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I viaggi dei lettori

Su e giù per l'Appennino parmense

di Salvatore Alfieri il 11/06/2008 in I viaggi dei lettori

Weekend lungo, sole e il fidato compagno di viaggio: tutto quello che serve per godersi in moto paesaggi e curve dei bei passi tra Emilia e Toscana

Dopo 2 settimane di pioggia costante ecco finalmente un po' di sole e soprattutto il ponte del 25 aprile. Tre giorni a casa e finalmente libero di fare quello che più mi piace, andare in moto. Non ci ho pensato due volte: senza sapere se sarei andato via da solo e senza interessarmi delle previsioni meteorologiche, in un'oretta durante il noioso pomeriggio d'ufficio pre-festivo ho organizzato viaggio e pernottamenti.
Su e giù per l'Appennino parmense
Ora toccava sentire se il mio compagno di viaggio mi avrebbe seguito anche in questa avventura. Solito messaggio: "Sabato parto per una due giorni di solo moto e curve, vieni?". Dopo 10 minuti ecco la risposta: "Ci sono".
Ritrovo e partenza sono come sempre casa del "socio", ed anche della mia ragazza (che è sua sorella), a Gorgonzola. Un caffè, quattro chiacchiere con "zavorrina" e famiglia, mentre attendevo Simone che si riprendeva dalla nottata brava e alcolica.
Ore 10.30 finalmente "metto" la prima e si parte. Al primo semaforo, Simone alza la visiera e mi chiede: "Dove stiamo andando?" Io rispondo: "Seguimi!"
Prima tangenziale Est, poi autostrada MI-BO con uscita a Parma: solo dopo il casello gli mostro l'itinerario che comprendeva i maggiori passi dell'Appennino parmense. Il sorriso di Simone è stato più che sufficiente per farmi intendere la sua approvazione.
A Langhirano ecco finalmente all'orizzonte comparire le montagne innevate e imboccata la statale 62, la Massese, finalmente le prime curve, una vera boccata di ossigeno per riprendersi dai 150 chilometri dritti di autostrada.
Alle 13.30 dato che lo stomaco era un po' che brontolava, ci fermiamo per il pranzo presso il ristorante La piazzetta di Lagrimone: due lasagne – gigantesche – e due caffeè totale 23euro: non male. Si fa ancora qualche chilometro prima di trovare il bivio per la statale 63 che porta a La Spezia, passando per il Passo del Cerreto. Strada molto divertente e paesaggio da favola. Ci fermiamo in cima al passo che è naturalmente pieno di moto: si respira un clima di festa e quiete.
Caffè, sigaretta, qualche foto e si riparte, questa volta per la Lunigiana e Garfagnana. A Fivizzano giriamo a sinistra a uno stop e ci immergiamo in una stradina che, facendoci passare in mezzo a colline e paesini che neppure sono segnati sulle cartine, ci fa arrivare a Castelnovo di Garfagnana. Dopo la sosta Red Bull e benzina a 1,40 al litro si riparte per il Radici. Si passa prima però per il passo dei Carpineti a poco più di 800 metri di altitudine e siamo a due.
La strada qui non è bellissima, e soprattutto il tramonto e il sole negli occhi costringono a una maggiore attenzione. Le montagne innevate sono sempre davanti a noi e arriviamo al passo Radici – e siamo arrivati a tre – dove si respira un'atmosfera quasi macabra. Erano le 17.30, eravamo i soli, il bar era chiuso e quindi niente clima motociclistico come sul Cerreto. Amareggiati e un po' intristiti scendiamo per Pievepelago, e qui ci ritorna il sorriso. La strada che porta all'Abetone da qui è divertentissima, qualche sorpasso alle auto e tante curve, poi sul passo dell'Abetone, il quarto della giornata, seguito dal meritato riposo all'ostello dopo 400 km precisi.
All'ostello il gestore, un simpaticissimo e cordiale ometto, ci inviata a lasciare le moto nel suo box e ci intrattiene con battute e racconti di gente che ha incontrato. Cena alla pizzeria di Abetone: due pizze, quattro birre e una focaccia totale 20 euro. Spettacolo.

Al mattino un'abbondante colazione all'ostello con pane tostato, miele (fatto dal gestore), caffè e nutella, in compagnia di due ragazze, che erano lì per sane passeggiate lungo i sentieri del posto. Conto finale: 20 euro a testa.
Ripartiamo verso le 9.30 e fa freschino: eravamo a quota 1300 metri. La tabella di marcia prevedeva di arrivare a Montefiorino, e raggiungere Aulla, passando e tornando a casa per il Lagastrello. Per svariati motivi la strada da Abetone a Montefiorino era troppo bella e forse ci siamo persi qualche indicazioni, distratti dallo spettacolo di curve, dal paesaggio e dai tanti gruppetti di moto che abbiamo salutato, fermi nelle piazze di quei paesini pronti per il giretto della domenica. Così a Gazzano abbiamo ripreso la strada per il passo Radici.
Sia la strada, sia l'atmosfera al passo erano completamente diversa a quella incontrata il giorno prima. Tante moto, strada decisamente più bella e, soprattutto, quel clima di gioia e felicità sul passo Radici, macchiata solo dagli ultrà reggiani belli "pieni" di alcool alle 10 del mattino disturbavano la quiete delle montagne.
Scesi dal passo abbiamo preso la strada per Piazza al Serchio e per il passo di Pradarena. Erano le 12.30 e la fame era tanta. Ci siamo fermati in una trattoria, la peggiore - credo - della zona. Un pollo che sembrava arrosto era praticamente fritto, ma per Simone è andata peggio: i funghi che nel suo piatto accompagnavano la lonza hanno fatto più tardi una brutta fine. Oltre al pessimo pranzo, anche il percorso per il passo di Pradarena è stato un disastro, con alcuni punti vergognosamente sporchi.
Arrivati in cima – e con questo fanno sei –, abbiamo preso per Pratizzano, in direzione dell'omonimo passo. La strada anche qui era terribile, sporca, piena di ghiaia e sassi. Al passo di Pratizzano ci siamo fermati godendoci un'atmosfera di pace, colorita dai bambini che giocavano nei prati a pallone, i vecchietti a carte e sullo sfondo, nel piazzale del rifugio, moto e quad a lisca di pesce.
Caffè, una tavoletta di cioccolato e via per Ramiseto. Anche qui la strada era impercorribile, ma per fortuna il tratto incriminato è durato solo qualche chilometro, fino al punto in cui ci siamo ricongiunti alla statale massese 62 che ci portato sino al passo del Lagastrello.
Il paesaggio era talmente bello che ogni tanto capitava di alzare lo sguardo verso le montagne e fermarsi a scattare qualche foto. Al passo, poi, abbiamo fatto una sosta per una boccata d'ossigeno – leggasi sigaretta – e altre foto.
Purtroppo è ora di tornare a casa, direzione Parma, autostrada, Milano. Incontriamo subito le prime macchine di "merenderos" e piano piano abbiamo lasciato alle spalle le montagne innevate, le curve e le emozioni di questi due bei giorni.
Totale km: 850.
Spesa totale: 110 €.

Su e giù per l'Appennino parmense
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