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I viaggi dell'estate: la motozingarata

di Roberto Tamburini il 09/08/2013 in I viaggi dei lettori

Due amici di vecchia data e una gioventù passata assieme. Poi il lavoro, il matrimonio e la famiglia allontanano i due. Ma l'acquisto di una moto e una telefonata provvidenziale riavvicinano Massimo e Roberto, che decidono di rinverdire l'amicizia partendo per una settimana di viaggio "easy" sul Gargano. Una storia che potrebbe appartenere a molti: vediamo com'è andata

I viaggi dell'estate: la motozingarata
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Io e il mio amico Massimo facevamo parte della stessa compagnia ai tempi dell'università, anni passati a condividere serate, discoteche, e baldorie varie. Poi nuove amicizie, il lavoro, la vita in generale ci ha portato a perderci di vista per quasi vent'anni fino ad un giorno di questa primavera quando, camminando per il centro della nostra città (Bologna), ci siamo incontrati per puro caso. La sorpresa, gli abbracci, i racconti fino alla mia frase: sai che mi sono ricomprato la moto?! Una Transalp.

Lui: grande! io invece ho sempre la mia XL 600, scambiamoci i numeri di telefono così magari una di queste domeniche, con l'arrivo della bella stagione, facciamo un'uscita insieme.

Due mesi dopo circa mi squilla il cellulare: Robbi ciao sono Massimo, che programmi hai per Agosto?
Rispondo: ancora nulla in particolare, perchè?

Lui: a fine Luglio mando moglie e figli al mare e quest'anno, prima di raggiungerli, ho deciso di prendermi 7-8 giorni per me ......ci saresti per una zingarata con moto e tenda?
Certo! Rispondo con sorpresa ed entusiasmo.
Lui: ok allora una di questa sere usciamo a mangiarci una pizza e organizziamo il tutto.
Comunico il progetto a mia moglie la quale, sempre comprensiva delle mie passioni, non obietta nulla e "benedice" l'avventura.
Alla serata con pizza decidiamo: partenza sabato 4 Agosto, destinazione il Gargano.

Fra le varie mete ipotizzate il Gargano è quella che fa per noi: nessuno dei due c'è mai stato, bellissime informazioni, paesini in stile mediterraneo ricchi di storia, calette stupende, una strada costiera perfetta per le moto e la possibilità di raggiungerlo facendo, a ritmo di passeggiata, la strada adriatica. Lo spirito della zingarata, infatti, prevede andatura tranquilla per gustare la strada e potersi fermare a ispirazione in ogni momento per un tuffo in mare o uno spuntino in un chiosco, chiacchiere con la gente del posto, tutte cose che, oltre a dare senso di libertà, spesso fanno nascere circostanze ed episodi che "fanno la vacanza."
La filosofia del viaggio è perfettamente condivisa e questo non fa che aumentare l'entusiasmo reciproco in più, nelle mie avventure vacanziere, ho dormito in barca, in ostelli, in macchina ma mai in tenda è ciò mi da quel "sale" ulteriore.

Dopo i veloci preparativi con domande e suggerimenti reciprici, arriva finalmente il 4 Agosto! Fa un caldo terrificante e alla stazione di servizio, dove abbiamo appuntamento, c'è aria di esodo estivo con file di macchine per il rifornimento.
I viaggi dell'estate: la motozingarata
Si parte, lui con la XL 600, comprata nel 1983 quando eravamo ventenni, io con la mia "nuova" Transalp comprata nel 2008. Decidiamo di fare l'autostrada fino a Fano per poi immetterci sulla statale adriatica.
La A14 è completamente ferma e gli autogrill sono letteralmente assaliti da orde di vacanzieri. Procediamo lentamente tra le colonne e alle prime ore del pomeriggio ci troviamo a percorrere la statale. Dopo alcuni km decidiamo di immetterci sul lungomare per respirare aria di mare e magari fermarci in un chiosco per mangiare qualcosa. Procediamo a velocità moderata gustando l'aria salmastra ed il susseguirsi di graziose spiagge alcune attrezzate e altre in cui l'arenile è libero. Poco prima di Senigallia ci fermiamo in un baretto sulla sabbia per gustarci due belle piadine ammirando le evoluzioni di biplani acrobatici nonchè, con nostra sorpresa, le fantastiche Frecce Tricolori.

A Senigallia comincia proprio quel giorno il "Jamboree Festival" una grande festa che coinvolge tutta la città dedicata alle mode americane degli anni 50 e già vediamo auto dell'epoca girare e ragazze vestite e pettinate in stile "Happy Days".
Incuriositi e divertiti decidiamo di passare li la nostra prima notte.
Il richiamo del festival è tale che facciamo fatica a trovare, nonostante siano molti, un camping con un posto per la nostra tendina ma alla fine riusciamo a trovare siatemazione.
Senigallia è molto bella e tutto il centro storico è invaso da persone vestite a tema, stand gastronomici, esposizioni di moto ed auto americane anni 50 e vari palchi in cui si suona e si balla il rock n'roll.

