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I viaggi dei lettori

Tra Stelvio e Grossglockner

Di Alessandro Ruzza, foto di Michele Capparella il 25/11/2008 in I viaggi dei lettori

I nostri amici hanno percorso due fra le più famose tappe motociclistiche fra le alpi Italiane e quelle Austriache, tra parchi nazionali, massicci e ghiacciai

Tra Stelvio e Grossglockner
Il gruppo immortalato alla partenza
Da Mestre a Bormio (280 km)
Il ritrovo e la partenza sono fissati per le 6 di mattina nei pressi di Mestre, a Zelarino.
La compagnia è composta da Michele (Kawasaki ZX-636), Matteo (Kawasaki Z1000), Federico (Honda Hornet 600), Alex (Kawasaki ZX-636) e dal sottoscritto (Kawasaki Z 750).
Ci avviamo percorrendo la "Castellana", seguendo le indicazioni prima per Bassano del Grappa e poi per Trento.
Ci immettiamo nella Val Sugana passando per Lévico Terme e costeggiando il Lago di Caldonazzo. Il cielo non è sereno, alcuni nuvoloni si affacciano dietro le montagne, sembra che abbia smesso di piovere da poco; la temperatura è gradevole, intorno ai 19°C. La strada che generalmente è congestionata dai mezzi pesanti ne è insolitamente sgombra. Arrivati a Trento, seguiamo per Bolzano per poi dirigerci a Mezzolombardo e proseguire per Cles.
Iniziamo a percorrere il Passo del Tonale, situato a 1.883 metri di quota: è un valico alpino compreso tra il gruppo dell'Ortles-Cevedale a nord e il gruppo dell'Adamello-Presanella a sud, che mette in comunicazione la Val di Sole con l'Alta Valle Camonica (Ponte di Legno). Salendo, la strada rimane abbastanza larga ma purtroppo a tratti è letteralmente devastata da numerosi cantieri stradali regolati da semafori. Arrivati in cima troviamo un vasto altopiano popolato di case, alberghi (che però sembrano caserme), ristoranti, impianti sciistici e quant'altro: una piccola città, insomma, che c'entra poco col meraviglioso ambiente circostante. Facciamo tappa al sacrario monumentale, realizzato negli anni '30, che accoglie le spoglie dei caduti italiani e austro-ungarici durante la Prima Guerra Mondiale; ripartiamo dopo aver fatto le classiche foto di rito.
Scendendo, la strada migliora; proseguiamo per Ponte di Legno ma, anziché passare per il centro, imbocchiamo la ex SS 300.
All'inizio della SP. BS 300, che collega Ponte di legno a Bormio, lunga circa 43 Km e che passa attraverso il Passo Gavia, troviamo un cartello ai margini della carreggiata che avverte della pericolosità della strada in quanto molto stretta e priva di guardrail, tanto da dover essere chiusa nei mesi invernali. All'inizio la salita risulta tranquilla, si viaggia immersi nei boschi del Parco Nazionale dello Stelvio, il manto stradale è perfettamente asfaltato e questo grazie al recente passaggio del giro d'Italia; poi, come stretti in un imbuto, la strada si restringe tanto che a fatica due macchine riescono a passare affiancate e ci si trova da un lato la montagna e dall'altra un dirupo. I tornanti sono talmente stretti che ci si deve fermare per dare precedenza alle macchine e ai veicoli che scendono.
La strada è tanto pericolosa quanto bella: offre uno spettacolo incredibile che va ammirato da fermi, il problema è che si fatica a trovare spazi abbastanza larghi da potersi fermare senza ostruire la carreggiata.
Poco prima della cima, a circa 2600 metri, riusciamo a sostare e ad ammirare lo spettacolo di fronte al Monte Coleazzo (3006 s.l.m.) e alla Punta di Pietra Rossa (3212 s.l.m.) da dove si sente il lontano fruscio delle cascate originate dallo scioglimento dei ghiacci delle cime; ad occhio nudo sembrano delle sottili linee bianche verticali che segnano i versanti delle montagne.
Superando il passo, la strada diventa più larga ma l'asfalto peggiora diventando irregolare e pieno di buche, e rimane così fino al raggiungimento della Valfurva dove ritorna ad essere larga e perfettamente asfaltata. Dopo pochi chilometri arriviamo a Bormio.
Il paese è un agglomerato di Hotel, residence e Bed & Breakfast. Ci fermiamo al Larice Bianco (www.laricebianco.it) dove spendiamo 40 € a notte con prima colazione. Ci rinfreschiamo, usciamo per il centro di Bormio nella via principale chiusa al traffico, ci fermiamo e mangiamo un boccone proprio d'innanzi alla chiesa collegiata del 824 (dove paghiamo un conto piuttosto salato). Sfiniti, ce ne andiamo a dormire.
