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I viaggi dei lettori

Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck

Di Francesco Zaccaria il 25/08/2011 in I viaggi dei lettori

I nostri amici partono in sella alla loro Honda Black Spirit alla scoperta degli splendidi paesaggi a cavallo tra Italia e Austria. Una settimana "romantica" vissuta su due ruote

Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
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L'arrivo a Vattaro e la visita a Trento

Finalmente! Aspettavo questo momento dalla scorsa estate, da quando, dopo aver battuto l'asfalto "bagnato" della Foresta Nera in Germania a luglio, salutavo il Salento nel torrido agosto con la voglia di ripartire di nuovo.
Questa volta i nostri occhi potranno godere delle meraviglie e dei paesaggi sublimi che il Trentino Alto Adige e le Dolomiti potranno mettere in mostra.
Come ogni anno, dato il domicilio di Valentina a Milano, parto da Anzio in sella al mio Black Spirit in solitaria alle 16.00 dell' 1 luglio 2011, venerdì, pianificando una sosta intermedia a Signa (FI): 350 Km sono un ottimo compromesso per non affaticarsi troppo, considerando il fatto che non fa neanche tanto caldo…
L'hotel Delfina offre una sistemazione più che dignitosa per 45 euro a notte in camera singola e, cosa più importante, si può prenotare il garage per ricoverare la moto durante la notte senza sovrapprezzo!
La mattina seguente sono pronto a partire per Trento, luogo d'incontro con la mia dolce metà che mi raggiungerà da Milano in treno.

MANDATECI I VOSTRI RACCONTI!
Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo: redazione@motonline.com
La moto è equipaggiata con le borse di pelle (già cariche) e di un comodo portapacchi appesantito di un grosso borsone di circa 10 kg; inoltre porto sulle spalle uno zaino contenente un giubbotto invernale (per eventuali peggioramenti meteorologici, vista l'esperienza tedesca della scorsa estate.).
All'arrivo di Valentina bisogna caricare sulla moto anche i suoi bagagli (un trolley e un altro zaino)…
Non immaginerete neanche in che condizioni percorreremo i 15 Km di strada di montagna, carichi come un somaro, per raggiungere Vattaro (circa 700 m.s.l.m.), sede della struttura alberghiera che ci ospiterà per otto notti.
L'Hotel Dolomiti si presenta bene, i proprietari sono cordialissimi e ci mettono a disposizione il garage per parcheggiare la moto.
Arrivati nel monolocale, già si sentono sfrecciare sotto la nostra finestra i tanti motociclisti giusti fin qui per divertirsi ed ammirare le bellezze naturali di questi luoghi.
Dopo un ottimo pranzetto consumato presso il ristorante dell'albergo, ci dirigiamo verso Trento per fare un giro e rilassarci un po'.
Percorrere la stessa strada fatta all'andata senza bagagli è tutta un'altra cosa: la moto pennella le numerose curve con dolcezza, senza forzare la mano (parliamo sempre di un custom con pedane basse e larghe) e, con andatura blanda, raggiungiamo il capoluogo in pochi minuti.
La città offre sufficienti soluzioni di parcheggio presso il centro e, lasciata la moto, ci addentriamo nelle viuzze della vecchia Trento ammirandone i monumenti che più la caratterizzano (il Duomo, che abbraccia la piazza dove si erge la fontana di Nettuno, L'Abbazia di San Lorenzo, ecc…).
Infine, concludiamo la nostra visita alla città di Trento ammirando il Castello del Buonconsiglio, sede del Museo Provinciale d'arte e del Museo Storico.
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
Dolomiti, le Cinque Torri
Domenica 3 luglio.
Oggi l'itinerario sarà prevalentemente paesaggistico e ricco di curve.
Percorriamo la statale fino a Mezzolombardo, attraversando successivamente la Val di Non, famosa per la coltivazione della "Melinda".
Ci imbattiamo presto nel Lago di Santa Giustina, ma non perdiamo troppo tempo per dare un'occhiata e, superata la cittadina di Cles, percorriamo la statale 42 in direzione "Passo del Tonale" fino allo svincolo che porta sull'altopiano, verso la rinomata località di Madonna di Campiglio.
La strada, che finora risultava essere prevalentemente pianeggiante, si trasforma in un serpente aggrovigliato che striscia indisturbato in una fitta boscaglia che affascina per i sui profumi e colori forti.
