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La Sardegna dei sardi

di Riccardo Matesic, foto di Chiara Valentini e Giancarlo Carrus il 21/05/2009 in Sardegna

Tre giorni per percorrere tutta la zona orientale dell'isola, da Olbia a Cagliari.
Con il vantaggio di alcune guide locali che hanno scelto i percorsi paesaggisticamente più interessanti e…
i posti dove mangiare

La Sardegna dei sardi
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In Sardegna da sardi. Il sogno di ogni viaggiatore: andare in un posto e muoversi come se si fosse del luogo. A noi è successo partecipando alla terza edizione del Multiraduno Isola dei Nuraghi.
Non una vera e propria manifestazione ufficiale; piuttosto un giro turistico a numero chiuso, per 35 moto provenienti da tutta Italia. A organizzarlo ci ha pensato una pattuglia di amici dell'isola, che hanno pianificato itinerari, ristoranti e hotel per tutti.

Si comincia venerdì mattina, 1° maggio, con l'arrivo alle 6 ad Olbia. La sera prima ci eravamo imbarcati con 13 moto e dopo una notte passata fra dispetti da scolaresca e russatori da primato, eccoci qui, con un sole che si preannuncia caldo e l'aria pulitissima.
Al molo troviamo uno dei nostri "battitori" ad attenderci. A lui il compito di guidarci fino a Buddusò, il paese dove è previsto il ricongiungimento con gli altri gruppi provenienti da zone diverse d'Italia.
Una stropicciata agli occhi e via.
Si lascia Olbia lungo la SS199, che congiunge il capoluogo orientale con Sassari. In pochi chilometri ci si immerge in un panorama che vede la presenza di poche case e di ancora meno automobili. In tutta la regione ci sono solo 1 milione e mezzo di abitanti, la metà di quanti ne conta Roma. E le strade si presentano subito ottime. Un paradiso.
20 chilometri e all'altezza di Monti si gira a sinistra per la SS 389. Qui il paesaggio cambia. Sulla destra abbiamo i Monti di Alà, che sfiorano i 1000 metri, con la campagna che lascia spazio al bosco di lecci alternato a delle pinete. Lungo la strada incontriamo pattuglie di enduristi che usano l'asfalto solo per i loro trasferimenti da uno sterrato all'altro. Ed eccoci a Buddusò, dove il gruppo assume la sua conformazione definitiva.
La Sardegna dei sardi
Si riparte da Buddussò, con mèta finale Cala Gonone. Parola d'ordine, no le strade principali.
La nostra guida continua per la SS 389, passando prima per Bitti, poi raggiungendo Nuoro. Qui c'è una sosta alla Statua del Redentore, sul monte Ortobene, da dove si può ammirare il panorama di tutta la vallata.
Un'occhiata e via di nuovo in sella, passando per Oliena e il lago Cedrino, situato in una vallata rimasta famosa perché vi furono respinti i romani che tentavano l'invasione della Sardegna. Di qui a poco si sbuca a Dorgali, ma attenzione, perché anche se le indicazioni per Cala Gonone vi invitano ad andare dritti, conviene prendere la SS125 in direzione nord (sui cartelli troverete l'indicazione Orosei). Cinque-sei chilometri, fino al bivio a destra per il passo di Litta (o Litthu), una strada a lastroni di cemento che si inerpica e si affaccia in una gola che dà su Cala Gonone con una inaspettata e improvvisa vista mozzafiato al momento del valico.
Sosta tecnica per il pranzo, passeggiata sulla spiaggia, raffica di foto a due cormorani poggiati sugli scogli davanti al paese ed eccoci pronti per ripartire.
Direzione Baunei, pochi chilometri a nord di Arbatax, dove c'è un monumento naturale bellissimo. Si chiama Perda Longa ed è un grosso masso calcareo alto 128 metri che si staglia sul mare come un faraglione, isolato dalla falesia retrostante.
Ormai è sera, quando arriviamo al nostro hotel, nella cittadina di Lanusei, 595 metri sul livello del mare nella provincia dell'Ogliastra. A Lanusei ci sono vestigia archeologiche risalenti al neolitico recente (5000 anni avanti Cristo), ma vanno segnalati anche la cattedrale Maria Maddalena, ricostruita agli inizi del Novecento, e la chiesetta campestre dei Santi Cosimo e Damiano.
Per chi dovesse capitare in zona ad agosto, segnaliamo per la seconda domenica del mese una processione che dal paese porta su un carro di buoi le statue dei due santi. Quindi, dopo la messa, cena per tutti, e una grande festa. Il tutto si ripete il 27 settembre, quando le due statue vengono riportate a Lanusei.
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Sabato mattina, ore 9.15, colazionati e benzinati. Si parte. Direzione Cagliari e ancora una volta nessuna strada dritta.
Si prende nuovamente la SS125, l'orientale sarda, e si passa per Jerzu, noto per la produzione del vino Cannonau. Quindi si sale, fino ad arrivare all'altopiano su cui c'è Perdasdefogu (Pietre di fuoco), nome che si pensa venga dalla silice, minerale che si estraeva nelle miniere della zona e che in antichità serviva per accendere il fuoco.
Oggi Perdasdefogu è caratterizzata dalla miscela fra moderno e antico. Da una parte c'è un enorme parco eolico, con le sue grandi pale, dall'altra l'interessante chiesa preromanica di S. Sebastiano, databile a un periodo fra l'850 e il 1000. Per gli appassionati di speleologia, da non perdere la visita alle grotte di S'Angurtidorgiu, una delle cavità carsiche più interessanti d'Europa.