Passiamo una allegra serata mangiando buon pesce. La mia prima notte in tenda è caratterizzata da un caldo soffocante ma alla fine riesco comunque a fare una discreta dormita.
La mattina seguente, momento di panico: non trovo le chiavi dei bauletti! Già mi vedevo costretto a forzarli con disagi immaginabili. Fortunatamente Massimo le ritrova! Possiamo caricare le moto e ripartire direzione sud!
Oggi è ancora più caldo, un teso vento di scirocco crea sulla costa un'afa tremenda. La fame ci chiama ci fermiamo quindi per uno spuntino in un grazioso ristorante con pergolato sulle prime pendici del Monte Conero e, con davanti degli ottimi spiedini misti, diamo un'occhiata alla carta stradale. L'idea è di dedicare un giorno alla visita delle Isole Tremiti, così cerchiamo di vedere dove conviene prendere il traghetto. Un gentile signore di Foggia seduto al tavolo vicino sentendo i nostri discorsi interviene e ci consiglia di traghettare da Termoli. Decidiamo di seguire il consiglio e quindi, rifocillati, ripartiamo . La litoranea fra il fiume Sangro e Vasto è molto bella: immersa tra campagna a destra e pineta e mare a sinistra.

Piantiamo tenda al camping Blue Park nella pineta tra Vasto e Termoli. Qui facciamo subito amicizia con tutto lo staff veramente simpatici ed ospitali.
Dopo un'ottima cena a base di pesce nel bellissimo centro storico di Termoli ci ritiriamo nella nostra tenda.
I viaggi dell'estate: la motozingarata
L'indomani sveglia di buon ora per prendere il traghetto per le Tremiti.
Arriviamo al piccolo arcipelago poco prima delle 10 dopo circa un'ora di navigazione.
Qui passiamo una giornata bellissima: gita in motoscafo circumnavigando le tre isole principali. La più grande, San Domino, ricoperta da una rigogliosa pineta e con tante grotte e calette, San Nicola più brulla ma molto affascinante grazie alla suggestiva Abbazia di Santa Maria a Mare e infine la più piccola e disabitata Capraia.
Conserverò sempre un particolare ricordo della giornata trascorsa in questo arcipelago bellissimo dal punto di vista naturalistico, ricco di storia e leggende, ripromettendomi di ritornarci.

La sera, nonostante la lunga giornata di mare, non manca la voglia di andare a visitare la bella Vasto alta, dove ceniamo con un ottimo brodetto alla vastese.
Il mattino dopo (quarto giorno della nostra motozingarata) ripartiamo per la nostra tappa di trasferimento che ci porterà al Gargano. Così, dopo i saluti con lo staff del camping, ripartiamo con le nostre moto.
I viaggi dell'estate: la motozingarata
Ci rimettiamo così sull'ultima parte di statale del nostro viaggio attraversando un paesaggio bello e suggestivo dai sapori quasi selvaggi: il mare con pineta alla nostra sinistra e una pianura bruciata dal sole alla nostra destra. Il tutto con un traffico quasi assente da ogni tipo di mezzo, veramente affascinante.
Facciamo tappa a Marina di Lesina a salutare una famiglia di amici i quali, felici della nostra improvvisata, ci ristorano e dissetano dopo la torrida cavalcata.
Abbandoniamo la "nostra" s.s. 16 per puntare verso Il promontorio garganico.

Alle prime ore del pomeriggio arriviamo a Rodi Garganico. Qui, complice l'ora ma soprattutto la canicola, visitiamo il grazioso paese in una quasi totale assenza di vita. Un gentile barista, nella piazza principale, ci da una agognata bottiglia di acqua prima di chiudere il bar e ritirarsi per la meritata pennica generale.
Seduti all'ombra di una palma e ristorati dall'acqua, ci studiamo la carta del Gargano. Decidiamo di proseguire per Peschici dove cercheremo un camping per piantare la nostra tenda e fare li campo base.
Poco dopo Rodi la strada comincia a salire: ecco la meravigliosa litoranea che ci pregustavamo sin dalla partenza.
Curve bellissime circondate da una vegetazione verde variegata e rigogliosa dove svettano bellissimi pini marittimi sotto, alla nostra sinistra, il mare di un blu quasi irreale!
Dopo alcuni divertentissimi km ci appare davanti a noi, tra il verde e arroccato sul mare, la meravigliosa veduta di Peschici. Vi arriviamo dopo un'altra manciata di bellissime curve e, fatta una perlustrazione dei dintorni, decidiamo di fare campo base in un allegro e popolato camping sulla spiaggia e da dove si poteva ammirare, a poche centinaia di metri, la suggestiva veduta del paese.

