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I viaggi dei lettori

Il Medio Oriente, fino ad Aqaba

di Andrea il 27/05/2010 in I viaggi dei lettori

Un'avventura in solitaria per il nostro lettore che in sella alla sua moto si è avventurato dalla Liguria fino al sud della Giordania attraversando Siria e Turchia

Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
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30 maggio 2009: la partenza
Sveglia ore 4.30 anticipata da un bel temporale alle 3.30… Da venti giorni un caldo africano ha stretto l'Italia in un "forno a microonde", ma anche questa volta è stata fatta un' eccezione per me.
E cosi anche questa volta parto sotto la pioggia.

Mentre aspetto che smetta di piovere si sono fatte quasi le 6.00, accendo la moto e comincio l'avventura.
Fortunatamente la pioggia mi lascia dopo 20 km di strada e il sole torna a scaldare la terra. Arrivo alle 12.30 nel porto di Ancona dopo aver superato qualche centinaio di chilometri di auto in coda in direzione mare.
Prendo possesso della mia cabina e mentre mi dirigo verso la doccia faccio conoscenza con il mio compagno di camera.
Mi lascia un po' perplesso: polo color rosa pink panther, cintura rosa pink panther, scarpe Allstar con rifiniture… pink panther, borsa da viaggio… Indovinate un po'? Rosa pink panther!
Va bene: ognuno ha i suoi gusti, ma confesso che sono stato un po' diffidente per tutto il viaggio. Mi avventuro quindi sui ponti, prendo una birra al bar, pago con una banconota da 20 euro e ricevo il resto di cento!
Si viaggia a scrocco… Ma le sorprese devono ancora arrivare.

31 maggio: disavventure in nave
Alle 4.00 del mattino la nave compie una virata di 180°: si torna verso l'Italia. Un povero turista è stato colto da infarto ed ha finito il suo viaggio per sempre (pace all'anima sua), essendo ancora in acque italiane si punta su Brindisi dove fin dopo alle 9.30 siamo "ostaggio" della polizia italiana.
Questa sera avrei la coincidenza al porto del Pireo: alle ore 19 devo prendere un'altra nave della Aneklines diretta verso Chios per poi arrivare fino a Cesme in Turchia.
Ma con questo "fuori programma" dovrò improvvisare il cammino verso Aqaba visto che le mie prenotazioni (…pagate) sono saltate.
Alle 12.00 ripartiamo da Brindisi, arrivo previsto ore 22.30. Alle 23.30 sbarchiamo finalmente dalla nave.
Dopo varie lamentele ci troviamo sul ponte a discutere del trattamento ricevuto dalla compagnia Aneklines che si è completamente disinteressata della sorte dei suoi clienti, tutti scaricati a Patrasso a mezza notte passata senza sapere che fare.
Alcuni di noi riescono ad ottenere la prenotazione di un albergo nelle vicinanze, per quanto mi riguarda il succo è che tutte le coincidenze sono saltate e devo provvedere da solo per il prosieguo del viaggio.
Dopo una notte a Chios ad aspettare sulla banchina l'imbarco per la Turchia, prendo terra sotto un caldo infernale che mi fa "abbandonare" la strada alle ore 16 circa. Ho percorso solo 430 degli 800 chilometri previsti.
La sera arrivo ad Afyon, mi trovo nel bel mezzo di una cerimonia di chiusura universitaria di laureandi e in giro c'è un gran casino.
Trovo una camera per pura fortuna e nel frattempo comincia a piovere. Vado a letto stremato.
Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
Ad Aleppo
Il 3 giugno dopo 10 ore di sonno sono abbastanza carico per cominciare a recuperare il ritardo accumulato nei giorni precedenti.
Devo raggiungere a tutti i costi Aleppo altrimenti tutto il giro previsto è compromesso definitivamente.
L' unica incognita è la frontiera.
Il caldo di ieri quassù non arriva, sono su un altipiano a oltre mille metri e la temperatura è perfetta per viaggiare in moto.
L'unico neo di questo tragitto è che negli oltre 1250 km percorsi di posti belli ne ho visti veramente pochi.
Sono le ore 15 quando oltrepasso Alessandretta (Iskenderum) e mi butto verso Antiokia nella piana che separa la Turchia dalla Syria.
In pochi chilometri si passa dai mille metri al livello del mare e il termometro vola vicino ai 40 C°. Ma questo sarà solo il preludio al caldo, quello vero, del deserto. Il passaggio alla frontiera è un incubo.
Anche se già lo sapevo, viverlo sulla propria esperienza è tutt'altra cosa e meno male che l'unico turista sono io.
Impiego 2 ore e mezza accompagnate da 115 dollari "ufficiali" e 25 di "ringraziamenti", ma alla fine il classico "Welcome to Syria" mi ripaga della fatica e varco il confine.
Adesso mancano solo 70 chilometri per arrivare ad Aleppo.
Dopo i primi dieci però la tentazione di scappare è incalzante: ricordo le letture che mi hanno preparato alla guida dei Siriani ma adesso senza esagerare, rischio la pelle ogni metro.
L'asfalto è liscio come il vetro, ogni curva rischio di finire per terra, quando uso i freni (anche per rallentare) l'ABS entra immediatamente in funzione.
E gli automobilisti ti danno delle sportellate alle valigie!
Alle 20 raggiungo l'hotel e mi prometto di partire presto il giorno dopo per evitare qualche brutta esperienza….
Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
L'ingresso di Petra
4 giugno: da Aleppo a Palmira