Il percorso è reso piacevole anche dalla presenza di innumerevoli motociclisti che sembrano essersi dati appuntamento per accompagnarci durante la nostra gita: molti hanno il nostro stesso stile di guida, tranquillo, che definirei semplicemente "turistico" e frizzante quanto basta per divertirsi a sufficienza tra i tornanti; altri, invece, amano strafare, spalancando il gas in ogni tratto e grattando le saponette delle loro tute ad ogni curva rischiando, di tanto in tanto, di allargarsi un po' troppo in qualche tornante…
Usciti dalla verdeggiante foresta di conifere s'intravvedono le affascinanti cime montuose del Gruppo Brenta, raggiungibili dai turisti usufruendo delle tante funivie che permettono di toccare con mano questo spettacolo della natura, vivendo l'esperienza di praticare del trekking di alta quota e di godere di panorami unici…
Ma la nostra è un'altra vacanza, è una vacanza "on the road"!
Giunti a Madonna di Campiglio apprezziamo la piccola cittadina che è molto caratteristica e ricca di elementi floreali che rendono l'atmosfera ancora più solare.
Le strade sono gremite di gente e di altri motociclisti che, come noi, hanno intenzione di fare una sosta; a causa dell'impossibilità di fermarsi altrove, parcheggiamo la moto in un multipiano a pagamento vicino al laghetto.
Ci rilassiamo presso lo specchio d'acqua suddetto, nell'adiacente parco e nelle vie del centro, dove mangiamo un boccone prima di ripartire.
Proseguendo il nostro itinerario, arrivati a Carisolo, svoltiamo per la Val di Genova: il tratto è a traffico limitato ma si può accedere pagando una piccola tariffa (che per le moto è di 4,00 euro) per passeggiare con la propria due ruote nel parco, immersi nella natura, costeggiando il torrente per quasi 5 km.
L'attrazione principale dell'area è la cascata Nardis: parcheggiare la moto non è un problema e si può arrivare a piedi fin sotto la cascata.
Continuiamo il giro turistico percorrendo la statale in direzione Tione di Trento, per poi dirigerci verso il Lago di Molveno ed il comune omonimo.
Durante il tragitto rimango incuriosito da una galleria interamente di roccia e particolarmente "fresca": purtroppo la strada non mi consente di accostare per scendere dalla moto e vedere meglio il tunnel.
Il lago di Molveno è un posto che merita davvero una nota positiva: la cornice paesaggistica vince a pieni voti, grazie alle cime del Brenta che riempiono l'orizzonte e alle acque cristalline del bacino glaciale che, per di più, sono anche balneabili.
L'area limitrofa è curata nei minimi dettagli, offrendo al turista un ottimo luogo per rilassarsi ed ammirare le bellezze circostanti: il verde giardino di Molveno, ricco di sentieri, panchine ed aiuole fiorite, che affaccia direttamente sul lago, offre campi da calcio, da pallavolo, da basket, da bocce e perfino un circuito di minigolf, oltre alla possibilità di noleggiare un pedalò per una tranquilla traversata dello specchio d'acqua. Insomma…da vedere!
Risaliti in sella, ci accorgiamo che la giornata sta volgendo al termine e che forse è il caso di rientrare…
Strada facendo attraversiamo paesini davvero carini, tra cui Andalo, che, aimè, non riusciamo a visitare per mancanza di tempo.
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
In cima al Passo dello Stelvio
Lunedì 4.
Stamattina la nostra missione sarà scalare il gruppo montuoso dell'Ortles per raggiungere il famosissimo Passo dello Stelvio!
Partiamo presto, equipaggiati con giubbotto invernale e paracollo di pile al seguito, e percorriamo velocemente l'autostrada del Brennero fino a Bolzano e la ME-BO fino a Merano per poi rallentare il ritmo goderci la statale ad andatura blanda.
Come avviene per un grande fiume, dalle piccole stradine secondarie affluiscono sull'arteria principale decine di motociclisti diretti tutti nella nostra stessa direzione; è una sensazione bellissima trovarsi nel bel mezzo di un "raduno" improvvisato!
La nostra meta, insieme a quella di Passo Resia, è ripetutamente segnalata ed è quindi impossibile sbagliare e non accorgersi dello svincolo.
Da Ponte dello Stelvio inizia la scalata che ci impegnerà per 48 stretti tornanti!