Tra Stelvio e Grossglockner
La Grossglockner
Sveglia alle 8, dopo un'abbondante colazione ci rimettiamo in marcia. Seguiamo le indicazioni per il Passo dello Stelvio e già dopo un paio di chilometri - giusto il tempo di scaldare le gomme - ci troviamo a percorrere tornanti costeggiando la parte destra della Val del Braulio cioè sul versante facente parte della Cresta di Réit. Attraversiamo alcune gallerie e, mentre la vallata inizia a chiudersi, si delinea la salita composta da ben 34 tornanti; dal basso non si riesce ad indovinare la tortuosità della strada ma man mano che iniziamo a salire guardando in basso ce ne facciamo un'idea.
Tornante dopo tornante saliamo accompagnati da cascate (dalle quali si origina l'Adda) e da qualche marmotta. Ci fermiamo al tornante n°17 per fare qualche foto e ammirare il paesaggio: in alcuni punti si possono ancora vedere i resti della strada vecchia costruita alla metà del 1800. La strada è percorsa da una marea di moto che salgono e scendono senza sosta.
Ripartiamo e, superata l'ultima serie di tornanti, ci troviamo nella Piana di Grembo, il percorso si alterna fra pianura e leggere salite, iniziamo a scorgere la neve ai margini della carreggiata, mentre la temperatura si abbassa sensibilmente.
Percorriamo gli ultimi chilometri che ci separano dalla sommità del passo. Fino qui la pendenza media del tratto è circa del 7%, mentre quella massima è del 9,5% (tra il km 10 e il km 11) per un dislivello totale di 1530 metri nell'arco di 21 km (partendo da Bormio); la strada si trova in perfette condizioni nonostante l'altitudine e le temperature rigide che si raggiungono nei mesi invernali. In cima siamo a 2758 metri sul livello del mare, facciamo due passi e notiamo che in poco spazio si trova di tutto, souvenir, ristoranti e Hotel, ma tutto a caro prezzo .
Scendiamo dal versante altoatesino per raggiungere Prato allo Stelvio, che dista circa 25 Km e iniziamo a percorrere i 48 tornanti aventi pendenze medie intorno all'8-9%, la massima dell'11%, per un dislivello totale di 1800 metri. Questa probabilmente è la parte più impegnativa, anche a causa delle condizioni della strada che troviamo peggiori rispetto alla salita, sia per irregolarità del fondo che per lo sporco.
Oltrepassato Prato allo Stelvio e raggiunta la Val Venosta, procediamo per Merano e poi per S.Leonardo lungo la Val Passiria. Questo ultimo tratto, sebbene non sia un Passo di montagna, per conformazione e tipologia è risultato essere estremamente divertente; tutto l'opposto del Passo Giovo, che collega S.Leonardo a Vipiteno. Il tratto e lungo circa 38 Km, nella salita troviamo grossi rivoli di acqua che tagliano di traverso la strada ma soprattutto fango ovunque a causa del passaggio di trattori e bestiame. Scendendo verso la Valgiovo la situazione cambia, ma non migliora molto; in diversi punti troviamo la carreggiata completamente rovinata da crepe ricoperte da catrame che risulta estremamente scivoloso e che si avverte nettamente quando ci si passa sopra a moto piegata.
Arrivati a Vipiteno proseguiamo per Bressanone, attraverso la Val Inarco, per poi risalire verso Brunico dove vorremmo fermarci a pernottare ma non troviamo nulla a meno di 70 € a testa, perciò ci spostiamo nella periferia dove fortunatamente riusciamo a scovare un paio di camere a 25€ con prima colazione. La sera facciamo un giro per il centro di Brunico e ceniamo con una pizza spendendo a testa circa 22 €.
Tra Stelvio e Grossglockner
La discesa dello Stelvio
Dopo una lauta colazione preparata della padrona di casa, ci rimettiamo in marcia in direzione di Rasun Anterselva e ci fermiamo per pochi minuti al lago di Anterselva.
Ai piedi del Monte di Dentro (2726 s.l.m.), per raggiungere il Passo di Stalle, la salita e la discesa sono regolate ogni trenta minuti da un semaforo. Anche questo passo, come il Gavia, è caratterizzato dall'assenza di guardrail e da una carreggiata talmente stretta da dover procedere in fila indiana. Aspettando il nostro turno per salire, in breve tempo si era formato una nugolo di moto pronte a scattare dopo la luce verde del semaforo, proprio come in un gran premio; in realtà poi il passo non può che essere percorso fra i 50 e i 60 Km/h.
