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Basilicata

Maratea e i monti del Sirino

di Tiziana Crimella, foto di Roberto Mele il 05/06/2008 in Basilicata

Cento chilometri, con partenza dal mare, per esplorare una fetta di Basilicata esclusiva e selvaggia, con un extra di straordinario fascino: un'escursione in caicco. Gallery fotografica e roadbook da scaricare

Maratea e i monti del Sirino
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A guardarla dal Tirreno, nel golfo di Policastro, la Basilicata vi si affaccia appena, con poco più di trenta chilometri di costa. Con una spettacolarità del territorio inversamente proporzionale alla sua dimensione: calette, spiagge bianche o nere, alte scogliere e una macchia fiorita dove si confondono gradevoli costruzioni. A guardarla invece da dentro, percorrendo l'autostrada Salerno Reggio Calabria, questa porzione di regione inizia e finisce tra Lagonegro e Lauria, due nomi che evocano un paesaggio montuoso e austero, tagliato da lunghi viadotti che collegano rilievi interamente ricoperti dai boschi.
Qualsiasi segno di vita appare lontano, minuscoli punti che animano appena vasti spazi di natura incontaminata.
Decidiamo di esplorare questo territorio da Maratea, la città delle 44 chiese.
Il borgo storico abbarbicato sul monte, sotto alla gigantesca statua del Redentore, vanta le incantevoli località di Castrocucco, Marina, Porto, Fiumicello, Cersuta e Acquafredda, affacciate sul Golfo. Lasciamo Maratea a malincuore, dopo che ci ha regalato due cose straordinarie: un'uscita in mare in caicco e le acque rigeneranti del centro benessere, ideali dopo una tappa di trasferimento che ci ha visti in sella per 1000 chilometri!
Maratea e i monti del Sirino
Il lago di Sirino
Cerchiamo subito la strada per l'interno, verso Trecchina, un serpentone che si srotola in numerosi, ampi tornanti, con una bella vista sul borgo storico di Maratea e su un tratto di costa, con il Redentore sempre lì, a sorvegliarci. Non appena si scollina e si lascia il versante marino, la vegetazione cambia completamente e l'ingresso in paese avviene attraverso boschi di querce e noci. Ormai all'interno, cerchiamo le indicazioni per Rivello. L'alternativa alla statale è una stradina assolutamente priva di traffico che scorre nella valletta del Noce, molto panoramica e che regala suggestivi scorci al borgo man mano che ci si avvicina. Non è una strada per correre: semmai, al contrario, è da gustare adagio, tutti presi a esplorare il paesaggio. La pittoresca struttura urbanistica di Rivello, secondo noi il più bel borgo tra quelli visitati in questo itinerario e che noi abbiamo ribattezzato "il paese verticale", merita senz'altro una sosta. Sulla sommità di un colle, da cui si ammirano la valle del Noce e il Massiccio del Sirino, ha una via principale allungata sul crinale, vicoli trasversali sui due versanti e abitazioni variamente dipinte e decorate con loggette e ringhiere in ferro.
Ripresa la moto, ci accingiamo a percorrere i 10 chilometri che ci separano dal Lago Sirino e ora si che si guida. La strada, con un fondo che pecca un po' di manutenzione, è tutta un susseguirsi di ampie curve e tornanti, estremamente gradevole in quanto a paesaggio, scarsamente frequentata e priva di traffico pesante: insomma, una vera pacchia!
Il Lago Sirino, un catino d'acqua verde alimentato da due sorgenti, a quasi 800 metri di altitudine, è quanto rimane di un grande lago preistorico che occupava tutta la valle. Tipico bacino alpino, ci si presenta quasi improvvisamente, non appena raggiungiamo la quota massima della strada; ne percorriamo il breve periplo, felici di trovarci finalmente accanto a quel meraviglioso puntino verde, quasi perfettamente tondo, che più volte abbiamo scorto dall'alto dell'autostrada.
Maratea e i monti del Sirino
Partiamo quindi alla volta della tappa più affascinante: ci accingiamo, infatti, a percorrere il tratto più interno, quello che esplora il territorio del Sirino e forse, quasi totalmente sconosciuto nella sua veste estiva, poiché meta privilegiata di sciatori e amanti dei campi innevati.