Sin da subito vengo folgorato dalla maestosità dell'Ortles, che visto dal basso verso l'alto incute quasi timore: è facilissimo distrarsi per ammirare questo affascinante panorama, ma la strada è particolarmente impegnativa.
Un errore potrebbe essere fatale non solo per se stessi ma anche per tutti gli altri motociclisti che percorrono lo stesso tragitto, sia in salita, ma soprattutto in discesa…
Meglio concentrarsi ed attendere di scorgere il tutto dall'alto, una volta in cima!
Durante la salita, il mio Black Spirit se la cava egregiamente nonostante le quote ciclistiche siano da vera custom: interasse di 1.649 mm, inclinazione del cannotto di sterzo di 34° e avancorsa di 161 mm.
Personalmente avrei gradito qualche "cavalluccio" in più per permettermi di affrontare la scalata con maggiore disinvoltura, vista la presenza in sella anche di Valentina.
La tenuta di strada è sempre ottima, nonostante la forcella risulti, di tanto in tanto, un po' morbida.
Arrivati in cima al Passo dello Stelvio, lo spettacolo è assicurato: finalmente posso godere anch'io di un meraviglioso panorama e rimango a fissarlo per qualche minuto, osservando dall'alto il serpente d'asfalto che ci ha portato fin qui e tutte le vette che si ergono a 360 gradi intorno a noi.
Ovviamente è pieno di motociclisti, giunti sul posto da molte parti d'Europa, anche dalla Finlandia!
Dopo le diverse foto di rito ed un buon panino siamo pronti per la discesa, altrettanto se non più impegnativa della scalata.
Raggiunta nuovamente la statale a valle, ci dirigiamo verso il Lago Resia.
Il tragitto è davvero piacevole con scenari da cartolina, affrontando qualche curvone ampio e dolce, a differenza degli ardui tornati macinati qualche chilometro fa.
Arrivati sul posto, osserviamo "la cima del vecchio Campanile di Curon (Graun)" che emerge dalle acque ed è tuttora visibile in seguito all'alluvione forzata della valle da parte dell'uomo per ampliare il bacino idrico al fine di sfruttare le acque per la produzione dell'energia idroelettrica.
L'immagine è davvero suggestiva ma, a parte questo, non c'è altro da vedere e, dopo qualche minuto di pausa, ci rimettiamo in sella ripercorrendo i nostri passi fino a Merano.
Il nostro intento è visitare i Giardini di Castel Trauttmansdorff, ma l'ora è tarda e, a malincuore, ci dirigiamo verso il centro città per fare una passeggiata.
Con nostro stupore, Merano è una cittadina molto graziosa e piacevole da visitare: il centro, con i suoi portici, è ricco di negozi che vendono prodotti tipici, specie salumi e specialità del posto!
Poi facciamo quattro passi lungo il Passirio, torrente che spacca in due l'abitato, sono proprio quello che ci vuole per terminare la giornata in piena tranquillità e con un tocco di romanticismo che, essendo accompagnati dalla propria ragazza, non guasta mai.
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Il Lago di Caldonazzo
Martedì 5 
Il nostro hotel dista pochi minuti dal lago di Caldonazzo e da quello di Levico, due bacini abbastanza rinomati.
Decidiamo così di non allontanarci molto e di goderci la giornata gironzolando nei dintorni e percorrendo la Valsugana.
Le condizioni meteorologiche sono eccellenti e trotterellare con la nostra bicilindrica è una vera e propria goduria.
Le sponde del lago di Caldonazzo sono gremite di gente che approfitta delle acque balneabili del lago per trovare un po' di refrigerio.
Intorno allo specchio d'acqua i ciclisti si godono tranquilli ed indisturbati una dolce passeggiata sulla lunga pista ciclabile.
Ci viene voglia di noleggiare per un paio d'ore due mountain-bike ma, giunti in paese, il locatario è chiuso e siamo costretti a rinunciare.
Poco male! Caldonazzo è al di sotto delle nostre aspettative, così ci dirigiamo verso Levico Terme, cittadina famosa per le sue acque termali uniche in Italia per la loro alta concentrazione di arsenico e ferro.
Il centro è grazioso ma siamo attratti prevalentemente dal lago omonimo: anche qui troviamo tantissimi bagnanti intenti a rinfrescarsi godendosi un bel bagnetto.
Il paesaggio è incantevole, le acque limpidissime e, seduti su di una panchina che si affaccia sul lago, contempliamo in silenzio questo dipinto che la natura ha preparato proprio per noi.
