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Sardegna, il Sinis e il Montiferru

di Tiziana Crimella, foto di Roberto Mele il 15/04/2010 in Sardegna

Viaggio tra stagni di pesca, spiagge di conchiglie di sapore esotico e piccoli borghi di montagna, dove tradizioni e artigianato sembrano resistere ai dettami dell'era moderna

Sardegna, il Sinis e il Montiferru
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Non ci fa impazzire, giungendoci dopo un viaggio lungo belle strade deserte; Oristano, però, si scopre dal cuore. Il centro pedonale è caratteristico e vivo, con i negozi aperti fino a tardi e le luci gialle dei lampioni a conferire una calda, piacevole atmosfera.
Oristano è la città della Sartiglia; per goderne lo spettacolo, bisogna passarci a carnevale: il cavaliere, nascosto dietro la maschera di un misterioso Dio, impugna la spada e punta, al galoppo sfrenato, sotto l'incessante rullio dei tamburi, la sorticula, cioè l'anello bersaglio a forma di stella che deve riuscire a infilzare.

Più alto è il numero di stelle centrate, maggiore sarà il raccolto della comunità e anche la fortuna dello stesso cavaliere. Festa della magia e della prosperità, ha come unico vero protagonista Su Cumpoidori e la sua maschera androgina.
È lui il re della festa: né femmina né maschio, Su Cumpoidori nasce nel corso di una vestizione pubblica, celebrata da ragazze che indossano costumi antichi.
La Sartiglia, manifestazione che in passato era riservata alle classi nobiliari, comincia proprio così, con la vestizione del Capo Corsa, uno dei riti più impenetrabili della tradizione sarda. La versione attuale della manifestazione avvince quasi più per la lunga fase di preparazione, una vera e propria funzione, che per la gara in sé. Da quando viene vestito su un tavolo, che rappresenta l'altare, Su Cumpoidori non può più toccare terra, poiché deve conservare la purezza necessaria a gareggiare e vincere. E dopo aver aperto la corsa alla stella, quasi semidio tra la folla di mortali che lo acclamano e attendono la sua benedizione, Su Cumpoidori dovrà tenere fede a un ultimo rito, Sa Remada, che gli impone di percorrere di corsa la pista disteso di schiena sul dorso del cavallo. Come va a finire? Il bello della diretta ogni anno, a Carnevale! Tamburi e gran vociare si disperdono appena fuori città; nel Sinis, la pace della piccola, quasi piatta penisola, resetta i sensi verso altre percezioni.
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La bottarga posta a essiccare
Oltrepassato lo Stagno di Cabras, il paesaggio diventa antico e vero al tempo stesso: alla Peschiera Pontis, osserviamo uomini in ginocchio sulle canne: lavorano d'intreccio per preparare lunghi cannicci, una sorta di trappola per i cefali che, una volta entrati nella zona di cattura non riescono più ad uscirne. Cefali o muggine, insomma: tutto questo si fa per la bottarga! Generosamente servita a tavola, sia a piccole fette, per antipasto, sia grattuggiata sui carciofi, altra prelibatezza della zona.

A San Giovanni lasciamo la moto per passeggiare accanto alla piccola chiesa paleocristiana: è tra le più antica della Sardegna ancora in uso e risale probabilmente al V secolo; sempre a piedi, le rovine punico-romane della città di Tharros, sono un imperdibile richiamo. E, ancora a piedi, raggiungiamo il Capo San Marco, per ammirare lo splendido panorama. A San Salvatore scopriamo le cumbessias, tipiche casette del luogo che, insieme alle lollas, ospitavano le famiglie dei pellegrini che vi si trasferivano per tutto il periodo della novena.
Lungo la strada che taglia in due la penisola, tra stagni che conferiscono all'ambiente una strana magia, un segnale indica la direzione per Su Pallosu.

