Abolire la tassa di possesso recuperando il mancato introito fiscale con maggiori tasse sul carburante: un?idea appena abbozzata in una frasetta nell?ambito del Piano Generale dei Trasporti che sta facendo rumore perché penalizzerebbe i macinatori di chilometri
di Riccardo Matesic
Nei giorni scorsi è stata nuovamente ventilata la possibilità di una futura abolizione della tassa di possesso in cambio di maggiori imposte sui carburanti, in modo da far pagare gli oneri della circolazione a chi realmente usa la strada piuttosto che a chi tiene il veicolo in garage.
L?idea è abbozzata nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica emanato dai Ministeri dei Trasporti, dei Lavori Pubblici e dell?Ambiente. Nel capitolo ?Il trasporto passeggeri a media e lunga percorrenza? nella parte relativa alle autovetture private si legge infatti: ?Appare poi opportuno identificare soluzioni tendenti a spostare l?enfasi dell?imposizione fiscale dai costi fissi (es. tassa di circolazione) a quelli variabili, privilegiando l?impiego di strumenti volti a favorire un uso più razionale dei mezzi privati?.
L?obiettivo sembrerebbe essere insomma quello di scoraggiare l?uso indiscriminato e spesso inutile del mezzo di trasporto privato incentivando magari il ricorso al mezzo pubblico o alla condivisione dei veicolo.
È chiaro che il settore motociclistico è stato dimenticato nella scrittura di questa frasetta affogata nelle 99 pagine del Piano, ciò non toglie che l?abolizione della tassa di possesso - e non di circolazione come scritto nel documento? - coinvolgerebbe sicuramente anche i motociclisti, stante l?impossibilità di prevedere tariffe differenziate del carburante per veicoli ipoteticamente lasciati fuori dalla riforma. E per chi fa molti chilometri, magari per lavoro, non sarebbe certo un gran vantaggio.

Vediamo allora quali sono le reazioni nella pagina degli "approfondimenti".