Dopo aver visitato anche Borgo Valsugana, decidiamo di dare un po' di brio alla nostra rilassante passeggiata risalendo l'Altopiano della Vigolana, tanto per sgranchire le bielle del motore sui continui saliscendi!
Da Caldonazzo, risaliamo la statale verso Centa San Nicolò fino all'Acropark, un parco a tema dove, oltre ad un contesto naturale meraviglioso e tutto da scoprire in una vallata ricca di scorci incontaminati e selvaggi, è possibile destreggiarsi lungo i percorsi che si "snodano" tra gli alberi attraverso un sistema di teleferiche.
La sosta è obbligatoria ma per divertirsi veramente occorre più tempo di quanto vogliamo perderne e così, dopo una breve passeggiata nel bosco, risaliamo in sella al nostro Black Spirit per continuare la nostra smanettata sull'altopiano.
Il divertimento è assicurato, sia per come si articola l'itinerario, sia per la bellezza del paesaggio: peccato per la qualità del manto stradale che a volte regala qualche crepa e avvallamento proprio sulle traiettorie.
Per concludere in bellezza la giornata, riscendiamo a valle per raggiungere una località sfuggitaci prima di divertirci sulle strade dell'altopiano: Tenne!
Per raggiungere questo paesino si sale su di una collina che divide i due laghi di Caldonazzo e Levico.
Oltrepassando il comune, sulla strada che porta a Pergine, è possibile ammirare un panorama stupendo sul Lago di Caldonazzo!
Prima di rientrare in albergo, allunghiamo verso il castello di Pergine, tra i migliori esempi di architettura medievale del territorio alpino ed oggi adibito ad albergo e ristorante.
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
Dentro al Museo della Guerra
Mercoledì 6.
È il primo giorno di pioggia!
Il cielo è nero e, sinceramente, un eventuale temporale estivo in montagna potrebbe trasformare anche pochi km percorsi in moto in un inferno: le previsioni meteo non promettono nulla di buono e decidiamo, con nostro sommo dispiacere, di usufruire dei mezzi pubblici per raggiungere la vicina Rovereto con l'intento di visitare il castello che espone al suo interno il Museo della Guerra.
Immensa e distribuita su tre piani, la mostra illustra in maniera accurata e con una miriade di reperti tutte le vicende che hanno interessato la Grande Guerra (1914-1918).
Il museo, allestito nel 1921 poco dopo il termine del conflitto, conserva meticolosamente armi, uniformi, onorificenze, mezzi di trasporto e reperti della stampa dell'epoca: il contatto è talmente ravvicinato che ci si sente quasi catapultati in quegli anni!
Vale davvero la pena di visitare questo museo, unica opera che, secondo noi, spicca nella città di Rovereto.
Sarà forse per le condizioni meteorologiche incerte, magari perché molti negozi sono ancora chiusi, ma la città non ci sembra nulla di eccitante e, dopo una rapida passeggiata in centro, rientriamo a Vattaro.
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Il Museo Swarovski
Giovedì 7.
La moto ha riposato anche troppo ed è giunto il momento di recuperare il tempo perso. È una splendida giornata, il cielo è terso e l'aria frizzantina.
Innsbruck dista circa 200 km e se percorriamo la statale impiegheremmo troppo tempo per raggiungerla; quindi ci aspettano poco meno di 2 ore di autostrada!
Nonostante l'acquisto della vignetta autostradale (4.50 euro per 10 giorni), dopo qualche chilometro varcato il confine ci imbattiamo in un casello autostradale: 8 euro di pedaggio!
Bella sorpresa! Considerando che, a parte quel tratto, non percorreremo molta strada dove è obbligatorio esporre la vignetta.
Innsbruck si presenta come una graziosa bomboniera, ad eccezione del traffico incontrato alle porte della città a causa di un cantiere che rallentava il flusso in entrata.
Parcheggiata la moto in pieno centro, nei pressi della Piazza del Mercato, raggiungere la via principale (Maria-Theresien stasse) è un gioco da ragazzi: negozi, localetti e palazzi storici abbracciano la folla di turisti che si gode indisturbata la mattinata.
Molto pittoresco il Tettuccio d'oro, definito così perché la sua superficie è ricoperta da più di 2500 tegole di rame dorato.