Valicando il passo entriamo definitivamente in Austria dove sfociamo nella valle chiamata Defereggengebirge e incontriamo i paesi di Erisbach, S. Jakob e Huben arrivando così ad immetterci nella strada B108 la Felbertauernstrasse in direzione di Matrei in Osttirol. Superato il centro troviamo una sorta di casello dove scopriamo di dover pagare 8 € per percorrere il Felbertauerntunnel, o almeno questo è quanto abbiamo capito.
Arrivati a Mittersill seguiamo per Zell am See e poi per Bruck dove ci fermiamo a mangiare qualche specialità tipica per poco più di 16 € a testa. Ripartiamo e arriviamo al secondo "casello" della giornata: per arrivare fino al ghiacciaio e continuare a percorrere la Grossglockner – Hochalpenstrasse (~ 47 km) bisogna pagare un pedaggio di 18 €!
Diciotto Euro non sono pochi, comunque fin da subito capiamo dove vanno a finire buona parte dei soldi; la strada, oltre ad essere decisamente larga, risulta anche pressoché impeccabile (…ci mancherebbe!!) perfettamente asfaltata, senza buche o imperfezioni e poi, non di meno, c'è lo spettacolo offerto dal paesaggio.
Tornante dopo tornante, affrontando un dislivello di circa 1700 metri, arriviamo alla postazione n°5, cioè alla piazzola commemorativa che ricorda gli operai deceduti durante la costruzione della strada e ci fermiamo sulla terrazza panoramica per fare qualche foto al famoso Grossglockner: questa è la montagna più elevata (3.798 m s.l.m.) dell'Austria, situata al confine fra la Carinzia e il Tirolo orientale, la vetta più alta del massiccio e si trova sul versante principale degli Alti Tauri.
La seconda tappa la facciamo al punto n°9, chiamato Hochtor a quota 2500 metri, che scopriamo essere il punto più elevato del valico (Punta Edelweiss a 2571 s.l.m. è situata in una piazzola e non fa parte della strada originaria). Verso la fine troviamo il bivio che ci porta ai piedi del Grossglockner e quindi al ghiacciaio Pasterze, il maggiore delle Alpi Orientali.
Arrivati alla fine della strada ci troviamo di fronte la veduta del ghiacciaio … non c'è foto al mondo che ne possa rendere giustizia, bisogna vederlo dal vivo; per gustare al meglio il paesaggio saliamo all'ultimo piano del parcheggio situato nella Europaplatz.
Avendo più tempo ci sarebbero state un sacco di cose ancora da fare, come andare a visitare le diverse esposizioni disseminate lungo la strada (che sono comprese nel prezzo del biglietto, info: http://it.grossglockner.at/esposizioni), percorrere qualche sentiero (di Gamsgruben o del ghiacciaio di Pasterze) o prendere la funivia fino ad arrivare al ghiacciaio stesso.
A malincuore lasciamo questi posti meravigliosi per ricongiungerci alla Grossglockner–Hochalpenstrasse e seguiamo per Lienz. In questo tratto di circa 40 km troviamo anche qualche bel nuvolone che ci rinfresca con un po' di pioggia, ma d'altra parte da questo punto di vista, siamo stati più che fortunati nei giorni passati perciò lo accettiamo di buon grado. Arrivati a Lienz decidiamo di proseguire ancora per pernottare in Italia e tiriamo avanti per S.Candido.
Una volta arrivati nel centro facciamo non poca fatica a trovare un posto dove dormire, in quanto sembra essere tutto chiuso o pieno. Alla fine troviamo un residence (http://www.residence-arnika.it/Haus_Italy/haus_italy.html) dove affittiamo un bell'appartamento composto da 2 camere, 3 bagni, cucina e soggiorno per un totale di 120 € da dividere in 5. Alla sera ceniamo in una S. Candido fradicia durante la finale degli Europei e degustiamo anche qui un po' di piatti tipici in un bel ristorante, spendendo 26 € a persona.

Ultima tappa: da S. Candido a Mestre (180 km)
Al mattino, mestamente ci alziamo, saliamo in sella alle moto e imbocchiamo la via del ritorno.
La strada è ancora bagnata dall'acquazzone della notte precedente e l'aria è ancora piuttosto fresca, perciò con molta calma torniamo a casa passando per il Lago di Misurina, Auronzo e Pieve di Cadore, per poi imboccare l' Autostrada A27 poco dopo il centro di Longarone.
In autostrada, man mano che proseguiamo, iniziamo a sentire l'aria di casa e soprattutto l'afa che comincia ad avvolgerci come se fosse un maglione di lana, in compenso però la testa è ancora al fresco a ripercorrere curve e tornanti di montagna immersi in paesaggi stupendi.

Spese totali per benzina: 62 €
Chilometri totali percorsi: 950 Km
Tra Stelvio e Grossglockner
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