), cosa che renderebbe meno onerosi i passaggi di proprietà.
Nel nostro caso però sarebbe un provvedimento che ci interessa poco, perché per noi l’abolizione di tale imposta è stata decisa già qualche anno fa, tanto che i nostri passaggi di proprietà costano già la metà di quelli automobilistici…
Invece, parlando espressamente di moto e motorini, è tornato d’attualità il problema del Bollino blu. Ricorderete che per quest’anno è stato bocciato relativamente alle revisioni dalla Commissione Europea, in quanto la metodica proposta, l’analisi del CO2, non era in accordo con le normative d’omologazione comunitarie. Allora si decise di soprassedere anche sul bollino blu, per il quale era stata proposta la medesima metodica. Ora si è tornati a proporre l’analisi del CO2, ma è ancora un provvedimento di là da venire: ci auguriamo che nel frattempo qualcuno riesca a fare chiarezza, convincendo i tecnici ministeriali che la soluzione da sposare è quella dell’analisi del CO, dell’ossido di carbonio.
Però, proprio perché leggiamo ancora delle polemiche sterili sui motorini, è interessante andare a scorrere i numeri che gli stessi organizzatori hanno diffuso.

I numeri presentati da ACI e Ministero dell’Ambiente




“Sulle strade italiane circolano oltre 11 milioni di auto a benzina non catalizzate, che emettono benzene pari a 99 milioni di auto catalizzate; sono circa 88.000 gli autobus e pullman che per gli ossidi di azoto (NO) inquinano come circa 10 milioni di auto a benzina catalizzate; i ciclomotori a 2 tempi, infine, arrivano a inquinare, per quanto riguarda gli idrocarburi incombusti (HC), fino a 63 volte un’automobile catalitica a benzina”.
Questa l’apertura del comunicato congiunto di ACI e Ministero dell’Ambiente con il quale si annunciava la conferenza stampa. Si tratta di numeri che potrebbero essere già interpretati sia positivamente sia negativamente. Fra i documenti distribuiti ci sono però anche altre schede. Una, in particolare, mette in relazione le emissioni allo scarico con le percorrenze chilometriche e con il volume del parco circolante. Sulla base di questa correlazione traccia una graduatoria dei veicoli che più concorrono all’emissione di ogni singolo inquinante.
A Firenze, città presa a riferimento per sviluppare questo modello matematico, nel 2000 i veicoli che hanno inquinato maggiormente sono così suddivisi. Per il CO (monossido di carbonio), il primato va alle automobili a benzina non catalizzate (41%). Identico responso per gli HC (idrocarburi incombusti), con le auto a benzina non catalizzate al 33% e ciclomotori e motocicli non catalizzati ben più indietro: 18%.
Gli Ossidi di Azoto (NOx) vedono le auto diesel al 42%, seguite dai veicoli diesel di media portata (37%).
Infine il benzene, classifica nella quale teoricamente dovremmo essere messi malissimo. Invece scopriamo che le auto a benzina sono responsabili del 35% del benzene emesso in relazione al traffico, i ciclomotori 2T non catalizzati del 24%, le moto 2T non catalizzate del 13%, e le auto a benzina catalizzate del 12%. Sì, il benzene lo emettono anche le auto a benzina catalizzate, anche se molti non lo sanno.
Il tutto poi va messo in correlazione con un altro dato ancora più importante: il traffico contribuisce allo smog cittadino solo per il 40%!
No, non stiamo difendendo l’uso del mezzo privato in città a tutti, né stiamo negando le nostre colpe. Stiamo solo dicendo che contro i motorini c’è una caccia alle streghe che questi numeri fanno apparire ingiustificata.
Ciò non toglie che i ciclomotori Euro 1 garantiscano un rispetto dell’ambiente già enormemente superiore rispetto a quelli Euro 0, e oggi sono solo il 20% del parco circolante. Siamo allora d’accordo con il presidente dell’ACI quando dice che la chiave per migliorare l’aria delle città oggi passa attraverso il rinnovamento del parco circolante.
Fermo restando che prima arrivano gli Euro 2 meglio è. Ma questa è un’altra storia…


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