Nove litri d'acqua
bevuti e quasi 50 C° "subiti" per attraversare una piccola parte del deserto Syriano.
Anche se ero preparato e motivato, dopo 350km ho dovuto mollare e grazie a Dio una casa abbandonata mi ha rinfrescato per oltre un ora prima che riprendessi il coraggio e la forza di rimettermi in cammino.
Difficile da spiegare cosa ti può capitare con l'eccessivo caldo e devo ringraziare di aver riconosciuto i sintomi del colpo di calore in tempo altrimenti non sarei qui a raccontarlo.
Arrivato a metà del tragitto per Palmira scendo dalla moto per acquistare dell'acqua e facendo i primi due passi lascio a terra le suole degli stivali che si sono letteralmente "scollati" per l'eccessivo caldo.
Il percorso di oggi doveva portarmi vicino al fiume Eufrate che insieme al Tigri hanno caratterizzato la storia di questi luoghi: a causa di una diga a monte oggi fa più "figura" il Polcevera di Genova.
Alle 17 arrivo a Palmira e prendo "possesso" dell'hotel.
Passano 10 minuti e arriva un altro "solitario".
Greco, con BMW GS come il mio, attrezzato come me, che per cinque settimane se ne starà fuori in moto tentando di circumnavigare il mediterraneo fino in Tunisia.
Domani giornata dedicata a Palmira e poi vado in Giordania: mi aspettano quasi 600 chilometri e la frontiera… Sempre un incognita da queste parti.

5 giugno: da Palmira a Madaba

Ore 8, si parte.
Io e Giovanni (il greco) ci dirigiamo verso le rovine di Palmira. Giusto il tempo di parcheggiare le moto e tirare fuori le attrezzature fotografiche e all'orizzonte si vede arrivare quella che sarà la scocciatura di tutto il giorno: tempesta di sabbia!
Lascio le rovine in fretta e furia e mi rifugio in albergo, mi preparo per alzare le tende e dirigermi in Giordania.
Purtroppo questa tempesta limiterà le foto e la marcia verso Damasco, le forti raffiche di vento diventano presto stressanti e faticose.
Arrivo alle 15.30 in frontiera e alle 16.20 sono già in Giordania, mi aspettano ancora 150 chilometri tra incoscienti e folli automobilisti che ti tolgono il fiato ogni cinque minuti.
A Madaba sono alle pendici della via dei Re, nel frattempo ho chiesto una birra alta un metro e il cameriere molto simpaticamente ha esaudito il mio desiderio.