Da qui trascorriamo alcuni giorni cercando di vedere e vivere il più possibile questo meraviglioso angolo di Italia.
Dalla stupenda costa alle suggestive atmosfere ricche di storia e tradizioni delle sue località: le già citate Rodi Garganico e Peschici, ma anche Vieste e Mattinata. E come non ricordare l'indimenticabile cavalcata, con le nostre fide due ruote, attraverso la Foresta Umbra. Credo che in nessuna altra parte del mondo si possa passare, nel giro di pochi km, da un contesto tipicamente mediterraneo ad un habitat quasi "alpino" fatto di alte colline ricoperte da lussureggianti boschi di conifere!

Qui abbiamo visitato Monte S.Angelo celebre per il santuario di S. Michele patrimonio mondiale dell'Umanità Unesco. Dopo un giro tra le strade del centro decidiamo di farci un aperitivo. Al momento di ripartire troviamo un forte e freddo vento di tramontana il quale, complice l'altitudine, ha abbassato drasticamente la temperatura. Visto il clima torrido che ci aveva accompagnato fino a quel momento ci troviamo ad affrontare il ritorno al campo base in tenuta da mare. Poi l'idea: nel bauletto ho come unico capo l'accappatoio in microfibra, così mi fermo davanti al "Gran bar " di Monte S. Angelo, indosso il provvidenziale accappatoio e dopo una bevuta con i divertiti avventori ripartiamo con i saluti dei nuovi amici e un look poco riders.
Sabato 11 Agosto, decidiamo di mettere tenda a Mattinata dove ieri abbiamo trascorso una magnifica giornata
nella bellissima spiaggia di Piana, dove la leggenda narra naufragò Archita, facendo bei bagni e mangiando, in un pic-nic improvvisato, pane pugliese con pomodori conditi con olio sale e pepe comprati lungo la strada.
Salutiamo Peschici con una passeggiata nelle vie del centro assolato e una scorpacciata di pizze al taglio ascoltando gli aneddoti sulla vita locale del gestore.

Domenica 12 Agosto: sveglia all'alba delle 6,30 Massimo alle 20 ha l'aereo da Bologna per raggiungere la famiglia in vacanza, così con la soddisfazione di aver passato giorni bellissimi e una punta di malinconia chiudiamo, per l'ultima volta, la nostra tenda e cominciamo a caricare le moto per il ritorno a casa. Per non rischiare di mancare l'appuntamento con l'aereo, abbandoniamo la nostra "filosofia" e decidiamo di fare tutti i 600 Km di ritorno in autostrada. Partiamo direzione Manfredonia per poi prendere l'autostrada a Foggia e da li diritti fino a Bologna. All'ora di pranzo la fame comincia a farsi sentire, usciamo a San Benedetto del Tronto (una delle capitali adriatiche del buon pesce) dove in un grazioso lido ci gustiamo degli ottimi spiedini misti. La nostra precauzione di partire per tempo facendo l'autostrada si rivela provvidenziale infatti, all'altezza di Pedaso, Massimo si ritrova col pneumatico posteriore a terra! Fortunatamente si è sgonfiato lentamente non creando così problemi di stabilità. Raggiungiamo a spinta un autogrill dove, grazie ed una benevola coincidenza, stava arrivando un carro attrezzi per assistere un'auto in panne. Il meccanico si offre di caricare anche la moto ma ci dice anche che non riuscirà a ripararla prima di lunedì. Non avendo alternative decidiamo di salutare la XL con la promessa di andare a riprenderla ai primi di settembre. trasferiamo sul Transalp i bagagli di massimo comprese le caciotte e i salumi acquistati. Ci ritroviamo carichi come muli: io seduto a metà tra sella e serbatoio e Massimo abbarbicato dietro con la sua grossa sacca sotto il braccio ma riusciamo a ripartire tra gli applausi dei presenti.
Percorriamo gli ultimi 300 km tutti d'un fiato e senza altri contrattempi. Attraversiamo una Bologna deserta e alle 18,45, giungiamo davanti alla casa di Massimo. Foto di rito fermando l'unico passante del momento, saluti e abbracci e vedo Massimo correre via. Percorrendo i viali della città, nel tragitto verso casa mia, ripenso alla nostra zingarata vissuta in ogni suo momento con entusiasmo e complicità, nata da un reincontro casuale e finita con la promessa di farla diventare un appuntamento annuale.

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