A parte le stupende opere erte nel centro storico (la Torre Civica, l'Helbinghaus, ecc..), appena fuori dalle mura, visitiamo gli Hoftgarten, giardini meravigliosi e curatissimi dove passeggiare è una esperienza davvero soddisfacente: ricco di aiuole, ampie distese di prato e di grandi alberi, il parco offre serenità, tranquillità e una buona dose di ombra che regala un po' di fresco in una giornata quasi torrida.
Consumato un fresco gelato e terminato il nostro giretto della città, recuperiamo la moto per dirigerci verso Wattens, a circa 20 Km da Innsbruck, per visitare il Museo Swarovski (KristallWalten).
Arrivati sul posto è impossibile non trovare parcheggio ed infiliamo la moto sotto le apposite pensiline riservate a cicli e motocicli: il biglietto per accedere alla mostra costa 9,50 euro.
Attenzione: vi consiglio di non rivolgervi al bar per acquistare una bottiglietta d'acqua: vi chiederanno 3 euro!
Proprio vicino i servizi igienici c'è lo specifico getto a fontana destinato ad assetare i turisti.
Il museo è davvero particolare e se ci si aspetta di vedere una serie di opere costruite in cristallo, ci si sbaglia: le diverse sale ricreano un'ampia varietà di ambienti che immergono il visitatore in realtà che definirei quasi astratte.
E' un museo d'arte e, a mio parere, va capito!
Ma per non "demoralizzarvi", al termine delle sale si apre una grandissima esposizione di prodotti Swarovski, dove è possibile acquistare un "ricordino".
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
Mondotreno
Venerdì 8.
A pochi Km da Merano, precisamente a Rablà, esiste una graziosissima esposizione che ricrea meticolosamente in scala l'area geografica dell'Alto Adige, curata al massimo sia nei dettagli del paesaggio che nella ricostruzione dei centri urbani e dei collegamenti ferroviari.
Visitare Mondotreno è davvero un'esperienza gratificante e gli 8 euro pagati per il biglietto d'ingresso sono davvero spesi bene: le linee ferroviarie sono meccanizzate, funzionano all'unisono e i treni viaggiano spediti effettuando le soste previste nelle stazioni.
Stupefacente è la simulazione dello scorrere delle ore durante l'arco della giornata: già dal crepuscolo cominciano ad accendersi i piccoli lampioni ed i centri abitati sono illuminati come fossero alberi di natale; per rendere l'effetto ancora più realistico si abbassano anche le luci generali della sala, avvolgendo i visitatori nell'ombra per favorire al meglio la visuale sul plastico.
Questo luogo è uno spettacolo non solo per bambini ma è capace di affascinare anche i grandi.
Soddisfatti dell'ora e mezza trascorsa in mezzo ai modellini, risaliamo in sella diretti a Bolzano: è possibile parcheggiare la moto proprio in prossimità dell'inizio dell'area pedonale.
Appena muoviamo i nostri primi passi ci troviamo subito in piazza Walther la quale ospita, oltre la statua di Walther von der Vogelweide, il Duomo, emblema della città e vero gioiello di arte romanica e gotica.
Proseguendo la nostra passeggiata, raggiungiamo Piazza delle Erbe, dove è in corso un piccolo mercato ortofrutticolo. Adiacente alla piazza, si trova la Via dei Portici, simbolo dello shopping di Bolzano, che attira in special modo le donne che adorano scrutare tutte le vetrine e, di certo, la mia non fa eccezione.
Continuando la nostra passeggiata verso nord raggiungiamo Castel Mareccio, immerso in un pregiato vigneto di uva Lagrein: particolarmente suggestiva la veduta del castello dall'attigua "Passeggiata Lungotalvera".
Prima di lasciare la città, un piacevole rombo di motori ci reindirizza verso piazza Walther: è in corso un raduno di auto Abarth!
La sosta, anche di pochi minuti, è obbligatoria prima di riconciliarci con la nostra amata bicilindrica che ci attende per il rientro, che avverrà percorrendo la statale 12 fino a Trento, valida alternativa all'autostrada se si vuole tornare a casa ad andatura più blanda.
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
Cortina d'Ampezzo
Sabato 9.
Ultimo giorno effettivo di vacanza prima di macinare i circa 700 km che mi separano da Anzio e, per concludere in bellezza, non ci resta che esplorare le dolomiti orientali e la Marmolada.
Da Vattaro ci dirigiamo verso Cavalese, percorrendo la SP 71 che parte da Civezzano e che costeggia l'altopiano di Pinè.