6 giugno: da Madaba a Petra

Dopo Madaba la prima tappa è il monte Nebo, luogo dove Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa e ivi morì a 120 anni.
Certamente il fascino storico e di significato religioso di questo posto riempie di emozione.
Il panorama della Terra Promessa è rimasto inalterato come allora: si scorge Gerusalemme e alla sua destra Gerico.
Per il resto posso dire che la strada dei Re è veramente una strada "inutile"! Se non fosse per un paio di panorami sulle zone rocciose e desertiche del territorio Giordano direi che non vale il disturbo, mi chiedo cosa ci trovassero i Re a venire da queste parti...
Sicuramente domani sarò ripagato del viaggio, intanto si fa forte nell'aria il profumo di Aqaba
Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
A Petra
7 giugno: visita a Petra

Percorro circa15 chilometri a piedi sotto Il sole giordano di Petra.
Ho bisogno d'aiuto: non riesco a trovare le parole per spiegare il posto che ho visto oggi!
Per quanto mi sforzi mi vengono in mente solo parole banali: bellissimo, meraviglioso, mai visto niente del genere, spettacolare.
È possibile che esista un posto cosi?
Che la natura insieme all'uomo qualche millennio fa abbiano creato un coso, un sito, insomma un luogo che ti fa scattare 300 foto in un solo giorno?
Evidentemente sì, e le foto e racconti non riusciranno mai a comunicare cosa vuol dire essere li in mezzo a quei templi e il colore della roccia e le forme create dalla natura e modellate per gli uomini i Nabedei.
Domani si torna in moto e finalmente Aqaba sarà mia.

8 Giugno: verso Aqaba e ritorno

Passo proprio oggi i 30.000 sullo strumento della mia moto.
Faccio una veloce puntatina verso il confine con L'Arabia Saudita (circa 20 km a sud di Aqaba) giusto per una foto ricordo.
La zona pullula di blindati in tenuta di guerra e una porta aerei accoglie a sciami gli elicotteri che vanno e vengono chissà dove.
Lungo la strada sono piazzate molte "mitiche" Hammer con tanto di cecchino con cannoncino pronto all'uso.
Un grande momento di unione tra i popoli…
Comunque non sono a mio agio: giro i tacchi a cinque chilometri dalla frontiera con l'Arabia senza portarmi via il "ricordino" fotografico.
Aqaba è una città anonima ma abbastanza ordinata: il governo sta facendo opere pubbliche di grandissime dimensioni ma rimane una città portuale piena di stabilimenti e industrie chimiche.
Lascio questa "splendida" cartolina e mi dirigo più a nord verso il Wadi Rum, porta orientale per il deserto Giordano che si inoltra in Arabia Saudita.
Questo luogo è una zona desertica di una bellezza straordinaria, un'enorme vallata dove imperano gli Jebel, ovvero montagne rocciose di arenaria modificate nel corso degli anni dagli eventi atmosferici e che cambiano colore con il cambiare dell'inclinazione dei raggi solari.
L'aria è infuocata ed è difficile respirare: rimango un paio d'ore nel ristorante del centro turistico dove partono le escursioni in jeep in attesa che la calura mi permetta di fare due foto.
Nel frattempo mi guardo l'azione del vento che crea delle improvvise trombe d'aria che sollevano la sabbia per diversi centinaia di metri e con la stessa velocità spariscono.
Uno spettacolo che ho già visto diverse volte mentre attraversavo il deserto siriano.
Rientro in hotel e alle 17: domani comincia il ritorno e conto di arrivare per sera ad Hims, città siriana vicino ad Aleppo.
È una tappa di oltre 600 chilometri e c'è sempre la famosa frontiera Syriana da superare…
Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
Goreme, Cappadocia
9 Giugno

Passo indenne Damasco in mezzo al traffico dei folli, il sole fa registrare 42 gradi.
A sera mi trovo ad Hama, a circa 150 km dal confine turco.
Dopo giorni di deserto in tutte le salse oggi tocco l'unica città di questa grande area.
Grazie all'unico fiume che ancora "resiste" sembra una piccola svizzera ma con l'umidità compaiono anche delle fastidiosissime zanzare.
Domani altra tappa in territorio turco, prevedo circa 800km prima che tramonti il sole.