Tutto questo ricorda molto il film di Sabina Guzzanti "Le ragioni dell'aragosta", ambientato in questa zona. Comunque le aragoste qui ci sono davvero e pure i pescatori. La cooperativa Su Pallosu è a Putzu Idu, le aragoste sono in riserva, in mezzo al mare. Le barche sono lì, anche per emozionare i turisti con quella forma di accoglienza che piace sempre di più: la pesca turismo.
Poi ci avviamo verso l'interno. Il Montiferru è una nuova scoperta. Prima di tutto le strade: attorcigliate su se stesse, nel perfetto stile dell'isola, sembrano nastri che cercano una traiettoria che non è mai lineare. Si va lenti, ma la guida diverte e il traffico è un ricordo lontano. Anzi: non c'è proprio nessuno. Per incontrare un'anima viva, dobbiamo fare ingresso nei paesi, dove, tra l'altro, è impossibile passare inosservati! A Cuglieri, per raggiungere il sagrato della Basilica di Santa Maria della Neve, bisogna arrampicarsi lungo la statale che si infila come un serpente nel centro; da lì il panorama è splendido e gli uliveti digradanti confermano l'importanza della produzione di olio d'oliva locale. Flussio e Tinnura sono due paeselli in sequenza ravvicinata, famosi per l'artigianato dei cesti fatti con l'asfrodelo, il salice e la canna. A Tinnura, bellissimi murales sulle case rappresentano la storia e la cultura della popolazione; sono tanti e talmente belli, da trarre in inganno su quel che è vero e quel che è dipinto.
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Santu Lussurgiu
Il cuore del Montiferru è Santu Lussurgiu; si raggiunge dopo il passaggio a San Leonardo, borgata termale famosa per le sette fonti, che sorge accanto alla bellissima chiesa romano gotica. Santu Lussurgiu spunta tra castagneti, boschi di lecci e ulivi; si comprende subito che l'attività artigianale non solo non è scomparsa, ma ha avuto un impulso che rende visibili mestieri dimenticati.

E non si dice così tanto per dire. Passeggiando nel centro scopriamo un sarto: la porticina del suo piccolo atelier (che parola grossa!) è aperta, per far entrare luce e aria già tiepida in una primavera pigra a sbocciare. Lui è lì, gli occhiali spessi calati sul naso, il viso rivolto sul suo lavoro, i gesti rapidi e sicuri per spostare sotto l'ago della macchina un paio di pantaloni che stanno prendendo forma.

Più avanti, entriamo in una selleria; legno e cuoio sprigionano i loro sentori, tra selle artigianali allineate, i finimenti e tutta una serie di accessori che, seppur sempre meno utilizzati, sono ancora richiesti dai pastori e di chi lavora con cavalli e asini. Spiccano, anche, alcune insegne di coltellinai; ne incontriamo uno che ci racconta come nasce un bellissimo coltello artigianale, mostrandoci la materia prima – un corno di montone e un banalissimo pezzo di acciaio - e illustrandoci, nel suo laboratorio di stampo incredibilmente antico, ma ordinato, tutte le fasi della lavorazione. Coltelli su misura, cioè realizzati secondo le specifiche richieste degli acquirenti, vengono realizzati a mano da due artigiani che a noi sembrano depositari di un immenso patrimonio di conoscenza.