Il paesaggio e prevalentemente boschivo e regala, oltre che una serie di divertentissime curve, una bella dose di fresco.
Giunti in Val di Fiemme non ci resta che ammirare lo spettacolo della natura che si manifesta come in una cartolina: classiche case di legno dal tetto spiovente, pascoli verdi, boschi di conifere a chiazze, torrenti dalle acque cristalline e strade perfette… Un sogno!
Mi sento come un bambino di cinque anni in un negozio di giocattoli, voglio guardare ovunque, non sono mai sazio, senza considerare il fatto che sto anche guidando e che non dovrei distogliere troppo l'attenzione dall'asfalto… Sono entusiasta.
Passiamo indisturbati per il centro di Predazzo (altro paesino davvero grazioso) e, attraversando la val di Fassa, raggiungiamo Canazei: da qui è possibile scegliere se arrampicarsi su passo Pordoi o risalire passo di Fedaia.
Noi optiamo per la seconda alternativa che ci consente di arrivare fin sotto la Marmolada.
Il percorso non ha niente a che vedere con la salita verso il passo dello Stelvio grazie a dei tornanti più morbidi e gestibili senza particolare impegno, ma i panorami e le vedute sulla "regina delle dolomiti" sono di eguale bellezza e regalano sensazioni uniche!
È gratificante ascoltare il ruggito del motore mentre le gomme mordono l'asfalto sulle strette e ripide curve di montagna e sentirlo trasformarsi in un sordo borbottio poco prima di raggiungere il passo, dove sia la pendenza della strada che l'andatura si addolciscono e percorro le ultime centinaia di metri prima della meta con aria soddisfatta, fiero del mio "cavallo" e orgoglioso della donzella che porto al seguito.
Senza scendere dalla moto, osserviamo il paesaggio a 360 gradi: una grande diga abbraccia il lago artificiale che sonnecchia indisturbato tra i due costoni della montagna, rispecchiando un cielo terso con qualche nuvola che vaga senza meta.
Attraversiamo la diga ammirando da vicino lo specchio d'acqua e parcheggiamo la moto nei pressi di un delizioso ristorante, proprio sotto la funivia, il quale si rivela un ottimo luogo per consumare un soddisfacente pranzo ad un buon prezzo!
Scendendo dal passo in direzione Rocca Pietore, non possiamo non visitare i Serrai di Sottoguda, uno squarcio nella montagna di circa 2 chilometri e mezzo di lunghezza e circa 300 di profondità, attraversato da una stradina percorribile esclusivamente a piedi ,in bicicletta o con l'esclusivo trenino per turisti. Parcheggiata la moto in un area di sosta in prossimità dell'ingresso sud (comune di Sottoguda), trascorriamo più di un'ora ad ammirare questo canyon, gustandoci le diverse tappe lungo il sentiero (segnalate volta per volta durante tutto il tragitto).
Non sono neanche le quattro di pomeriggio e sinceramente non ho voglia di tornare sui nostri passi.
Continuiamo il nostro itinerario salendo verso passo di Falzarego e, arrivati in cima, lo spettacolo è incredibile: non lontane dal nostro sguardo spiccano le cinque torri, complesso montuoso tra i più suggestivi delle dolomiti Ampezzane.
Il posto è talmente bello che la sosta dura più di qualche minuto, anche se mi sarebbe piaciuto percorrere il sentiero fin sotto le mastodontiche rocce per vederle più da vicino!
Abbandoniamo questo paradiso per raggiungere Cortina D'Ampezzo, dove faremo una breve sosta per visitarne il centro storico gustando un buon gelato.
Sono ormai le 18.00 e siamo parecchio lontani dal nostro albergo.
Per non ripercorrere le lente e più impegnative strade interne di montagna, puntiamo verso Dobbiaco per poi immetterci in autostrada a Bressanone.
Il sole comincia a nascondersi dietro le cime montuose ed il cielo assume il tipico colore rossastro, caldo, creando l'atmosfera ideale per un tranquillo rientro.
Il tratto è lungo ma sono distratto dai miei pensieri e guido sereno, felice di aver trascorso una vacanza stupenda, accompagnato come sempre dalla mia inseparabile ragazza e dalla mia affidabilissima Black Spirit.
Chissà dove andremo a finire la prossima volta?
Il Trentino, le Dolomiti e Innsbruck
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