10 Giugno: di nuovo in Turchia

Avendo concluso due giorni prima del previsto il mio raid in "zona Aqaba", sulla strada del rientro ho fatto una piccola deviazione e mi sono venuto a prendere un pochino di fresco all'ombra dei camini delle fate.
Ancora una volta la natura e l'uomo hanno creato un paesaggio stupefacente, domani andrò a visitare la Cappadocia.
Ho preso una camera presso il Cave Hotel di Goreme, dormirò proprio in un alloggio dentro la roccia ricavato chissà quando dall'uomo e questa sera grande spettacolo di stelle.

11 Giugno

Oggi visita alla zona di Goreme che, come dicono i Turchi, è il centro della "Cappadocia".
Un bel temporale ha ulteriormente rinfrescato l'aria.
Questo paesino sembra una zona del Canton Ticino per quanto è l'ordine e la pulizia pur mantenendo ben visibili le tradizioni della gente che vive queste terre.
Ieri sera si è svolta la festa di Goreme per decretare la chiusura dell'anno scolastico: tutti i bambini dei paesini limitrofi si sono vestiti con eleganti costumi tradizionali, e via con musiche e balli locali.
È stato inevitabile che la mia mente arrivasse velocemente a casa dai miei due adorabili "piccoli".
Intanto fuori continua a piovere e oggi mi si è rotto il casco. Dovrò fare il rientro con la mentoniera alzata e con ogni probabilità pioverà per tutto il viaggio.
Il Medio Oriente, fino ad Aqaba
Palmyra, Siria
12 Giugno: a Cesme

Eccomi qua di nuovo a Cesme, già pronto per l'imbarco, che avverrà domani pomeriggio alle 18.00.
Lasciata Goreme, dopo la seconda notte con il piumone sono sceso a valle verso il mare e visto la giornata splendida per viaggiare in moto ho fatto tutta una tirata in modo da aver tempo per approfittare di questo splendido e caldo mare.
A questo punto resta l'incognita della compagnia di traghetti Aneklines che tanto ha fatto per i suoi ospiti all'andata... Se tutto va bene dovrei arrivare in Italia lunedì sera.

14 Giugno: verso casa

Dopo aver trascorso una notte in bianco sul traghetto che da Chios mi porta al Pireo sbarchiamo alle 6.00 puntuali e mi metto in cammino "con gli occhi in mano" verso Patrasso.
Faccio fatica a tenere il ritmo: la stanchezza accumulata dal giorno prima è notevole e giungo dopo un litro di caffè al porto con il fiato corto e le palpitazioni da sonno.
Fortunatamente trovo all'interno dell'area portuale una bellissima panchina all'ombra che diventa il mio giaciglio per le ore successive nell'attesa della nave che mi porterà ad Ancona.
L'orario d'imbarco è previsto alle 16.00, io arrivo in porto alle 10.00.
Mi godo il fresco e comincio a recuperare energia: finalmente si sale a bordo dove trovo il responsabile della reception che avevo già avuto modo di conoscere nelle vicissitudini precedenti, con un grande sorriso mi viene incontro assegnandomi una cabina-suite al decimo piano.
Una sistemazione decisamente diversa da quella prenotata e capisco che è in atto un tentativo di rimediare alle vicissitudini precedenti.

A questo punto mi rimangono solo i saluti e ringraziamenti.
a tutti coloro che si sono appassionati leggendo il resoconto delle mie giornate a tutte le persone che ho incontrato durante questo viaggio che con estrema naturalezza e spontaneità mi hanno coinvolto con la loro ospitalità e si sono prodigate per farmi sentire a casa mia, a tutti, coloro che al mio passaggio anno alzato il pollice verso l'alto gridandomi WELCOME.
Ed infine alla mia BMW GS 1200 una grande moto adatta ad ogni emozione e che mi entusiasma sempre come la prima volta che l'ho guidata.
Assieme a lei ho percorso ancora un'avventura lunga oltre 7000 chilometri, in 15 giorni senza un attimo di tregua e con temperature che hanno sfiorato i 50° nella zona deserto Siriano.
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