Ci sono anche i formaggi: Santu Lussurgiu è il più importante paese produttore di Casizolu del Montiferru, un formaggio di vacca, cioè quasi una sfida in un paese di pecore. Poco trasportabile in un viaggio in moto, preferiamo riservarcelo a tavola. Poi ripartiamo. La discesa verso Oristano solca il versante sud del Montiferru su strade ancora più tortuose; le distanze si dilatano, si scorre lenti e non mancano le occasioni per una sosta. Da Seneghe, bel centro antico, una deviazione porta attraverso fitte sugherete, fino alla cima del Monte, da cui si gode una splendida vista verso la costa; spunta, nel piccolo centro di San Vero Milis, il campanile della chiesa di Santa Sofia con la tipica cupola oristanese a cipolla. Oristano è vicina, ma ce la teniamo per la notte. Il tramonto lo aspettiamo sullo stagno di Cabras, ne assorbiamo la magia e ci lasciamo invadere dal suo silenzio.
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La bottaia della cantina Contini
Oristano
¯ Ristorante Craf da Banana, Via De Castro 34, tel. 0783 70669. Si trova nel centro pedonale della città, questo locale con volte in pietra, dall'atmosfera calda e accogliente. Propone menù di terra, con grigliata di carni ovine e di bue rosso, o di mare; ottimi vini regionali e formaggi locali. Gli indecisi si affidino alla simpatica cortesia di Rita, la titolare.
¯ Trattoria da Gino, Via Tirso 13, tel. 0783 71428. Ci si va per la cucina di pesce, giocata sul pescato giornaliero, di golfo e delle lagune.
Siamaggiore (OR)
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Ristorante Da Renzo, SS 131, Km 99, tel. 0783 33658; www.darenzo.it. Eccellente cucina di pesce; tra le proposte da non perdere, l'aragosta alla sarda o proposta in altri piatti, tra antipasti, primi e secondi. Anche carne di bue rosso, allevato nell'oristanese.
Cabras (OR)
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Peschiera Pontis, Via Provinciale 6, direzione San Giovanni in Sinis, tel. 0783 391774. Un ittioturismo in un suggestivo scenario; niente menù alla carta, ma giro di portate dall'antipasto al dolce, a base di pesce freschissimo e dell'immancabile bottarga. Sia pranzo che cena; poi passeggiata sugli stagni.
San Giovanni di Sinis (OR)
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Bar Casas, tel. 338 3338671. Bisogna fare attenzione al cartello, per trovare questo bar defilato; si va per l'imperdibile panino alla melanzana, le melanzane fritte e altre sfiziosità.
Oristano
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Hotel Mistral 2, Via XX Settembre 34, tel. 0783 210389; www.hotel-mistral.it. In centro, ha camere ampie, eleganti e ben attrezzate. Zona relax, bar sempre aperto e piscina accolta in un patio circondato da piante rampicanti. Al ristorante piatti tipici della cucina sarda e proposte internazionali. Parcheggio sotterraneo gratuito; internet wi-fi a copertura totale.
Riola Sardo (OR)
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Hotel Lucrezia, Via Roma 14a, tel. 0783 412078; www.hotellucrezia.it. Delizioso albergo arredato con pezzi unici dell'Ottocento. Propone diverse attività, tra cui degustazioni, gite in barca all'Isola di Mal di Ventre e noleggio gommoni.
SHOPPING E ALTRE AMENITÀ
La bottarga
L'Oro di Cabras, Via Cima 5, tel. 0783 290848, www.orodicabras.it, produce bottarga in piccole quantità, con pesce locale e non importato. Nello Stagno di Mistras, dove pescano, c'è uno dei rari capanni di giunco rimasti nel Sinis.
La Vernaccia Doc
Si acquista a Cabras, all'Azienda Vinicola Attilio Còntini, Via Genova 48/50, tel. 0783 290806: due botti con fondo di vetro mostrano come invecchia la vernaccia. In esposizione "is fassonis" le tipiche imbarcazioni in giunco della regata storica di Santa Giusta, simili a quelle peruviane del lago Titicaca.
L'Acquavite Abbardente
Le Distillerie Lussurgesi, Via delle Sorgenti 8, tel. 0783 552037, producono vari distillati tra cui l'acquavite Abbardente. In esposizione molti prodotti e un alambicco; orario: 8,30-13 e 14,30-18; www.abbardente.it.
Il formaggio
Il Casizolu è un antico e pregiato formaggio di vacca, a pasta filata, raro in una terra di pecore e di pecorini. Santu Lussurgiu, dove ha sede l'Associazione Produttori del Casizolu del Montiferru, è il paese con il maggior numero di caseifici, basta chiedere.
L'olio extra vergine di oliva
La natura del terreno, il clima temperato e il metodo di lavorazione sono i tre fattori principali per produrre un olio di qualità che i sardi di queste zone hanno imparato a commercializzare da soli, valorizzando il marchio, anziché destinarli alle industrie "del continente". A Cuglieri, l'Azienda Peddio, vanta una lunghissima tradizione nell'attività olearia; si acquista in lattine o bottiglie da mezzo litro a 5 litri, presto anche on-line; spedizioni in tutta Italia. Corso Umberto 87, tel. 333.1724394, www.olio-peddio.com.
Il sarto
Giovanni confeziona da decenni abiti su misura, in velluto, nel taglio classico dei costumi tradizionali sardi; è bravo, veloce ed è uno dei pochissimi depositari di un'attività in via di estinzione! A Santu Lussurgiu, Sartoria Artigiana Giovanni Pintus, Via Santa Croce 11, tel. 0783 550939.
Il sellaio
Produce con un paziente lavoro a mano, giocando con cuoio e legno, selle, finimenti, sacche, oltre a balze, cartucciere, cinture e collari. La Selleria Artigiana di Giuseppe Spanu è a Santu Lussurgiu, in Via dei Monti Lussurgesi 5, tel. 0783 550894.
Il coltellinaio
Coltelli di ogni forgia, ma anche tanti altri strumenti legati alle attività agricole e pastorali: morsi, staffe, forbici da tosatura, speroni e molto altro. Tutti i componenti di ogni singolo articolo, unico nella fattura, nascono in questo laboratorio; la passione dei fratelli Salaris trabocca dal racconto delle fasi della lavorazione, cui è piacevole assistere. In Via Azuni 183, Santu Lussurgiu, tel. 0783 550287; www.salariscoltelli.it.
La pescaturismo
La Cooperativa Su Pallosu ospita a bordo delle proprie barche poche persone che assistono all'attività di pesca artigianale, nell'area protetta della Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre. www.coopsupallosu.it.
Km. Località Istruzioni
0,0 Oristano Uscire lungo la SS 292 in direzione nord
5,8 bivio Svoltare a sinistra in direzione Cabras quindi proseguire diritto
21,9 San Giovanni In Sinis Tornare indietro per 4,5 km e svoltare a sinistra per San Salvatore, Su Pallosu
47,5 Su Pallosu Tornare indietro e dopo Putzu Idu proseguire diritto fino all'incrocio con la SS 292
60,5 bivio Svoltare a sinistra in direzione Cuglieri
87,0 Cuglieri Proseguire diritto sulla SS 292
103,2 Suni Svoltare a destra sulla SS 129bis in direzione Macomer
113,0 Sindia                                       