Dobbiamo prima raggiungere Lagonegro. È strano: questo grande paese, o piccola città, è indubbiamente una tappa di estrema importanza per i collegamenti con la costa cilentana e per chi, provenendo da nord, ha come destinazione la Calabria. Eppure Lagonegro non si vede mai: l'uscita dell'autostrada e la statale 585 che la collega alla costa passano ben lontani dal centro urbano e non si può mai avere la percezione di come sia strutturato questo vivissimo insediamento, se non penetrandoci. Dopo una galleria, ci troviamo, infatti, totalmente immersi in un centro pieno di vita, catapultati qui dal nostro vagabondare solitario: negozi, luci, una vasta piazza con giardini e panchine, tanti bar, tanti tavolini all'aperto – nonostante i nuvoloni… - e tanta, tanta gente. Divisa in due, con la parte medievale chiamata Castello, su una rupe e con la parte nuova detta Piano, è una città pittoresca in cui quasi ti perdi, ma che improvvisamente si dissolve, non appena inforcato il primo tornante verso il Lago Laudemio.
E si dissolvono rumori, macchine, case, gente. Quello che attraversiamo è uno scenario selvaggio, che si è svegliato tardi dal suo letargo invernale, ma incredibilmente verde, fiorito, profumato. Seguiamo le indicazioni per gli impianti di risalita: la strada stretta si arrampica sul versante del Monte Gurmara e poi sotto il più alto Monte del Papa, completamente ricoperti di ginestre in fiore. Siamo nella Riserva Naturale del Lago Laudemio, il più meridionale fra i laghi europei di origine glaciale. Lo raggiungiamo in perfetta solitudine: le sponde erbose sono un tripudio di fiori. Ci delude solo sapere che in estate si trasforma in una pozza melmosa, a causa della mancata alimentazione d'acqua. Per ora è pieno di centinaia di pesci rossi, grandi e piccolissimi, come non ne abbiamo mai visti.
Maratea e i monti del Sirino
Le strade in quota
Abbandoniamo il Lago e ci dirigiamo ancora più all'interno, lasciandoci alle spalle i Monti del Sirino, alla Volta di Viggiano. Scegliamo la solitaria strada che, toccando il minuscolo borgo di Fontana d'Eboli, corre accanto a un tratto del fiume Maglia. La bassa vegetazione lascia correre lo sguardo su tutte le montagne circostanti e, a volte, anche fino al mare, lo Jonio, che si può intravedere in qualche punto, lungo la breve deviazione che conduce al Santuario della Madonna del Montauro.
Ci avviciniamo, percorrendo una bella discesa, a Sarconi, il cui nome, di origine medievale, significa "luogo aperto nella selva": ne siamo incuriositi, perché proprio da qui nascono i famosi, prelibati fagioli di Sarconi, protagonisti di una storica sagra che si celebra nel mese di agosto. La nostra meta, però, è degna di ben altra popolarità. Viggiano, sviluppata su due collinette a dominare la Valle dell'Agri, deve la sua fama alle antiche tradizioni musicali che l'hanno eletta a città dell'arpa: flautisti, violinisti, ma soprattutto arpisti, si sono fatti conoscere in tutto il mondo per l'originalità delle melodie e la qualità degli strumenti musicali, costruiti dagli artigiani locali. All'arpa è dedicato un monumento e una piccola raccolta di strumenti presso il punto informazioni in paese.
Siamo partiti da una piccola perla di mare, abbiamo attraversato ambienti solitari e borghi dai sapori antichissimi; poniamo fine a questo itinerario tra le arpe; se volessimo, la statale 598 ci porterebbe velocemente sullo Jonio, 80 chilometri sono meno di un'ora di strada. Ma non sappiamo deciderci ad abbandonare queste montagne…
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Dove mangiare

Lauria (PZ)
Rifugio Conserva, Conserva di Lauria, tel. 0973 821115. Bisogna seguire le indicazioni per gli impianti di risalita, dopo il Lago Laudemio, per arrivare in questo locale semplice che propone cucina rustica e genuina. Sempre aperto, ma fuori stagione è meglio avvertire dell'arrivo. Ha anche 7 camere con bagno privato.