La nostra strada prosegue, passando per Escalaplano e iniziando a costeggiare il Flumendosa, uno dei due più importanti fiumi della Sardegna (l'altro è il Tirso). Si sale e si scende continuamente, con grandi canyon che si aprono a lato della nostra strada, per continui paesaggi mozzafiato. Siamo sulla Campu Omu, quella che è considerata la strada più bella per i motociclisti cagliaritani. Finché si arriva al mare, immediatamente a est del capoluogo sardo.
Qui iniziamo a percorrere la costa, molto frastagliata, con la strada che fa dei saliscendi, arrivando a volte al livello del mare, in altre offrendo panorami mozzafiato dall'alto.
La nostra mèta è Villasimius, la spiaggia di Timi Ama, caratterizzata da scogli di origine vulcanica modellati dall'azione del mare. D'estate qui è un brulicare di ombrelloni ma complice la bassa stagione, lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è mozzafiato, con una grande baia quasi deserta.
È ora di rimettersi in sella ma c'è spazio ancora per un bel tratto di costa, molti altri panorami per riempirsi gli occhi. Poi si entra nell'entroterra, e si tira verso l'hotel, di nuovo a Lanusei.
La Sardegna dei sardi
Terzo giorno. Bagagli di nuovo montati sulle moto. Dovrebbe essere una tappa breve, ma la nostra guida continua a riservarci sorprese… gradite.
Si parte subito in salita, sulla SS198, direzione Ussassai, e lo scenario è spettacolare. La strada corre sui fianchi di due montagne vicine ed è visibile per decine di chilometri. La zona è poco abitata, complice forse la natura del terreno.
Pochi chilometri e ci imbattiamo in un paese abbandonato: Gairo Vecchio, disabitato dal 1963. Il motivo è nella stessa radice etimologica del nome, Gairo, che in greco viene da ga e roa, vale a dire terra che scorre. Gairo fu costruito su un terreno franoso e negli anni si sono susseguite alluvioni che hanno minato la stabilità delle case. Così, alla fine, gli abitanti hanno deciso di ricostruire il loro paese più a monte e il vecchio centro abbandonato è divenuto un'attrazione turistica.
Intanto si torna a salire, costeggiando il massiccio del Gennargentu (Porta d'argento in sardo, per via dello scisto grigio, la pietra che lo forma) finché arriviamo su un bellissimo altopiano in Barbagia, fra Seui e Seulo. Qui sosta tecnica, con pasticcini da "revisionare".
La nostra guida si mostra esperta non solo di strade e luoghi, ma anche di fiori, parlandoci di alcune specie di orchidee che da queste parti crescono spontanee.
Si riparte, ancora belle curve, in totale assenza di auto. Altri 50 km e si arriva a Tonara, immediatamente sotto Punta La Marmora (1834 m), la vetta più alta della Sardegna. Qui troviamo l'azienda agrituristica di montagna (1200 m) che ci ha preparato un pranzo tipico sardo.
Il tempo di ridiscendere gustandoci ancora un bel po' di curve fino a Fonni e poi a testa bassa in direzione Nuoro a riprendere la SP 51 in direzione Olbia. La vacanza è finita.
La Sardegna dei sardi
Chi scrive non aveva mai partecipato a un motoraduno. Un'esperienza sicuramente nuova e interessante. L'occasione si è creata grazie a Chiara, che possiede una Ducati Multistrada e frequenta il forum dedicato. E così eccoci qui, a spasso in fila indiana.
Dal punto di vista dell'amicizia e della simpatia, un raduno è un'esperienza molto gratificante. Si passano giornate rilassanti ed è bella la solidarietà che emerge quando qualcuno ha qualche problema. Ad esempio, durante il tour "Multicorsaro" ha finito la benzina e tutti si sono adoperati per dargliene un po'. Oppure il caso di "Multistrangola" che, invece, ha avuto un piccolo guasto elettrico e tutti lo hanno… preso in giro mentre tentava di risolvere il problema, facendo a turno il suo numero di telefonino, con la precauzione di figurare anonimi.
Per due spiriti solitari come noi, il raduno ha avuto anche qualche controindicazione. Chiara adora fare fotografie e fermarsi appositamente, mentre il sottoscritto ama gustare l'atmosfera dei posti, con soste frequenti. Ovviamente quando si viaggia in gruppo questo non si può fare, altrimenti nel giro di pochi chilometri ci si perderebbe.
Poi c'è il problema dell'andatura: attraversare la Sardegna sul filo dei 65 Km/h può essere un po' noioso nei tratti di trasferimento non contornati da un paesaggio più che esaltante. E quando ci si ferma a fare benzina, la pausa è sempre piuttosto lunga, perché bisogna rifornire 35 moto.
Va bene, lo avrete capito, stiamo cercando il pelo nell'uovo, perché è stata una vacanza bellissima, abbiamo conosciuto persone disponibili e divertenti. Senza contare il vantaggio dato dalle guide locali che hanno pensato agli itinerari e ai luoghi più interessanti da visitare.
C'è stato anche un importante aspetto "risparmio", dato che piazzando 65 persone, abbiamo spuntato tariffe più che competitive sia per mangiare che per dormire.
Così il nostro ringraziamento va a Giancarlo Carrus e a sua moglie Angela. Quindi a Massimo MTS e Olivia, Multizap e Ivan Pisanu. Tutti loro si sono adoperati al massimo per creare il miracolo di una vacanza da sardi fra i sardi per noi "continentali".
La Sardegna dei sardi
Dove mangiare
La Favorita, Cala Gonone
Burranca, Cagliari, località San Basilio
Monte Susu, Tonara

Dove dormire
Hotel Villa Selene, Ogliastra, ha un bel panorama silenzioso, offre riparo per le moto e uno sconto del 10% per i motociclisti, escluso il periodo dal primo al 31 agosto.
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