Svoltare a destra e proseguire verso la SP 43                            

124,4 bivio Svoltare a destra sulla SP43
131,2 San Leonardo de Siete Fuentes Proseguire diritto e dopo 2 km svoltare a sinistra per Santu Lussurgiu
137,2 Santu Lussurgiu Tenere la destra proseguendo lungo la SP 15
145,4 Bonarcado Imboccare a destra la SP11 fino a Narbolia
156,7 Narbolia Tenere la sinistra in direzione San Vero  Milis
161,5 San Vero Milis Svoltare a destra sulla SP 10 e dopo 5km a sinistra sulla SP 11
168,9  Riola  Sardo                                                            Proseguire verso Oristano         
180,0  Oristano Fine dell'itinerario
- Quando andare
Per apprezzare a fondo questo giro, meglio scegliere i mesi da metà/fine marzo a tutto giugno, poi settembre e ottobre; evitando i più caotici luglio e agosto, si può entrare meglio in contatto sia con gli ambienti, ma soprattutto con la gente, che possiede un grande senso dell'accoglienza ed è ben disponibile a raccontare storie che sembrano fantastiche e invece sono vere.

- Serbatoio
Meglio averlo sempre sopra la metà e fare rifornimento nei pochi paesi, senza aspettare la spia della riserva!

- La nave
Il viaggio più economico è con Moby Line, che offre collegamenti giornalieri da metà marzo da Genova per Olbia e Porto Torres e da Livorno e Civitavecchia. Con le tariffe Best offer o Best price, la moto paga meno di 4 euro; possibilità di posto poltrona (non è, cioè, obbigatoria la cabina nelle tratte notturne). Al contrario, per i viaggiatori più esigenti, la compagnia propone la tariffa V-Class: con un sovrapprezzo si ha diritto a une serie di servizi aggiuntivi, tra cui sistemazione in cabina o suite di ponte superiore; tv, radio, phon e frigo bar in cabina; ampia dotazione di accessori da bagno; tavolo preassegnato al ristorante per la colazione a buffet. Biglietto on line e check in sulla banchina. www.moby.it .
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