Viggiano (PZ)
Agriturismo San Michele, Contrada San Michele, tel. 0975 61235; www.sanmicheleagriturismo.it. Nell'Alta Valle dell'Agri, a 1000 metri di quota, propone piatti tipici, tra cui i ferricelli al ragù alla viggianese, il capretto e i fagioli di Sarconi tartufati; tra i vini, l'Aglianico del Vulture doc e il Terre dell'Alta Val d'Agri. Dispone di appartamenti con angolo cottura.

Dove dormire
Maratea (PZ) 
Locanda delle Donne Monache, Via Marrei 4, tel. 0973 876139; www.locandamonache.com. Nel borgo storico, hotel di charme ricavato in un ex monastero settecentesco, il cui restauro ne ha preservato stile, forme e materiali. Camere e suite eleganti e luminose con servizio due volte al giorno. Con piscina e servizio navetta per la spiaggia con solarium. Eccellente il ristorante Il Saccello, con terrazza esterna, aperto anche a chi non soggiorna in hotel.

Villa del Mare, Località Acquafredda, tel. 0973 878007; www.hotelvilladelmare.com Su un balcone naturale fra ulivi e carrubi, si affaccia sulla sottostante spiaggetta privata e sulla scogliera. Ha ampi terrazzi, due ristoranti, servizio grill e bar anche in spiaggia. Con centro benessere interno.
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Maratea
Un'escursione, anche di un solo giorno, in caicco, affascinante imbarcazione a vela, lungo la costa cilentana; escursioni di più giorni, con pernotto a bordo, si svolgono in costiera amalfitana o alle Eolie. Pranzi o cene a bordo, a base di pesce appena pescato. Le barche ospitano piccoli gruppi, pertanto è possibile accordarsi su pacchetti personalizzati. La moto si lascia nel parcheggio alla Marina o in hotel, da dove si viene prelevati in navetta.
Informazioni: Parrexi Servizi Nautici e Turistici, Maratea, tel. 0973 871704. 

Una giornata al Centro Benessere Terme Marine, appartato, sulla costa a nord di Maratea. Le vasche e le piscine idromassaggio e il percorso Kneipp utilizzano acqua del mare riscaldata. Una piacevole immersione totale, con vetrate a picco sulla piccola baia. Nel centro anche sauna, bagno turco, palestra e la possibilità di sottoporsi a trattamenti estetici, rilassanti e rigeneranti. Niente di meglio per concludere una giornata di "scorribande" moticiclistiche, soprattutto fuori stagione, quando il tepore delle acque costituisce un grande richiamo. Località Acquafredda, tel. 0973 878008.

Una sosta sui laghi
Se si preferisce riposare su un prato, il Lago Laudemio è quello giusto. Attenzione, però: in estate è possibile che si asciughi parecchio, risultando poco più che una pozza. Il Lago Sirino, invece, è perfetto per chi cerchi una panchina sotto gli alberi, per soffermarsi a contemplare enormi e pigre carpe sotto il filo dell'acqua verde.
Km. Località Istruzioni
0,0 Maratea Uscire dal paese salendo in direzione Trecchina
14,6 Trecchina Proseguire dritto in direzione Lauria, N 585
22,4 bivio N 585 Girare a sinistra in direzione Lagonegro
24,7 bivio Girare a destra in direzione Rivello
30,2 Rivello Proseguire dritto in direzione Lago Sirino
40,5 Lago Sirino Girare a sinistra sulla N 19 in direzione Lagonegro
48,7 Lagonegro Percorrere in salita la piazza; in fondo girare a sinistra e poi la prima a destra, per Lago Laudemio
54,9 bivio Girare a destra per Lago Laudemio
68,9 bivio Girare a destra per Lago Laudemio
85,9 bivio N 103 Girare a destra in direzione Grumento Nova
96,9 bivio Tenere la sinistra per Viggiano
107,7 Viggiano Fine dell'itinerario
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